Nella sua opera geniale, Brassens,
uno degli ultimi menestrelli d’Europa,
è tangibile una sottile,
palpabile umanità,
l’ambrosia della riconoscenza,
spremuta di umiltà e amabile virtù
che trafigge chiunque.
Evoca nello spettatore la
gratitudine di un viandante verso
l’ospitalità fraterna, quasi una
metafora cristica del vagabondare
che trova sicuro asilo nelle genti.
Paragona i legni donatigli dal
buon uomo,
come un sole che scalda,
un tepore,
un ricordo inviolabile di quel gesto
solidale,
potente nelle strofe ritmate e nella
musicalità del francese.
Una splendida dedica,
un doveroso citare il suo
benefattore
per il pane donatogli,
le porte aperte dal gelo gallico,
e il meraviglioso buon augurio
di un buon ritorno al padreterno
Alessandro Caredda ©® Copyright 2016 All rights reserved, tutti i diritti riservati
Chanson pour l’Auvergnat