Dio é per tutti, come affermo nel titolo del presente articolo, ma con questo non desidero dispensare chissà quali afflati religiosi. Cerco solo di chiarire alcuni nostri aspetti di vita sociale e comunitaria. Il volere di Dio dev’essere il volere degli uomini. Ma non sempre il volere degli uomini è in ottemperanza del volere di Dio. Ho già avuto modo di argomentare, su Rinascita, seppur brevemente, che Dio è perfezione ed è al di sopra d’ogni cosa, dal momento che ne è il Creatore. Conseguentemente è il Dio di tutte le genti, di ogni animale, di ogni pianta, di tutte le cose che compongono la Madre Terra. E che compongono l’intero cosmo, con buona pace per atei e scientisti. In sostanza: Dio è per tutti ed è in tutti. Agire correttamente è rimanere nel «volere di Dio». Agire scorrettamente è, invece, contrario al volere di Dio. Fino a qui credo non vi sia alcunché da eccepire: che si creda o meno in Dio, viene da sé che vivere in armonia con il prossimo è indubbiamente meglio che vivere vessando il prossimo. Oppure facendogli la guerra con ogni mezzo a disposizione, magari allo scopo di sottrargli il territorio e le materie prime.
Imbrogliare il popolo con il «signoraggio della moneta» e una finta crisi economica, imputando ad ogni popolo della Terra debiti esorbitanti e assolutamente immaginari, vuole dire non seguire i dettami di bontà e di correttezza che, piaccia o meno, sono senza dubbio parte della Bontà Divina. Imbrogliare i Lavoratori e gli Onesti della Terra vuole dire calpestare i dettami di Dio. Imbrogliare il Popolo vuol dire commettere un crimine contro il Popolo, quindi contro Dio. Indurre con ogni mezzo la gente a cadere nel vizio e nella scorrettezza è anch’esso un crimine contro il Popolo e soprattutto contro Dio. Mantenere nel mondo lo stato di perenne guerra vuole dire agire per il male dell’intera popolazione mondiale.
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