“L’arte dionisiaca vuole convincerci dell’eterna gioia dell’esistenza: senonché dobbiamo cercare questa gioia non nelle apparenze, ma dietro le apparenze” (F. Nietzsche)
La pulsione anima la creazione, facendola divenire anche un momento di riflessione per l’autore. Uso, per questo testo, lo stesso titolo del mio e-book Dioniso Legami (Tiemme Edizioni Digitali, 2020), poiché intendo esprimere una indicazione per i viaggi e i corpi-testi del desiderio. Il Dionisismo “lega” naturalmente insieme vita-arte-scrittura: la nostra con quella degli altri. La narrazione dell’Eros Fantastico vuole che Dioniso entri dietro le apparenze del suo immaginario, anche attraverso la pulsione verso un corpo “non di carne”. La Lussuria Futurista, espressa dal manifesto di Valentine de Saint-Point, suggestiona l’Eros Fantastico. Diviene argomento di una domanda di Luca Valentini nella sua intervista (a me) Eros-Donna Demone della Trasformazione (in ‘EreticaMente’, 2020). Nella risposta sintetizzo la figura di Valentine come autrice e donna.
“Nel Futurismo merita una rilettura opportuna Valentine de Saint-Point (1875-1953) – scrittrice e artista, coreografa e danzatrice –. È autrice dei manifesti futuristi della Donna (1912) e della Lussuria (1913). In quest’ultimo rivendica il valore positivo del piacere e della sensualità, oltre che essere fonte di liberazione spirituale e unione con l’universo, sia per la donna che per l’uomo. La Lussuria «è la ricerca carnale dell’Ignoto, come la cerebralità ne è la ricerca spirituale». La Lussuria, che è una forza, «è il gesto del creare, ed è la creazione». Superando le ipocrisie della morale tradizionale, incapace di vedere le profondità e le bellezze del sesso, l’eros può divenire un’opera d’arte. Nel Manifesto della Lussuria auspica l’avvento di una “superfemmina”: aggressiva figura materna nella difesa della razza; amante luciferina, votata alla lussuria e all’esaltazione del desiderio sessuale, libero dai fardelli sentimentali dell’amore. Il suo ruolo di creatrice di corpi si eleva fino alla capacità di produrre anime.
Valentine fu una donna seducente, modella e amante di artisti. Il suo scandalo culturale durò poco nel proseguo dell’esistenza, lunga e imprevedibile. Iniziò a viaggiare, scoprendo l’Islam, a cui si convertì prendendo il nome di Luce spirituale della religione. La sua luce si spense in un progressivo silenzio, morendo, dimenticata e in povertà, nel 1953 in Egitto a Il Cairo. La lussuria diviene dunque mistica”. Il corpo umano come sesso-macchina è un seducente viaggio nel tempo: parte dai robot futuristi per arrivare all’attuale cyborg immaginale. Nel 1920 Marinetti si rileva autore libertino con il testo Elettricità sessuale, in cui un uomo e una donna si sdoppiano in due robot elettrici. L’Eros degli attuali Barbari Sognanti, transumanisti e transfuturisti per vocazione, cercano il contatto con il corpo meccanico, anche attraverso la “narrazione fantastica” (letteraria e video-filmica). Le apparenze di questo “sesso” sono molteplici: divine, femminili o maschili, transgender, comunque contagiate da Dioniso. Il TransFuturismo di oggi rielabora l’avanguardia futurista attraverso la pulsione che colloquia con le possibilità virtuali. Questa ipotesi “ascolta” l’archetipo dionisiaco per mezzo di insospettabili collegamenti con la contemporaneità. Può divenire una ulteriore ed estrema sfida alle stelle.
La mia immaginazione “vede”, in alcuni convegni a Catania (2009-10), una fusione tra Valentine de Saint-Point, l’autrice del manifesto futurista della Lussuria, mia ispiratrice immaginaria, con alcune presenze di donna: come Valentina, la protagonista dei fumetti di Guido Crepax. Ho espresso questa relazione figurata in un racconto pubblicato su ‘Fyinpaper’ (rivista internazionale online, 2020) per mezzo della narrazione fantastica della pulsione. Valentine “rivive” anche, in una traslazione erotico-virtuale, attraverso la pornostar Moana (Pozzi), morta nel 1994: il collegamento è condiviso con Roberto Guerra (visionario autore trans-futurista), che indica Moana come possibile erede di Valentine. In una sua intervista, nel 2013, a Mauro Biuzzi (referente dell’archivio dell’attrice), quest’ultimo risponde al riguardo: «In comune ci sono certamente l’Eros come fiamma, l’idea di virilità nel femminile, il rapporto necessario tra donna e crudeltà. Le lacrime di Eros, direi». Il fantastico PornoFuturismo, erotico e virtuale, “palpita” come manifesto e narrazione per percorsi di estrema seduzione. Può “vivere” nell’Eros Fantastico, anche per mezzo di una Donna con il corpo di un sex robot o di una bambola antropomorfa. Moana incarna l’archetipo della “perturbante bambola” che congiunge spazi e tempi diversi.
Roberto Guerra “vede” Moana (Pozzi) come una «oscena bambola piena d’azzurro sperma», che “trasmuta” in Moana Futurpunk (2009) come video e testo, mentre «La futurista Valentine de Saint-Point, amazzone e scrittrice, è per le donne del futuro – cioè oggi – bambola infinitamente più viva, animata e libera di tutto il femminismo virile e matriarcale contemporaneo».
Giovanni Sessa rileva, nella recensione del mio e-book Dioniso Legami, la pulsionalità dei testi nel rapporto – Arte e Dionisismo – (in ‘EreticaMente’; ‘Heliopolis rivista online’; 2020): «Solo chi abbia contezza dei significati del dionisismo può, dalle pagine del libro di Conte, trarre linfa vitale per catturare, nel fare poietico, nella dimensione performativa e sin-estetica, tale potenza generativa. Essa si mostra innanzitutto nell’Eros e nella sua primigenia pulsionalità. (…) Sia la Valentina/Valentine di Conte quanto la Valentine/Moana di Guerra, vivono la dimensione immaginale, non concettuale e, pertanto, si sottraggono ad ogni approccio utilitaristico e di mero mercimonio con l’eros. Viene qui prospettato, nelle figure femminili duplici, un culto della Bellezza atto a far fiorire la Femmina dalle ceneri del decaduto ed ormai spento femminismo. (…) L’eros è gioco di sguardi atti ad instaurare legami magnetici, gioco terapeutico per l’uomo contemporaneo, che si manifesta nelle narrazioni fantastiche sotto il segno di Dioniso».
Valentine/Valentina e Valentine/Moana appartengono dunque al mondo fantastico del PornoFuturismo, attraversando l’immagin/azione della pulsione. Qui il Porno diviene possibilità di creazione senza confini, liberandosi dall’imperativo di dover essere oggetto consumistico per l’eccitazione sessuale. Le sue figurazioni desideranti di donne e di bambole ricercano Dioniso nei legami della Lussuria. Che aspira a divenire una mistica d’amore. Le sex dools, programmate dalla tecnologia o fantasticate, e l’eros estremo vissuto virtualmente, anche come pratica tantrica per accrescere il desiderio, possono incarnare la mistica dell’azione del Futurismo. Che ritorna ancora come Dioniso. In Pulsione e PornoFuturismo, rispondo a una domanda di un’intervista a cura de ‘La zona morta’ (fantasy magazine, 2020): “L’Eros Trans-Futurista continua a desiderare naturalmente la Lussuria come Arte-Vita. Vuole rappresentare ancora la pulsione originaria del vivere pericolosamente che trasmuta la bellezza dell’azione in creazione. Vuole rianimare l’archetipo del desiderio…”.
Zairo Ferrante “rileva” il percorso pulsionale di libertà del PornoFuturismo (in blog ufficiale ‘Dinamismo’, 2020): «15 settembre 1994-2020: in questi giorni ricorre l’anniversario di Moana Pozzi, la celebre attrice (e speciale) principessa del porno italiano: speciale per – a suo tempo – avere bucato anche i media televisivi per le caratteristiche insolite e affascinanti, sorta di Bella Addormenta a occhi letteralmente aperti (…). Vitaldo Conte, artista e noto critico d’arte delle ultime avanguardie (…), uno degli ultimi futuristi, ha appena pubblicato on line, proprio per questo 15 settembre 2020, in cui si analizza la figura di Moana persino come pornofuturista, proprio come filo d’Arianna che parte dal Dio caro a Nietzsche fino al marchese De Sade passando, ad esempio per la futurista Valentine de Saint Point fino a Moana Pozzi (e altre figure perturbanti dell’Eros, anche Valentina di Crepax». La Lussuria Futurista in Porno può esprimere dunque una mistica d’amore nell’Eros Fantastico. Cerca i legami di Dioniso che vivono dietro le apparenze dell’arte con i richiami della gioia dell’esistenza.
Riflessioni su Moana e Cicciolina negli immaginari dell’Eros
La misteriosa Moana (Pozzi) ha, come contraltare negli anni Ottanta-Novanta, un’altra famosa pornostar: è l’estroversa Ilona Staller, in arte Cicciolina. Insieme fondano il Partito dell’Amore nel 1991. Questo rapporto ingenera delle riflessioni in merito all’ipotesi dionisiaca del PornoFuturismo.
Angelo Giubileo (in ‘Pensalibero’ giornale online, 2020) “legge” la relazione Moana/Cicciolina: «Nell’immaginario collettivo che contraddistingue i nostri anni Ottanta, Moana Pozzi ha rappresentato l’immagine emblematica del porno non solo italiano. In competizione, se così possiamo dire, con l’altra icona, Ilona Staller in arte Cicciolina. (…) Gli uni e gli altri di noi abbandonati al desiderio di un abbraccio voluttuoso preferibilmente con l’una o l’altra diva, da divus ovvero: divino, celestiale, eccelso, perfetto, unico, inimitabile. Ecco, Vitaldo Conte narra del divo Dioniso, che attraversa i secoli e assume diverse forme della lussuria, e in fine la forma della diva Moana».
Dalmazio Frau “attraversa” l’esteriorità artistica de La venere di Jeff Koons (artista che ha sposato Cicciolina), rilevando per contrasto la creazione segreta del mio eros (in ‘L’Opinione’ giornale online, 2020): «Il nome Jeff Koons è da molti anni nell’occhio del ciclone mediatico, non soltanto per la sua carriera artistica, ma anche per l’aver impalmato (…) a suo tempo la regina del porno degli anni Ottanta, Ilona Staller (…). Personalmente ritengo in verità che il più importante artista della scena performante avente come tema l’Eros, nell’arte contemporanea, non sia Koons bensì l’italicissimo e futurista Vitaldo Conte, ma purtroppo o per fortuna, vallo a sapere, Conte non ha impalmato (…) Cicciolina e così i riflettori dell’arte internazionale sono rimasti puntati su Koons (…).
Le opere fotografiche che immortalavano i due coniugi durante i loro amplessi, fecero allora considerevole scalpore, ma tutto ciò che è “gonfiato” in qualche modo fa parte da sempre della cifra estetica di Koons (…). Invece (…) il nostro Vitaldo Conte (…), dopo aver recentemente festeggiato il solstizio estivo con una performance artistica tenutasi nel proprio “giardino delle delizie”, in una ascosa dimora romana, tra rose scarlatte e inquiete presenze femminili, ha appena dato alle stampe i suoi racconti Gli sguardi di Valentine de Saint-Point e La rosa rossa abbandonata di G, quest’ultimo pubblicato su Il libro delle storie finite (…). Differenti modi di affrontare l’arte e l’erotismo nel mondo contemporaneo, nella società postmoderna: uno quello di Koons, artificiale e artificioso, urlato, frammisto di metalli levigati, plastiche e immagini autoaffermanti, l’altro più sussurrato, nascosto, narrato in penombre accoglienti, velato come da trine di organza, da tulle e da pizzi ricamati sulla nuda pelle della sera. Meglio Vitaldo Conte, in arte Vitaldix, il futurista supereroe che affronta il volo dell’angelo in caduta libera con una rosa in bocca, oppure l’artefatto americano, studiato, composto in una ricerca esasperata e perenne di un nuovo grado di provocazione? Lasciamo siano i lettori a deciderlo».
Vitaldo Conte