- Lei è conosciuto in vari ambiti della cultura esoterica, ma anche della produzione artistica: che legame crede ci sia tra Ermetismo ed Arte?
L’arte ha rappresentato e rappresenta tuttora uno strumento in grado di penetrare nelle profondità della psiche, nell’intimo del nostro “essere” nascosto. Dipingere significa scavare nei recessi dell’anima, vuol dire ricercare l’intima identità che ci può aiutare a scandagliare la nostra vera natura. L’arte pittorica è un catalizzatore che richiama le “forze” dormienti in noi consentendo il risveglio del “Genius”, il Dio interiore o Maestro occultato. In questo senso è parte integrante della magia operativa e dell’alchimia, basti pensare ai numerosi simboli dipinti in cui
- Sempre nell’ambito artistico, ritiene che la decadenza di quest’epoca abbia influenzato anche il rapporto tra Artifex ed Opera?
Ritengo che la banalizzazione della creatività, la perdita di valori e la decadenza, che ne è la diretta conseguenza, abbiano alterato profondamente il legame che intercorre tra colui che crea e la sua creazione. Assistiamo a una visione superficiale dell’opera pittorica e dell’arte in generale. Anche la meccanizzazione e la tecnologia hanno influito sul processo creativo. Coloro che rimangono fedeli al proprio ideale artistico vengono emarginati da quella sottocultura che gestisce non solo il mercato, ma anche la libertà d’espressione. Chi non riesce a rimanere lontano dalle realtà contraffatte che vengono sdoganate da questi ambienti, è costretto ad aderire (per esistere) alle regole vigenti, forme espressive prive di quel pathos e quel fermento interiore che dovrebbe essere alla base di ogni autentica opera d’arte.
- Lei presiede un’importante Accademia myriamica a Roma: quanto crede sia ancora attuale il messaggio di Giuliano Kremmerz oggigiorno e come ritiene dovrebbe essere declinato rispetto al passato?
Credo che il messaggio veicolato da Giuliano Kremmerz possa essere attuale ancora oggi, solo se non viene vissuto alla stregua di una religione condita da un cieco fideismo. Purtroppo, esiste una sorta di venerazione nei confronti del maestro di Portici che ha originato forme di isteria interiore e di passività, perché ne è stato fornito un ritratto che lo presenta come un Messia, un Buddha o peggio ancora come un santino sbiadito da incorniciare e tenere sopra al comodino. Kremmerz era un vero maestro e un uomo straordinario, ma pur sempre un uomo attraversato da luci e ombre. Il tentativo di creare attorno alla sua figura un culto devozionale, finalizzato a imprigionare le menti a favore di un potere sovrastante che le dirige, è pericoloso e deviante. In tal modo si generano atteggiamenti superstiziosi che devono essere considerati anti iniziatici. Viene alla luce, in questa maniera, un comportamento che rasenta la sottomissione ed è lontano anni luce da un vero ascenso, volto a liberare le menti da qualsivoglia condizionamento. Tutto questo si è verificato a causa di vertici inadeguati, non all’altezza del proprio compito i quali, ieri come oggi, utilizzano la dottrina kremmerziana a proprio uso e consumo in nome di un potere personale.
- Ritiene che sia un errore parlare pubblicamente di tematiche legate all’esoterismo, all’ermetismo o all’alchimia oppure ritiene che vi sia un aspetto pedagogico positivo in una qualificata divulgazione?
Sono convinto da sempre che esiste un lato positivo e propedeutico nella divulgazione, a patto che non vada a svelare, per così dire, gli aspetti più riservati di una dottrina snaturandone in tal modo la natura nascosta e sacrale. Del resto, sono quarant’anni che diffondo un pensiero ermetico-esoterico e credo molto in tale operazione formativa. La profanazione a cui accennavo porta con sé degli aspetti negativi, per il semplice motivo che se una persona non è pronta e non è in grado di capire, questa conoscenza produrrà dei danni. Non tutti sono predisposti o dotati di quella scintilla o ispirazione ermetica atta a comprendere. In ogni caso, solo vivendole certe realtà parleranno a colui che pratica. Se, poi, la divulgazione è contraddistinta da una qualità di alto livello, non può fare che bene, considerando i venditori di fumo che orbitano nei bassifondi dell’occulto. Una seria informazione apporta chiarezza e sgombra il campo da tanto inutile ciarpame. A mio avviso è un’opera meritoria.
- La Myriam nacque alla fine dell’800, negli intendimenti di Kremmerz, anche come superamento di una certa mentalità massonica e settaria: è una prospettiva che ritiene di condividere?
La mentalità massonica e para-massonica – o almeno, quella parte di essa nelle sue forme attuali, lontana dalle sue autentiche origini iniziatiche – è assolutamente inconciliabile con un vero cammino di ordine ermetico. Kremmerz aveva ragione, naturalmente. Certe pose magistrali e pompose mirate a generare un substrato dottrinario contraddistinto da un’obbedienza che mortifica lo spirito, magari caratterizzata da un presunto ideale che cela in realtà una inestinguibile sete di potere, sono ormai obsolete, frutto di un retaggio che non ha più ragion d’essere. Questo modo di pensare è in contrasto con una visione più ampia e illuminata che dovrebbe contraddistinguere un organismo iniziatico. D’altro canto è proprio il Kremmerz che affermava di voler trasformare le logge in accademie e ricondurre la sua dottrina a un insegnamento Pitagorico, distante da gradi o altre onorificenze, il tutto retto da un clima di convivialità e di vera collaborazione.
- Quali sono, a suo avviso, le attitudini che devono caratterizzare un aspirante ermetista, nell’ambito dello studio e della pratica?
Innanzitutto una vera vocazione, che ai giorni nostri è difficile da riscontrare in chi si avvicina a questo mondo. Poi, una predisposizione di base, perché lo studio delle dottrine ermetiche non è per tutti e questo vale anche per la pratica. Non meno importante, sotto questo aspetto, una purezza di fondo lontana da megalomania, arroganza e pose egoiche. Questo vuol significare che bisogna avere una certa umiltà (da non confondere con l’asservimento). Anche la volontà e la voglia di pervenire a una realizzazione interiore ha la sua importanza. Oggi vige il motto: “tutto e subito”, nessuno ha voglia di sacrificarsi e questo cammino operativo di sacrifici ne richiede molti. Fondamentale, in tale ambito, la capacità di non ostentare quel che si raggiunge e soprattutto la spinta ad essere e non ad apparire. Solo così si comprenderanno i propri limiti evitando i pericoli derivanti da sterili esaltazioni. E in ultimo, la consapevolezza della propria libertà e individualità, che non vanno svendute a nessun prezzo perché testimoniano l’unicità di ogni essere umano.
- Lei ha partecipato a vari iniziative sul tema della dimensione sapienziale della Roma Arcaica, oltre ad aver scritto saggi importanti in merito su Politica Romana, su Elixir ed anche su Ereticamente: cosa risponde alle obiezioni di chi sostiene che l’ermetismo, la magia non hanno alcuna connessione con la religiosità romana? in tale ambito, ritiene che una visione ermetica sia necessariamente legata al superamento di un misticismo religioso e dogmatico?
Sono in disaccordo con chi propugna questa teoria, non è una novità. Probabilmente costoro non hanno approfondito certe tematiche, giungendo alla genesi della storia più nascosta riguardante l’anima segreta di Roma. Se si scava a fondo si comprende che Roma era intrisa di magia, riti, tradizioni, in una parola la veste pagana ed esoterica che dai tempi più remoti avvolge l’Urbe Arcaica, ancora oggi viva sotto le ceneri di un materialismo imperante. Pensiamo alla ritualità concernente il Genius il quale, come scrissi su un mio articolo (“Elixir N° 12, il Mistero della Fondazione e della Roma Arcana) era considerato l’espressione più pura della Tradizione romana ed era presente a livello sottile nella struttura occulta dell’essere umano. Non dimentichiamo il Genius publicus, reso noto per la prima volta nel 218 a.C. su ingiunzione dei Libri Sibillini. La sua funzione era legata alla prosperità, alla salute e al successo del popolo romano e la sua evocazione era permessa solamente nei momenti critici che segnavano la storia dell’Urbe. Non meno importante, anzi direi fondamentale, il Genius Urbis o Genio Fondatore, forza arcana e intelligente che presiedeva alla vita arcana, Nume protettore e anima stessa di Roma. Tutto questo è testimoniato a livello documentale da Servio (Servius Marius Honoratus, scrittore e grammatico romano) il quale, in un suo scritto, menziona uno scudo dedicato al Genius conservato in Campidoglio. Servio definiva questo Genio, Sovrano dei Cieli. Per non parlare della magia etrusca, che ha contribuito in maniera determinante a creare una cultualità operativa in seno al tessuto romano. L’Antica Religione, in poche parole, racchiudeva valenze magico-pratiche, lontano dalla concezione odierna e mistificatrice. I Misteri Isiaci e quelli Mitraici, la cui matrice era di ordine prettamente iniziatico, completano molto sinteticamente il quadro, anche se ci sarebbe molto da dire. Purtroppo, l’aspetto occulto di Roma contrasta con l’immagine retorica e trionfalistica che la storiografia “ufficiale” le ha sempre riservato. Lo stesso Kremmerz affermava che dietro i miti si celano simboli operativi. Per quanto riguarda il misticismo, è antitetico rispetto a una vera Tradizione Ermetica. Il misticismo è passivo, mortifero, stagnante. Concordo sulla necessità di superare la mentalità religiosa e i suoi dogmi così lontani da quella marzialità che deve contrassegnare il vero iniziato, che non crede per fede, ma sperimenta allo scopo di avere prova provata (per quanto possibile) del suo operato. L’ermetista evoluto non si chiude in una torre d’avorio nascondendosi dietro concezioni dogmatiche, ma è disposto rivedere le sue convinzioni in favore della Verità.
- Da diversi anni Lei con EreticaMente, con gli amici dell’Ass. Il Cervo Bianco di Napoli, con gli amici dell’Ass. Tradizionale Pietas, oltre che con l’impareggiabile sostegno delle Edizioni di Rebis di Viareggio nella persona di Pierluca Pierini, ha preso parte ad un nuovo corso di studi, di approfondimenti, di eventi, legati ai temi della Tradizione Patria ed Ermetica: è un nuovo corso che ritiene possa essere fecondo per il futuro? La ringraziamo per la disponibilità concessa alla nostra Redazione.
Prima di rispondere vorrei spendere due parole su Pier Luca Pierini, mio caro amico da sempre, una persona straordinaria, che ha apportato un contribuito decisivo circa la corretta divulgazione delle materie ermetiche, sostenendo con mente aperta il rinnovamento in un ambito ormai logoro. Credo profondamente in queste iniziative e nella collaborazione tra persone diverse, ma unite da un medesimo sentire, senza prevaricazioni reciproche, ma con spirito di Conoscenza. Sono felice di far parte di questo progetto, che non può che apportare cambiamenti positivi, un seme che germinerà con il tempo, fiorendo copiosamente a favore di una Tradizione in parte cristallizzata, e spesse volte abusata e fraintesa. Sono io che vi ringrazio per avermi dato la possibilità di esternare il mio punto di vista. Grazie.
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