Attraversando Dioniso Legami (Tiemme Edizioni Digitali) ed Eros Magia Sacro in Julius Evola (Ed. Fondazione J. Evola-Pagine) nel 2020.
Vitaldo Conte, saggista e scrittore, è coinvolto come autore in due recenti pubblicazioni. Ciò diventa occasione per una intervista su tematiche che ha approfondito in diversi testi. Queste “guardano” la magia e l’alchimia erotico-sessuale con le loro rappresentazioni simboliche. Nell’occasione riguardano la lettura della donna come energia d’eros e demone della trasformazione. Tali argomenti emergono appunto dalle pubblicazioni di Conte prese in considerazione: l’e-book Dioniso Legami / La Lussuria Futurista e il suo saggio incluso nel libro collettaneo Eros Magia Sacro in Julius Evola a cura di G. de Turris, A. Scarabelli, G. Sessa, che raccoglie le relazioni dei partecipanti ai Convegni di Studi sui 60 anni della Metafisica del sesso di Evola (novembre 2018). Questi argomenti sono letti da Conte anche attraverso i linguaggi della creazione.
1 – La tua narrazione di Dioniso Legami è una proposta che parte dal manifesto futurista della Lussuria. Ritieni Valentine de Saint-Point, l’autrice, una presenza meritevole di attenzione e studio?
V.C. Nel Futurismo merita una rilettura opportuna Valentine de Saint-Point (1875-1953) – scrittrice e artista, coreografa e danzatrice –. È autrice dei manifesti futuristi della Donna (1912) e della Lussuria (1913). In quest’ultimo rivendica il valore positivo del piacere e della sensualità, oltre che essere fonte di liberazione spirituale e unione con l’universo, sia per la donna che per l’uomo. La Lussuria «è la ricerca carnale dell’Ignoto, come la cerebralità ne è la ricerca spirituale». La Lussuria, che è una forza, «è il gesto del creare, ed è la creazione». Superando le ipocrisie della morale tradizionale, incapace di vedere le profondità e le bellezze del sesso, l’eros può divenire un’opera d’arte. Nel Manifesto della Lussuria auspica l’avvento di una “superfemmina”: aggressiva figura materna nella difesa della razza; amante luciferina, votata alla lussuria e all’esaltazione del desiderio sessuale, libero dai fardelli sentimentali dell’amore. Il suo ruolo di creatrice di corpi si eleva fino alla capacità di produrre anime. Valentine fu una donna seducente, modella e amante di artisti. Il suo scandalo culturale durò poco nel proseguo dell’esistenza, lunga e imprevedibile. Iniziò a viaggiare, scoprendo l’Islam, a cui si convertì prendendo il nome di Luce spirituale della religione. La sua luce si spense in un progressivo silenzio, morendo, dimenticata e in povertà, nel 1953 in Egitto a Il Cairo. La lussuria diviene dunque mistica.
2 – Nel tuo viaggio testuale di Dioniso Legami, come indichi nella sinossi, la pulsione desiderante della Lussuria può divenire possibilità di “narrazione”, percorrendo visionariamente i tempi. Può “immaginare” un Porno-Futurismo attraverso l’incontro virtuale di Valentine de Saint-Point con Moana Pozzi, l’indimenticabile diva del Porno italiano. Questa lettura vuole essere una provocazione?
V.C. L’Eros attraversante il Futurismo continua a desiderare naturalmente la Lussuria come Arte-Vita. Vuole rappresentare ancora la pulsione del vivere pericolosamente che trasmuta la bellezza dell’azione in creazione. L’ipotesi, consapevolmente visionaria, del Porno-Futurismo “vive” attraverso la narrazione fantastica dell’estrema pulsione. A questa appartiene l’iconografia virtuale di Valentine/Moana, condivisa con Roberto Guerra. Qui il Porno diviene una possibilità di creazione immaginale, liberandosi dall’imperativo di dover essere oggetto consumistico per l’eccitazione sessuale. Le sue figurazioni desideranti di donne e di bambole cibernetiche ricercano Dioniso nei legami della Lussuria, aspirando a incarnare mistiche d’amore.
3 – In Dioniso Legami c’è un saggio sul Marchese de Sade, autore della sessualità eccedente. Tu ne sottolinei l’influenza su autori della letteratura e dell’arte, ma anche nell’emergere di tipologie femminili. Perché lo ritieni un censurato “da liberare”?
V.C. Per i duecento anni della morte di de Sade è stata ideata in Francia una mostra al Museo d’Orsay dal titolo Attaccare il Sole (2014-15), attraverso l’immaginario artistico di grandi autori. Molte delle opere esposte hanno come protagonista un’immagine femminile nei suoi aspetti più perturbanti. Lui riteneva che la donna dovesse avere la stessa autonomia dell’uomo. Da questo pensiero sono nati due romanzi che hanno infatti due protagoniste femminili, Justine e Juliette: la prima è la donna del passato, asservita e infelice; la seconda, invece, rappresenta la donna nuova che Sade intravede come «creatura ancora sconosciuta, che procede dall’umanità stessa, che avrà ali e rinnoverà l’universo» (G. Apollinaire). Sade detesta gli esangui carnefici che sublimano ideologicamente il loro desiderio di torturare e uccidere: per lui «il male è sempre contro l’ordine, è sempre eversivo, indomabile, libero. Il male è suprema libertà. (…) La sessualità repressa viene convogliata verso altri obiettivi, spesso si muta in uno strumento micidiale al servizio degli ideali astratti della collettività» (G. Celli). Questo piacere per un’azione distruttiva, nota Julius Evola, vorrebbe infrangere le leggi della natura cosmica, associandosi a una specie di teoria del superuomo. Questa porta all’apice inesorabilmente ciò che è violenza e distruzione: «Noi siamo degli dei!», esclama un suo personaggio.
4 – In Dioniso Legami focalizzi la figura, dominante e rituale, della Donna Scarlatta nel Sesso Magico di Aleister Crowley. Questo discorso lo avevi già anticipato su ‘EreticaMente’ (14 gennaio 2020). L’immagine di questa donna esprime l’indicazione dell’Eros-Donna come Demone della trasformazione?
V.C. Nelle sue “congregazioni” Crowley si circonda di molte donne, che definisce Donne Scarlatte, il cui colore si riferisce al «miglior sangue che è quello della luna, mensilmente». L’immagine della Sacerdotessa consacrata, la Donna Scarlatta, appartiene a un patrimonio iconografico complesso, che include quello ricavato dalla Bibbia (La Bestia e la Meretrice vestita di scarlatto, nell’Apocalisse di Giovanni) o Kalì, la tenebrosa dea del sangue e della distruzione. Essendo rappresentazione di Nuit, è la porta per il Vuoto. Il sesso è per Crowley un mezzo per “aprire” la psiche alle potenti forze primordiali, ai mondi invisibili e ad altri piani della coscienza. Diventa anche il mezzo per raggiungere «una grande Dea, strana, perversa, affamata, implacabile». Per possedere questa Dea, come egli dice, usa indifferentemente l’una o l’altra donna. La formula dell’incarnazione di un dio, secondo antiche tradizioni magiche, passa attraverso l’unione della bestia con la donna. Crowley osserva, al riguardo, che le mitologie contengono il mistero della donna come nucleo centrale del culto. La formula della Bestia, congiunta con la Donna, è in relazione con l’undicesima chiave dei Tarocchi, chiamata Lussuria: questa mostra la Donna Scarlatta. Il suo culto religioso è ripreso dagli adoratori del Sole, soprattutto per estrinsecare pratiche erotiche naturalistiche, in cui Grande Sacerdotessa è la Donna Scarlatta. Questa risulta una seduttiva contaminazione dell’antica tradizione magica di cui, fuori dai luoghi dell’iniziazione, la prostituzione templare è l’unica forma ricordata. Lo scopo dei rituali effettuati da Crowley è diretto a fini spirituali. La Donna Scarlatta, per quanto riguarda l’uso mistico della donna, agisce in trance profonda, in cui l’uso magico avviene a livello di sogno: metodo derivato da un rituale sumero. In termini tantrici la Donna Scarlatta è “la Signora dal dolce profumo” del Cerchio Mistico, formato per ottenere oracoli ed essenze. Anticamente, adempirono a simili funzioni sacerdotesse predisposte: come quelle di Delfi e di Eleusi. Quando l’energia della kundalini (situata alla base della spina dorsale) è in attività, stimola i chakra nel corpo della Donna Scarlatta, generando vibrazioni che influenzano la composizione chimica delle sue secrezioni. Nella letteratura tantrica il corpo della sacerdotessa possiede zone di energia occulta, intimamente correlata con le ghiandole endocrine. Queste generano fluidi e vibrazioni che fuoriescono dall’apertura genitale.
5 – Nel tuo saggio Metafisica del sesso in sguardi di Magia Sexualis, nel libro collettaneo su Evola, tu parli della donna assoluta il cui principio può presentare tipologie diverse, anche attraverso immagini d’arte. Parlane.
V.C. La donna assoluta è totalmente femmina. Per quel che riguarda la molteplice varietà delle immagini, con cui può essere espresso il principio femminile, due risultano i tipi fondamentali: l’afroditico e il demetrico. Questi si presentano in corrispondenza come gli archetipi eterni dell’amante e della madre. Il tipo demetrico talvolta appare in immagini femminili nude, anche in quelle di antiche dee, in piedi o supine. Queste, con le gambe divaricate, mostrano l’organo del sesso per liberare e far fluire il sacrum sessuale attraverso un’energia magica e una fecondità primordiale. I molteplici nomi attribuiti alla Grande Dea, la Madre Terra, la magna Mater Genitrix, sono immagini del principio demetrico e della sua forza incontenibile. Nelle epifanie indù della Grande Dea appaiono varie forme di sposa del maschio divino, che ha il culmine nel principio afroditico della femminilità primordiale, quale forza dissolvente, travolgente, estatica e abissale del sesso: è opposta a quella della femminilità demetrica. Nel mondo mediterraneo le dee hanno questi tratti, come Ishtar: la dea dell’amore, che è contemporaneamente anche la “Grande Prostituta” e la “Prostituta Celeste”. La contemplazione della donna nella sua nudità assoluta, anatomica e spirituale, è uno dei passaggi più importanti della cerimonia misterica ed erotica. Nei riti antichi del Mistero Afroditico il centro del rito è costituito da una donna nuda, distesa sull’altare o facente essa stessa da altare. La posizione talvolta indicata è quella con le gambe fortemente divaricate in modo da mostrare il sesso: l’os sacrum, la “bocca sacra”. La donna dei misteri è sempre nuda. Come scrive Eliade: «La nudità rituale della yogini (…) ha un valore mistico intrinseco». Se davanti alla nudità della donna non si sente sorgere, nelle profondità del proprio essere, la stessa sensazione terrifica che si prova dinanzi alla rivelazione del Mistero cosmico, non può esserci rito. Nei misteri greci la visione delle immagini nude corrisponde al grado supremo dell’iniziazione. La donna scioglie, nella propria nudità, la sostanza del suo stato vergine e abissale. La vista della donna completamente nuda è consentita, nel rito, solo agli iniziati. L’abissalità della femmina divina costituisce l’aspetto Durga. L’inaccessibile ha relazione anche con la qualità fredda, che può coesistere con quella ardente e fascinosa della natura afroditica: come la figura delle Sirene, che sono da considerate sia vergini che incantatrici, con la loro parte inferiore umida e fredda. Si può anche considerare il significato della nudità della donna divina nel suo aspetto Durga, in opposto a quello della nudità dell’archetipo-materno, principio della fecondità. È il nudo abissale afroditico, legato anche alla danza sacra, come quella dei sette veli: il suo fine è raggiungere lo stato di completa nudità dell’essere assoluto e semplice. L’immagine della nudità femminile abissale può anche agire in modo letale: la visione di alcune dee nude uccide o acceca.
6 – Nel tuo saggio su Evola parli dei suoi “nudi di donna” che ha espresso come artista. Questi, secondo te, possono essere visti come immagini di un pensiero simbolico sul femminile, anche attraverso lo sguardo. Ritieni lo sguardo un fattore determinante nel magnetismo sessuale?
V.C. Evola esprime, negli anni 1960-‘70, alcuni nudi di donna, che possono essere letti come manifesti visivi delle peculiarità del femminile nell’esperienza alchemica della Metafisica del sesso. Il fondo dell’eros è costituito da un fattore magnetico. Questo principio può attuarsi attraverso lo sguardo con il suo fascinum: termine usato, ieri come oggi, per indicare una specie d’incantamento e di sortilegio che vi transita. Lo stato fluidifico, la forza Tsing, si accende inizialmente attraverso lo sguardo. Nell’amore a primo sguardo e nel cosiddetto colpo di folgore il processo ha un andamento a corto circuito. Questa possibilità può prodursi anche inaspettatamente in un fuggevole incontro, nell’avventura di una notte con una donna sconosciuta e magari con una prostituta che non si rivedrà più, secondo un miracolo che può non ripetersi per tutta la vita, nonostante rapporti affettivi con altre donne. Eros come alchimia è presente nel fluido-energia dello sguardo delle donne dipinte da Evola. Gli occhi de La genitrice dell’universo sono circondati da due globi cerulei (l’azzurro delle acque è trasceso in quello del cielo), all’interno di un grande sconfinante triangolo bianco, che si amplifica da quello ricavato dalle linee del pube. Questi nudi esprimono archetipi e simbologie erotiche, costituenti il mondo segreto del femminile che si anima negli “sguardi” della Magia Sexualis.
Intervista a cura di Luca Valentini