16 Agosto 2024
Metapolitica

Essere di DESTRA (1^ parte) – Renato Padoan

 

Tutti noi ce la prendiamo con la storia

Ma io dico che la colpa è nostra

È evidente che la gente è poco seria

Quando si parla di sinistra o Destra.

Giorgio Gaber

 

Prologo ed Esordio. LEOPARDARE.

Perché regni sovranamente sopra di noi la Chiarezza porrò su di me la Corona di Destra col dire che sono uomo di Destra. L’essere di Destra è per me un tratto caratteriale per cui si nasce di Destra e nel caso in cui si nasca di Destra è quasi imperativo morire di Destra. La Destra come si sa è esagerata e l’esagerazione è da sempre un tratto eminente del mio Carattere.

Parlare di Carattere di questi tempi è del tutto fuori luogo.

Presumo non vi siano più Cattedre di Psicologia al riguardo come ce ne furono un tempo, ma di tutto ciò rimando al seguito per parlare ora di Giacomo Leopardi l’autore intendo di quella mirabile poesia che per un gioco di parole, una battuta scherzosa che sa di competenza grammaticale deviata, fa all’Infinito LEOPARDARE.

Se apro o forse meglio chiudo un prezioso libro della mia biblioteca più specializzata: “L’intelligence des animaux” di G.-J. ROMANES, oltre la fine trovo in allegato un estratto catalogo della casa editrice Alcan in cui compare tra gli autori della Biblioteca di Filosofia Contemporanea Giacomo Leopardi da noi non già noto a parer mio come il più grande filosofo italiano del recente passato ma come un facitore di poesiole per tutte le scuole di ogni ordine e grado. Egli fu grandissimo ed universale e per persuadersene non rimane al dubbioso che visitare la dimora degli avi in quel di Recanati. Lo feci di ritorno dalla Grecia dove mi ero recato per una tournée del teatro Ca’ Foscari dell’Università di Venezia in quel di Zante. Fui stupefatto per la visione. Egli nacque e si generò rigenerò in una biblioteca senza pari al centro di un universo di sapere immenso con l’ingordigia mai sazia di uno spirito critico indomito. Come avrebbe potuto essere diverso e non essere così grande? Ebbe persino il contorno e lo stimolo di una grandezza mediocre  come quella paterna che l’avrebbe portato ad essere un autentico rivoluzionario malinconico nel contesto di un Italia conservatrice e papalina che continuò ad amare e disprezzare in eguale misura.  Ed oserei dire la stessa di adesso!

Perché allora nell’attualità dialettica di questo contesto e di questa presa di posizione conclamata dell’essere di destra citare Leopardi?

Eccolo presto detto il suggerimento imperativo!

Giacomo Leopardi tra i suoi scritti non poetici scrisse dei dialoghi e tra questi uno di sovrana attualità: Dialogo della Moda e della Morte.

Oggi quel che si vive è la celebrazione continua della Moda e con essa della Morte perché la Moda è Morte nel senso della transitorietà insita in essa per cui tutto viene sacrificato al presente e al successo del mero succedere nella continua mutagenesi del Tutto. Avrò modo di illustrare in seguito il punto trattando di Ereticamente la rivista che m’ospita.

Parlare oggi di Carattere è del tutto fuori Moda. Dichiarasi per Carattere di Destra è del tutto inopportuno come proporre alla scienza odierna gli schemi d’Ippocrate o alle preoccupate cosmologie del presente antropocene la teoria dei cinque elementi col sovvertimento cosmico catastrofico dell’Hong Fang di Confucio.

Ippocrate con la sua teoria dei quattro elementi rende ragione di un composto come quello umano non diverso dagli altri viventi risultante  anch’essa dalla crasi mescolanza proporzionata del Fuoco, la Terra, L’Aria e l’Acqua.

Se vi è invece di equilibrio il prevalere, l’eccesso di un elemento si avrà discrasia e con essa una dominanza caratteriale come può evincersi dallo schema allegato che peraltro sempre analogicamente si potrà rilevare nel testo di personalità che andremo a perlustrare più avanti nelle successive puntate sull’essere di Destra.

Ci si deve chiedere provvisoriamente se un uomo di Destra di quale discrasia possa essere la risultanza. Ma non è questo il punto! Lo si vedrà in seguito. Il punto è un altro ed è che il Carattere è un impronta del singolo, una forma sigillare che rende ogni suo agire coerente per rispetto a un principio che come vedremo è l’esser fedele a una forma originaria, primordiale e immutabile come l’ordine e cioè il contrario dell’Eguaglianza e per una ridefinizione della stessa persino della cosiddetta Libertà.

La Moda è effettivamente celebrazione della Libertà e dell’Eguaglianza fino al Capriccio ed oggi si dovrebbe dire della Gaiezza inconsapevole e spensierata come un corteggio del Paese dei Balocchi o di Cuccagna.

Il Carattere è marchio a fuoco ed è per sempre e non per la circostanza. Per la circostanza è la Moda ma come avverte il sommo filosofo Leopardi la Moda è assai più mortale e mortifera della Melanconia.

 

Aristotele e la Poetica.

 

Povero Aristotele! E’ passato da autorità indiscutibile,

per cui bastava pronunciare Ipse dixit citando lo Stagirita

per zittire l’avversario sconfitto della morente civiltà europea e occidentale…

La sconfitta di Aristotele – Roberto Pecchioli

 

 

Aristotele produsse un testo insuperato a tutt’oggi e insuperabile come la Poetica in cui prese in esame quell’evento teatrale che chiamasi Tragedia e che è la base costituente del nostro Occidente Rappresentato. Nella Poetica si enumerano ed illustrano le componenti necessarie dell’Evento rappresentativo di una comunità politica democraticamente costituita. I componendi sono un’Esade, una stella a sei punte come quella di Davide. Esse sono sei e sono: il Mito cioè a dire il racconto, la Trama, la vicenda e così via, l’Ethos, cioè il Carattere, la Lexis cioè la Parola, La Dianoia cioè il discorso nel senso della parola dimostrativa ed argomentatrice, penultima la Visione, cioè starei per dire la Scenografia vista la competenza accademica del sottoscritto,  e infine nell’ordine la Musica. Quel che importa notare sono i primi due elementi che sono alla base di qualsiasi prodotto di durata temporale di contro a quel che costituisce l’istante e la sua fermezza o durata immota come nel caso di un quadro, Quel che dura nel tempo e produce tempo deve avere un senso e così muovere da un problema, un ostacolo all’agire,  e con esso il desiderio e il timore perché lo si superi e si guadagni un traguardo ed è ciò l’essenza insieme del Dramma Tragico, cioè quello che finisce male per ammonire, di un Carattere cioè di un’iniziativa umana che si fondi su di un desiderio, un progetto e l’evitazione di un male incombente. Sia pure che per l’esigenza di una purificazione Catarsi pubblica debba soccombere l’eroe!

Il Carattere è nel testo della Poetica Ethos e per significarne il senso proprio e fondante ci si avvalga di quel proverbio che dice: L’occasione fa l’uomo ladro!

L’occasione che è tentazione nel senso dell’attesa e della tensione verso è la trama che ci tenta, l’essenza d’ogni sfida, in definitiva il racconto emblematico allora il Mito assolve la funzione dei Vangeli cioè il racconto di un uomo che sfidò il suo Dio in cui si celebra e si continua a celebrare l’inflessibilità, l’immutabilità di un Carattere cioè di un Ethos disposto ad incontrare la Morte e il sacrificio pur di non cedere. Colui che trasformerà l’occasione di perdizione in testimonianza di fede e fermezza diverrà l’eroe tragico.

È innegabile che da questo punto di vista il Cristo fu di Destra.

Per chi come colui che scrive ebbe pratica di Teatro l’essere di Destra potrebbe essere altresì una finzione ma in quanto finzione funzione potrebbe essere anche di sinistra! C’è una battuta ne “I Masnadieri” di Schiller che mi è piaciuto spesso citare e che appresi dalla rappresentazione televisiva che vidi tantissimi anni fa ed eccola: “Non ho mai detto il falso ma a nessuno ho mai mostrato il mio vero cuore!”. Con questo ricordo dissipato e non verificato, che poco importerebbe, ne aggiungo un altro. Nella tv satellitare vidi in una trasmissione, che alternava degli attori di gran pregio interrogati dagli allievi e dai maestri dell’Actors’ Studio di New York, l’incontro col grande e sublime interprete del tenente Colombo Peter Falk. A lui fu posta questa questione … Semmai gli fosse capitato di interpretare il ruolo di un personaggio dal Carattere per lui inammissibile! È come dicessimo in un fanta-spettacolo far recitare la parte di Elly Schlein alla Meloni e viceversa rendendo la perfomance perfetta e credibile! Ebbene Peter Falk rispose che ciò gli capitò una volta sola di interpretare un vile con le stigmate impresse della debolezza e del tradimento e che ciò lo mise a disagio ed evitò in seguito di farlo. Al riguardo mi piace ricordare ancora una trasmissione televisiva in cui un reduce dei campi di concentramento disse all’intervistatore che non tutta l’esperienza fu negativa e che di positivo c’era il fatto che la gente perdeva nell’afflizione dell’universo concentrazionario la maschera con cui era vissuta finora. Ebbene è quella la maschera megafonica che è diventata la Per/sona era quella che gli attori indossavano per amplificare la voce e nascondeva il loro volto. Tutti tranne pochi sono potentemente più spesso mascherati da accoglienti e gentili per cui basterebbe spedire loro qualche profugo per rivelarne la vera natura. Nel dolore e nell’abiezione si scopriva il coraggio e la viltà autentici in quei lager, cioè la vera natura delle persone oltre il mascheramento delle parole. L’intervistatore però non comprese come molti che non sanno distinguere il falso dal vero, la Moda dalla Necessità.

Per ancora attenerci a quanto si è scritto da parte mia su Ereticamente a proposito del Fascismo e della Guerra vorrei citare un autore di quelli che dopo il saccheggiato SUN TZU non vengono mentovati e precisamente il Sigillo o l’Impronta di tigre di HSU TUNG. Il capitolo terzo s’intitola JEN YUNG ed è questo il senso. Riferisco il senso e non la lettera del capitolo III.

Così dice il posteriore Stratega dopo Cristo di Sun Tzu.

Contrariamente a quelli che sostengono che la guerra non è alla portata di chiunque sostengo che la guerra possono farla tutti purché si conosca e definisca il Carattere di ognuno e si usino al posto giusto secondo il loro Carattere. … È evidente che i coraggiosi e gli impavidi si porranno in prima fila mentre ai gaglioffi e ai ladri si daranno in custodia i depositi perché è ben difficile rubare a un ladro e così via fino ai vecchi, ai malati e ai bambini che si affibbieranno al nemico per demolirne con la pietà la sua forza d’urto.

Quelli che s’imperlano di Sun Tzu dovrebbero saperne di più e meditare Ehr Sheng!

(continua)

 

虎鈐經
二十卷
Huqianj
ing
(Song) 許洞 Xu
Dong

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prossimamente seguirà una seconda puntata dal titolo: Psicologia e Ideologia in cui si entrerà nel tema dell’essere caratterialmente di destra!

 

Renato Padoan

 

NOTE

[1]     Il cinese come lingua non ha operato la scelta fonografica bensì quella ideografica per cui la sola trascrizione originale rimandava ad altri ideogrammi dal suono simile. Gli studiosi più aggiornati seguono le indicazioni del governo attuale. La mia essendo una passione ottuagenaria si serve più spesso della grafia inglese dei maggiori dizionari a tutt’oggi per lo studio dei classici la cosiddetta Wade Giles.

1 Comment

  • COSIMO DAMIANO GRAVANTE 11 Agosto 2024

    Argomento interessante anche se ostico per un lettore medio quale mi ritengo essere. Smaschera le ipocrisie della sinistra.

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