9 Ottobre 2024
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Evola Eros-Sesso: Pensiero Virus – Vitaldo Conte

Attraversando l’e-book Vitaldo Conte, Julius Evola (Vita Arte Poesia Eros come Pensiero e Virus), Tiemme Edizioni Digitali, 2021 con testimonianze

Evola: Metafisica del sesso

 

«In quest’opera il termine “metafisica” viene usato in un duplice senso. Il primo senso è quello corrente in filosofia, dove per “metafisica” s’intende generalmente la ricerca dei significati ultimi. Il secondo senso è quello quasi letterale, esso può riferirsi a ciò “che va al di là del fisico”, nel presente caso, nel sesso e nelle esperienze del sesso.» Julius Evola

 

L’interesse di Evola verso i territori metafisici del sesso, “la più grande forza magica della natura”, risulta antecedente alla stesura del suo libro Metafisica del sesso, uscito nel 1958. La sua “lettura” dell’eros ha costituito un ulteriore aspetto per liberare questo autore dall’isolamento in un periodo di rivoluzione sessuale. Ci si meravigliava che un “teorico della tradizione”, un filosofo politico, potesse occuparsi in modo così ampio del sesso, anche se denunciava la “pandemia sessuale” del tempo e della conseguente sua banalizzazione. Era un momento in cui si delineava già la crisi di certezze ideologiche, morali e religiose. Un evento sintomatico, al riguardo, è costituito dall’intervista all’autore su ‘Playmen’ nel 1970. Questa Conversazione senza complessi ha costituito un momento di significativo rilievo, reso possibile da Enrico De Boccard, in quanto il suo nome era ancora un tabù negli ambienti intellettuali, determinando reazioni indignate da parte dei conformismi di destra e sinistra.

(…) Evola porta l’attenzione su la teoria magnetica dell’amore. Secondo il sapere di antiche tradizioni estremo-orientali si desta reciprocamente, nell’essere più profondo di un uomo e di una donna che si frequentano anche senza contatti, una speciale energia o “fluidità” immateriale, detta Tsing. In questa attrazione fluida si stabilisce la loro corrispondenza e complementarietà di Yin e Yang: polarità e principi puri del femminile e maschile. Questa speciale forza, magneticamente indotta, ha per controparte lo stato di vibrazione, di diffusa ebbrezza e di desiderio proprio all’eros umano. La semplice presenza della donna, di fronte all’uomo, suscita dunque il grado elementare della forza Tsing e dello stato corrispondente. Maggiore sarà l’energia di questa polarità nella magia sessuale, crescente in proporzione al grado di sessuazione dei rispettivi sessi, tanto più selvaggia sarà la forza del magnetismo e la quantità di energia liberatesi attraverso l’unione sessuale.

(…) L’amplesso fluidico e l’amore magico entrano nell’eros: non solo come strumento di desiderio o brama sessuale, ma come Amore con qualcosa di più sottile e vasto. I fluidi energetici entrano nella “figurazione” della magia sexualis: nel suo atto di “sprofondare” e nel “sentirsi portare in alto”. L’atto magico “avviene” nello stesso momento in cui tutte le forze e le energie, unite, riescono a toccare la radice del sesso opposto. Quando lo stato di magnetismo cessa, si allontana irrimediabilmente anche la sua attrazione.

Evola – Randolph

I presupposti della magia sexualis operativa possono essere rintracciabili in pratiche protrattesi fino ai tempi moderni, anche all’interno della nostra civiltà. Evola “guarda” come documento di questa indicazione, nel paragrafo finale della Metafisica del sesso, il libro Magia sexualis di Pascal Bewerly Randolph. Questa figura enigmatica di scrittore e occultista dell’800 risulta complessa e ancora segreta. Il suo libro, che uscì in prima edizione a Parigi nel 1931 a cura di Maria de Naglowska, sarebbe stato composto dopo la sua morte, in base a note di un’opera manoscritta a uso personale per gli appartenenti a Eulis Brotherhood, un centro di indirizzo magico-iniziatico. Questo testo, che risulta «in vari punti pregiudicato da interpolazione e da un parziale arrangiamento» (Evola) da parte della curatrice, porta alla luce antichi procedimenti magici tenuti in genere segreti, specie per quel che riguarda l’alchimia erotica.

Randolph, riconoscendo la sessualità come grande forza magica della natura, ritiene che la sua unione, opportunamente canalizzata, possa divenire uno strumento magico operativo: per giungere a risultati di espansione paranormale. L’autore afferma, infatti, che l’universo, nel suo insieme e in ogni sua parte, è sottomesso a influenze fluidiche, che stanno alla base di ogni fenomeno fisico o psichico. L’amore è la sola legge universale che eserciti un’azione irresistibile ovunque si affermi la vita. Si legge anche che l’amplesso sia da considerare come una “preghiera magica” con l’oggetto di questa formulato e immaginato nettissimamente. In questo processo, in cui «tutte le forze e le potenzialità promanano dal femminile di Dio», si ritrova la teoria metafisica della Çakti, il cui particolare insegnamento riguarda la polarità invertita dei due sessi, con le loro polarizzazioni: di segno positivo nell’uomo e negativo nella donna sul piano materiale e corporeo. La medesima polarizzazione è presente nel rispettivo organo sessuale. Mentre sul piano mentale questa polarizzazione s’inverte: come avviene nell’organo delle sue manifestazioni. Nella congiunzione si concretizza una energia scaturita dall’unione delle polarizzazioni opposte: non solo sul piano fisico, ma anche su quello sottile. L’iniziato capace di dominare tale energia potrà servirsene. Randolph espone quindi gli esercizi di preparazione, le tecniche e le operazioni da usare, fino al coito magico, alle sue posizioni e variazioni. Tra gli argomenti del libro troviamo: catene e anelli magici, astrologia, profumi, colori, suoni, quadri e statue viventi, fluidi magnetici. Una parte considerevole del testo è riservata agli specchi magici e alla loro fabbricazione: una tradizione che risulta antica e attestata in maniera molteplice.

Per Evola questi prolungamenti di antiche tradizioni segrete, giunti fino ai giorni nostri, «sembrerebbero corroborare l’ipotesi già affacciata, che in origine, o in alcuni casi, varie posizioni dell’amplesso considerate da trattati di erotica profana o libertina potettero anche avere un significato rituale e perfino magico». Lo stato speciale dell’operatore dovrebbe essere quello dell’autotrascendimento attivo, come scrive lo stesso nella prefazione alla Magia sexuals di Randolph: «Si tratta di superare, con l’una o l’altra tecnica, i limiti della coscienza puramente individuale legata all’organismo fisico e al suo mentale. È una specie di esaltazione, controparte attiva di ciò che nei mistici è l’estasi. Ebbene, già da Platone fu riconosciuta la possibilità che l’Eros metta l’uomo in tale stato, al segno che egli assimilò chi è trasportato dall’Eros al veggente, all’iniziato dionisiaco, al profeta, al vate». Superando le semplici sensazioni e la concupiscenza carnale, l’apice dell’orgasmo può determinare uno stato di “apertura” e “contatto” con il sovrasensibile, la cui stessa natura può rendere possibili azioni a carattere magico e sovranormale. Così la Magia sexualis diviene Metafisica del sesso.

Virus Evola

 Gli integralismi verso le aperture dell’eros e le ricerche del dio in noi, ritornano oggi sotto varie spoglie. Come “rintraccio” in un testo uscito sul sito dell’edizione ‘Effedieffe’, espressione del tradizionalismo cattolico, che si propone di “combattere la battaglia”, sia formativa che informativa, per la difesa del Cattolicesimo e della Chiesa. Lo scritto, a cui mi riferisco, è Il Virus Evola (parte 2, 3 gen. 2015). Ho letto il sopraindicato testo come indicazione del suo contesto integralista.

Un esempio di decontestualizzazione è la presunta ammirazione di Evola verso Crowley come collegamento satanico: in Metafisica del sesso ne parla sì come di un uomo possedente una forza reale che chi entrava in rapporto con lui avvertiva. Ma risulta assente un’indicazione successiva: che proprio «tale circostanza crea una pregiudiziale nei riguardi dei suoi insegnamenti, nel senso che è difficile stabilire in che misura certi eventuali risultati erano dovuti a procedimenti oggettivi e fino a che punto avevano invece per condizione» il suo particolare magnetismo.

Nello stesso scritto si cita l’articolo – Il barone Evola e Moana Pozzi, la pornostar che sdoganò il filosofo nero – di R. Berio (‘Secolo d’Italia’, 15 sett. 2014), che scrive: «Da ideologo nero ad autore prediletto da Moana Pozzi (…). Moana lo citava con una frase che in realtà era stata a sua volta resa celebre da Giorgio Almirante: “Vivi come se dovessi morire subito, pensa come se non dovessi morire mai”». L’Associazione Moana Pozzi, attraverso Mauro Biuzzi, ne ha preso umoristica distanza, segnalando l’articolo con una menzione speciale al PremioMoanaPozzi, in quanto il rapporto descritto è quello di «una coppia italiana davvero impresentabile e futurista, meglio di Mori/Celentano e anche degli Addams. Imbattibile!». Il motto, come spiegato nell’introduzione a La filosofia di Moana (1991), è di Seneca che lei aveva tratto da un articolo di Evola. L’Eros-Virus-Evola ha il potere di liberare dunque anche le morbosità immaginali degli integralisti.

Evola-Eros come mia narrazione fantastica

  1. Julius Evola, dopo aver scritto Metafisica del sesso nel 1958, ripensa, talvolta, alla sua esistenza passata, soprattutto alle pratiche magiche della sessualità. Queste vivono ora nelle figure simboliche del suo stesso pensiero. Le immagini che emergono, in quel momento dell’esistenza, sono di coloro che avevano ispirato il suo testo. Sono incarnate da donne conosciute, ma anche sconosciute, talvolta trasfigurate nel corpo dei suoi simboli alchemici. I loro occhi continuano a vibrare per incontrare il suo sguardo riflessivo.
  2. (…) In una notte d’estate, dalla finestra aperta della sua camera, sente in lontananza voci di alcuni uomini che dialogano con una donna. A un certo punto le voci si trasmutano come nelle sonorità di una ballata. Julius intuisce che quella donna è diventata la protagonista unica di quel collettivo desiderio maschile. Avverte che una carica selvaggia accende quell’attrazione, come accade nella sua Ballata in rosso, scritta quarant’anni prima, di cui ripete, con voce sommessa, alcuni versi: Lame della crudeltà e di voluttà estreme nella mia ballata in rosso per voi / stasera.

(…) Julius, ascoltando quella notte il colloquio degli uomini con la donna, oggetto della loro attrazione, immagina un cerimoniale erotico, svoltosi in un’ambientazione sadomaso, che si trasmuta in rituale di conoscenza. Questo può essere espresso ancora attraverso le parole della sua Ballata in rosso: Perché ora siete in mio potere… / Vi hanno portata nella piccola sala chiusa dinanzi alla mia indifferenza seduta…. / strappare giù fino al suggello al segreto del vostro essere oscurità chiusa fra le vostre cosce.

  1. “Julius, Julius, guardami…” riecheggia una voce femminile, in una notte d’inverno, durante un altro suo viaggio di visioni, mentre osserva le donne che avevano incarnato il suo percorso di eros alchemico.

Quella voce femminile, pregna di presenza magica, vuole entrare nel suo colloquio di immagini. Appartiene alla russa Maria de Naglowska che conobbe a Roma agli inizi degli anni Venti. Questo rapporto di arte e pensiero lo riporta all’origine del suo percorso espressivo, quando s’incontrò ventenne Maria, più grande di lui di età. Con lei tradusse dall’italiano in francese il poemetto La parola oscura del paesaggio interiore, che interpretò alle Grotte dell’Augusteo di Roma, nell’autunno del 1921, in una manifestazione Dada. Il manoscritto originario in italiano del poemetto, per loro volontà, doveva essere nascosto presso un cenacolo di cultori dell’esoterismo.

Maria de Naglowska era interessata alle potenzialità femminili della magia sexualis. Come poetessa e persona coinvolta nelle pratiche occultistico-esoteriche, aveva la sensibilità adatta per entrare in quella ricerca poetica di assonanze e richiami sensoriali. Lei partecipava nel creare insieme a lui quel linguaggio in cui l’orgasmo interiore esprimeva le sonorità vibrazionali della poesia. Maria s’identificava con M.lle Lilan, una delle quattro voci dialoganti nel poemetto, che era una voce femminile. Julius si rivede, in una successiva serie d’immagini, in una stanza bianca con un letto bianco, dove emerge il rosso dei cuscini e della coperta che crea una alchemica accensione visiva. Qui è abbracciato con Maria, dopo essersi guardati a vicenda, per diverso tempo, senza alcun contatto fisico. Lei è nuda. Lo sguardo e la nudità, in quel loro rapporto, diventano un modo per amplificare e far trascendere il loro stesso desiderio verso un eros magico. Il loro colloquio è espresso attraverso il suono della parola. Questo incarna l’orgasmo interiore della parola oscura che entrambi avevano ricercato nella traduzione del poemetto.

Nota. Da AA.VV., Il ritorno del Barone immaginario, antologia sulla vita romanzata di Julius Evola a cura di Gianfranco de Turris, Idrovolante Edizioni, 2021.

Testimonianze

“D- L’Evola erotico del tuo racconto Il quadro segreto (1970), pubblicato nell’antologia (sulla sua vita romanzata) Il ritorno del Barone immaginario, può esprimere una continuità con la tua teorizzazione sul Porno-Futurismo?

V.C. L’Eros come il Porno può divenire una possibilità di narrazione immaginale-fantastica, liberandosi dall’imperativo di dover suscitare consumistiche eccitazioni. Le sue figurazioni desideranti possono incarnare mistiche d’amore. Le letture di Evola verso queste tematiche mi hanno molto intrigato. Ho trovato seducente la sua estrema Ballata in rosso, espressa come poesia. I suoi tre nudi dipinti (negli anni 1960-70) possono essere “letti” come manifesti visivi delle peculiarità del femminile nell’esperienza alchemica della Metafisica del sesso, il suo famoso libro del 1958. Ho presentato queste espressioni di Evola nell’esposizione Eros Parola d’Arte attraverso poster, lettere e documentazione, a Lecce (Biblioteca Prov.le ‘Bernardini’) nel 2010.”

Da Intervista a Vitaldo Conte di Roby Guerra (‘Corriere di Puglia e Lucania’, 2021)

“L’Evolapensiero può divenire, talvolta, virus: di contagio o di opposizione per battaglie ideologiche precostituite. Julius, come scrive Conte, è da proteggere però oggi dalle nuove infiltrazioni. Come quella determinata dal fatto che il suo lavoro artistico, raggiungendo nelle aste valutazioni ragguardevoli, possa favorire (come sta accadendo) l’affiorare frequente di  sue opere “false”.

La presunta pericolosità di questo innominabile “cavaliere nero” è amplificata dalle sue erranze culturali, che possono destabilizzare le canoniche catalogazioni sociali, ponendosi sempre fuori-schema. Molteplici sono infatti le sue presenze: pittura e poesia; filosofia e politica; dottrine orientali e simbolismo occidentale; esoterismo e tecniche iniziatiche; ecc. Le sue alchimie comprendono la spiritualità trascendente come il magnetismo della Metafisica del sesso (titolo del suo famoso libro)”.

Auguste Bruni (‘Fyinpaper’, 2021)

Vitaldo Conte

L’e-book è su: https://books.google.it/books?id=eKUsEAAAQBAJ&pg=PT3&lpg=PT3&dq=julius+evola+vita+arte+poesia+eros+come+pensiero+e+virus&source=bl&ots=optStP-Ehp&sig=ACfU3U2FZ59zxOU4ckTIIwv4FSlLB7Xaxg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj7vqOI97LwAhWRMewKHbkJD2IQ6AEwEnoECB4QAw#v=onepage&q=julius%20evola%20vita%20arte%20poesia%20eros%20come%20pensiero%20e%20virus&f=false

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