Si deve vivamente ringraziare Mr. Horowitz, capo della redazione romana del New York Times, per aver pubblicato la balla, la bufala, l’invenzione, ovvero quella che si usa definire fake new perché così fa comodo ai progressisti di tutto il mondo, riguardante il presunto interesse di Steve Bannon, allora consigliere del neo presidente Donald Trump, per Julius Evola, e di come questo interesse sarebbe di conseguenza approdato alla Casa Bianca. Titoloni sul grande quotidiano americano, e notizia ripresa addirittura sulla prima pagina di un altro giornalone italiano, La Repubblica, ovviamente in tono negativo, ma in tal modo facendo una pubblicità tanto incredibile quanto inattesa al “cattivo maestro”.
Niente di più falso: una notizia tirata per i capelli e strumentalmente usata contro Bannon e soprattutto Trump, al solo scopo di gettare l’allarme dicendo che le idee, ovviamente “razziste” e “fasciste”, del filosofo italiano avrebbero avuto udienza al massimo livello della politica statunitense. Una scemenza, come è stato documentato, ma tant’è: la falsa informazione fece a inizio 2017 il giro del mondo suscitando allarme e indignazione negli ambienti della Kultura progressista e “antifascista” europea. E, nonostante le prove che fosse una bufala strumentale, è entrata nei luoghi comuni del giornalismo italiano, al punto che all’epoca degli scontri a Charlottesville, sul Corriere della Sera si è potuto leggere l’amenità che l’ideologia dei Suprematisti americani derivava dalle teorie del Ku Klux Klan e da quelle “razziste” di Julius Evola, a palese dimostrazione che tutti questi Suprematisti conoscono e leggono l’italiano, giacché dei quattro libri che il pensatore scrisse sul problema della razza uno è stato tradotto in tedesco nel 1943 e un altro in francese nel 1985…
Però, come spesso accade, essa si è ritorta contro chi se l’è inventata ed ha prodotto l’effetto opposto, un effetto boomerang solo in apparenza paradossale. Evola non è stato affatto messo al bando negli USA, ma al contrario i suoi libri hanno avuto un incremento di vendite! La polemica ha smosso la curiosità.
Secondo i dati della Inner Traditions, suo editore americano, nei primi sei mesi del 2017 i due libri di Evola che interessano soprattutto il pubblico di lingua inglese, hanno fatto un notevole balzo rispetto allo stesso periodo del 2016: Rivolta contro il mondo moderno ha venduto 3940 copie, e Cavalcare la tigre 2053, rispettivamente il 75 e il 25 per cento in più rispetto al gennaio-giugno 2016.
La polemica, pur se artificiosa, ha suscitato negli Stati Uniti l’interesse di sapere di che cosa si stesse effettivamente parlando e ci si è voluti documentare alla fonte per rendersi conto di persona di quali fossero queste terribili idee. Il che potrebbe essere un ottimo battistrada per la imminente uscita del secondo e terzo volume di Introduzione alla magia, tradotti dal professor Joscelyn Godwin, sempre per la Inner Traditions.
Grazie Mr. Horowitz delle sue belle! Ne inventi un’altra per favore! Non tutto il male viene a nuocere, ovvero: a malo bonus.
Fondazione Julius Evola
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