A prima vista, il contenuto del presente articolo non sembrerebbe avere molto a che fare con la tematica della presunta “luce da oriente”; invece vi rientra in pieno, approfondiamo infatti gli “apporti” del pensiero ebraico alla nostra cultura: la relatività, la psicanalisi e anche il cristianesimo, religione di origine mediorientale e il cui marchio non europeo rimane indelebile nonostante tutti i contorcimenti mentali e arrampicate sugli specchi che certuni come i tradizionalisti cattolici hanno prodotto nel tentativo di negare questa realtà evidente.
L’illustrazione che correda l’articolo ci mostra un’edizione del libro Congetture e confutazioni di Karl Popper e una rappresentazione grafica delle onde gravitazionali.
E’ una cosa della quale io stesso non cesso di sorprendermi. Avendo deciso, per nor rendere la vita troppo difficile a me e a voi, di concentrare tutti i miei articoli “seriali” sotto il titolo di Una Ahnenerbe casalinga, infatti, il tema delle origini e dell’eredità degli antenati è quello su cui sulle pagine di “Ereticamente” ho maggiormente concentrato la mia attenzione, e poiché è ovvio che in questo tema rientra anche quello dell’origine di quella particolare forma di civiltà che possiamo considerare europea, assieme alla constatazione che essa è cresciuta sulle proprie radici, smentendo la leggenda di una sua derivazione da oriente, la serie Ex Oriente lux sarebbe dovuta cessare.
Invece pare proprio che mi si sia attaccata alle dita per così dire, che sopravviva per forza autonoma. Innanzi tutto, un’altra leggenda di cui mi è sembrato doveroso occuparmi per respingerla nel dominio delle favole che le compete, è quella di una presunta superiorità intellettuale degli orientali sugli europei (gli articoli dal n. 15 al n. 19 della nostra serie), e poi anche fare i conti con quell’orientalismo di maniera che sulla scia dei movimenti hippy e della New Age, ha invaso la cultura europea negli anni ’70 del XX secolo (n. 20):
Adesso siamo di nuovo al punto in cui il nostro discorso richiede degli aggiornamenti doverosi.
Abbiamo visto che il contributo dato dall’ebraismo alla nostra cultura si pone sotto il segno della totale negatività, il veleno dissolutore iniettato nella nostra cultura da Marx e da Freud (quest’ultimo è stato un ciarlatano il valore scientifico della cui opera è rigorosamente nullo), ma anche i contributi dati ad esempio da Levi Strauss, la cui sedicente antropologia culturale, stabilendo una pretesa di equivalenza tra il Partenone e un qualsiasi tucul africano fatto di frasche, è un vero e proprio attacco alla civiltà europea, o Camille Pissarro, padre dell’astrattismo e della degenerazione dell’arte contemporanea.
Che Sigmund Freud non sia stato altro che un ciarlatano, che nella sua opera non ci sia nulla di scientifico, lo ha dimostrato in maniera splendida Michel Onfray nel libro Il crepuscolo di un idolo, smascherare le favole freudiane, ma molto prima di lui, già a cavallo fra le due guerre mondiali, Karl Popper nel suo saggio Congetture e confutazioni aveva classificato il marxismo e la psicanalisi fra le dottrine prive di valore scientifico assieme all’astrologia.
In questo libro di lettura per nulla difficile, nato come testo di una conferenza, il filosofo austriaco racconta un episodio che dà l’esatta misura dello spessore “scientifico” della psicanalisi. Egli aveva deciso durante le ferie estive di lavorare come volontario nell’ambulatorio di Alfred Adler, già discepolo di Freud e poi entrato in urto con lo stesso perché il vecchio medico ebreo moravo non ammetteva che i suoi adepti la pensassero diversamente da lui su nessun punto dei dogmi della pseudo-religione che aveva creato.
Un conoscente di Popper lo pregò di interessare Adler ai problemi psicologici di suo figlio, ed egli riferì la cosa allo psicologo.
Dopo poco che aveva iniziato a parlare, Adler lo interruppe dicendo:
“Questo è chiaramente un caso di…”.
“Ma scusi”, replicò il filosofo, “Come fa a fare una diagnosi senza avere nemmeno visto il ragazzo?”
“Sulla base della mia esperienza di mille casi del genere”, rispose Adler.
“Bene”, replicò Popper, “Suppongo che ora siano diventati mille e uno!”
Sembrerebbe fare una parziale eccezione Albert Einstein, la cui teoria della relatività è oggi considerata la base della fisica contemporanea, sottolineo parziale perché fuori dall’ambito strettamente scientifico, Einstein si è caratterizzato per una vita familiare immorale e irresponsabile, e in politica per un atteggiamento anarcoide a cui ha portato l’avallo della sua presunta genialità scientifica.
In realtà, come abbiamo visto, le cose non stanno esattamente così, ed Einstein è stato un abile e disinvolto plagiario che non ha fatto altro che rubare idee altrui, come la famosa formula e = M C al quadrato, sottratta al matematico italiano Olinto Del Pretto.
Contrariamente a quello che comunemente si afferma, di evidenze sperimentali a favore della relatività non ce ne sono, e quella che secondo i suoi sostenitori dovrebbe essere la prova regina a suo sostegno, in realtà la smentisce: le energie liberate dalle esplosioni nucleari, per quanto terrificanti e distruttive, sono considerevolmente inferiori a quanto previsto dalla teoria di Einstein.
Ultimamente il mondo della fisica teorica è stato messo a rumore da un evento cosmico abbastanza eccezionale: la collisione nello spazio di due buchi neri avrebbe permesso di rilevare le onde gravitazionali, previste dalla teoria ma delle quali in realtà finora non si era trovata traccia concreta.
Questo è stato subito presentato dai mass media al grosso pubblico come una “conferma della teoria di Einstein”. A prescindere dal fatto che qualunque cosa succeda nel dominio della fisica, qualunque genere di fenomeni si rilevi, verrà presentato dai media al grosso pubblico che non sa nulla di scienza come una “conferma della teoria di Einstein”, un’affermazione del genere è un’autentica sciocchezza.
In realtà, il concetto di onde gravitazionali è un’estrapolazione della fisica classica e non c’entra nulla con la relatività.
Già molto prima di Einstein erano state individuate nell’universo quattro forze fondamentali: gravitazione, elettromagnetismo, interazione debole (fra nuclei ed elettroni dell’atomo), interazione forte (che tiene unite le particelle nel nucleo atomico). In seguito, si è verificato che elettromagnetismo ed interazione debole sono la stessa forza, e oggi si parla di forza elettrodebole. Da allora si sta cercando una teoria del tutto che unifichi gravità, elettrodebole, interazione forte, teoria del tutto che la relatività ha dimostrato di non essere.
Se la radiazione elettromagnetica ha una natura ondulatoria, lo stesso potrebbe darsi per la gravitazione, come sembrerebbe ora verificato, o magari per l’interazione forte, sebbene non siamo in grado di osservare quel che avviene all’interno del nucleo atomico. Tutto ciò con la relatività non c’entra nulla, e quella riportata dai media è solo una piaggeria al feticcio Einstein.
Una piccola scoperta personale che mi pare il caso di riportare ora, è questa: voi sapete che negli ultimi decenni ci è stata forzatamente imposta un’ideologia antirazzista presentata falsamente come l’ortodossia “scientifica”, nel 1972 un “ricercatore statunitense” (entrambi i termini vanno virgolettati), Richard Lewontin avrebbe “dimostrato” (qui la virgolettatura andrebbe in doppio grassetto) che le razze umane non esisterebbero, e da allora l’accusa di razzismo è stata spostata da chi vorrebbe il predominio di una razza sulle altre, a chi semplicemente SI ACCORGE che le razze umane esistono.
Bene, indovinate un po’ a quale razza/etnia/religione appartiene Richard Lewontin? Esatto, avete indovinato! Io lo sospettavo, ma una semplice occhiata a Wikipedia me ne ha dato la conferma. Ora, non è strano che questi circoncisi che predicano l’inesistenza delle razze e i benefici per tutti gli altri del mescolamento etnico, per quanto riguarda loro stessi pratichino la più rigorosa endogamia?
Dobbiamo proprio a un altro ebreo americano, lo scrittore di fantascienza Isaac Asimov, la riflessione che il nostro concetto di “Occidente” si fonda per intero su di un vecchio libro orientale, la bibbia.
In effetti, l’occidentalismo “made in USA” non è che l’altra faccia di quell’orientalismo che percepiamo come non europeo e anti-europeo.
E’ principalmente ai germi iniettati nella nostra cultura dal cristianesimo, che dobbiamo il fatto che, come ha fatto splendidamente notare Luigi Leonini:
“Non è la difesa del corpo fisico di una stirpe, ma quella intellettuale di una civilizzazione esteriore [ciò] in cui gli occidentali hanno fatto risiedere il significato della loro esistenza”.
“L’aspetto intellettuale (cioè puramente formale) di una civilizzazione esteriore” al posto del dato biologico della continuità di sangue, dell’appartenenza a una stirpe. Queste parole mi sono risuonate nella mente domenica 21 febbraio assistendo al programma “L’Arena” condotto da Massimo Gilletti su RAI 1. Questa puntata si è occupata di uno dei tanti scandali italiani, i vitalizi milionari (nel senso di milioni di euro) elargiti dalla regione Trentino Alto Adige ai suoi ex consiglieri.
A parte l’ovvia considerazione che l’Italia è più omogenea di quanto penseremmo, e che il marciume e l’arroganza della “casta” non sono localizzati al sud ma tristemente uguali in tutta la Penisola, di questi vampireschi beneficiari, è intervenuta in trasmissione (in collegamento video, forse per evitare il linciaggio) Eva Klotz, figlia di un noto terrorista anti-italiano e capo riconosciuto del movimento separatista altoatesino.
Dopo aver difeso con arroganza gli ingiusti privilegi di cui beneficia, questa donna non è stata nemmeno capace di raccogliere la sfida lanciatale da uno degli intervenuti, di dire un semplice “grazie” all’Italia e agli Italiani che tanto generosamente finanziano la sua attività separatista, tanto era l’odio anti-italiano che le sprizzava da tutti i pori.
Al riguardo, vorrei essere esplicito. Quando alla vigilia del nostro intervento nella prima guerra mondiale Giolitti disse che l’Italia avrebbe ottenuto PARECCHIO con la semplice neutralità, espressione per la quale fu aspramente dileggiato dagli interventisti, non disse altro che la verità: in cambio del rispetto degli impegni assunti con la Triplice Alleanza, l’Austria era disposta a cedere Trento e a costituire Trieste in territorio libero, senza contare che l’intervento a fianco dell’Intesa significava di fatto la rinuncia, probabilmente per sempre, ad altre terre italiane come la Corsica, Nizza, Malta.
Fu una scelta pessima dal punto di vista degli interessi nazionali, che la monarchia impose a un Paese, a un parlamento, persino a un governo riluttanti, e considerate poi le perdite territoriali subite con il secondo conflitto, possiamo dire che l’Italia sopportò il tremendo sacrificio della Grande Guerra che ci costò mezzo milione di morti, solo per avere LA ROGNA Alto Adige. Essa si spiega in realtà con la sudditanza di casa Savoia alla massoneria internazionale che aveva in odio il mondo germanico, considerandolo il cuore di quell’ordine tradizionale europeo che intendeva sovvertire.
Premesso tutto ciò, bisogna però riconoscere che l’Italia, sia durante il periodo fascista, e tanto più con la democrazia postbellica, ha trattato i sudtirolesi nel migliore dei modi. Oggi costoro godono di un’amplissima autonomia, anche a detrimento della minoranza italiana, e non credo proprio che meritiamo l’odio e il disprezzo dimostrato nei nostri confronti. Al di là delle ragioni e dei torti, come diceva padre Dante, è IL MODO che offende.
Coloro che dopo la seconda guerra mondiale hanno fatto finta di ritenere che il nazionalsocialismo fosse il male assoluto, in realtà hanno applicato scrupolosamente le indicazioni date da Hitler nel Mein Kampf, soprattutto i comunisti sovietici e jugoslavi ne sono stati buoni discepoli:
“Il suolo straniero si può assimilare, il sangue straniero no, o lo si allontana o lo si elimina”. Quello che i Sovietici hanno fatto con i Tedeschi a oriente dell’Oder e gli Jugoslavi con gli Italiani della sponda adriatica orientale.
Questo l’Italia non l’ha mai fatto, non l’ha fatto il fascismo, illudendosi che la nazionalità sia un fatto di lingua e di cultura, quando invece è un fatto di sangue, di eredità biologica, tanto meno lo fa la democrazia, regno del formalismo ipocrita, per la quale non esiste la nazionalità ma solo il fatto burocratico della cittadinanza.
Diciamo la verità, sarà per la bimillenaria presenza del papato sul nostro suolo, ma l’Italia è intossicata di cristianesimo più di altre nazioni europee.
Come conseguenza della lunga immersione in un’etica negatrice dei valori della vita, come ha fatto notare Nietzsche, ma prima di lui Machiavelli (“Il cristianesimo ha effeminato il mondo e l’ha dato in pasto ai malvagi, perché ha reso gli uomini più pronti a sopportare le offese per guadagnarsi il Cielo, che a vendicarle”), l’italiano è diventato tanto bonaccione da permettere a chiunque di orinargli impunemente in testa. Per coloro che sono pur sempre gli eredi di Roma, questo buonismo indegno del sangue che ci scorre nelle vene dovrebbe essere la massima delle vergogne.
“Italiani, buona gente”, bisogna sentirlo dire dagli stranieri per rendersi conto di quanto sa tanto di presa per i fondelli.
E’ meglio, infinitamente meglio essere odiati piuttosto che disprezzati o derisi. L’Italia nella sua storia, dopo quindici secoli di frantumazione nazionale e di dominio straniero, ha avuto la sfortuna di avere solo venti anni di fascismo, quando ce ne sarebbe occorso almeno un secolo per raddrizzare la schiena agli Italiani e farli tornare a essere un vero popolo consapevole di essere tale, e in questa prospettiva il concordato, venire a patti con il nemico più insidioso, è stato forse l’errore maggiore di Mussolini.
Oggi che rischiamo di essere sommersi e spazzati via per sempre da un’invasione allogena nei confronti della quale la Chiesa cattolica è uno dei promotori della non resistenza della sedicente accoglienza in tandem con la sinistra, contro l’immigrazione e il meticciato, contro il mondialismo, contro lo sminuimento orientaleggiante e americaneggiante della cultura europea, contro le fumisterie giudaiche, noi non abbiamo alcun bisogno del cristianesimo che è anch’esso una fumisteria giudaica (Nonostante tutti i funambolismi dei cosiddetti tradizionalisti cattolici per negarlo, e spesso per arrivare a un’impossibile convivenza tra cristianesimo e antisemitismo), abbiamo bisogno invece dell’eterna, istintiva religione del sangue e del suolo.