Bruno attraverso i suoi lavori ci indica velatamente che il ‘pensiero dà origine alla vita’, perciò, una volta conquistata questa virtù, l’anima dell’uomo avrebbe la stessa speciale funzione creativa, se pur in modo distinto, dell’Anima dell’universo. L’essenza stessa dei nostri pensieri sembra essere direttamente collegata alla geometria scaturita dall’intensità emozionale dell’Anima Mundi come sostenevano i neoplatonici. I pensieri possono dunque essere considerati veri e propri atti di luce. Il livello elevato di queste intense emozioni è riconducibile a frequenze o dimensioni capaci di attivare dentro di noi dei veri e propri salti quantici.
Sono le stesse frequenze emozionali che gli iniziati ai misteri J.S. Bach (1685-1750) e W.“A”. Mozart (1756-1721), entrambi illustri membri della Rosa+Croce, hanno inserito in diverse loro composizioni musicali. Attraverso armonie matematiche e proporzioni musicali questi geni hanno inoltre dato origine a musiche incomplete, o meglio “infinite” (Arte della fuga BWV 1080 (Fuga interrotta) e Requiem Dm K 626). Queste particolari frequenze emozionali di cui parla Bruno sarebbero funzionali per creare dei nuovi spazi mentali capaci a loro volta di generare vita: il pensiero che genera materia. La nova filosofia di Bruno, quindi, ci rivela che nella nostra dimensione esisterebbe una vera e propria fisica emozionale creante e sempre operativa.
Il percorso simbolico connesso al ‘Mondo delle idee’ serve proprio a questo, cioè a cambiare nella nostra interiorità i molteplici livelli dimensionali dei nostri pensieri e a trasformare la nostra vera essenza in Dio – renderla in comunione con il tutto. Questa sublime scienza dello spirito viene chiamata dai cabbalisti ebrei Merkabah. La figura geometrica della Merkabah equivale al cosiddetto Cubo di Metatron ed esso rappresenta la fusione di tutti e cinque i Solidi platonici, espressione simbolica di tutte le forme che può assumere la materia nell’universo materiale. Tutto questo può sembrare un aspetto New Age, ma in realtà è una scienza spirituale tradizionale ben viva, ancora oggi, in determinati ambienti iniziatici.
Il termine ebraico Kabbalah significa “Ricevuta/Ricezione/Corrispondenza” ed ha una valenza numerica (ghematrica) di 137. Questo numero è oggigiorno associato nella fisica al rapporto tra la velocità della Luce e quella dell’elettrone in orbita intorno al nucleo dell’atomo d’idrogeno. Sia la Kabbalah che la Fisica ci indicano, sostanzialmente, che tutto è Luce e vibrazione! La Merkabah di cui parla la mistica ebraica è fondamentalmente un campo elettromagnetico di natura geometrica, lo stesso che ha la matrice numerica di tutti i processi della vita presenti nella creazione.
Viene spesso rappresentata nella fusione delle forme dei cinque Solidi platonici, archetipi dei quattro elementi più la Quintessenza. Questo potente corpo sottile sarebbe calcolabile come matrice divina attraverso la ‘Sezione Aurea’ e la ‘Successione di Fibonacci’. Questa precisa matrice numerica viene ben rappresentata nel libro del grande iniziato ai misteri Fra’ Luca Pacioli (1445-1517) De Divina Proportione dove al suo interno vi sono raffigurati i famosi poliedri dipinti dal genio di Leonardo Da Vinci.
In questi disegni, alla stessa maniera dei Sigilli bruniani, è rintracciabile una logica comunicante con i ‘Principi universali’ propri della metafisica. Quando il mistico entra in diretta comunione con questi elevati simboli il suo stato di coscienza evolve e la sua anima, situata all’interno del corpo umano, assume tutte le forme geometriche che vuole acquisendo consapevolezza. In pratica la coscienza individuale si espande nell’universale e capisce di essere parte integrante di Dio – Quel Dio che è principalmente costituito da Luce infinita e Infinita potenza creatrice.
Michele Perrotta,
autore del testo “Dal Testo ‘Giordano Bruno e la dimensione simbolica del Mondo delle idee – un percorso esoterico nel cuore della Nolana filosofia“, da cui è tratto questo articolo.
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