di Luigi Cardarelli
Ciò che unisce villa San Martino d’Arcore con la Leopolda di Firenze è molto più che un filo diretto, direi un vero e proprio cordone ombelicale. Si va costruendo un Berlusconi nuovo nel pd per far dimenticare quello vecchio: stavolta un pò meno taumaturgo e pifferaio imbonitore, ma blindato da confraternite e conventicole bancarie, massoniche e globaliste.
Quello che trasluce chiaro a chi lo vuol vedere, è che gli scontri e le battaglie campali non avvengono ormai “tra” i partiti, bensì al loro stesso interno. Fra colleghi di partito. Questo perchè le formazioni politiche deideologizzate appaion similari, proprio tutte, solo fazioni mercenarie in guerra per spartirsi la fetta della torta e servire in ubbidienza cieca i loro mandanti protettori. Mai nella storia il sicario è stato tanto strapagato! Le strategie oligarche si studiano a Bruxelles e ci si affida all’alto colle Quirinale per farle recepire ed applicare.
I convegni e i mediatici ritrovi contengono panna montata a bizzeffe, sembrano giganteschi raduni beat dove si consuma oppio e narghilè, ottenebrando la mente all’ italiota già strafatto.
Quindi pd e pdl splendono in sfilate e kermesse d’un esibizionismo stucchevole e ritrito; dove i valori, i principi e le idee mancano completamente. Si vuole esclusivamente vendere un prodotto, celebrando in pompa magna il sommo viagra della democrazia massificata, il “successo”.
Dopo decenni di debito su debito, a noi non resta che pagare il salato conto, purtroppo obesi di allucinazioni. Non dobbiamo mai dimenticare che una grossa percentuale d’italiani dentro questa nauseabonda era ci sguazza ancora alla grande, sulle robuste spalle di quei quattro poveracci che lavorano davvero. Pensate alla Rai. Dalla Leopolda ad Arcore ci viene propinato un bidone ripieno d’immondizia però ricoperto di costosissimo profumo, in cui vermi voraci ci aggrediranno a breve.
Coloro falsi che vieppiù alzano le bandiere stinte d’un velleitario centrodestra o centrosinistra, da partenopea commedia vestono gli abiti di pretoriani ben vestiti e ricoperti d’oro. A cominciare dalla sciatta Santanchè, la quale pur d’avere chiunque di casa Berlusconi sarebbe disposta a candidare anche Dudù.
Chiusi in un tunnel buio di tragedia e disperazione, zucconi ed ostinati continuiamo a sognare sempre il mondo dei Tarocchi. Forse fu proprio immaginando il sindachino di Firenze, che Jean Paul Sartre coniò il felice aforisma “la gioventù è bella tanto fuori, ma dentro non c’è niente”.
Guarda caso ad essere d’accordo con lui, sono tanti del pd.