Moreno Neri, nato sotto il segno dell’Ariete nel 1954, è studioso della tradizione classica e umanistica che dalla tarda antichità giunge fino al Rinascimento. Ha curato alcune opere di Pletone e saggi sul Tempio Malatestiano di Rimini; su quest’ultimo e su Sigismondo Pandolfo Malatesta, uno dei patroni della rinascenza neoplatonica, ha anche tradotto diverse opere dal francese e dall’inglese, tutte pubblicate da Raffaelli Editore (Rimini). Per Bompiani, nella collana “Il pensiero occidentale”, ha pubblicato Macrobio / Commento al sogno di Scipione (Milano, 2007) e, nella collana “Testi a fronte”, Giorgio Gemisto Pletone / Trattato delle virtù (Milano, 2010). Per le medesima collane sta curando da alcuni anni, con un gruppo di valenti collaboratori, un’edizione completa delle opere del bizantino Pletone, “principe dei filosofi del suo tempo”.
noi attribuiamo all’uomo, alla sua dignità e alla sua libertà, ma è soprattutto l’estrema testimonianza di quella tolleranza caratteristica del mondo antico e ben rappresentata dal pitagorico Quinto Aurelio Simmaco, uno degli ultimi pagani, che, nel 384, quando richiedeva all’imperatore Valentiniano II che l’altare della Vittoria fosse ricollocato nella sede della curia del Senato di Roma da dove era stato rimosso per volere del vescovo di Milano Sant’Ambrogio, difendeva la pluralità delle vie della verità con queste parole: “Dobbiamo riconoscere che tutti i culti hanno un unico fondamento. Tutti contempliamo le stesse stelle, un solo cielo ci è comune, un solo universo ci racchiude. Che importa con quale dottrina ciascuno ricerca la verità? Non si può seguire una sola strada per raggiungere un così sublime mistero”.
imboli che maldestramente esso aveva evocato; LUPA CAPITOLINA, FASCIO, AQUILA IMPERIALE ed altro. Essi chiedevano una netta chiusura al Cristianesimo e la risposta del Fascismo – irrispettoso verso quei simboli invocati – fu quello di inginocchiarsi alla presenza del “papa” con l’equivoco “capolavoro” dei Patti Lateranensi. Lei è noto studioso di Esoterismo: fu questo l’atto che scatenò queste Forze dei Simboli non rispettati contro il Duce?
anti” sono per così dire risorti circondati da una risposta positiva di tantissimi italiani. Come ben sanno gli antropologi, i riti precedono i miti. È stata aperta una porta; gli italiani ne sapranno approfittare?
una delle figure più importanti e prestigiose del crepuscolo di Bisanzio. Consigliere degli ultimi imperatori di Costantinopoli e dei despoti di Morea, a Mistrà, nel Peloponneso, creò un circolo esoterico, sul modello dell’antica Accademia di Platone, la cui opera fu di fondamentale importanza per il Rinascimento occidentale. La sua presenza al Concilio dell’Unione delle Chiese ortodossa e cattolica (Ferrara-Firenze 1438-9) — ultimo disperato tentativo di ottenere aiuti militari dall’Occidente contro il Turco — destò una profonda impressione sugli umanisti italiani per la sua ardente difesa del platonismo. A Firenze l’ultraottuagenario Pletone trovò un ambiente intellettuale dominato dall’aristotelismo, ma che aveva un ardente desiderio di saperne di più su Platone, che si conosceva solo indirettamente. Pletone (che assunse allora questo nome consonante, “quasi un altro Platone”), fra i tanti umanisti e mecenati, incontrò a Firenze Cosimo de Medici, che fu da lui ispirato — come testimonia Marsilio Ficino — a istituire la celebre Accademia Fiorentina. Convinto che i Turchi avrebbero presto distrutto sia la Chiesa d’Oriente che quella d’Occidente, Pletone vedeva l’unica speranza per l’Impero bizantino sul punto di disintegrarsi nella sostituzione del cristianesimo con un rivitalizzato paganesimo, solidamente fondato sulla metafisica platonica e sulla riscoperta dell’idea di una tradizione ininterrotta di saggezza — di una prisca philosophia — trasmessa oralmente e in segreto e solo parzialmente consegnata ai testi scritti. Compose perciò — ma senza osare pubblicarlo — Le Leggi, modellato sull’omonimo dialogo platonico, in cui presentava un concreto programma per il ritorno delle credenze e dei valori morali del passato pre-cristiano e che fu dato alle fiamme dal Patriarca. Le ceneri di Gemisto, in modo appropriato, riposano nel Tempio Malatestiano di Rimini, la più pagana delle chiese del Rinascimento.
politica basata sulla Aristocrazia! Conferma?
Cina, Corea e Giappone; 4. La Gîtâ per gli hindù; 5. L’Adi Granth, noto anche come Guru Granth Sahib, per i sikh; 6. Il Corano per i musulmani; 7. Lo Zend Avesta per parsi e zoroastriani; 8. un libro non scritto (bianco) o edito in caratteri completamente scomposti e privi di senso in talune Logge. Da questo elenco risulta chiaro come il libro rappresenti la Luce che sovrasta ogni essere umano, non come autorità dogmatica, ma come espressione della fede in un ordinamento dell’intero Universo. Dopodiché va ammessa la realtà dei fatti: per quanto la Massoneria moderna sia l’unica associazione iniziatica sopravvissuta nell’Occidente, nasce nel 1717 in un contesto in larga parte radicato nel cristianesimo, anche se non solo come è evidente dai simboli presenti nel nostro Tempio (basti pensare, solo per fare qualche rapido esempio, alla menorah ebraica o candelabro a sette braccia, ai Minerva, Ercole e Venere “pagani” o “gentili”, all’egiziaco delta luminoso, ai segni zodiacali caldaici). Ma per un’esauriente analisi della questione mi permetto di rinviare al mio contributo “Il Libro sacro” edito online (http://www.ritosimbolico.net/studi1/studi1_35.html).
ondo ecclesiastico e il ritorno a un socialismo spartano, adattato ai suoi tempi. E ancora resta molto da fare su Pletone. Ma non azzardo previsioni: anche se ormai ho pressoché tradotto tutte le sue opere, una loro seria edizione critica comporta tempi lunghi. Mi sono comunque preso una pausa estiva, una vera e propria vacanza da Pletone, occupandomi di un periodo storico della Massoneria che mi era in larga parte sconosciuto: quello che va dall’Aufklärung allo Sturm und Drang tedeschi. Pubblicherò così i Dialoghi per Massoni di Lessing e Herder, alle prese col primo tentativo – per altro ricorrente nella storia massonica – di proporre una Massoneria come luogo di estrinsecazione di un presunto esoterismo cristiano di matrice neotemplare, forse anche d’ispirazione gesuitica, spesso con esiti anche paradossali ma con la finalità di snaturare la sua vera essenza.
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