Lo so, comprendo i palati fini che vorrebbero articoli di alto profilo culturale, ma siamo ancora in campagna elettorale, che lo vogliamo o meno, anche per gli irriducibili astensionisti.
Grazie al rosatellum, che ha mantenuto lo stesso colore epidermico del porcellum, l’Italia è ingovernabile fino a data da definirsi.
Potremmo continuare a rinfocolare il nostro atavico malcontento popolare con le solite lamentele da cornuti e mazziati dal governo ladro di turno – che non sto qui a ripetere perché ovvietà su ovvietà, non meno ripetitive della vacuità delle vacuità quale è diventata la democrazia – ma non possiamo non commentare quanto sta accadendo a Firenze, in una delle ultime roccaforti sinistre, sinistrate dal voto populista e oggi dalla marea nera che la travolge di sputi e insulti razzisti.
I LeUrci, i piddementi e i centri a-sociali, loro braccio armato di bombe ripiene di chiodi, si sono dimostrati del tutto incapaci di comprendere l’andazzo nelle loro centrali di potere. Convinti di avere in pugno intere città e i loro abitanti, storici elettori dessinistra, Macerata docet, hanno pensato bene di scaricare su di loro un bel po’ d’immigrazione africana clandestina, attraverso prefetti compiacenti, sicuri che il bravo teleguidato piddino, istruito da Repubblica, Crozza, Fazio e Littizzetto, non avrebbe avuto niente da ridire.
Ed ecco i risultati delle politiche che consegnano il paese reale a Lega e M5S.
Lo spargere veleno antifascista ha sortito un altro effetto inatteso: la comunità senegalese (300 individui), si ribella a Firenze contro l’amministrazione sinistra dopo l’omicidio di un suo connazionale.
Si trattava di un venditore ambulante, abusivo, freddato da un italiano ridotto alla disperazione economica da parte dello Stato-mafia, che invece di suicidarsi, come aveva premeditato, ha sparato, senza nessuna velleità razzista, come confermato dagli inquirenti, al primo malcapitato di passaggio sul Ponte Vespucci.
Il Senegal-clan spalleggiato dagli immancabili centri sociali e sigle sindacali al seguito – che se la prendono violentemente con il rosso sindaco Nardella che li dovrebbe rappresentare – ha marciato come un’orda nera contro gli stessi che li hanno sempre difesi a scapito della legittima difesa del popolo italiano.
L’ironia supera di gran lunga la tragedia.
Dai video che circolano in rete si sentono gli integratissimi senegalesi che vomitano odio nei confronti di noi italiani al grido di: “FASISTI, FASISTI!”
Noi ci chiediamo: cosa sanno del fascismo tali personaggi incazzati neri?
Cosa gliene frega dell’arte di Firenze, del Rinascimento, del turismo nazionale e internazionale, degli Uffizi, quando spaccano vetrine e danneggiano beni pubblici che i cari elettori di sinistra e non solo, dovranno poi rifondere attraverso le loro tasse.
Il giocattolo dell’antagonismo nero pilotato dai sinistrati è fuori controllo?
Inutile ricordare che il caso contrario avvenne a Torino, tragedia per la quale si mossero solo gli attivisti della Lega. Al mercato di libero scambio Barattolo un italiano di 52 anni, venditore ambulante regolare, fu ammazzato con un taglio alla gola da un nigeriano di 27 anni, il 15 ottobre del 2017, abbandonato sul cemento in un lago di sangue, sgozzato come i nigeriani sgozzano le capre negli slums di Makoko.
Il Poliscriba
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agenziaimpress.it
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