9 Ottobre 2024
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Gli scritti evoliani per la rivista tedesca Antaios

La conoscenza come <<realizzazione>> viene indicata come una conoscenza che trasforma…

Il Mito, simbolo, iniziazione, spiritualità orientale e occidentale, metafisica del sesso, filosofia della temporalità sono alcuni dei temi affrontati da Julius Evola nei cinque articoli pubblicati su «Antaios», rivista tedesca diretta dallo storico delle religioni Mircea Eliade e dallo scrittore Ernst Jünger e che rappresentò un grandioso cantiere intellettuale per la cultura conservatrice e antimoderna dell’Europa del Secondo dopoguerra, ora ripubblicati in italiano per “I libri del Borghese”, a cura di Luca Siniscalco, collaboratore della Fondazione Evola, redattore della rivista Antarès e collaboratore de “Il Giornale OFF”, con una presentazione del celebre studioso austriaco Hans Thomas Hakl, il quale riprendendo gli intendimenti di Jünger evidenzia la profondità della pubblicazione in essere:

La rivista vuole servire la causa della libertà nel mondo. Un mondo libero può essere solamente un mondo dello spirito“.

Nel decennio 1960-1970, inserendo le proprie riflessioni nella cornice mitico-simbolica del progetto editoriale tedesco, Evola affronta questioni fondamentali per comprendere il resto della sua opera – e, ancor più rilevante, il nostro presente. A prospettare una alternativa per la civiltà occidentale emerge la sua serrata critica alla modernità: letti in piedi fra le rovine, gli scritti di «Antaios» offrono uno sguardo acuto, di tipo metastorico, sulle fonti della Philosophia Perennis.

Indice del testo:

  • Nota di Luca Siniscalco
  • Presentazione – Julius Eola e <<Antaios>>. Una storia editoriale di Hans Thomas Hakl
  • Introduzione – Uno sguardo mitico-simbolico. Le irradiazioni di Evola in <<Antaios>> di Luca Siniscalco

Antaios (1960 – 1970):

  • Il simbolo, il mito e la falsa strada dell’irrazionalismo (1960);
  • Virilità spirituale e simbolismo erotico (1962);
  • Sull’iniziazione (1965);
  • Temporalità e libertà (1968);
  • Del Mito dell’Occidente (1970).

Importante, in conclusione, la riflessione del curatore sulla dimensione mitico – simbolico, quale riferimento essenziale degli scritti evoliani, che ben si conciliano con l’ancora poco noto Mircea Eliade, nell’ambito della storia delle religioni. L’accezione dell’ermeneutica del filosofo tradizionalista si concentra ad un’azione di qualificata azione pedagogica, sempre in linea con la personale prospettiva, in ambito di interpretazione delle culture arcaiche, di natura solare ed apollinea:

Evola connette la dimensione del mito, del simbolo e dell’archetipo a un ordine superiore, super – reale, potremmo dire, oltre il dualismo razionale/irrazionale, negli spazi aperti dell’estensione noetica dell’essere“.

La Redazione

 

 

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