Nel consueto silenzio dell’informazione scritta e televisiva, a Bruxelles si sta consumando un nuovo crimine contri i popoli europei. La Commissione UE, nella persona del commissario greco alla Salute ed alla Sicurezza Alimentare, sta cercando, ed ovviamente troverà il modo di rendere permanente l’autorizzazione all’uso del glifosato, il diserbante più usato al mondo. In queste settimane, c’è stato un fermo nelle iniziative legislative dei dittatori comunitari, che, giova ripeterlo sempre, sono immediatamente esecutive in tutti i 28 Stati una volta sovrani dell’Unione.
In materia, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul cancro (IARC) ha da tempo affermato che il glifosato è “probabilmente cancerogeno per gli esseri umani”, e la serietà, soprattutto l’indipendenza di quella organizzazione è riconosciuta da oltre quarant’anni di attività scientifica. Un prodotto, quindi, il glifosato, che diserba e, contemporaneamente, mina la salute di animali ed umani. Fin dal 2000, fortunatamente, in sede europea, è norma il cosiddetto “principio di precauzione”, che proibisce l’uso e la vendita di qualsiasi prodotto o ritrovato di cui non si conoscano ancora gli effetti, o su cui gravi , come nel caso del glifosato, il fondatissimo sospetto di nocività.
Eppure… Giova sapere che il diserbante è stato il più fortunato brevetto della Monsanto, e che, scaduti i diritti nel 2011, è oggi prodotto liberamente da più aziende, almeno un dozzina nella sola Italia. La variante resistente agli OGM, il cui nome commerciale è Roundup, è il prodotto più redditizio della gamma Monsanto.
L’Unione Europea, tra le sue numerose, costose emanazioni pagate con il denaro dei contribuenti, dispone di una Autorità per la Sicurezza Alimentare (EFSA). Sull’argomento, l’organo europoide, una volta di più, non ha fatto altro che accogliere le conclusioni delle parti interessate, per le quali, ovviamente, il glifosato non è affatto pericoloso. A Bruxelles, nei palazzi del potere europeo, si alternano circa ventimila lobbisti, riuniti in numerose associazioni. Una di esse è l’ECPA, Associazione per la Protezione delle Piantagioni.
Nella consueta inversione neolinguistica promossa degli oligarchi, la protezione delle piantagioni è in realtà la difesa degli interessi delle multinazionali associate del settore: BASF Agro, Syngenta, Bayer, Dupont, oltre alla solita Monsanto. I lobbisti, naturalmente, stanno studiando con la Commissione il modo di rendere definitive le autorizzazioni alla produzione ed alla commercializzazione intraeuropea di un prodotto la cui pericolosità è conclamata. L’agribusiness prima di tutto, perbacco!
Basterebbe verificare la drammaticità della situazione argentina: il grande Paese sudamericano ha dovuto riconvertire gran parte della produzione agricola, ed è oggi il massimo fornitore al mondo di soia geneticamente modificata, con oltre 22 milioni di ettari coltivati, oltre la metà dei campi coltivati a cereali. Il glifosato è il famoso Roundup Monsanto, resistente al pesticida. Una coppia fissa, da anni, quella delle sementi OGM, casualmente di proprietà delle multinazionali già nominate, e del glifosato, il cui metabolita che molti chiamano killer, l’acido aminometilfosfonico, è presente nel mais, nella soia, nella colza e nel cotone OGM.
Un fotografo argentino, Pablo Ernesto Piovano, ha documentato in immagini agghiaccianti che hanno fatto il giro del mondo e che chiunque può visionare in rete, l’effetto sugli esseri umani, in particolare sui bambini, dell’esposizione al diserbante. Nelle zone agricole argentine i casi di tumori infantili sono triplicati in pochi anni e le malformazioni neonatali di ben quattro volte. Un caso? La benemerita EFSA lo affermerà certamente, con il supporto di eminenti scienziati “amici”, ma i fatti, che hanno la brutta abitudine di essere tenaci e di tornare a galla, dicono che in Argentina sono stati irrorati 370 milioni di litri di pesticidi tossici solo nell’anno 2012. Secondo una rivista di fotografi professionali, Burn, quasi un terzo della popolazione argentina subirebbe effetti negativi dall’uso del glifosato.
La prestigiosa rivista medica The Lancet Oncology parla di rischi per leucemie infantili, malattie della pelle, malformazioni neurovegetative, linfomi. Nessun turbamento, per azionisti, scienziati, fiancheggiatori vari del sistema: loro non mangiamo cibi transgenici, e le loro ville sono lontane dalle zone di coltivazione. Quanto agli altri, sono semplici danni collaterali di un affare da molti miliardi di euro l’anno.
Il principio di precauzione appare quindi assolutamente opportuno, a livello europeo, in attesa della conferma, o della smentita da parte di organi indipendenti, dei dati dell’ente di ricerca sul cancro e di tanti altri studiosi e militanti. Al contrario, i lobbisti dell’ ECPA, attaccano proprio tale norma, e cercheranno di aggirarla con l’aiuto di ben pagati avvocati e compiacenti funzionari. Tuttavia, proprio questa è la prova della malafede delle multinazionali: se possedessero dati tranquillizzanti per le popolazioni, li esibirebbero con ogni facoltà di prova, e non attaccherebbero la normativa “in punto di diritto”.
A proposito, a detta di tutti gli osservatori, tanto in sede europea che nell’ambito delle organizzazioni affiliate all’ONU, si assiste da anni allo strano fenomeno delle porte girevoli, ovvero al passaggio di funzionari, esperti e professionisti vari dalle grandi aziende multinazionali alle strutture cosiddette di controllo. Oggi qui, domani là, prima controllati, poi controllori.
Questo è il volto vero ed oscuro della globalizzazione, che, nel caso di cui parliamo, svela la propria anima assassina, rivoltante ed antiumana.
Accenniamo allora ad un ulteriore, drammatico risvolto del sistema dei pesticidi e delle sementi OGM, quello delle tecnologie, che, brevettate, controllano ormai le fonti della vita.
Un’azienda biotech, la Delta and Pine Land, ha scoperto e naturalmente coperto da brevetto, una tecnica, definita “sistema di protezione della tecnologia” che rende sterili le piante cui viene applicata.
Possedere bombe atomiche è meno pericoloso… Sterilizzano una pianta e ci costringono quindi ad usare le loro sementi, rivendendole dopo ogni raccolto. Il brevetto si chiama, onestamente, Terminator, ed è oggi nelle mani della solita Monsanto, che vende i semi “suicidi” in Asia, Africa, Sudamerica.
Da anni, comprano pubblicità su giornali e TV e mobilitano i giornalisti di riferimento per propalare la favola della lotta alla fame nel mondo: le sementi OGM sarebbero l’arma totale dei buoni, intenzionati a sfamare il Terzo e Quarto Mondo. Peccato che l’Africa non conoscesse la morte per fame sino al 1960, ma dopo, costretta alle monocolture imposte da Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, ha visto la morte e l’inedia di milioni dei suoi figli.
Chi dà la morte si chiama assassino. Banca Mondiale, FMI e multinazionali biotecnologiche sono quindi, ad ogni effetto, assassini seriali, genocidi, come il sistema bancario internazionale, e come tali i popoli hanno il dovere, non il diritto di fermarli e di trascinarli davanti ad un tribunale di Norimberga dell’economia e della finanza criminale!
Alcuni esempi: il famigerato defoliante Agente Arancio, ampiamente irrorato dagli Usa in Vietnam durante la guerra, e l’ormone sintetico Posilac, utilizzato per la crescita dei bovini e dei profitti degli azionisti di Monsanto, prodotto che moltissimi descrivono come tossico, vietato in Europa, ma che vi entrerà dalla finestra con il Trattato di Partenariato Transatlantico.
Intanto, mentre scriviamo o leggiamo queste note, il mais OGM minaccia il povero Nepal e l’intera zona dell’Himalaya. Possiamo ipotizzare che le nuove sementi siano, o possano diventare, armi per la riduzione programmata e massiccia della popolazione. Altro che Saddam e la narrazione (oggi dicono storytelling…) delle introvabili armi di distruzione di massa, che ha consentito l’approvazione della guerra da parte di strati importanti delle opinioni pubbliche occidentali. Il seme Terminator ne è la prova: che cosa faranno le nazioni, specie le più povere, quando o se non potranno pagare le royalties ai proprietari dei brevetti, e le loro povere coltivazioni saranno diventate sterili? Se c’è un’evidenza negata solo dalla parte interessata è che i raccolti OGM distruggono l’equilibrio della sostanza nutritive naturali dei terreni , e ne impediscono il transito nelle radici.
L’ingegnerizzazione imposta all’agricoltura, a partire dall’origine, ovvero dal sistema delle sementi e della trasformazione genetica, ha uno scopo preciso, che non è tanto il profitto, quanto il controllo del mercato dei semi (mercato dei semi è un’espressione ripugnante!), quindi la disponibilità di cibo per gli esseri umani.
Il cibo diventa un’arma, più insidiosa e terrorizzante delle stesse bombe. La potenza infinita dei padroni delle sementi, la loro capacità di distorcere l’opinione pubblica a loro favore può essere dimostrata già a partire da un’evidenza finanziaria, la presenza della Fondazione Bill Gates (Microsoft) tra gli azionisti dei giganti del settore, in particolare di Monsanto.
Tra le tante informazioni che stanno trapelando per merito di osservatori coraggiosi e della rete Internet c’è quella dei legami tra una delle numerose agenzie governative statunitensi, la USAID, e le multinazionali della chimica applicata all’agricoltura ed alla tecnologia transgenica. L’USAID si occupa ufficialmente di aiuti ai Paesi bisognosi, ma è una emanazione del Dipartimento della Difesa americano, largamente utilizzata in operazioni coperte ed in particolare nel reclutamento di leader politici , ricercatori, alti funzionari , da “sensibilizzare” , nelle maniere e con le modalità che ciascuno può intuire, ai temi della ricerca transgenica e delle biotecnologie applicate alle sementi.
La sola Monsanto controlla circa il 95% della fornitura mondiale di semi per cibo, ed ha ormai non soppiantato, ma espulso dal mercato ( c’è un mercato con il 95 per cento ???) i produttori di sementi naturali. Fondamentalmente, un seme OGM, ed anche il relativo diserbante, è un valore strategico militare.
In India le multinazionali brevettano semi ed innesti elaborati durante secoli, forse millenni, dalle popolazioni agricole locali, poi ne vietano l’uso senza il pagamento di diritti. E’ rapina con le armi di un sistema giuridico complice, ed è genocidio in guanti bianchi nei confronti di chi, derubato, non può pagare una vera e propria estorsione.
Il controllo genetico delle sementi alimentari e dei diserbanti chimici , nonché la loro ricostituzione sono elementi di una strategia precisa di dominazione a medio termine, di cui il soggetto privato, si chiami Monsanto, Syngenta, Dupont od altro, non è che il terminale di un progetto che ha nell’alta finanza, proprietaria, attraverso complessi incroci azionari, dei pacchetti di controllo delle maggiori multinazionali, l’attore principale, dominus e beneficiario finale, a fini di potere globale. L’apparato statale americano, in particolare le poderose strutture, non solo di combattimento, dell’esercito e le Agenzie specializzate nell’intelligence ne sono il braccio secolare.
Vogliamo ripeterlo: in questo settore, come in altri, i pur immensi profitti non sono l’obiettivo principale. Il controllo del cibo vale ben più dei miliardi di dollari pretesi da questi usurai della vita.
Il progetto è sempre uno: un governo mondiale diretto da un’oligarchia di banchieri ed azionisti globali, all’ombra delle armi americane. Non ce ne dimentichiamo mai.
Un cinese sapiente avvertiva che lo sciocco guarda il dito che indica la luna, solo il saggio osserva la luna. Smettiamo di detestare i responsabili politici nazionali, malandrini e corrotti certamente, ma semplici camerieri di un potere ben più grande di loro, che spesso neppure conoscono, e, stante il livello di molti tra loro, neppure capiscono.
La lotta, purtroppo, è ad un livello diverso. Informarsi è il primo passo, poi occorre capire: se la verità rende liberi, come insegnava Giovanni, l’eremita di Patmos, solo la verità ci permette di indignarci e mettere nel mirino il vero nemico.
Noi dobbiamo essere avanguardie che animano, possibilmente orientano, articolati fronti di opposizione. Loro sono infinitamente potenti, noi, se cominceremo a far capire, potremo diventare infinitamente numerosi.
ROBERTO PECCHIOLI
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