Secondo il Vêdânta, Purusha che lo ripetiamo è ātman quando si manifesta come jīvātman nella forma vivente dello stato individuale viene rivestito da cinque «guaine» o «involucri» chiamati kosha che sono altrettanti gradi di manifestazione. Da ricordare bene che partendo dal più alto al più basso, solo il primo è paragonabile a Īśvara. Mentre gli altri quattro sono caratterizzati da jīvātman. Il primo kosha o «guaina della Beatitudine» Anandamaya-kosha, il «Sè» in questo stato primordiale del karana-sharira (corpo casuale) come abbiamo detto è identico a Īśvara. Essa si fa sentire quando si «raccolgono» in senso etimologico dal latino religio i frutti delle «azioni non azioni» interiori godendo di una pace, gioia, fortuna e beatitudine senza sforzo. «Situato più all’interno è il «Sè» fatto di beatitudine da Lui e riempito. Questo, invero, è foggiato a mo’ di uomo, quindi può essere scambiato per un individuo. La gioia è la sua testa, il piacere è il suo lato destro, il godimento il suo lato sinistro, la sua felicità è il corpo, il Brahmā il suo sfondo, il sostrato-supporto»[1]
Anandamaya-kosha si attiva in maniera spontanea nel sonno profondo, mentre durante la veglia o il sogno è solo parziale perché dipende dalla vista e dal contatto con un oggetto. Da precisare che questa guaina non è associata con Paramatman perché sostanzialmente è sola una modificazione sostanza-natura, come effetto di azioni meritorie, inserito all’interno degli altri kosha che sono altrettante modificazioni. Il secondo kosha o «guaina della luce intellegibile» è Vijnanamaya-kosha della Conoscenza integrale universale composto dai cinque tanmatra, «concepibili», ma non «percettibili», nel loro stato sottile; e consiste nella congiunzione della buddhi alle facoltà principiali di percezione che procedono rispettivamente dai cinque tanmatra, ed il cui sviluppo esteriore costituirà i cinque sensi nell’individualità corporea. «Associata agli organi percettivi, la buddhi, con le sue modificazioni, prende le caratteristiche di agente sperimentatore. Essa rappresenta la guaina dell’intelletto ed è causa di trasmigrazione.»[2]
La terza kosha o «guaina mentale» è Manomaya-kosha dove: «Gli organi di percezione, associati alla mente, formano la guaina fatta di mente. Essa è causa di distinzione [falsa rappresentazione del reale] e si esprime con le nozioni del “mio” e dell'”io”. Essa, interpenetrando la guaina precedente, ha il potere di creare le differenziazioni.»[3]
La quarta kosha o «guaina della vita» Pranamaya-kosha comprende le facoltà vitali del prana, cioè i cinque vayu che tra poco andremo a vedere. Aggiungiamo che così come le malattie mentali sono dovute da una errata «forzatura» del chitta, «l’ostruzione» dei canali dove scorre l’energia pranica che mantiene in vita il corpo è causa delle malattie del fisico. Vijnanamaya, manomaya e pranamaya costituiscono la sukshma-sharira, in opposizione a quella sthula-sharira; che è l’ultima kosha «guaina del corpo» è Annamayakosa «Questo corpo è il prodotto del cibo e costituisce la guaina del cibo. Vive a causa del cibo e muore se ne è privo. È un miscuglio di pelle, carne, sangue, ossa e altre relatività; così esso non potrà mai essere l’eternamente puro Ātman che non deve la sua esistenza a nessuno fuorché a sé stesso.»[4]
Ora andiamo elencare le cinque funzioni vitali che prendono il nome di vāyu. Queste funzioni sono: prana l’aspirazione ascendente si estende dal naso al cuore in rapporto con bocca,parola e polmoni. La sua funzione è l’ assorbimento dell’energia e la regolare tutti gli altri vāyu. Il secondo è apana l’inspirazione discendente si trova da plesso solare ai piedi, nella zona pelvica. La sua funzione è l’escrezione e l’eliminazione: è la forza che si muove verso il basso e verso l’esterno. Tutte le funzioni escretorie sono associate ad apana. Nella fase intermedia troviamo vyana governa la circolazione a tutti i livelli e si muove attraverso il centro del corpo nei polmoni e si espande in tutto il corpo. E attraverso esso che agiscono i muscoli e le articolazioni ed è responsabile della postura, del movimento e della coordinazione.
La penultima è udana l’espirazione si trova tra il naso e la sommità della testa, in rapporto specifico con il cervello, naso e occhi ed è associato all’ espirazione. Responsabile della fonazione e deglutizione. Etimologicamente la parola «espirare» significa allo stesso tempo mandare fuori l’aria dai polmoni e morire entrambi in rapporto con l’udana. L’ultima vāyu samana si estende dal cuore al plesso solare. Samana la digestione, o l’assimilazione sostanziale intima, per la quale gli elementi assorbiti divengono parte integrante dell’individualità.[5] Si muove tra il diaframma e l’ ombelico associato alla nutrizione ed accrescimento del corpo. Responsabile della digestione: e produce fame e sete. Questi cinque vāyu sono collegati ai centri di forza lungo la colonna vertebrale. Il controllo di queste cinque energie conferisce una salute perfetta e una vita lunga. Nello Hathayoga, con il prāṇāyāma, si producono determinati effetti psicofisici considerevoli.
[1] Taittiriya Upanisad: II, V, I.
[2] Sankara – Vivekacūḍāmaṇi, p.111
[3] Sankara – Vivekacūḍāmaṇi, p.102
[4] Sankara – Vivekacūḍāmaṇi, p.98
[5] Brahma-Sutra, 2° Adhyaya, 4° Pada, sutra 8 a 13. – Chhandogya Upanishad, 5° Prapathaka, 19° a 23° Khanda; Maitri Upanishad 2° Prapathaka, shruti 6.
SCHEMA RIASSUNTIVO
Kosha – le cinque guaine dell’essere umano
Sthula-sharira
Jīva – Annamayakosa (guaina del cibo)
Sukshma-sharira
Prana – Pranamaya-kosha (guaina della vita)
Manas – Manomaya-kosha (guaina della mente)
Buddhi – Vijnanamaya-kosha (guaina dell’intelletto)
Karana-sharira
Īśvara – Anandamaya-kosha (guaina dell’illuminazione)
Vāyu – i cinque soffi vitali
Prana – apana – vyana – udana – samana