12 Ottobre 2024
Politica

Il cappone della crescita – Renato Padoan

 

Il  cappone logaritmo e il numero e.

Abbiamo finora incontrato delle grandezze il cui incremento dipendeva da un’altra grandezza. Per esempio un arbusto crescente nel tempo. Ma vi sono numerosi casi nei quali l’incremento dipende dalla grandezza medesima. Così l’incremento di una palla di neve che rotola dipende dalla grossezza. L’incremento di una popolazione dipende dall’importanza di questa popolazione. Il peso di un animale che mangia e cresce in proporzione di questo stesso peso è ancora un esempio di grandezza che influisce sul proprio incremento.

(G. BESSIERE : Il Calcolo differenziale ed integrale reso facile ed attraente EDITORE ULRICO HOEPLI MILANO 1958)

 

Se si scrive la parola draghi con l’iniziale d minuscola ci si riferisce a più draghi per mezzo del plurale del nome maschile drago. Se invece si si scrive Draghi con la D maiuscola ci si riferisce ora a Mario Draghi economista, dirigente pubblico, banchiere e politico italiano presidente del Consiglio dei Ministri dal 13 febbraio 2021 al 22 ottobre 2022.

La parola drago ha un’etimologia, come tutte le etimologie del resto quasi sempre probabile ma suggestiva. E’ cosa nota e non  vale la pena ribadirlo che l’etimologia non è una scienza certa ma un sapere ed un’arte congetturale, il cui statuto si potrebbe dire che appartiene alla retorica e per essere più precisi a quella parte della retorica secondo il canone ciceroniano che si dice TOPICA, ma di questo avrò occasione in altra sede di trattare ed eventualmente discutere. Mi basta ora soltanto proporre l’interpretazione che del termine si dà nel Dizionario Etimologico Pianigiani a portata di chiunque voglia connettersi alla rete e che comunque offriamo in icona.

Per Drago s’intende il serpente occhiuto perché in un certo qual senso di congettura il serpente è occhiuto e del resto ci si dimentica che c’è un cobra dagli occhiali. Sono due occhi vigili, ipnotici ammalianti piantati all’apice di una colonna di vertebre. Egli è null’altro che una mordace testa terminale di una spina dorsale. Egli è il veleno e la risanazione e pertanto non vi è nulla di meglio che invocarlo per un corpo consunto e ammalato come quest’Europa.

L’Europa è ammalata e sta male ed è non soltanto un solo drago chiamato al suo capezzale ma addirittura un consulto di Draghi. Draghi è assai più di un dottore da capezzale, egli è un vero PSE = Papa Sacerdote Economico che approfittando della vacanza di un Papa peregrino[1] in terra australe ammannisce una ricetta imperdibile dal pulpito di una non-si-sa-bene-che-cosa-sia Europa.

L’ Europa infatti non è che una UE, cioè una semplice unione di stati tenuti insieme da un vincolo monetario peraltro non del tutto omogeneo se talune merci ordinate via web in Polonia, per esempio, si pagano ancora nella moneta polacca lo zloty[2] polacco dacché la Polonia in prima linea ora nel conflitto anti russo non ha ancora adottato l’euro come valuta ufficiale.

Non è né una Federazione né una Confederazione.

Non è per intenderci, e ciascuno è libero ora  di consultare IA, né gli USA, né la Russia, né la Svizzera, né ecc.

Non è che una unione la cui difesa o tutela si affida ad un’altra unione di Stati che è la NATO più ampia e diversificata, di quegli Stati cioè che hanno a cuore soprattutto l’oceano Atlantico sul quale com’è noto si affaccia l’Italia, patria nei tempi andati di un suo ammiraglio genovese che prestato alle mire di una regina fiabesca, tale Isabella, diede il via alla conquista di un continente intero popolato da nomadi sciamanici,  facendovi affluire i reprobi espulsi dal sistema castale e chiesastico medievale europeo che si sarebbe affrancato soltanto con Napoleone.

Ne è passata non può ben dirsi di acqua sotto i ponti di allora che i ponti non sono più tali ma si sono trasformati in cavi sottomarini di mari ora di microplastiche ed un cielo di satelliti aerei dentro una volta celeste  percorsa da turbini atmosferici, satelliti d’ogni risma, spazzatura cosmica e missili e droni.

Come potrebbe un tale panorama scientista e avvenirista essere guidato dalla miseria stracciona di pochi  narcisi eletti non si sa bene come in veste democratica?

Ecco che allora con voce melliflua e vellutata con un inglese scandito all’italiana sibila quasi il gran sacerdote KRA Draghi facendo tuonare la soluzione di un male presente e di ogni male futuro: la CRESCITA KRA.

Che cosa s’intende per crescita, vediamo allora di vederci chiaro riacquistando la notte o il giorno in questo spettacolo artificiale.

E’ la crescita la soluzione d’ogni Male o di questo Male?
Dove sta il male cui porre rimedio?

Draghi disse a suo tempo che pur di conservare la libertà potevamo anche stare un po’ al freddo. E’ la libertà che dev’essere salvaguardata in primis.

Ma se qualcuno soffre il freddo più di altri è giusto?

No!

Non è giusto.

O tutti soffrono egualmente il freddo o tutti dovranno egualmente riscaldarsi.

Chi sono coloro che soffrono il freddo e magari anche la fame?

Costoro sono i poveri.

Lo scandalo sta tutto nel fatto che insieme ai poveri ci sono i ricchi i quali non soffrono né la fame né il freddo. Si pone allora il problema dell’ Eguaglianza M, l’eguaglianza Maiuscola che consisterebbe nel togliere ai ricchi per dare ai poveri. Però se togliamo ai ricchi per dare ai poveri, paghiamo meno talune persone e dirottiamo il danaro verso altre e con ciò produrremmo senz’altro scontento anche se la massa monetaria si manterrebbe costante e non servirebbe escogitare altra pseudo massa monetaria. Una tale politica di accontentare una parte e dispiacere a un’altra non sarebbe occhiuta.

Come fare?

La ricetta draghiana o draghista come mi suggerisce il correttore è semplice e si chiama CRESCITA e insieme perché non manchi proprio nulla si avrà la produzione del danaro, di un danaro temporizzato e temporaneo come una cambiale che va di traverso ad alcuni più ligi.

Ora se la ricchezza complessiva cresce quelli che prima avevano meno danaro ne avranno di più e si sentiranno meno poveri di prima e cioè più ricchi ed i ricchi saranno ancora più contenti perché saranno ancora più ricchi di prima. La crescita è in grado di accontentare tutti e si parla si badi bene non della crescita di non si sa bene che cosa, ma della crescita della crescita la quale è stata definita CAPPONE LOGARITMO, cioè una funzione esponenziale.

Non è che cresca qualcosa e qualcos’altro no e pertanto diminuisca cioè decresca ma tutto cresce insieme solidalmente. Tutti diventeremo più ricchi e meno poveri, più sani e meno malati, più buoni e meno cattivi, più democratici e meno tiranni autocrati e così via che questo è il Programma! E soprattutto egualmente caldi come i fans della Madonna laica americana o meglio ancora italo americana.

Siete caldi?

Si siamo Draghi!

Nel caso nostrano un invito è quello di far crescere la popolazione cristiano italiota che scarseggia a differenza di quella islamica. Anche il nostro Papa che com’è noto non è particolarmente prolifico di figli insiste sul tema mettendoci però in guardia dalla pederastia. Che cosa sanno produrre gli italiani con una certa competenza storica?

La risposta è sanno produrre tra l’altro determinate armi che a suo tempo venivano pubblicizzate a colori nella fantasmagorica GUIDA MONACI. Ora quella stessa ditta si trova nel Web ed è l’arci nota OTO MELARA. Gli italiani tra l’altro furono imbattibili nella produzione di mine e comunque il nome Pistola viene da Pistoia.

Il dissesto mentale è oramai invasivo e totale ed è facilissimo definirlo. Consiste nella più totale confusione del mezzo col fine. Se la proposizione è troppo astratta veniamo all’esempio.

L’automobile elettrica o non elettrica che sia è un fine od è un mezzo? [3]

Un martello è uno strumento per piantare i chiodi o per fracassare il cranio di una donna indisponente?

Si vedono spot pubblicitari per indurci a comperare automobili.

Questi spot ci mostrano persone coinvolte nel traffico urbano?

No di certo!

Eppure è questa la condizione per lo più degli automobilisti nostrani.

Ma negli spot si vedono creature di famigliole sognanti prendere il largo per fantasmagoriche praterie o sognanti spiagge esotiche.

L’automobile non viene reclamizzata certo come un mezzo per andare al lavoro laddove un’urbanistica azzardata ha creato periferie inadeguate ed una indisciplina totale del mezzo pubblico lo ha reso incendiario e criminalmente affollato.

Niente di sensato dunque ma di produttivo si! Con il sindacato e sindacalizzati che non sanno più che pesci prendere ma che imbeccati da una sinistra allo sfacelo vogliono semplicemente tutto e cioè la Land Rover, la bicicletta, il monopattino e infine il mezzo pubblico e il posto macchina fuori della porta di casa.

Ma è possibile tutto ciò?

Si è possibile! Purché si cresca e si cresca tutti insieme e democraticamente e non serve aspettare l’aldilà che l’ al di qua basta a sé stesso, che se Dio ha creato il mondo tanti anni fa ora, passati tutti questi anni, l’uomo del futuro guidato dai Sacerdoti della Crescita sarà capace di andar oltre la primigenia performance del Dio in uno sforzo di creazione ricreazione continua e continuata oltre questo stesso pianeta tutti insieme democraticamente emigrati cosmici infine.

Vediamo di semplificare. Se non ci si dirà che cosa debba crescere, la crescita non sarà che la crescita della crescita, il cappone logaritmo.

E se volessimo diminuire, non far crescere cioè ma far decrescere la paura della morte fino all’eutanasia?

Che cosa dunque deve crescere e che cosa decrescere senza che si perda di vista teologicamente la differenza distanza che separa la creazione dal nulla “Creatio ex nihilo”  propria del Dio Trascendente dalla forma incoativa “cresco” del verbo latino italiano “creo” che significa comincio a creare e non continuo a creare, forme peraltro che entrambe si derivano dalla radice KRA metatesi di quella stessa radice da cui si deriva l’indiano Karma, quello della piacevolissima canzone di Francesco Gabbani: Occidentali’s Karma

 

 

Facciano ora un esempio truce per intenderci sul tema della crescita universale cioè del tutto insieme. 

Dovrà per i maschi europei crescere anche il loro membro fino ad attingere la misura di un membro africano o continueremo a ritenere quest’eccesso di membro degno di un satiro come Pan e non già il membro minuscolo di un bronzo di Riace?

Questo finale in gloria è null’altro che l’iperbole di una demenza trionfante cui sarà ben difficile porre rimedio nel breve, medio e lungo periodo, perché non è possibile del tutto a priori che un insieme di mortali possa rendersi immortale.

La specie degli umani come ha avuto un inizio avrà una fine. Si tratta soltanto di riuscire a viverla questa fine con la consapevolezza della propria mortalità nel riposo della vecchiaia o nella consapevole volontà di porre fine ad una sofferenza inutile e nell’ assistenza di quella prole che sarà stata il frutto di un calcolo affettuoso e responsabile e non l’enfasi dell’Eros per il quale provvede  da tempo l’Arte e la Pornografia e non l’Industria di Guerra.

Conclusione:
Quos Deus vult perdere, dementat prius. A coloro che vuol perdere, Dio prima toglie il senno.

Renato Padoan

 

NOTE

[1] Quella presente è totalmente una società, quasi un stirpe idolatrica. Nonostante gli sforzi patetici di un Papa peregrinante è Egli stesso null’altro che il trasporto trasportato di un’immane capsula aerea sputa-fuoco che atterra e si mischia in uno spettacolo tribale aggiornato in mondovisione. L’espressione idola tribus fu coniata dal filosofo Ruggero Bacone tanti anni fa e non vi è nulla di più adeguato e consono per significare lo stato presente dell’evoluzione della specie umana in materia di fede se non quest’idolatria della Crescita. L’intento di Bacone fu allora quello contrario di contrastare la renitenza all’evoluzione del pensiero scientifico da parte di una retrograda sudditanza ai crismi di una visione sacrale dell’universo. Ci si dovrebbe ancora chiedere in tal senso quale debba essere il più grave dei peccati nei confronti di un universo prodottosi per volere del Dio se non quest’adorazione della supremazia della creazione continua ad opera degli umani che di questo si tratta. Di questo tratteremo a parte successivamente.

[2]    In Polonia, la moneta ufficiale è ancora lo **zloty polacco** (PLN). Nonostante la Polonia faccia parte dell’Unione Europea dal 2004, non ha ancora adottato l’euro come valuta ufficiale²⁵. Lo zloty è suddiviso in 100 groszy e le monete e banconote attualmente in circolazione sono state introdotte nel 1995²⁴.

[3]    E’ di questi giorni uno spot in cui si vede una presunta madre indispettita dalla confusione in casa di una festicciola di bambini e si presume che qualcuno o almeno uno sia suo. Il padre è tollerante della confusione e sopporta ma lei proprio non ce la fa. E allora che cosa succede? Lei prende una macchina nuova di serie e s’invola non si sa bene per dove. Ecco a che cosa serve l’automobile! Serve a sfuggire alla confusione di una festicciola in casa. Più scemi di così si muore di Intifada!

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