9 Ottobre 2024
Edizioni di AR

Il «Furor di popolo» che linciò Donato Caretta

Il processo al questore Caruso nelle giornate a Roma dopo Via Rasella e le Fosse Ardeatine
Michele De Feudis 11-12-2011, “Il Tempo”

Gli orrori vissuti a Roma tra regime in dissoluzione, occupazione tedesca e prime epurazioni: Zara Algardi scrisse nel 1944 “Il processo Caruso”, eccezionale resoconto della vicenda giudiziaria conclusa con la fucilazione del questore fascista della Capitale, burocrate tetro e protagonista delle drammatiche giornate costellate dall’attentato terrorista a Via Rasella e dalla rappresaglia-eccidio delle Fosse Ardeatine. La casa editrice Ar (info@libreriaar.com) ne propone la ristampa anastatica con il titolo: «Furor di popolo» (pp.316, euro 23). Si tratta di un documento prezioso per comprendere il clima del tempo. Emergono così i profili degli imputati nel processo, Pietro Caruso e il suo collaboratore, Roberto Occhetto, la connivenza con le forze germaniche di Pietro Koch e della sua efferata banda, l’ignavia colpevole del ministro Guido Buffarini Guidi. Infine il martirio del direttore di Regina Coeli Donato Carretta, uomo probo, straziato dalla reazione della piazza che, nel tentativo di linciare il questore finì per ucciderne il principale teste dell’accusa.





Chi era Carretta? «La sua figura (…) è apparsa quella di un capace funzionario, onestissimo e umano, il quale nel periodo della dominazione nazista collaborò, prodigandosi con rischio gravissimo personale e della famiglia, col Comitato di Liberazione». Antonina Ficotti, che aveva appena perso il marito alle Fosse Ardeatine, scambiò Carretta per il fucilatore del consorte e scatenò la furia cieca dei presenti all’udienza del processo contro Caruso. Il direttore del penitenziario fu prima protetto dalle forze dell’ordine, poi condotto in un corridoio esterno all’aula di giustizia e linciato dalla folla. Gli aggressori lo volevano far investire da un tram, ma l’autista, Angelo Salvatori, si oppose alla «massa incandescente»: mostrò la sua tessera del Pci, bloccò i freni del mezzo e nascose la manovella che avrebbe potuto azionarne la corsa. Carretta allora fu lanciato nel Tevere dal Ponte Umberto e percosso a lungo con un remo da due uomini su una barca che lo raggiunsero e lo finirono. Il corpo senza vita fu appeso a testa in giù all’ingresso del carcere romano. Il “furore del popolo” quando crolla un sistema politico ripete sempre gli stessi barbari riti: a Regina Coeli per Carretta; a Piazzale Loreto con Mussolini e Claretta; solo qualche mese fa in una polverosa strada in Libia, sul cadavere di Gheddafi.

Zara Algardi. – Furor di popolo.
Nel 1944, Caruso, iscritto al Partito Fascista sin dal 1921, fu nominato questore a Verona rimanendo con questa carica nella città solo una quindicina di giorni, giusto il tempo necessario per dirigere l’ordine pubblico in occasione della fucilazione dei membri del Gran Consiglio condannati a morte dal tribunale speciale. Egli tuttavia non partecipò all’esecuzione anche se vi assistette in qualità di questore. Fu successivamente nominato Questore di Roma, dove rimase fino al giugno del ’44, quindi anche durante i fatti di Via Rasella. Il processo sarà breve (20 e 21 settembre 1944) e Pietro Caruso venne condannato a morte per fucilazione. Dal preambolo editoriale di F.G. Freda: […] Narra diversi eventi questo libro che contiene il resoconto stenografico integrale del processo al questore nazifascista di Roma Pietro Caruso. L’indice delle pagine, che qui funge pure da sommario degli argomenti, li segnala con chiara semplicità. Diversi eventi rappresentati con la passione e annotati con il ressentiment antifascista: eccidio di via Rasella rappresaglia delle Fosse Ardeatine linciaggio di Donato Carretta processo e morte di Pietro Caruso scorrono in sequenza rapida e rapinosa.[…]
Pp. 346 con 21 riproduzioni fotografiche. Preambolo editoriale di F.G. Freda. Ristampa anastatica. Collezione Adel. 2011. Euro 23,00

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