Sui giornali di questi giorni, con improvvida gran rilevanza, un vero boomerang, è apparsa una strana notizia. In Germania le autorità sono state prese dal panico, perché troppa gente si recava a rendere omaggio alla tomba di Rudolf Hess.
Per gli immemori, Rudolf Hess era un Nazista della prima ora; era il “delfino” di Adolf Hitler, il suo successore in pectore; e dal Führer fu incaricato di compiere una missione difficilissima e rischiosa: volare in Scozia e tentare di convincere Scozzesi, Inglesi e Britannici in genere ad attuare il piano strategico di Hitler. La visione futuribile e geniale era la creazione di un asse che comprendesse Inghilterra, Germania ed Italia in funzione anticomunista, per contenere l’espansionismo del veleno staliniano, che aveva dichiarate mire su tutta l’Europa. Nella visione di Hitler all’Inghilterra sarebbe toccato il mare oceanico, alla Germania il Continente ed all’Italia il Mediterraneo e la gestione del Nord Africa ed oltre.
In più la Germania contava su ampi strati della società inglese che si sentivano più vicini al Nazionalsocialismo che ai turbolenti e prepotenti yankee. Non a caso Edoardo VIII fu costretto ad abdicare. La scusa fu il suo matrimonio con la chiacchierata borghese Wally Simpson, ma in realtà erano le simpatie neppure troppo nascoste che il re aveva per il Nuovo Ordine che Hitler e Mussolini stavano instaurando in Europa. Era troppo pericoloso, addirittura micidiale per le lobbies affaristico-bancarie della City, era insopportabile per la massoneria legata a doppio filo con gli interessi ebraici, e che annoverava fra i suoi massimi esponenti il futuro premier Churchill.
Hess ubbidì, volò e fu catturato. Vinsero le forze giudaico-massoniche, e Hess fu incarcerato. Fu anche fatto ovviamente passare per matto. Alla fine della guerra Hess non fu condannato a morte in quell’osceno obbrobrio giuridico che fu il processo di Norimberga (attenti: la storia sta per presentare il conto!), ma fu tenuto – solo! – nel carcere di Spandau, a Berlino. Hess ebbe anche il… “cattivo gusto” di essere longevo e di durare molto, troppo. E scontò la pena. Ma le <combinazioni> non finiscono qui. Un paio di giorni prima di dover essere rimesso in libertà, Hess fu suicidato. Troppo scomode le verità che il vecchio guerriero avrebbe potuto dire, una volta fuori. Ma come? Non era pazzo?
Troppo pericolosa la storia raccontata dalla voce non allineata e non compressa. Non era un giornalista-linguetta, non era e non fu mai asservito ai cosiddetti vincitori. Faceva più paura lui, ultra novantenne di tutti i media lecchini del globo. Era più dirompente un vecchio indomito di tutti i servi più giovani e vili.
Così fu suicidato.
Ma anche da morto Hess si rivelava un problema. Ogni anno decine, poi centinaia, poi migliaia, in numero sempre crescente, di tedeschi, ma non solo, di Europei si recavano a rendere omaggio alla sua tomba, per affermare che non era finita, che il sogno, il progetto, la previsione dei due “Innominabili”, del “male assoluto” non era e non è morto.
E proprio qui sta il punto. I servi vili e prezzolati dei poteri forti devono costatare che l’Idea sta tornando, si sta spargendo inarrestabile in tutta Europa (e non solo). Da ogni parte, in Europa, si levano gemiti ed ululati di paura del sistema democratico, che sta assistendo alla propria fine senza poterci fare nulla. Anche da noi il presidente della repubblica di questo sfortunato e bellissimo Paese non perde occasione per denunciare “la deriva antidemocratica”, “il distacco del Popolo dalle istituzioni”, “il pericolo antisemita”, e via resistenziando e democratizzando. Non può farci nulla, la casta di lacchè, di camerieri del potere finanziario-giudaico-massonico. Il Popolo Europeo si sta svegliando.
Ed allora anche la tomba di un vecchio guerriero ultra novantenne può diventare pericolo esiziale.
Cosa di meglio che spianarla, cancellarla, raderla al suolo?
Cosa di meglio che riesumare i poveri resti mortali, bruciarli e spargere le ceneri in mare?
La paura spinge a gesti grotteschi, vili, sciacalleschi, disgustosi.
La paura fa perdere il senso e la visione della realtà.
La paura mostra la vera natura dei cosiddetti “democratici vincitori alleati”. Un covo di vipere spaurite e congelate, una fogna di vermi immondi, un nido di insetti sporchi e impazziti.
Sanno ma non ammettono di aver perso la partita con la storia. Non si ferma un Popolo, quando comincia a ribellarsi. La casta trema, perché sa che il conto sarà salato. Altro che Norimberga! Altro che Piazzale Loreto!
La Storia è sempre spiccia e brutale.
Che si accontentino di spianare una tomba.
Mi sembrano un bambino di pochi anni che cerca di svuotare il mare con la paletta ed il secchiello. Ma il bambino ha la serietà e la speranza negli occhi. La casta asservita ha il terrore negli occhi iniettati di sangue per la paura.
Camerata Hess! Presente!
Fabrizio Belloni
Cell 348 31 61 598
10 Comments