– Religioni abramiche “in quarantena”
Nell’attuale situazione di “pandemia” – che alcuni commentatori anglosassoni hanno denominato “plandemic”, per indicare la pioggia di misure contraddittorie messe in atto dalle oligarchie politico finanziarie, con la scusa che “ce lo chiede il virus” – c’è un aspetto macroscopico che sembra essere sfuggito ai più. Un aspetto sollevato da qualche studioso attento come Maurizio Blondet,
Se nel mondo ortodosso cristiano il clero ha respinto la chiusura delle chiese, in quello “occidentale” i sacerdoti si sono ridotti a celebrare la messa da soli davanti alle telecamere. Non ci è dato di sapere nel conseguenze, nel lungo termine, della mediatizzazione della pratica religiosa: visto che l’Italia è notoriamente un Paese di “praticanti non credenti”, ci potremo forse aspettare fenomeni interessanti, con improvvisi rafforzamenti ma anche ripensamenti dal punto di vista religioso.
– Inchinatevi al nuovo “dio”
L’intuizione del CV come nuovo dio del Caos è stato lanciato da Thomas Sheridan, scrittore e blogger irlandese, sul proprio canale Youtube. Qui non si intende ovviamente un dio in senso letterale, ma una forza alimentata dai pensieri e soprattutto dalla paura, sapientemente suscitata nella folla. Cinquecento anni di cultura umanistica sono duramente messe alla prova da una vasta macchina propagandistica che si occupa al 95% di suscitare l’antico terrore della malattia e della morte, e al 5% (siamo generosi) di informazioni scientifiche. Serpeggia il fenomeno di bollare come “portatori sani” le persone sane, in una nuova caccia all’untore: che fine ha fatto la lezione di Manzoni, studiata a scuola da tutti? Il dio CV viene nominato a ritmo martellante, milioni di volte al giorno, anche quando “lui” non c’entra proprio nulla. La sua immagine bizzarra appare, come un sigillo demonico, su tutti i media, su tutti i siti web, quasi un mostro di foggia Lovecraftiana. Sheridan ci fa presente come buona parte dell’umanità viene indotta, almeno per ora, a propiziare questo nuovo dio del Caos.
I devoti sfoggiano mascherine e guanti, anche in luoghi isolati o da soli in automobile! Il sacerdozio si fa fotografare munito di “dispositivi protettivi” sempre più ingombranti, per arrivare alla tuta NBC (nucleare biologica chimica). I teledipendenti attendono con fiato sospeso l’ultimo comunicato delle “autorità” sulle cifre (presunte) dei contagiati, dei morti, e persino dei guariti. Insomma, questa specie di “eggregore” o comunque forma-pensiero denominato CV ha scardinato condizionamenti secolari, alcuni buoni e altri meno. Ma non si tratta di una operazione senza precedenti: basti ricordare come la “scienza razziale” tedesca si vantava qualche decennio fa di aver provato “definitivamente” le proprie tesi omicide. E oggi siamo sempre lì: la burocrazia che si erige a dio irato ma anche generoso, che emana ordini spacciati come “scientifici”, tessendo con affanno una narrativa mediatica incline a giravolte a non finire. Chi mette in dubbio il verbo CV dell’oggi viene bollato come eretico, anche quando avrà dimostrato di avere ragione domani.
– Le forme-pensiero hanno una durata limitata
Se l’isterismo attuale è più contagioso delle malattie stesse, esiste un lato positivo. Il “dio del terrore” è stato alimentato in fretta e furia attraverso i mezzi di comunicazione: un albero altissimo ma senza radici. Serpeggia il dubbio che, con le loro raccomandazioni, le “autorità” non la dicono tutta. Perché ad esempio la “distanza interpersonale” in Gran Bretagna è di due metri, in Germania un metro e mezzo e in Italia un metro? I virus inglesi volano meglio? E non sarebbe bene invece rafforzare ognuno la propria salute, il proprio sistema immunitario, come tra l’altro lo stesso mondo medico e sportivo ci dicono da una vita? Dove è finita la compassione umana davanti ai sofferenti? Personaggi come il Maestro Kremmerz hanno fatto bene a promuovere il pensiero-azione della salute, una forza mille volte più potente delle fisime escogitate per imporre il controllo sociale ed economico. Possiamo confidare, in fin dei conti, nell’atavica diffidenza italica davanti a Chiesa e Stato, e quindi alle pronunce, per quanto perentorie e strillate, dei politici e degli “esperti” del momento. Successivamente, grazie a questa esperienza collettiva dai risvolti affascinanti, ognuno potrà fare i conti con il proprio indirizzo spirituale; e potrà giudicare da sé l’operato delle c.d. élite che fino ad oggi hanno fatto il bello e il cattivo tempo.
Dana Lloyd Thomas