All’inizio di ogni anno si è presi nel turbine degli astri, si cerca di udirne i misteriosi oracoli. Quel che non mi piace è dover condividere il mio destino con un dodicesimo della popolazione terrestre, senza distinzione di sesso, età, cultura etc. Contraddice il mio bisogno di intimità sapere che centinaia di milioni di persone avranno le mie stesse opportunità o difficoltà nel lavoro e in amore; che incapperanno in problemi di salute identici ai miei, un banale infarto, un tragico raffreddore.
Non vorrei però dare un’immagine distorta dell’astrologia, che considero una cosa seria, anzi, sacra. Certo più seria e affidabile della medicina moderna. Mi stupisco che, nell’opinione di tanti, alcuni medici passino per scienziati e alcuni astrologi per imbonitori o ciarlatani. Da parte mia, non avrei nulla in contrario a ribaltare questo pregiudizio. E credo che nessun astrologo, per quanto in basso possa cadere nel concedersi all’avanspettacolo o nel lucrare sulla credulità della gente, riuscirebbe mai a eguagliare l’abiezione di certi cosiddetti scienziati.
Per altro, mi paiono decisamente più degni di fiducia gli oroscopi, anche quelli di bassa lega, che non le divinazioni e i vaticini dei virologi. Comunque, essendo io digiuno di transiti ed effemeridi, mi asterrò dal far pronostici. Solo, dopo due anni di follia, vorrei augurarmi che il mondo rinsavisse. Ma un simile auspicio, lo riconosco, nasce sotto il segno del Nulla, e non v’è alcuna probabilità che si avveri. Far ritrovare alla gente la ragione perduta è impresa assai più ardua del viaggio lunare di Astolfo in cerca del senno di Orlando.
Purtroppo viviamo in un’era di superstizioni scientifiche. Questo ha drammaticamente compromesso il livello medio della nostra razionalità. “Dobbiamo aver fede nei dati scientifici”, si dice. E difatti la gente crede oggi ai contagi e ai vaccini come un tempo credeva alle pene dell’inferno e ai suffragi per le anime del purgatorio. Ma se quella fede poteva dare frutti di pietà, la nostra credenza nei ‘dati scientifici’ serve solo ad alienare l’uomo da sé stesso.
A ben vedere, la società moderna attribuisce valore apodittico a due cose: il discorso scientifico e l’informazione mass-mediatica. Questa ingenua fiducia è il perno su cui ruota oggi un grande piano di destrutturazione degli ordini sociali e antropologici. Lo scopo è subordinare il governo del mondo a un nuovo ordine morale, fondato non sulla ricerca del bene comune ma su un male generale che ridondi a vantaggio di un’infima aristocratica percentuale.
In effetti, che l’etica debba inclinare alla bontà è un pregiudizio legato all’idea di un Creatore dell’universo la cui natura coincide col Bene assoluto. Se però rifiutiamo questo postulato e lo sostituiamo con l’ipotesi che il mondo sia opera di un Demiurgo maligno, direi che la logica stessa ci forza a costruire la morale su un fondamento di malvagità.
Questo rende plausibile un’etica negativa, che veda nel desiderio e nella forza gli unici valori reali, e da ciò ricavi una prassi coerente. La superstizione scientifica, da parte sua, può sostenere la nuova struttura morale mostrando come “in natura” non esista un’etica della bontà e dell’altruismo.
Un tentativo astratto di formulare un’anti-etica si trova già sul finire del ‘700 nella “Apologia del diavolo” di Ehrard. Si tratta tuttavia non di una professione di fede satanica ma di un esercizio dialettico, tentativo di codificare una consapevole etica del male. Ehrard, giovane seguace di Kant, individua sette regole fondamentali cui il moralista diabolico deve attenersi.
- Menti sempre, apparendo sincero. In questo modo serviti delle persone secondo i tuoi fini.
- Appropriati dei beni altrui senza riconoscere ad altri alcun diritto di proprietà, ma proclama nello stesso tempo che la proprietà è sacra e inviolabile.
- Sfrutta le debolezze morali e psicologiche degli altri per realizzare i tuoi scopi.
- Induci gli altri a compiere atti immorali mentre affermi l’importanza della moralità.
- Non amare.
- Fai di tutto per rendere infelice chi vuol mantenersi libero e indipendente dalla tua volontà.
- Non pentirti mai. Porta a compimento le tue intenzioni con coerenza e determinazione, senza preoccuparti delle conseguenze per gli altri. Questo procedere risoluto ti conferirà apparenza di uomo forte e giusto e renderà gli altri tuoi schiavi senza che se ne rendano conto.
Erano ipotesi fittizie, espressioni di un Male in sé razionale, antitesi del principio aureo – non fare agli altri etc. – e della stessa idea kantiana di non usare le persone come mezzi. Tali regole contraddicono anche l’imperativo categorico di agire secondo una massima che valga come legge universale, in quanto presuppongono una personalità dominante che le applichi a danno degli altri. Rappresentano la forma maligna di una volontà individuale e auto-legislatrice che non riconosce altra legge oltre sé stessa.
Potremmo dirla, sic et simpliciter, l’etica di farabutti, ladri e tiranni, di politici dal cuore peloso («due sole massime hanno i Politici: simula e dissimula», diceva già Mazzarino), di soggetti morbosamente egocentrici, estranei alle comuni relazioni di empatia con gli altri, irretiti nel loro delirio di onnipotenza.
L’Apologia fu tradotta in italiano da Benedetto Croce, che tuttavia ne restò deluso. Lamentò in essa l’assenza di quel Satana “forza vitale che è amore, poesia, lavoro, scienza, spontaneità, progresso, insomma il bene concepito nella sua interezza, pienezza, concretezza e storicità”. Il Satana di Michelet, “prodigioso edificio delle istituzioni moderne”, il Satana di Carducci e d’altri, emblematica commistione di libertà, razionalità e tecnologia trionfanti sulle forze reazionarie dell’oscurantismo religioso. Feticcio, in fondo, di un demonismo romantico e ingenuo, cui certo difettava la lungimiranza.
Lo stesso Ehrard non fu preveggente, non immaginò che il suo diabolico eptalogo avrebbe trasceso l’ambito speculativo e trovato “piena, concreta, storica” attuazione nella realtà. Si stupirebbe perciò nel vederlo oggi applicato da ‘dittatori democratici’, giornalisti ruffiani, scienziati tartufeschi, usato come breviario di un perverso sistema economico e finanziario. Sbalordirebbe nel vedere le sue sette regole divorare la civiltà occidentale come un cancro, seminandovi metastasi di odio e di paura.
È noto che a guidare la politica o il commercio non fu mai l’etica francescana o buddista. Ma v’era un equilibrio che, pur tra difficoltà e ipocrisie, contemperava la rapacità dei più forti con la conservazione di alcuni diritti comuni, mediante il rispetto di un sistema di leggi, di Costituzioni, di principi morali. Solo nelle più cupe tirannie l’egoismo dei potenti dimentica ogni ritegno e non pone limiti ai suoi abusi.
L’attuale Tirannia dell’Emergenza (quella che da noi si potrebbe al momento chiamare ‘draghismo’) è di fatto la compiuta realizzazione del nuovo ordine morale teorizzato da Ehrard, elevato a sistema di governo globale. È dunque una tirannia subdola, ambigua e ipocrita, nascosta sotto un viscidume di menzogne (punto 1), che rende gli uomini schiavi inconsapevoli (punto 7). La superstizione scientifica ha in questo un ruolo determinante, superiore a quello esercitato in passato dalla superstizione religiosa. Infatti, a differenza della religione, la scienza è svincolata per sua natura da giudizi di valore. Può quindi avallare un sistema amorale – o antimorale – in quanto ‘naturale’.
Di fatto, la superstizione scientifica è servita da un lato a creare nella gente il terrore di nuovi inferni e a vendere nuove, ingannevoli indulgenze, dall’altro per autorizzare nuove inquisizioni e persecuzioni contro chi non crede. Si adempiono così i precetti di mentire sempre (punto 1) e di strumentalizzare la fragilità interiore della gente (punto 3). Gli schiavi dovranno collaborare ai moventi e agli atti del Potere, considerandolo un gesto di responsabilità, senza sospettare il sovvertimento dell’ordine morale (punto 4). Dovranno credere che sia giusto odiare (punto 5) e punire (punto 6) chi invece si rifiuta d’esser schiavo, e che la violenza della tirannia sia scientificamente giustificata, anzi necessaria e mirabile (punto 7). Gradualmente accetteranno di rinunciare, per rispetto della nuova moralità, anche alla loro riservatezza e ai residui possessi personali (punto 2).
Avremo quindi il paradosso di una società che si crede libera ma si sente bloccata da catene invisibili; che attende la felicità futura, miraggio di un progresso messianico, eppure è oppressa da una cupa tristezza; che esalta il piacere ma si sente frustrata; che deve conciliare il suo ottimismo ‘evolutivo’ con la disillusione di un’esistere che appaga sempre meno i suoi reali bisogni.
Per questo, io credo, è stato di sollievo a tanta gente poter proiettare all’esterno il suo malessere. La pena che la dilaniava dentro, arrotolata su sé stessa, ha potuto finalmente srotolarsi. Il terrore del contagio l’ha alleggerita del suo intimo fardello perché le ha permesso di scaricarne parte del peso fuori di sé. Ha fornito al suo Male un nome e un volto (virus, non vaccinati etc.).
L’ha salvata così dal conflitto con sé stessa, ovvero dal più ingrato dei problemi: l’essere responsabili della propria sofferenza. Infatti, se il tuo nemico sei tu, come puoi vincere senza essere sconfitto? Di conseguenza, quasi nessuno accetta l’idea d’esser colpevole dei propri malanni. Perciò molti han provato una segreta voluttà nell’avere un Nemico esterno da combattere, nell’arruolarsi in un sedicente esercito della salvezza in lotta contro il Male. In realtà, diventando correi di un sistema che nutre i ladri e gli assassini e affama milioni di cittadini onesti. Reggendo il moccolo a chi stupra la Legge e la Giustizia. Servi ignari (punto 7) del nuovo ordine morale.
Come potrebbe rinsavire chi è caduto in questa suggestione diabolica? Dopo aver subito per due anni un quotidiano lavaggio del cervello (punti 3 e 4), dovrebbe sottoporsi a un condizionamento di segno contrario altrettanto potente e prolungato. E forse neppure questo basterebbe, perché certi mali son rapidi a venire e pigri nell’andarsene. Inoltre, è una prospettiva puramente teorica, dato che gli adoratori di Mammona continueranno a mentire (punto 1) e a nascondere le trame dei loro disegni.
Il lato debole del sistema è semmai una certa crepa logica, che potremmo chiamare “il paradosso dell’emergenza infinita”. Il Potere ha infatti creato uno stato d’emergenza sanitario ad hoc, che gli permette di conculcare i diritti dei cittadini in spregio di leggi e principi costituzionali; ma per giustificare le continue proroghe dell’emergenza deve mantenere alto il numero dei contagi; e l’irriducibilità dei contagi indica che le misure adottate, per quanto coercitive e repressive, son prive d’efficacia.
Bisogna dunque conciliare due realtà logicamente inconciliabili: 1) le costrizioni sanitarie e sociali sono benefiche e 2) tuttavia non producono alcun effetto benefico. Lo stratagemma usato per uscire dal paradosso è scaricare la colpa sui non vaccinati. La logica che vi è sottesa è curiosa: più aumenta il numero dei vaccinati (ovvero cala il numero dei non vaccinati), più aumenta il numero dei contagi e dei ricoveri. Ergo, se ne deduce che per ridurre il numero dei contagi e dei ricoveri bisogna aumentare le vaccinazioni.
Questo ragionamento, degno del Cappellaio matto o di Humpty Dumpty, sembra logico ai più. Dunque, se a misura che cala il numero dei non vaccinati aumentano i contagi, quando resterà un solo non vaccinato dovremmo avere il picco massimo dell’epidemia. Ma, con altre inferenze assurde, si potrebbero indicare come responsabili dei contagi gli animali domestici, il clima o la sfortuna. Poco importa. Nessuno si lamenterà dell’incongruenza finché i media imbottiranno il cervello della gente di narcotici e stupefacenti. Quel che al Potere preme non è la logica ma, con qualche pretesto, rendere lo stato d’emergenza interminabile quanto un’analisi freudiana.
In pratica dovremo dunque assistere al grande dramma della pandemenza fino all’agnizione finale, a una crisi o catarsi risolutiva. Mi pare improbabile che la recita venga sospesa in anticipo, vuoi per decisione di chi l’ha ideata e messa in scena o perché disertata dagli spettatori. Questo per tre motivi:
- è impossibile che un sistema satanico mostri segni di resipiscenza (vedi incipit punto 7)
- nessuno tira il collo a una gallina finché fa le uova d’oro (vedi punto 2)
- il pubblico è incatenato alla sedia, anche se non lo sa (vedi chiusa punto 7).
Senza consultare l’astrolabio prevedo quindi che dopo aver imparato l’alfabeto greco, potremo passare a quello ebraico o al sanscrito, che ha 54 lettere. Immagino verremo sommersi dalle sempre mutevoli onde dei contagi, da cui ci difenderà, si fa per dire, la salutarem undam del battesimo vaccinale. Qualcuno resisterà, cercando di galleggiare sui relitti del buon senso, tra i flutti del delirio collettivo. Ma, a meno di interventi esterni e miracolosi o di sconvolgimenti inattesi, proseguiremo la mesta catabasi verso l’oltretomba della civiltà, dove già vagano numerose le ombre della nostra cultura, della nostra arte, dove geme il fantasma del Diritto.
Se non vi fossimo personalmente coinvolti potremmo guardare allo sfascio della nostra società con distaccato interesse storico-scientifico. I posteri ne parleranno infatti come di un gigantesco esperimento – non più condotto in ambiti ristretti e su pochi soggetti ma sull’intera popolazione mondiale – per stabilire fino a che punto sia possibile corrompere, manipolare, controllare, allucinare la coscienza delle masse.
Potremmo osservare la bolla psicotica che va dilatandosi, come si guarda un bambino soffiare in un palloncino che si gonfia sempre più, e chiederci: quando scoppierà? Fino a quando la gente berrà l’olio di ricino dei media come fosse rosolio e crederà a chi presenta il falso come vero e viceversa? («Quae falsa sunt vera ostendere, quae vera sunt falsa demonstrare» direbbe san Gregorio).
L’esperimento finirà forse quando i non vaccinati verranno stanati e linciati dalla folla inferocita. Quando le persone, vedendo il termometro segnare 37.3, chiameranno a raccolta i loro cari per rendere l’estremo saluto. Quando i genitori uccideranno i figlioletti cui gocciola il naso per proteggere i nonni novantenni. Forse allora ci fermeremo. Ma su questo non azzarderei previsioni.
In sostanza, anche se in questi giorni sentiremo ripetere l’antico ritornello – “anno nuovo, vita nuova” – temo che il 2022 ricalcherà vecchie orme e forse vi sprofonderà. Tuttavia, è d’obbligo in questi giorni lasciare un pertugio alla speranza. Quindi, ricorderò quello che disse un vecchio saggio: “per non ferirsi i piedi con le spine, non è necessario rivestire di cuoio la Terra. Basta indossare un buon paio di scarpe”.
Dopo aver guardato le stelle, il mio consiglio – valido per ogni segno tranne per chi ha l’ascendente in Vaccino – è dunque questo: non cercate di cambiare il mondo, nessuno v’è mai riuscito. Solo, fate attenzione alle sue spine. E non disperate. Per quanto sia lunga la notte, nessuno può fermare l’alba. Ai folli, che non mi ascolteranno, consiglio invece di recarsi sulla Luna, dove giacciono le cose smarrite dagli uomini, in cerca dell’intelletto perduto. Infine, ai soci della cricca satanica consiglierei di andare all’inferno, ma mi sembra pleonastico, ça va sans dire.
6 Comments