Il Papa all’Angelus ha detto: “non c’è futuro senza pace”. Sembra incredibile a sentirlo dire proprio dal capo dell’istituzione che ha inventato le guerre di religione: la struttura che ha spinto a fare continuamente guerre contro Saladino e che secoli prima spinse alla distruzione dell’impero Romano, invitando di volta in volta nuovi barbari ad invadere il paese e a portare guerra e distruzione.
Questa parola, per gli antichi una divinità madre della ricchezza, è stata oggetto di abuso da parte della chiesa cristiana, che pacificamente ha spinto alla conversione delle Americhe, anche se nell’eccidio di quei popoli “pagani” è difficile vedere un’azione pacifica. Massacri giustificati dalla chiesa proprio perché quei popoli non erano intenzionati a convertirsi e siccome differenti nel culto dovevano essere guidati dal “male”, eppure bisognerebbe riflettere su “chi ha fatto male a chi?”
Pace implica convivenza e comprensioni reciproche, ma non sembra il caso quando si parla di “paganesimo”. Contro i “pagani” si è subito pronti a tirar fuori discriminazioni di vario genere a cominciare da definizioni dispregiative nei confronti dei politeisti. Per suggerire ai cristiani di non essere colti dalle illusioni della dimensione mondana del nostro mondo liberale-americanista Bergoglio dice: “cristiani mondani, cristiani di nome, con due o tre cose di cristiano, ma niente di più. Cristiani pagani!” Dove chiaramente l’attributo “pagani” è usato come termine dispregiativo. Quale pace può fondarsi sul disprezzo verso gli altri?
“Non c’è futuro senza pace”, e la povera chiesa cattolica non conoscerà futuro perché i suoi vertici la vogliono fondata su una guerra morale (e speriamo non di nuovo anche fisica e materiale) contro i pagani, che invece hanno sempre avuto, nei loro esponenti culturali, quali ad esempio Pitagora, Platone, Marco Aurelio ecc. individui che sempre hanno spinto l’uomo a separarsi dalla dimensione mondana per ritrovare in quella dello spirito la libertà dell’anima dalle catene della materia; nonostante ciò il signor Bergoglio, o per faziosità o per ignoranza, dice che i pagani sono quelli legati ai piaceri della materia.
Che siano faziosità od ignoranza per il vertice di una struttura come quella cattolica si tratta di una colpa e di un intento finalizzato alla discriminazione religiosa. Ma contro questa discriminazione perché non dice nulla il nostro “Ministro per le pari opportunità”? Evidentemente i voti dei cattolici sono troppo importanti perché vengano ripresi i crimini morali dei loro vertici.
Giuseppe Barbera – presidente ATP