di Fabio Calabrese
La notizia più rilevante dell’ultima settimana è la mano di poker fatta dal presidente a vita Giorgio Napolitano, la nomina di quattro nuovi senatori a vita, che sono Claudio Abbado, Renzo Piano, Carlo Rubbia ed Elena Cattaneo. I primi tre sono nomi di primissimo piano rispettivamente nei campi della musica, dell’architettura, della ricerca scientifica, la quarta, la gentile signora, è un nome che finora non conoscevo; ignoranza mia, non lo discuto nemmeno, i suoi meriti ce li avrà, forse, anche se mi piacerebbe sapere in concreto quali siano.
E’ vero che le prime esternazioni pubbliche della neo-senatrice vitalizia che passa per una scienziata, non lasciano presagire nulla di buono: “La scienza è di sinistra”. La scienza non può essere di sinistra per il semplice fatto che l’ideologia marxista è un cumulo di errori e di falsità. Mi piacerebbe tanto, se fosse in mio potere, consigliare alla “gentile” signora un’attenta lettura del mio saggio “La scienza manipolata” pubblicato su “Ereticamente”, dove ho analizzato gli errori e le deformazioni che scaturiscono da un approccio “di sinistra” e “democratico” alla scienza.
La mia impressione è che costei sia una di quelle “signore” cui non si sa per quale motivo, è demandato il compito di esprimere il peggio del centrosinistra. Se il poker è considerato un gioco troppo maschile, potrebbe sempre fare una canasta con la Boldrini, la Kyenge e Josefa Idem.
Solo che il problema non sta lì.
Il problema è che sappiamo benissimo perché sono stati nominati questi quattro senatori vitalizi da parte di un presidente della repubblica giunto al suo secondo mandato (cosa tra l’altro incostituzionale) e che SULLA CARTA dovrebbe giocare un ruolo di arbitro fra le diverse forze politiche, e che invece sappiamo benissimo che è schierato e COME è schierato.
Questi quattro nuovi senatori serviranno, magari con un piccolo aiuto di qualche transfuga dai grillini o dal PDL, a dare al PD la maggioranza al senato (alla Camera ce l’ha già grazie al “porcellum”) per dare vita a un nuovo governo dopo che “le larghe intese” e il Letta I saranno entrati in crisi in seguito alla decadenza di Berlusconi da senatore (cosa che non è più un’ipotesi ma una certezza: è solo questione di tempo), e nessuno può fingere di non saperlo.
IN TEORIA, MOLTO IN TEORIA la nomina a senatore a vita da parte del Capo dello Stato non dovrebbe servire ad altro che a premiare qualche personalità particolarmente eminente, e dovrebbe essere contenuta entro limiti molto precisi, tali da non consentire di alterare gli esiti del suffragio popolare. In teoria, perché noi sappiamo che la teoria e la pratica sono due cose differenti. Nel 2008 ad esempio, si ricorderà, il voto dei senatori a vita servì a prolungare l’esistenza del governo Prodi di diversi mesi, quando la maggioranza degli eletti che l’aveva sostenuto si era già sfilacciata, tanto che, constatando l’età non verdissima di queste persone, qualche giornalista lo soprannominò “il governo dei pannoloni”.
Nel 2011 bastò la nomina di UN SOLO senatore a vita a sconvolgere gli equilibri politici italiani, perché questo unico e solo era Mario Monti, designato dalla BCE a succedere a Berlusconi, e prontamente nominato senatore da Napolitano, zelante proconsole della BCE e della massoneria prima ancora che il governo dell’uomo di Arcore non fosse ancora in crisi, come chiaro segnale che quest’ultimo E NONOSTANTE IL CONSENSO POPOLARE, doveva andarsene con le buone o con le cattive per lasciare il posto al pupillo degli eurocrati.
Ora, rendiamoci conto che quest’uomo che ha, almeno per il momento, perché non bisogna mai sottovalutare la capacità della mala erba di rispuntare, concluso la sua esperienza come premier di una delle compagini governative più disastrose della nostra storia – disastrose non per lui né per il suo governo, ma per l’Italia, avrà finché campa il seggio e lo stipendio senatoriale che non sono proprio spiccioli, oltre a quello di docente della Bocconi e chissà cos’altro, pensate alle persone che ha ridotto sul lastrico dopo una vita di lavoro, e ditemi se non vi fa schifo.
Tutti i senatori a vita sono e sono sempre stati di centrosinistra, per una ragione semplice e banale, che tutti di centrosinistra erano e sono i presidenti della repubblica che li hanno nominati.
Tutto ciò va contro lo spirito se non la lettera della Costituzione, come è incostituzionale (e mai accaduto finora) che un presidente della repubblica sia investito di un secondo settennato, sicché potremmo parlare del 18 brumaio di Giorgio Napoleone.
Certamente Karl Marx aveva torto sostenendo che la storia si ripete sempre due volte, una in tragedia l’altra in farsa: la farsa, sempre più tragica, può ripetersi all’infinito.
Con una logica da mosche cocchiere, oggi che l’uomo di Arcore è sull’orlo del baratro politico, gi
udiziario ed economico, e siamo più che certi che la raccogliticcia formazione chiamata PDL o di nuovo “Forza Italia” con un patetico tentativo di rigenerarsi tornando alla sua primitiva denominazione, una volta privata del suo leader, andrà incontro a un rapido disfacimento, diversi camerati si accaniscono nei suoi confronti e non si rendono conto che un’ “era Berlusconi” non c’è mai stata. Che nel cosiddetto “ventennio berlusconiano” in realtà il PDL guidato dal “cavaliere” abbia governato per soli otto anni complessivi contro i dodici del centrosinistra, è ancora il dato meno rilevante. Che a parte il primo governo Berlusconi silurato prestissimo dalla defezione leghista, vi siano state solo due parentesi 2001-2006 e 2008-2011 all’eterno centrosinistra che ci DOMINA con o senza il nostro consenso, in fondo non è poi così rilevante.
udiziario ed economico, e siamo più che certi che la raccogliticcia formazione chiamata PDL o di nuovo “Forza Italia” con un patetico tentativo di rigenerarsi tornando alla sua primitiva denominazione, una volta privata del suo leader, andrà incontro a un rapido disfacimento, diversi camerati si accaniscono nei suoi confronti e non si rendono conto che un’ “era Berlusconi” non c’è mai stata. Che nel cosiddetto “ventennio berlusconiano” in realtà il PDL guidato dal “cavaliere” abbia governato per soli otto anni complessivi contro i dodici del centrosinistra, è ancora il dato meno rilevante. Che a parte il primo governo Berlusconi silurato prestissimo dalla defezione leghista, vi siano state solo due parentesi 2001-2006 e 2008-2011 all’eterno centrosinistra che ci DOMINA con o senza il nostro consenso, in fondo non è poi così rilevante.
E a proposito della Lega, come dimostrò non solo il siluramento del primo governo Berlusconi, dal momento che avevano rinunciato alla secessione (posto che vi abbiano davvero rinunciato), questa Italia di cui si apprestavano bene o male a diventare una forza politica rilevante, avrebbero potuto anche cercare di capirla, ma non c’è niente da fare, pare che siano tutti indistintamente delle teste di trota.
Quello che conta davvero, è che IL REGIME di centrosinistra non si è mai interrotto nemmeno durante queste parentesi: ha mantenuto una presa fortissima nelle amministrazioni locali, nella magistratura, nel sistema mediatico, nella scuola (elemento tutt’altro che secondario, dato che è attraverso essa che si formano o si deformano le nuove generazioni), è riuscito ad avere SEMPRE propri uomini insediati al quirinale.
Tolti gli otto anni in due tranches di cui sopra, l’Italia è governata da governi dichiaratamente di centrosinistra dal 1962, cioè da oltre mezzo secolo, ma con ogni probabilità IL REGIME reale, allora basato sulla contrapposizione dichiarata e la collaborazione sottobanco tra democristiani e comunisti, è iniziato ben prima, immediatamente dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale, o meglio ancora già a Brindisi nella fattispecie infame di governi collaborazionisti degli invasori che stavano risalendo la Penisola, e dopo tre generazioni sono ancora qui.
Nel 1992, Tangentopoli è stata una vasta operazione di restyling resa necessaria da molte cose, a cominciare dalla scomparsa dell’Unione Sovietica, un’operazione di facciata che certamente non ha posto fine al sistema della corruzione in Italia, e non lo ha nemmeno intaccato, il cui scopo principale era eliminare Bettino Craxi avvertito come un corpo estraneo al regime, esattamente come oggi si sta facendo con Berlusconi per lo stesso motivo.
Berlusconi, l’ho spiegato più volte, sarà anche un uomo con uno straordinario intuito per gli affari, ma in campo politico è molto meno furbo di quanto crede di essere, e non è stato capace di rendersi conto che avere il consenso popolare, la maggioranza parlamentare e un esecutivo di ministri non bastano per governare se non si ha il controllo degli apparati dello stato. Quanto al Popolo della Libertà, gli uomini che lo circondano, non ne parliamo proprio, sono una banda di rubagalline, un’accozzaglia di mercenari confrontata a un esercito regolare se li paragoniamo alla legione di scaltrite volpi del PD.
Per governare realmente occorre il controllo degli apparati dello stato, cosa che il centrodestra non ha mai avuto a cominciare dai livelli immediatamente al disotto dei vertici visibili, e le conseguenze si vedono. Pensiamo alla vicenda grottesca il cui reale significato è certamente sfuggito ai più, della moglie e della figlia del dissidente kazako rispedite in patria dalla DIGOS dopo che era stato loro concesso l’asilo politico. Questa Italia così pronta e disponibile verso i migranti, specie clandestini, così pronta a dare loro addirittura un incarico ministeriale (Kyenge) o un bel piccone pronto per l’uso (Kabobo). Possibile che una cosa del genere sia avvenuta per una banale svista? Che per un puro e semplice errore si sia negato – o peggio, prima concesso e poi vanificato – il diritto di asilo a una famiglia di perseguitati politici?
Come sappiamo, nel governo “delle larghe intese” ci sono alcuni ministri di centrodestra più o meno con le stesse funzioni e gli stessi poteri delle pipe di terracotta nei tirassegni. Il più in vista – certamente NON il più autorevole – è Angelino Alfano, vice-premier e ministro degli interni.
E’ probabile che tutta la faccenda – di cui con ogni verosimiglianza realmente non sapeva nulla, era stato tenuto deliberatamente all’oscuro – sia stata architettata precisamente allo scopo di riversargli addosso una secchiata di sterco, di screditare preventivamente l’uomo designato come successore “in pectore” di Berlusconi, e che già per conto suo di carisma ne ha pochino, tanto per essere certi che in un prossimo probabile confronto per il premierato con Letta o Renzi, ci rimetta sicuramente le penne.
E’ verosimile che quando un uomo di centrodestra si insedia alla guida di un ministero, il suo potere effettivo non si estenda molto oltre la soglia del suo ufficio. IL REGIME lo tollera provvisoriamente, perché sa come neutralizzarlo. Questo era vero ai tempi dei governi Berlusconi (tempi ormai definitivamente tramontati, mettiamocelo bene in testa, e smettiamo di parlare dell’uomo di Arcore come se fosse ancora un problema attuale), ed è vero a maggior ragione oggi in tempi di “larghe intese”.
La cosa tragicamente ironica, è che la sinistra o il centrosinistra (la distinzione è puramente pleonastica) riesce ancora a presentarsi come forza alternativa, pur essendo IL REGIME da settant’anni, e trova imbecilli che lo credono.
Che poi questo regime SINISTRO sia il più gradito agli eurocrati che stanno attuando un saccheggio su larga scala del
le risorse dei popoli europei, come è dimostrato dal fatto che la spinta definitiva a far cadere Berlusconi è venuta proprio dalla UE, questa non è proprio cosa che debba o possa stupire. La sinistra, non solo italiana, “orfana” dell’Unione Sovietica, è diventata il più solido sgabello, come faceva rilevare Silvano Lorenzoni, del capitalismo usuraio. La sua utopia cosmopolita l’ha spinta ad adottare con entusiasmo il piano Kalergy e a farsene la sua più zelante esecutrice. In Francia ad esempio, il più accreditato interprete di questa tendenza è monsieur Hollande, che non a caso siede oggi all’Eliseo.
le risorse dei popoli europei, come è dimostrato dal fatto che la spinta definitiva a far cadere Berlusconi è venuta proprio dalla UE, questa non è proprio cosa che debba o possa stupire. La sinistra, non solo italiana, “orfana” dell’Unione Sovietica, è diventata il più solido sgabello, come faceva rilevare Silvano Lorenzoni, del capitalismo usuraio. La sua utopia cosmopolita l’ha spinta ad adottare con entusiasmo il piano Kalergy e a farsene la sua più zelante esecutrice. In Francia ad esempio, il più accreditato interprete di questa tendenza è monsieur Hollande, che non a caso siede oggi all’Eliseo.
Stringi stringi, si arriva inevitabilmente alla conclusione che l’unico regime veramente popolare, veramente espressione della nazione italiana che abbiamo avuto nella nostra storia, è stato quello instaurato nell’ottobre 1922, rovesciato nel luglio 1943, parzialmente restaurato e poi definitivamente schiacciato nell’aprile 1945, e che dall’inizio del novecento l’Italia ha avuto UN SOLO grande leader carismatico.
Dopo di allora, sono tornati di tragica attualità i versi di Dante:
“Ahi serva Italia, di dolore ostello.
Nave sanza nocchiero in gran tempesta.
Non donna di province, ma bordello”.
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