di Fabio Calabrese
Quattro anni fa, ad un precedente tentativo di celebrare un rito sempre sull’acropoli ateniese nel tempio di Efesto, furono cacciati in malo modo dalle guardie archeologiche, oggi un tribunale ha dato loro ragione, riconoscendo il loro diritto di riappropriarsi dei luoghi di culto che furono eretti dai loro padri per la loro fede.
, dall’intersecarsi, ma anche dallo scontro di quattro culture: greca, latina, celtica e germanica. Le prime tre sono più antiche del cristianesimo, che non vi ha apportato altro che elementi di dissoluzione e tentativi di scalzamento delle popolazioni europee dalla loro matrice culturale originaria. La quarta, quella germanica, ebbe il suo maggiore sviluppo in epoca medievale, già cristiana, ma anche qui il cristianesimo funse piuttosto da antagonista e da elemento di dissoluzione. La mentalità ecclesiastica ed i suoi valori furono in perenne antagonismo con la mentalità cavalleresca-feudale espressione del germanesimo, ed i suoi valori basati non sull’ascetismo ma sull’aspirazione ad una vita eroica. Questo contrasto si espresse per tutta l’epoca medievale nel conflitto fra papato ed impero poi nel 1516 con la riforma protestante ed il distacco della Germania dal papato romano.
L’anno scorso, 2006 dell’Era Volgare, l’attuale pontefice (sempre che convenga al leader della Chiesa cattolica questo titolo usurpato – come tutto il resto – all’antica religione romana) Benedetto XVI tenne, nel corso della sua prima visita pastorale nella natia Germania, un discorso all’università di Regensburg, che attirò l’attenzione soprattutto per un’espressione sull’islam giudicata offensiva dalle comunità islamiche e prontamente ritrattata, ma questo però ha fatto passare inosservato il fatto che in questo discorso Joseph Ratzinger diceva anche altro, tornava ancora una volta sulle “radici cristiane dell’Europa”, tormentone preferito del suo predecessore, con un’interessante variante, mettendo a lato delle fonti bibliche ed evangeliche anche la “filosofia greca”.
zione romana da parte del principale esponente di una Chiesa che si definisce pomposamente e falsamente “romana”. Forse la cosa è più spiegabile alla luce di una riflessione del filosofo Denis De Rougemont, secondo il quale il cristianesimo avrebbe portato in Europa “un terzo mondo di valori”, quelli del profetismo ebraico “difficilmente conciliabili con la misura greca e totalmente contrari a quelli di Roma”.
Anni più tardi, Creso mosse guerra a Ciro, il re dei Persiani e fu pesantemente sconfitto e catturato. Mentre stava per essere messo a morte, invocò ripetutamente il nome di Solone, avendo finalmente compreso l’insegnamento del saggio greco. Incuriosito da quell’invocazione, Ciro chiese a Creso di che si trattasse, e questi gli narrò dell’incontro avvenuto anni prima con il sapiente greco. Allora il re dei Persiani graziò Creso e lo perdonò, pago di poter godere almeno del riflesso della saggezza di Solone.
rtù dall’esercizio dei doveri civici. Tale separazione, ci spiegherà più tardi J. J. Rousseau, avviene con il cristianesimo ed è caratteristica di esso.
Democrito sottolinea il valore della libertà per l’uomo:
La sapienza greca o la filosofia presocratica (la seconda è il prolungamento della prima) sono ben consce della tragicità dell’esistenza in termini tali che il giudizio di De Rougemont che le vede “difficilmente conciliabili” con il cristianesimo, è in effetti una sottovalutazione.
L’esistenza è una catena ciclica cui i viventi, ossia tutti noi, siamo connessi, destinati a tornare là da dove siamo venuti nell’eterno ripetersi di nascite e morti. Vivere significa commettere ingiustizia, causare e ricevere dolore, un’ingiustizia di cui tutti noi salderemo immancabilmente il conto con il nostro trapasso.
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