di Luigi Cardarelli
E mentre Letta con tutte le sue confraternite parassito-democratiche e cialtrone intonano i peana sulla ripresa che non c’è, eccoti puntuale l’ennesima raffica di scandali e corruzione a cielo aperto! Precisa e tempestiva come le piogge dell’ autunno. Dal Piemonte alla Puglia monta l’apoteosi per il ladrone del bene pubblico, intanto che si scopre il capitan Schettino e la sua ciurma giocava alla playstation. Una gran bella Italia, senza dubbio. Per giunta pure umiliata da questi rimbrotti infami che suonano nell’ aere, “orrore e vergogna!”; pronunciati da coloro cribbio che sono ben fissi in poltrona fin da quando c’era Garibaldi. O forse ancora prima.
Ma vergogna a chi? I signori che guidano da sempre le ricche greppie istituzionali massoniche e aguzzine, dove si sistemano i raccomandati figli dei potenti, fanno il sermone a noi miseri servetti attoniti. Come se la colpa fosse nostra dei barconi della morte e di tutta sta povera gente sfortunata e sbandata. Quando basterebbe o quasi la pensione di Giuliano Amato per sistemarli in migliaia a casa loro, o per spedirli lontano in ferie alle Maldive. Ce la meritiamo eccome, noi popolo divano, questa manfrina dei vecchi politicanti marpioni al veleno. Invece di incacchiarsi il semplice uomo della strada, guarda caso s’arrabbiano i plutocrati, i potenti super garantiti: dimostrando per un’altra volta che sto paese qua non si può assolutamente riformare.
La storia italiana da Cesare a Benito, insegna che si deve andare a Roma ben decisi e a muso duro, perchè se vai a trattare torni tale e quale identico ad uno di quelli che volevi buttar giù. Ernst Junger nel suo “Trattato del ribelle”, spiega che nella società moderna eccelse nullità di uomini detengono dei poteri enormi, grazie agli automatismi del sistema ed alla ferrea protezione delle lobbies oligarchiche che comandano nell’ombra. Ma non risolveremo mai nulla, mettendo Pinco al posto di Panco, se non aggrediamo il perfido sistema e le sue marce istituzioni.
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