In occasione del centenario di ‘Das gruene Gesicht’, cinque citazioni dal romanzo iniziatico di Gustav Meyrink.
1.
“Non deve temere che questo fenomeno segnali una condizione morbosa o anormale”, proseguì il dottor Sephardi, notando che Pfeill agitava le mani in segno di rifiuto. “Cose del genere capitano con maggior frequenza di quanto non si creda, e se potessimo scoprirne la vera causa… sono certo che allora le bende ci cadrebbero dagli occhi, mentre parteciperemmo di colpo al fluire di una seconda vita – quella che nella nostra attuale condizione viviamo senza saperlo durante il sonno. Essa infatti si situa al di là della nostra esistenza corporea, e durante il nostro tornar indietro per il ponte del sogno, che ricongiunge il giorno alla notte, viene dimenticata…”
2.
“Mi creda, Mejufrouw – è un fardello pesante, la povertà! Come farebbe un cuore così giovane ad avere sempre tutta la fede in Dio necessaria a sopportarlo?”
Per la prima volta in vita sua Eva van Druysen poteva gettare uno sguardo negli abissi dell’esistenza: davanti a lei stava ora, in tutta la sua terribile realtà, quello che prima aveva letto soltanto sui libri.
Si trattava però solo di un lampo, di una visione fulminea, appena sufficiente a squarciare le tenebre di qualche baratro.
“Quanto più orribile”, si disse, “dovrà essere la realtà che sta sopita nel profondo, là dove di rado può penetrare l’occhio di un individuo favorito dalla sorte”.
3.
Cavalcò così giorno e notte, ed ecco apparire alto nel cielo un miraggio, e una terra – ricca e meravigliosa, quale non aveva mai visto – abbassarsi sino a lui. L’uomo gli disse di chiamarsi Morija.
E Klinkherbogk si arrampicò su di un monte, alzò una catasta di legna e vi adagiò sopra Katje.
Poi allungò la mano e afferrò il coltello per sgozzare la bambina. Il suo cuore era freddo e privo di compassione, giacché sapeva che secondo la Scrittura avrebbe sacrificato un montone al posto di Katje. E dopo che il nonno ebbe immolato la bambina, l’uomo si scoprì il volto, mentre il segno fiammeggiante gli scompariva dalla fronte ed egli diceva:
“Ti mostro il mio sembiante, Abraham, affinché tu abbia d’ora in poi la vita eterna. Ma tolgo dalla mia fronte il segno della vita, affinché la sua visione non bruci mai più il tuo povero cervello. Giacché la mia fronte è la tua fronte, e il mio volto è il tuo volto. Questo, sappilo, è in verità la ‘seconda nascita’: che tu sei uno con me, e in me, tua guida all’albero della vita, riconosci te stesso…
4.
Assoggettarsi a lui in tutto, risparmiargli ogni preoccupazione, cogliere nei suoi occhi qualsiasi desiderio – doveva essere facile!… Ma con tutto questo sarebbe riuscita anche a renderlo felice? Tutto ciò non andava di là dall’umano, mentre quanto desiderava offrirgli doveva essere di là dall’immaginabile.
5.
Sentendo battere le tre dalle torri campanarie respirò come liberato… “Grazie a Dio, la notte sta per finire!”
Andò alla finestra, si sporse fuori e fissò a lungo il buio nebbioso per spiarvi – così credeva – il primo segno dell’alba… Poi, di colpo, si accorse della ragione vera di quanto stava facendo: si era sorpreso ad ascoltare con l’orecchio teso se Eva non venisse ancora!
“Il desiderio di rivederla è divenuto tanto intenso e acuto che, nonostante sia desto, la fantasia mi fa scorgere visioni d’incubo” si disse tentando di acquietarsi, mentre ripercorreva nervosamente la stanza e il tormento tornava a uncinarlo… Ed ecco il suo sguardo fissarsi su una macchia scura sul pavimento, che non rammentava di aver mai visto prima.
Gustav Meyrink
Il viso verde
Edizioni di Ar, Il Cavallo alato
pp.352
21,00€
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