10 Ottobre 2024
Ereticamente Intervista Liotta Mtr Paganesimo Tradizione

Intervista a Daniele Liotta del MTR



Intervista a Daniele Liotta del MTR
per ERETICAMENTE

1.       Sig. Liotta  la vostra Associazione è possibile collocarla nel quadro di diversi raggruppamenti del cosidetto “tradizionalismo romano”, ma sotto quali aspetti il vostro percorso si differenzia dagli altri?
Il Movimento Tradizionale Romano (di seguito MTR) è un sodalizio che ha come faro la Tradizione, segnatamente quella romana antica e svolge attività di approfondimento culturale sulla Romanità e laboratori interni di ricerca sulle antiche fonti.
Ciò che credo maggiormente contraddistingue il Movimento è l’attività d’armonizzazione ed integrazione della personalità rappresentata dalla pratica dei riti, attività che svolgiamo da oltre 20 anni, in maniera comunitaria e in una sede dedicata, per tutte le maggiori festività del Calendario Romano Giuliano.

2.       La nascita della vostra comunità è seguita dopo una lacerante e dolorosa separazione da altre storiche Gens legate ad alte personalità, che perseguono un comune percorso gentilizio. Ereticamente, per scelta, non si schiera con nessuno ed offre ai propri lettori una visione quanto più neutra ed obiettiva possibile, quindi, nulla le chiederemo circa le dispute legali, ma semplicemente: come si è arrivati a tal punto?
La sua domanda tradisce conoscenze un po’ sommarie.
Il MTR nasce a Palermo a seguito di una serie di incontri tra i rappresentanti del Tradizionalismo Romano tenutisi tra il 1985 e il 1987. Queste riunioni (Convivium) raccolsero le istanze di comunità differenti convergendole sulla “Via Romana agli Dei”, ovvero su un percorso di conoscenza focalizzato sulla trasmissione della romanità prisca (precedente le guerre puniche), sulla dottrina metafisica della tradizione greco-romana e sulla scrupolosità tecnica dell’operatività rituale .
In questo terreno di coltura germogliò la nostra comunità, nata formalmente nel 1989 sotto la regia di Roberto Incardona e, dopo pochi anni, cooptata nel Movimento come Gens Iulia Primigenia.
In quel tempo, e sino a tutto il 2009, il MTR era, infatti, un organismo di coordinamento tra Gentes, comunità autonome e indipendenti con a capo un Pater. I Patersi riunivano nella Curia Romana Patrum che aveva compiti d’indirizzo dottrinale; a sua volta la Curia eleggeva un Magistero Princeps; fino al 2001 il Magister rimase sempre  Salvatore Ruta.
Le Gentes principali che formavano il MTR sono state la Pico-Martia, tosco-ligure (Pater Renato del Ponte), l’Apollinaris, romagnola (Pater Loris Viola), la Castoria, siculo-occidentale e calabra (Pater Roberto Incardona), l’Aurelia, siculo-orientale e veneta (Pater Salvatore C. Ruta, poi Sandro Consolato) oltre, naturalmente alla nostra Iulia Primigenia di Roma e Lazio, di cui il sottoscritto è tuttora Pater
La residenza nazionale del MTR è sempre stata il domicilio romano della Gens Iulia; dal 2007 poi si è definitivamente stabilita in Via Bezzecca 1/d, in un ambiente ritualmente inaugurato il 1° marzo di quell’anno.
Dal 2009, dopo alterne vicende ed allontanamenti, nell’MTR è rimasta solo la Gens Iulia, che quindi  incarna ed esaurisce il Movimento, ora dotato di formale statuto, di sede (sempre in Via Bezzecca), di nuove strutture, di nuovo organigramma e di sodali presenti anche in Umbria, Emilia-Romagna, Campania, Veneto e Calabria.
3.       Da tale spiacevole situazione, l’evento che onestamente non possiamo non menzionare è la cessazione della pubblicazione della storica rivista La Cittadella,  di cui Salvatore Ruta, a cui voi vi rifate, è stato il fondatore. Al di là delle dispute personali e di fazione, in nome di Ruta e della sua virtuosa personalità, non era possibile trovare un accordo che consentisse alla rivista di perpetuare la propria preziosa esistenza?
La Cittadella è la rivista di Studi tradizionali fondata nel 1984 da Ruta.
Inizialmente conosciuta in ambito limitato, fu da Ruta messa a disposizione del MTR come organo di stampa e nel corso degli anni, grazie al lavoro della Gens Iulia che ne favorì diffusione e incremento di abbonati, divenne il periodico di approfondimento culturale sui temi della religiosità romano-italica.
Dopo la morte di Ruta, la gestione personalistica impressa alla direzione culturale de La Cittadella da Consolato snaturò l’originaria immagine esterna dell’MTR, provocando dissenso interno: dalla Gens Aurelia si distaccò la componente veneta e un fondatore, il citato Incardona, si allontanò. Non mancarono altri contrasti: nel 2009 venne espulso dal Movimento, per volontà unanime degli appartenenti alla Gens Iulia, l’editore Serafino Di Luia, da poco cooptato; di lì a breve seguirono le dimissioni di Consolato, che chiuse anche la Gens di Messina, e l’allontanamento di Del Ponte e di alcuni membri della comunità romana che costituirono una diversa associazione. Dal 2009, dunque, La Cittadella non è più stata l’organo dell’MTR, ma il foglio personale di Consolato il quale, pur dimissionario, ha continuato a stamparla per suo conto in accordo con l’editore e senza l’autorizzazione delle legittime eredi, le figlie di Ruta. Solo un’un’azione inibitoria intrapresa da queste ultime ha portato all’emissione di una recente ordinanza di sospensione della pubblicazione da parte del Tribunale di Roma.
4.       Notiamo con piacere che si è avviata una proficua collaborazione con un caro amico di Eretticamente, l’avv. Giandomenico Casalino: cosa vi lega ai suoi studi e alla sua visione del mondo, prettamente legati alle personalità di Evola e di Hegel?
A Giandomenico Casalino ci lega una visione verticale e solare che, partendo da un diverso punto di vista nella realizzazione del sé, va dritta al cuore della religiosità indoeuropea e cioè dell’Edda, dell’Iliade, dell’Eneide e dei Veda, dove la spiritualità classica già contiene quella ermetica come sua sapienza interna.
E’ un percorso platonista, in cui , certo si riconosce un Cicerone, un Simmaco, un Hegel o un Evola, ma è anche un cammino che va inteso in termini filosofici pagani, cioè come assimilazione fondata sulla gnosi, sul Sapere – che si identifica con l’Essere.
Aggiungo che, comunque, il demone di Casalino è presente nella nostra comunità sin dagli anni Novanta e  ha ispirato nella nascita del nostro Centro studi “Amor Roma”.
5.       A differenza di altre associazioni similari alla vostra, ci pare abbiate una concezione differente rispetto alla storia d’Italia, rispetto al tema tanto dibattuto del Risorgimento e soprattutto al rapporto tra Tradizione Classica e Massoneria?
Abbiamo la stessa concezione sulla massoneria che aveva Evola, il quale sosteneva (1974 in “Massoneria moderna e l’Inversione di Polarità”) che, nonostante molti  credano il contrario, “la massoneria preesistette al 1717 (anno in cui si costituì la grande loggia di Londra) e tale data non fu quella della sua nascita ma quella di una crisi profonda e di una specie di secolarizzazione e di inversione di polarità subita da una precedente tradizione. Ciò che, in realtà, a partire da quel periodo, si organizzo e si diffuse in modo sempre più vasto in Europa fu la cosiddetta massoneria speculativa, la quale negli stessi ambienti massonici moderni viene distinta dalla massoneria operativa”, quella cioè tesa al superamento della caducità umana e all’acquisizione di un sapere e di una libertà superiori.

6.       In Italia, suolo di Roma Eterna, da Romolo a Pomponio Leto vige un sospettoso silenzio, dalla scuola ai media, sui temi della Cultura Classica. Crede ciò sia dovuto solo all’antagonismo egemonico e secolare  della Chiesa o intravvede altri e più subdoli Avversari?
Non sempre nella scuola e sui media vige il silenzio sulla cultura classica: luci più o meno fioche sovente s’intravedono, e negli ultimi anni stanno aumentando.
La chiesa cattolica è un ostacolo come altri, organizzati e “di mestiere”.
Vedo però nemici più subdoli e più pericolosi nell’ateismo, nel relativismo, nell’ignoranza diffusa della grande storia, nell’indifferenza verso la cultura italiana, nello strapotere degli stati d’animo sui ragionamenti.

7.       In merito alle evidenti condizioni di decadenza non solo del mondo moderno, ma anche di tutto un mondo del tradizionalismo che spesso sfocia quasi nella parodia del Sacro, che non in un suo sperato recupero, voi intendete porvi come argine oppure giudicate non esserci i presupposti per un’analisi negativa, così come da noi sintetizzata?
Il Tradizionalismo italiano non esiste più come sistema di pensiero.
Gruppi di “amatori” sono spesso in guerra fratricida contro altri per ottenere “due paste e un cappuccino” di visibilità.
Del resto, la situazione ben riflette in sedicesimo, la catastrofe politica della destra italiana, la cui parabola discendente ha toccato il fondo.
Non c’è quindi più nessun argine da rafforzare o difendere.
Nel nostro piccolo però, abbiamo la cosa più preziosa, il tempo. Cerchiamo di metterlo a frutto, giorno per giorno, senza sprecarlo in dispute inutili.
8.       La società tradizionale sono Autorità, Ordine, Giustizia e Gerarchia, che sono i principi che governano il Cielo luminoso, i movimenti dei Pianeti e degli Astri, mediante Amor che muove il Sole e le altre stelle, come insegna Dante. L’uomo, Stato in piccolo, deve essere governato, illuminato, dalla Mente, dall’Intelletto che è il Sole dell’uomo ed è la sfera dell’ordine giuridico-religioso che forma, cioè dà la forma all’ordine politico che è l’insieme organico degli uomini, tanto i vivi quanto i morti, aventi il medesimo Destino, cioè un mandato sacro che proviene dal Divino e che quegli uomini devono riconoscere ed attuare, come Ordine degli Dei. E’ possibile, in tale ottica, una dinamica d’azione non solo in senso religioso, ma anche politica ?
Quanto affermate in premessa non solo lo crediamo, ma lo applichiamo – nei nostri limiti; e ciò a differenza di altri che se ne riempiono solo la bocca o ritengono questi capisaldi  “espressioni adolescenziali”.
Quanto alla politica, certo che è possibile una dinamica d’azione: basta volerlo.
Fuori dalle logiche destra/sinistra, però.
Le vecchie parole d’ordine, infatti, non hanno più domicilio nella politica italiana di oggi: sono svuotate, logore e non più capite.
Occorre uno sforzo intellettuale che innesti i nostri valori di linguaggio e tecniche nuove.
Gli esempi non mancano.

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Infine, una domanda che non vuole essere irriverente e che poniamo a tutti: perché tante comunità separate che si rifanno al tradizionalismo romano? E’ una necessità o vi è un’esplosione, come in politica, di personalismo? La ringraziamo del tempo che ha dedicato ad Ereticamente.
I personalismi hanno ucciso la nostra vecchia proiezione essoterica e, a volte, hanno minato anche legami interni faticosamente composti.
La forza magnetica della Romanità, però, è talmente forte ed attrattiva che ci può consentire di raccogliere sempre nuova linfa, nuovi slanci e superare qualsiasi ostacolo.

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