Il termine Ermetismo deriva dal personaggio della mitologia greca Ermes, il dio greco, figlio di Zeus e della ninfa Maia, considerato dai greci il discendente della divinità egizia Thoth, che copre un ruolo importante nel pantheon egizio. Toth l’assistente della dea Iside, lo scrivano, lo scriba degli dei, l’inventore dei geroglifici, il quale è anche la luce di Ra nel suo aspetto notturno, quindi colui che porta la conoscenza segreta e occulta. Thoth e Hermes vengono poi confusi e considerati come un singolo, noto poi come Ermete Trismegisto, il tre volte grande” Ermes è il Mercurio dei romani, il messaggero degli dei, caratterizzato dai calzari alati. Ermenìa in greco significa interpretazione, ermeneus colui che interpreta e ermeneuo insegnare. L’ermeneutica è la modalità che consente di interpretare un testo, e, forse e soprattutto, un testo sacro, ovvero tradizionale. Ermete ci ricorda quindi che è necessario acquisire le chiavi ermeneutiche e esoteriche per accedere alla conoscenza. Diventa quindi una sorta di simbolo della saggezza, quasi un archetipo al quale ispirarsi per ricercare la verità. Ermes e Mercurio, correlati anche a Esculapio e Anubi, rappresentano la potenzialità interiore che ci fa intravedere le verità. Ermetica pertanto può essere definita la modalità che può permettere la comprensione/interpretazione quindi la manifestazione di Ermes, ovvero del nostro piano interiore, che contiene la scintilla divina. Lo scopo della tradizione ermetica, come sempre, è quello di ricercare la percezione del mondo delle cause e il processo riguardante la perenne trasformazione del piano manifesto. Ovviamente non solo la percezione ma anche le modalità operative per raggiungere il nostro profondo e trasformarci realmente.
Il messaggio dell’ermetismo
La conoscenza di Ermete, o meglio dell’ermetismo, ci deriva in modo significativo dal cd. Corpus Hermeticum, il quale conta diciotto trattati, o logoi. La tradizione ermetica, tuttavia, considera altri testi che il Corpus non comprende, tra i quali il più importante è l’Asclepio, che generalmente viene pubblicato come appendice del Corpus Hermeticum. In tali opere sono descritti i modi mediante i quali ricercare il distacco e la comprensione appunto ermetica, quali, tra gli altri, la preghiera e il ridotto legame dalle contingenze terrene. Detti scritti attribuiti ad Ermete Trismegisto, compendiano gli aspetti sapienziali derivati anche dall’incontro della cultura egizia con quella greca. I testi ermetici trattano tematiche riguardanti la cosmogonia, la medicina, l’astrologia, l’alchimia, la demonologia ecc. Le teorie ermetiche fiorite probabilmente in ambiente Alessandrino risalgono all’epoca dei Tolomei. La loro sistemazione scritta, tuttavia, va dal I secolo al III secolo d.C.. L’ermetismo venne discusso da filosofi pagani e cristiani, influenzando sia le filosofie tardo-antiche sia il nascente cristianesimo, che poi cercò di combattere le dottrine ermetiche stesse dichiarandole eretiche. Nel VI secolo, la letteratura ermetica sembra scomparire per riapparire nel XI secolo, grazie a Michele Psello, erudito bizantino, il quale riscopre appunto la tradizione ermetica.
In genere istintivamente siamo portati a pensare quasi meccanicamente che la filosofia occidentale sia figlia di alcuni grandi pensatori quali Platone, Aristotele, Cartesio, Spinoza, Kant, Hegel ecc. dimenticando il grande apporto dato da un flusso di pensieri considerati minori, quali quelli riconducibili alla Tradizione, nella fattispecie la tradizione ermetica, frutto nel suo insieme scaturito dalla mente di pensatori sconosciuti, che per secoli, attraverso un fiume carsico ha accompagnato anche la storia del pensiero occidentale, si manifestano e scompaiono, per poi ricomparire sotto nuove forme. L’ermetismo appare come uno strumento per ricercare la conoscenza, mediante un insegnamento esoterico e iniziatico che, come tale, è riservato di fatto a una minoranza il cui scopo, come per tutti gli ambiti iniziatici ed esoterici, è quello di consentire l’accesso ad un mondo comunemente non percepibile/segreto. L’ermetista vede quello che non si vede con gli occhi, vede il mondo nella sua realtà, oltre le apparenze, cogliendone le cause essenti. I maestri dell’ermetismo hanno trasmesso la dottrina ermetica mediante allegorie e descrizioni simboliche per indicare i principi ed le operazioni che ne costituiscono il percorso operativo, riferendosi al “Corpus Hermeticum”, attribuito a Ermete stesso. Nel “Corpus Hermeticum” leggiamo ad esempio:
“Innalzati oltre ogni altezza, discendi oltre ogni profondità, raccogli in te tutte le sensazioni delle cose create, dell’acqua, del fuoco, del secco, dell’umido. Pensa di essere simultaneamente dappertutto, in terra e mare e cielo: che tu non sia mai nato, che tu sia ancora embrione, giovane e vecchio, morto e oltre la morte. Comprendi tutto insieme: i tempi, i luoghi, le cose, le qualità e le quantità“.
Da quanto si rileva appare altresì evidente che chi inizia questo percorso deve ispirarsi a una concezione eroica/attiva, non sacerdotale/devozionale, e ne deve comprendere la modalità essente. Dal Corpus Hermeticum si rileva la complessità della “dottrina ermetica”. L’ermetismo non può essere considerato una corrente filosofica o una religione, ma un insieme di principi spirituali-religiosi ed etico-morali. Esso appare un insieme che vuole trasmettere l’armonia totale della manifestazione sia cosmica sia umana, con riferimento alla similitudine tra macrocosmo e microcosmo. In prima approssimazione l’ermetismo sembra anche avvicinarsi allo stoicismo. Ma analizzando la tradizione ermetica si colgono essenzialmente principi che sono vicini allo gnosticismo. Ciò in quanto l’uomo attraverso la divinità può annullare il suo ego materiale e accedere ai piani superiori, cogliendo la sapienza o addirittura annullando la sua materialità e reintegrando quindi la sua natura divina.
Ermetismo in Oriente
Mentre occidente, come cennato, il Corpus Hermeticum sembra scomparire tra il VI secolo e l’XI secolo, in oriente se ne rileva una significativa presenza.
W. Scott ritiene che sarebbe stato mantenuto dai Sabei un culto dedicato a Hermes-Thoth fino all’XI secolo. Anche il mondo islamico è interessato a Hermes. Infatti è riconosciuto come profeta peraltro tra i più esoterici. Ciò anche perché l’Islam non ha mai presentato una nuova rivelazione; Maometto è il “sigillo dei profeti”, ovvero l’ultimo anello di una catena di profeti (Noè, Mosè, Gesù, ecc.), tutti i possessori di una parte del messaggio divino. Hermes appare più volte nel Corano con il nome di Idris.
Nella tradizione islamica, si rilevano tre figure di Hermes. Hermes Maggiore che è vissuto prima del diluvio. Egli da divina ispirazione alla scienza della scrittura, all’astronomia e all’architettura. E’ stato lui che ha costruito le piramidi ed ha trasmesso con i con geroglifici i segreti della creazione, per preservare la conoscenza. Hermes babilonese, che visse dopo il diluvio. Maestro delle scienze mediche, filosofiche e matematiche. Hermes egizio, maestro di Esculapio. Colui che ha insegnato l’alchimia e considerato una delle più grandi autorità nel campo della magia e dell’occulto. Idris, figlio di Yared, il grande-nipote di Seth, che ha vissuto poco prima di Noè è stato lo scienziato il cui messaggio è stato la trasmissione di tecniche anche spirituali. Idris-Hermes non ha ottenuto questa conoscenza dalla ricerca personale, ma dalla ispirazione divina. Queste scienze, quali la matematica, l’astronomia, la medicina, sono tutte derivate dal divino. Idris-Hermes è portatore di una sapienza totale, non di una scienza meccanica, ma della scienza, la scienza del mondo, degli uomini e dell’universo, ove il microcosmo e il macrocosmo sono la manifestazione della sapienza divina. Idris è uno dei quattro pilastri della gerarchia mistica sufica. Questi quattro pilastri sono in realtà quattro profeti immortali che torneranno alla fine del tempo per svolgere un compito specifico. Ma Idris non ha né la funzione né ruolo storico. Da dove viene questa vaghezza? E ‘davvero una mancanza di precisione? O per evidenziarne una funzione esoterica che va al di là degli ambiti temporali?
Pierre Lory ha sottolineato che secondo fonti esoteriche musulmane, Hermes avrebbe scritto odi in arabo, ebraico e siriaco. Questa polyglossia è il segno della atemporalità e della universalità di Idris-Hermes, quindi non legato ad alcun particolare tradizione ma certamente riferibile anche a tutte le tradizioni monoteistiche.
Ermetismo in Occidente
In Occidente la tradizione ermetica trova molta eco tra gli alchimisti. I primi grandi trattati di l’alchimia occidentale cominciano a comparire nel XII secolo con la prima traduzione latina del Libro di Compositio Alchemiae tradotto da Roberto di Chester (1144). Va inoltre ricordato De Alchimia di Alberto il Grande, il trattato della Pietra Filosofale di San Tommaso d’Aquino, la Lettera sulle meraviglie della natura e dell’arte di Ruggero Bacone, il Rosario dei Filosofi di Arnaldo da Villanova, l’Ars Magna di Raimodo Lullo, etc.
Stiamo parlando di vera alchimia, l’alchimia spirituale volta alla ricerca della pietra filosofale interiore, non quella dei “soffiatori” e alchimisti finalizzata solo alla produzione di ricchezza materiale. La quale in questo contesto “dimentica” il Pimandro ma utilizza l’Asclepio. Il testo probabilmente il più studiato dagli alchimisti di allora è la Tavola di Smeraldo (Tabula Smaragdina). L’ermetismo irrompe in occidente, anche a seguito della caduta di Costantinopoli. Il cardinale Bessarione porta in occidente molte opere riguardanti la cultura greca, tra le quali anche gli scritti ermetici. Il Corpus Hermeticum arriva a Firenze, ove Cosimo de’ Medici incarica il Ficino per la traduzione. Successivamente l’Asclepio viene stampato a Roma e il Pimandro a Treviso. Da allora inizia una crescente diffusione di queste opere ermetiche nel mondo occidentale. L’occidente cristiano, si trova di fronte a una sorta di nuova rivelazione, antica e diretta, che inevitabilmente porta al confronto con la Bibbia, testo sacro per eccellenza. Il Corpus Hermeticum da origine a riflessioni sia filosofiche sia teologiche, talvolta contrastanti la tradizione cristiana. Come non ricordare Giordano Bruno, che definì ‘religione’ la magia egizia. L’ermetismo apporta quindi un contributo molto importante alla formazione del pensiero moderno, causando l’abbandono della scienza costruita sulle dottrine di Aristotele e Galeno, che di fatto impediva ogni possibile progresso, in quanto i conservatori di tutta Europa, cattolici o protestanti che siano, ritenevano non possibile qualunque cosa diversa da quelle derivate dalla filosofia peripatetica, perché ritenuta conforme all’ordine divino. Grazie alla riscoperta di queste opere, uomini come Marsilio Ficino e Pico della Mirandola diventano gli antesignani della figura dello studioso rinascimentale. Studioso che ricerca la conoscenza più perfetta delle scienze (medicina, astronomia, grammatica e teologia) unita alla più profonda ricerca spirituale interiore (Kabbalah, la magia, l’astrologia e alchimia), al fine di soddisfare il raggiungimento della conoscenza, vedendo in tutto l’opera di Dio, e studiando tutte sue manifestazioni nelle più possibili sfaccettature. Nel 1614, Isaac Casaubon ripristina la vera datazione dei testi attribuiti a quello che ha definito “contemporaneus Moysi”, ovvero Ermete. Non per questo l’ermetica riduce il suo prestigio, anzi le correnti esoteriche continuano a prosperare fino ai giorni nostri. Questi testi, risalenti al II secolo d. C., che trasmettono la conoscenza e la saggezza, sono senza tempo, in quanto parlano dell’uomo e dell’universo.
Nel XVII secolo, Ermete sembra dimenticato. Ma l’ermetica sopravvive in modo nascosto, dietro a tutti i movimenti esoterici in cerca di una comprensione gnostica del mondo e per contribuire alla ricerca della pietra filosofale. Il XVIII secolo, torna ad essere ermetico, in una forma cristianizzata dell’illuminismo sottostante. Nel XVIII secolo abbiamo Voltaire che esalta le virtù della ragione ma anche Louis Claude de Saint-Martin che ci trasmette la tradizione, in particolare volta alla reintegrazione. Esoteristi e Illuminati del XVIII secolo non sono estranei al loro tempo, hanno sete di conoscenza universale, studiano l’uomo e il Grande Libro della Natura, non soddisfatti dalla nuova scienza ufficiale che riduce l’uomo al prodotto passivo di leggi meccaniche.
Ermetismo oggi
Ancora oggi alcuni gruppi esoterici e iniziatici autentici studiano i testi e gli insegnamenti ermetici. A parte le idee (spesso erronee) che si possono avere sull’esoterismo in generale, quale utilità può derivare dallo studio del. Corpus Hermeticum? Siamo forse di fronte a un insieme di vecchi testi polverosi che dovrebbe attirare l’attenzione solo di alcuni studiosi e storici? Potrebbe essere considerata una particolare forma di conoscenza del pensiero antico, pre-scientifico, di testi da annoverare tra le espressioni della superstizione e dell’ignoranza umana, quali alchimia, esoterismo o il ricordo di personaggi sui generis quali Paracelso, Jacob Bœhme, Robert Fludd ed altri?
Molto probabilmente no, l’ermetismo appare ancora attuale anche ai nostri giorni riguardo la ricerca volta alla comprensione tra i rapporti tra l’uno e il molteplice, tra la materia e lo spirito. Ermete forse può essere considerato l’ermeneuta per eccellenza, in quanto ci fornisce le chiavi per comprendere le trasformazioni e le vere rinascite. Ma in realtà i testi ermetici, in particolare, sono e rimarranno sempre validi. Essi non trasmettono idee obsolete o antiche, essi ci parlano di eternità. Lungi dall’essere un insieme di curiosità e superstizioni, ci aiutano a comprendere la natura umana profonda, quella parte di noi stessi che è in costante rapporto con la natura e tutto il creato. Scevri dal dogmatismo, questi testi ci invitano alla riflessione sulla condizione umana, richiamando alla mente il moto delle stelle e la divinità che risiede nel nostro cuore, ove si cela il mistero, le fonti della vita, al di là i confini della vita e della morte, consentendoci di accedere in un luogo ove si compie la trasmutazione, quando l’uomo diventa autenticamente umano per poi rinascere a se stesso. L’ermetismo è anche questo, un viaggio favoloso che ci aiuta a trasformarci, almeno parzialmente. Questa è la vera realizzazione in ossequio alla massima senza tempo scritta sul frontone del tempio di Delfi: “Conosci te stesso e tu conoscerai l’Universo e gli Dei “.
Augusto Vasselli
Presidente onorario del Nuovo Corriere Nazionale
(https://www.nuovocorrierenazionale.com/)
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