Secondo i vocabolari etimologici l’appellativo lat. insula, i(n)sula «isola» (REW) è fino al presente di origine incerta (DELL; DELI) oppure di origine “mediterranea” (DEI, AEI). A mio giudizio si tratta di un relitto del sostrato linguistico “tirrenico”, cioè etrusco e protosardo assieme.
Tra i relitti della lingua etrusca purtroppo troviamo soltanto il gruppo consonantico INŚ( , il quale però quasi certamente ha perduto la parte finale (ThLE²).
Siamo molto più fortunati col sostrato (proto)sardo, nel quale abbiamo i seguenti relitti, documentati in tutta la Sardegna: iscra, isca, íscia, isqra, iscla (mediev.) «isola fluviale», «zona coltivabile presso corsi d’acqua, zona di orti, aiola, zona di aiole»; (Nùoro) bentu ‘e Iscra Ruja «greco, grecale» (vento di Nord-Est), letteralmente «vento dell’Isola Rossa» (quella a Sud di Capo Coda Cavallo, la quale risulta proprio a Nord-Est del Nuorese); il quale corrisponde al lat. ins(u)la «terra alluvionale circondata da un fiume, isola».
Presso Sassari esiste il toponimo Giòscari, il quale ha tutte le parvenze di essere un relitto protosardo, di numero plurale, esattamente come Bànnari «avvallamenti», Bùnnari «(vallata di) alveari» e anche Sàssari = «sassi, recinti o ricoveri di sassi».
Pertanto è molto probabile che in effetti Giòscari significhi «Orti, zona di orti».
In epoca medievale però questo toponimo compare al numero singolare, come è ampiamente documentato dal Condaghe di San Pietro di Silki (42, 44, 89, 194,195, 261), Joscla.
E si può pertanto concludere con buona verosimiglianza che gli italiani isola, ischia, Ischia (nel golfo di Napoli) ed inoltre i (proto)sardi iscra, Joscla, Giòscari sono relitti del sostrato “tirrenico”, cioè sardo ed etrusco assieme.
Non c’è alcunché di strano nella conservazione di questo relitto nell’isola di Sardegna e pure nell’Etruria: questa terra infatti era circondata dalla vistosa e importante Isola d’Elba e dalle isolette dell’Arcipelago Toscano.
Massimo Pittau
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