Ho avuto la fortuna di studiare al liceo classico, fra le altre cose. Ed il latino, anche grazie ad un grandissimo professore, mi è non solo piaciuto, ma addirittura entrato nel sangue. Di più, appassionato anche di Storia, ho sempre più apprezzato la storia di Roma, della Roma vera, non quella debosciata di oggi e neppure di quella inquinata da riti semiti che la chiesa ci ha imposto (saccheggiando ampiamente culti come quello di Mitra, precedenti Religioni pagane, financo riti celtici o barbarici in genere). Il mio amore si è fissato sulla Roma Imperiale, sulla Roma feroce e civile, sulla Roma che ha trasmesso diritto e gloria per millenni ed a cui ancora oggi siamo debitori. Amo quella Roma che o ti ci alleavi o ti spianava, nel senso letterale del termine. Quella Roma che rase al suolo Gerusalemme, – rognosetto botolo infingardo –, e per buona misura anche Masada: il benemerito futuro Imperatore Tito ne abbia gloria eterna.
Ebbene quella Roma poteva affermare orgogliosamente e con diritto che il Mediterraneo e dintorni era “Mare nostrum” (in effetti era quasi un enorme lago all’interno dell’Impero, solcato dalle navi da guerra e da commercio delle flotte romane).
Oggi le amebe scodinzolanti a voleri altrui che gestiscono la debosciata Roma attuale si sono inventate l’operazione “Mare nostrum” per facilitare l’invasione da sud di masse di arabi e negri, quasi tutti islamici, che deliberatamente invadono la Penisola. A parte l’errore grammaticale, l’operazione “mare nostrum” è moralmente una bestemmia. Mi è capitato di vedere una videata del centro di controllo di Roma, che inquadrava il Canale di Sicilia: mi è tornata alla mente istantaneamente l’invasione dell’Europa in Normandia, il cosiddetto D-day, nel 1944. Stessa quantità di “puntini” sullo schermo. Una tragedia. Un’invasione. Uno sfacelo della nostra civiltà.
Mare nostrum? Maledetti lacchè di chi questa invasione ha voluto e progettato! Servi striscianti e viscidi! Avete svenduto dignità, sicurezza, lavoro, risorse, difesa degli Italiani, per obbedire ai voleri altrui.
Non vanno in Grecia, non vanno in Spagna, non vanno a Cipro, non vanno in Francia, le masse di invasori: là sparano e reagiscono, come giusto.
Vengono da noi, che abbiamo calato le braghe. E, constatato che qui possono fare i prepotenti, accampano diritti, pretendono benefici, sfottono la nostra gente. Quando non fanno di peggio.
Oggi, visti i costi e di fronte all’evidenza dell’impossibilità di reggere all’invasione, i governicchi italici hanno chiesto aiuto a quell’Europa che fino ad ora se ne è fregata, dicendoci che (Accordi di Dublino) erano affari nostri.
Nasce così “frontex plus”, in sostituzione di “mare nostrum”. Già il titolo mi sembra il nome di una medicina lassativa e diuretica. Ma poi cosa succederà? Avremo anche altre navi che raccoglieranno gli invasori per scaricarceli sulla groppa.
Bisogna fermarli dai punti di partenza. So di dare un dispiacere alla Caritas ed alle altre associazioni che lucrano sui fondi sottratti agli Italiani e dati a gestione dei clandestini, ma o li si ferma ora, a casa loro, o finiremo per spararci per le strade. E non manca molto. Il buonismo peloso non ci difende. Se gli islamici vengono da noi, si ficchino nella zucca che qui è casa nostra e non loro. Si adeguino e stiano zitti ed a cuccia. Attenzione, abbiamo, come europei, ancora la forza e le capacità belliche di azzerarli, di fare neri i loro cieli. Ci stiamo avvicinando a quel momento.
E diciamo a tutti a chiare lettere che questa è la strategia degli SUA che vogliono scagliare l’islam contro l’odiata Europa, per poter fungere ancora una volta da gendarme del mondo e controllare il nascente rifiorire della forza Europea, imperniata sull’asse Berlino-Mosca. Che è il vero incubo degli yankee.
Fermiamoli ora, subito, a casa loro. Qui non c’è posto, lavoro, risorse né cultura per l’islam. Li abbiamo cacciati secoli fa dalla Spagna. Li abbiamo massacrati a Lepanto. Li abbiamo respinti da Vienna. La storia insegna qualcosa o no?
Fermiamoli e rispediamoli a casa loro.
Non li vogliamo.
Europa erwache!
Fabrizio Belloni
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