Riflessioni sulla nuova edizione dell’opera “La Chiave della Sapienza Ermetica secondo Domenico Bocchini, Giustiniano Lebano e Giuliano Kremmerz,”.
Non credere che la presente opera non sia scritta per essere da tutti intesa: anzi, noi l’abbiamo conciliata, nel suo didascalico istruttivo, in modo da essere più chiara possibile. A tal proposito, calza la frase del Grande Hierophante Giustiniano Lebano:
«Bisogna studiare per sapere, sapere per comprendere, comprendere per giudicare…I libri promettono, per solleticare le passioni umane, cose strabilianti. Risolvono il problema dei loro autori sulle passioni umane, proprio come i pescatori che si impossessano dei pesci ingannandoli con un buon boccone, che nasconde l’amo. Così abbondano ciarlatani e pal
Così il Maestro Giuliano Kremmerz, ne L’appello agli aspiranti alla Luce, introduceva la sua opera, specificando che avrebbe pubblicato cose mai scritte per offrirle alle anime pure di coloro che erano desiderosi di conquistare il sapere ermetico. Prendendo a modello l’esempio di Amore del Maestro Kremmerz, per lunghissimo tempo siamo rimasti incerti e dubbiosi se fosse giusto pubblicare documenti preziosissimi ed informazioni delicate riguardanti i rapporti iniziatici tra Leone Caetani e Giustiniano Lebano. Pur essendo certi che sarà difficile la comprensione, essendo il volgo sempre il peggiore interprete della Verità “perché la lotta contro la metafisica vuota e la bestialità inetta è spaventevole anche per gli eroi della favola classica”, siamo convinti che un seme di conoscenza vada comunque abbandonato nella terra. Non importa se i cani ululeranno sempre alla luna o morderanno la terra che noi calpestiamo:
«gli scettici, uomini che dubitano di tutto e principalmente di se stessi, non si lasceranno convertire. Essi rappresentano il volgo di tutti i tempi e di tutte le nazioni: non credono che ai fatti compiuti, perché non pensano e non accettano che la filosofia della massa, di cui essi sono il numero».
Siamo stati autorizzati a pubblicare questi sacri documenti fino ad ora tenuti rigorosamente custoditi, manoscritti sottratti per la loro qualità hierophantica a qualunque mercato, per due motivazioni. La prima è stata quella di sigillare la Verità. Chi tace la Verità è come se dicesse il falso e passa nella classe dei vigliacchi, che non hanno stima di sé. Questa colpevole omissione si tradurrebbe quindi in una sorta di vergognoso cedimento o fuga di fronte alla menzogna, all’errore e alla malvagità di quelle che il Maestro Kremmerz definiva le genie infernali umanizzate. Vigilare sempre. Non permettere mai all’errore ed alla menzogna di dilagare indisturbati. Testimoniare la Verità, in modo che essa continui a splendere per coloro che la cercano, malgrado la nebbia e le esalazioni di palude e di ammassi di letame. Tacere, quando si deve e si può parlare, costituirebbe una colpa verso la tradizione degli Antichi Padri. Tempi di orrore, in cui l’arroganza ed i pregiudizi strozzano la Virtù.
Il tempo era maturo per alzare il simbolo romano del gladio d’onore, di vedere tutto l’edificio di vili menzogne, fabbricato in lunghissimi anni di falsità, cadere… come un corpo morto cade. Non siamo più disposti a rinunciare a nulla, nella sacra lotta contro l’errore, l’impostura, la mistificazione; dovevamo testimoniare l’Amore e la Fedeltà nei confronti dei nostri Maestri, incompresi e vilipesi, loro generosi dispensatori d’Amore e Sapienza. L’Apostolato di Verità Assoluta è fatto di silenzio: non parlate se non volete ritornare nelle tenebre della volgarità. Essa non è affare giochetti di prestigio e di illusione di fronte ad un pubblico ingenuo e curioso, ed ha conservato la Chiave di Verità che il volgo imperfetto deve ignorare.
Per Legge di Giustizia Assoluta, “le cose di valore massimo” sono da sempre custodite da chi ha il “diritto di imporsi”; il Fato è lo stesso di fatto e ha determinato che il “Patrimonio dei Numi” non cadesse in mani profane, impure e malvagie. Senza il consenso “Consesso dei Numi” che non tollera siano violate e ignorate le prescrizioni poste da esso a presidio della Iniziatura Vetusta, le Porte Auree sono destinate ad essere inesorabilmente sbarrate. Ad aprirle non possono bastare gli intrighi, le falsificazioni, le infinite analisi grammaticali, i furti e le carte rubate da archivi, le astuzie, le false trasmissioni iniziatiche. Sigilliamo: il mistero, da sempre, è perfettamente occultato e custodito e nella sua essenza irraggiungibile. Il Principio si occulta allorchè un segno si ritira misteriosamente nell’Invisibile, nell’immediatamente inaccessibile, ma continua ad essere presente, celato all’esteriorità profana e raggiungibile per vie misteriose prima, e Arcane poi. La Fiamma Sacra non si è mai spenta, conservata da Sacerdoti con mani pure e degne, e religiosamente trasmessa di generazione in generazione da Hierophanti cui fu affidato via via il deposito sapienziale.
La seconda motivazione è stata quella di spuntare le armi dei “ciarlatani”, per impedire di fare abboccare ai loro ami di falsità altre anime pure e innocenti. Non per vanità, né per vanagloria, ci siamo decisi a mostrare ciò che avremmo voluto rimanesse occulto, ma ripetiamo, per impedire che ancora una volta le menzogne e il frutto infetto dell’impostura passino impunemente come Verità, che la superbia venga scambiata per Sapienza, che la malvagità sia spacciata per Virtù, che il grammaticismo venga confuso con le Scienze del vero, che il tradimento e l’ipocrisia siano smerciati per lealtà e onestà.
Noi affermiamo e sigilliamo: tutto ciò che è stato detto, scritto, interpretato, documentato, sulle Scienze Sacre, sulla Iniziatura Vetusta, è falso, volgare, grammaticale ed erroneo. Così è stato fatto per Roma. Che cosa si conosce della sua antichissima storia? Nulla. E poiché nessuno ha mai saputo, né mai poteva sapere interpretare i suoi simboli, tutto è stato tramutato in favola. Parliamo infatti di simboli e non di persone, come hanno creduto erroneamente i grammatici. Roma è nome Arcano e Teocratico: Arcano, perché costituito nel mondo occulto; Teocratico, perché un governo di Numi ne stabilì l’origine. Quindi Roma ebbe la città pubblica, Delia, apparente, visibile e l’Urbe sotterranea, quest’Urbe A-delia, non visibile fu chiamata anche VALENTIA, che si spiega: giace all’interno, ove vi è la Divinità.
Ecco perché, di tutte le antiche opere dei Classici delle Sacre Scritture che contengono tesori di infinita Sapienza, non abbiamo altro che le vulgate, cioè divulgate per il volgo. Comprendete che i Classici contengono tutt’altro che quello che le versioni volgari gli attribuivano, poiché i Classici erano scritti tramite l’ideografia, cioè la scrittura allegorica dei Numi, che non avevano nulla in comune con l’interpretazione volgare. La Dea Fortuna ci ha accompagnato nel ritrovare quei manoscritti che si sono salvati dalla distruzione operata con perseveranza nei secoli dalla mano che non voleva si venisse un giorno a conoscere la Sapienza Arcana e a leggersi il vero che i Classici contengono, e si seguitasse a vivere senza alcuna conoscenza della storia vera del mondo antico e delle sue Dottrine Sapienziali. Facciamo riferimento a un manoscritto in cui si spiega il modo di interpretare le Dottrine Sacre Arcane, le infinite Tavole di Bronzo, i Sacri Segni dei Padri dell’Urbe, il Valore Arcano dei Nessi e Cifre che sono nei Classici.
Questo è uno dei tanti “rincappi del Filo di Arianna”, mai interrotto. Si imponeva soltanto un poderosissimo e possente silenzio, e la necessità di ricorrere alla stadera dell’intelletto, ove ogni parola era da pesare con la bilancia di Ermete; ogni immagine è un Inno all’Unità del Creato, è Scienza Divina, proposta divinamente; ogni anagramma, ogni monosillabo staccato e le dizioni negative poste in forma positiva. Le parole generano altre parole, per assonanza, per radice adattata, per similitudine, per anagrammi e così via, come nell’Usia delle cinque lettere ultime, che si dicono rinvenute da Mercurio Trimegisto.
Gli Antri del Mistero, i Labirinti, la Reggia di Pluto, la Lupa che fa poppare i due gemelli, il latte della Lupa, l’albore della Luce che nutriva i due Senati Gemelli, gli Idoli, i Penati, i simboli dei Gentili erano tutte le lezioni che gli Epopti impartivano agli alunni Palladii per la conoscenza delle Arti e delle Scienze.
La Chiave della Sapienza Ermetica costituisce l’apertura della serratura della soglia che custodisce questa Sapienza Assoluta. Oggi, dopo aver visto fallire tutti i tentativi operati in maniera subdola e con irreale creatività, quali gli archivi inventati, le inesistenti gerarchie, i parlari volgari, i discorsi da strada, distruggiamo definitivamente la barbarie che “sub specie vanitatis” hanno tentato di imprimere in questa Italia, dimora del Nume Arcano, il proprio costume: che mai e poi mai possa più trovare ascolto la vanagloria, l’ignoranza assoluta, l’egoismo, la prevalenza grammaticale, l’orgoglio, la falsa personalità, la hybris, la presunzione.
Amico lettore: noi ti offriamo l’Opera, che è il frutto di lunghissimi anni di studio. Ci siamo nutriti di questo bellissimo cibo dei Numi, che è la Sapienza, estraendo l’Oro da questa inesauribile miniera. Nostra intenzione è stata unicamente l’Amore per la vera Roma Arcana e per la Sapienza, cui abbiamo consacrato tutta la nostra vita, anzi, per cui ha avuto un senso e un frutto il nostro vivere. Tutto sarà ammantato di luce nuova, dovendo imporre un riconoscimento: noi abbiamo tentato un bellissimo cammino, sotto l’auspicio del Sole Arcano dei Gentili e dei Numi Immortali, sotto la tutela magistrale di Domenico Bocchini, Giustiniano Lebano e Giuliano Kremmerz.
Riccardo Donato
La Chiave della Sapienza Ermetica
Secondo Domenico Bocchini, Giustiniano Lebano e Giuliano Kremmerz
Introduzione di Piero Fenili
Volume 1 – Terza edizione con una Appendice e nuovi Allegati inediti
Edizione numerata in ampio formato (cm. 32 x 22), 242 pagine, numerose ill. € 30,00
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