12 Ottobre 2024
Società

La Cina si posiziona in un mondo che nemmeno Orwell avrebbe immaginato – Alexandre Aget(*)

SIETE PRONTI A PARTIRE PER LE VACANZE, I VOSTRI BAGAGLI SONO FATTI, LA CAMERE SONO PRENOTATE; C’E’ SOLO UN PROBLEMA: IL GOVERNO HA ANNULLATO I VOSTRI BIGLIETTI. È CIO’ CHE SUCCEDE IN CINA E DECINE DI MILIONI DI CINESI VENGONO SANZIONATI PERCHE’ IL LORO “PUNTEGGIO DI CREDITO SOCIALE” È STATO ABBASSATO. UN METODO DI SORVEGLIANZA ORWELLIANO INVENTATO DAL PARTITO COMUNISTA CINESE PER TENERE LA POPOLAZIONE AL GUINZAGLIO.

La Cina si è appropriata della gestione delle nuove tecnologie e sta diventando, sotto i nostri occhi, un leader nel settore. Big data, riconoscimento facciale, algoritmi predittivi non hanno più segreti per i cinesi; ne sono diventati dei maestri. In altri paesi lo sviluppo delle nuove tecnologie è per migliorare la vita delle persone. Era il credo della Silicon Valley alle sue origini. Ma in Cina le nuove tecnologie sono destinate a sorvegliare la vita delle persone in ogni angolo della loro vita.  Il medio Impero sta costruendo una gigantesca rete sociale, forte di 1 miliardo e 400 milioni di persone. Ciascuna di esse viene notata in base al suo comportamento nella vita quotidiana, scannerizzata nel minimo gesto da 200 milioni di telecamere di sorveglianza. Gli algoritmi dello Stato calcolano quindi per ognuna il suo “credito sociale”. Benestare oppure ostacolo per spostarsi o beneficiare dei servizi pubblici.

 

PRIMA DITTATURA DIGITALE AL MONDO

George Orwell, autore di 1984 e creatore di Big Brother (Grande Fratello), nemmeno nei suoi peggiori incubi avrebbe mai immaginato una simile distopia. Un’intera popolazione di oltre un miliardo di persone sorvegliata in ogni suo minimo gesto e identificata in base ai suoi comportamenti. Una nota algoritmica attaccata ad ogni cittadino, sintesi di un controllo totale e di massa. La Cina sta diventando la prima dittatura digitale al mondo.

State tentando di attraversare la strada quando il semaforo è verde (per le auto)?  Il vostro viso viene riconosciuto all’istante dalla telecamera di sorveglianza installata a poca distanza ed una voce diffusa con l’altoparlante vi ordina di arretrare immediatamente e di ritornare sul marciapiede. Non si tratta unicamente di un ordine ai fini della sicurezza stradale. Infatti il vostro “punteggio sociale” si abbasserà all’istante di qualche punto come conseguenza della punizione per questo atto incivile.

Dal 2014 le autorità hanno sperimentato il “credito sociale” in tutta la Cina. Ogni cittadino cinese detiene un capitale di 800 punti come credito al suo punteggio sociale. In qualsiasi momento può perdere dei punti ed il suo saldo, aggiornato in tempo reale, viene strettamente associato alla sua identità. Se il vostro punteggio è buono potrete circolare, prendere l’aereo, spostarvi liberamente, accedere ai servizi, altrimenti siete condannati alla detenzione domiciliare e diventerete presto un paria della società. Vengono tolti punti per aver infranto la legge oppure, in alcune regioni, per aver commesso infrazioni minori come portare a spasso il cane senza guinzaglio.

 

IL CREDITO SOCIALE UNIVERSALE

Questo perché il credito sociale tocca tutti gli aspetti della vostra vita.  Infatti grazie alla magia di big data, i sistemi di riconoscimento visuale sono collegati ai dati fiscali, finanziari, giuridici, medici, di qualsiasi cittadino. I dati sono trattati in tempo reale da mega-servers pieni zeppi di intelligenza artificiale. Per avere quindi un buon punteggio sociale non basta attraversare la strada col semaforo rosso (per le auto) ma bisogna pagare le fatture puntualmente, fare la raccolta differenziata dei rifiuti, fare del volontariato, non fumare nei luoghi pubblici, ecc. Il punteggio sociale è la sintesi di tutta la vita cittadina di un individuo. Questo punteggio è il benestare per accedere ad esempio più facilmente all’ottenimento di crediti oppure per evitare di fare la coda ai servizi ospedalieri. Ad ogni infrazione il punteggio sociale diminuisce e con esso aumenta il rischio di ricevere ammende finanziarie o degli ostacoli alle proprie libertà. Una forma di dittatura digitale basata su una gestione algoritmica. Secondo un’inchiesta della Associated Press (https://www.apnews.com/9d43f4b74260411797043ddd391c13d8) 17,5 milioni di biglietti aerei sono stati bloccati lo scorso anno per reati di “credito sociale”, comprese tasse non pagate e multe, nel quadro di un sistema che, secondo il Partito Comunista al potere, migliorerà il comportamento della popolazione. Altri 5,5 milioni di persone si sono viste proibire l’acquisto di biglietti ferroviari secondo il National Public Credit Information Center (Centro Nazionale Informativo del Credito Pubblico).

Il partito al potere afferma che le ammende e le ricompense del “credito sociale” migliorano l’ordine in una società in rapida evoluzione dopo tre decenni di riforme economiche che hanno messo sottosopra le strutture sociali. Questo sistema va visto nel quadro degli sforzi intrapresi dal governo del presidente Xi Jinping per utilizzare tecnologie che vanno dal trattamento dei dati alla sequenza genetica e al riconoscimento facciale. (http://up-magazine.info/index.php/technologies-a-la-pointe/technologies/7490-I-arsenal-de-surveillance-ultra-high-tech-de-la-police-chinoise) per rafforzare il controllo.

Il partito comunista cinese vuole arrivare ad un sistema nazionale entro il 2020 ma non ha ancora precisato nei dettagli come funzionerà. Fra le possibili sanzioni figurano restrizioni agli spostamenti, agli affari e l’accesso all’educazione. Uno slogan viene attualmente ripetuto nei media di Stato: “Una volta che avrete perso la fiducia che noi abbiamo in voi, avrete a che fare con delle restrizioni, ovunque”.

 

LE DITTE SOTTO STRETTA SORVEGLIANZA

La sorveglianza di massa non riguarda soltanto gli individui ma anche le ditte che hanno anch’esse il loro “punteggio sociale”. Le ditte che figurano sulla lista nera possono perdere contratti statali o l’accesso a prestiti bancari oppure vedersi proibire di emettere obbligazioni oppure importare merci. Secondo il centro informativo del governo, i reati sanzionati l’anno scorso (2018) a titolo di “credito sociale” comprendevano la pubblicità ingannevole oppure la violazione delle regole di sicurezza dei medicinali.

A 290.000 persone è stato impedito di occupare dei posti di lavoro come quadri superiori oppure di agire in qualità di rappresentanti legali di una ditta. Che siano società cinesi o straniere il loro comportamento viene monitorato nei dettagli. Al nostro link http://www.up-magazine.info/index.php/economie-de-linnovation-4/7769-les-travailleurs-chinois-sont-les-plus-surveilles-au-monde-meme-leurs-emotions-sont-controlees-en-temps-reel informavamo come alcune ditte si sono dotate di apparecchiature di “sorveglianza emotiva” per monitorare, in tempo reale, lo stato emotivo dei loro dipendenti. Dei leggeri sensori integrati nei copri-capo o nei caschi dei lavoratori trasmettono senza filo i dati delle onde cerebrali ad un computer. Questo funziona probabilmente come un elettroencefalogramma come fatto notare dalla Rassegna Tecnica del MIT (https://www.technologyreview.com/the-download/611052/with-brain-scanning-hats-china-signals-it-has-no-interest-in-workers-privacy)

In seguito degli algoritmi di intelligenza artificiale scannerizzano i dati alla ricerca di valori aberranti che potrebbero indicare uno stato di ansia o di rabbia.

Questa sorveglianza di massa è cominciata nel 2000 con la messa in funzione da parte del ministero della polizia “dell’Orecchino d’oro” (dal nome del progetto) di una rete digitale su scala nazionale per seguire gli individui.

In alcune regioni la sorveglianza digitale si accompagna ad una sorveglianza genetica. Dei militanti dei diritti umani affermano che gli abitanti delle regioni musulmane e di altre minoranze etniche sono stati costretti a dare campioni di sangue per costituire una base di dati genetici. Va ricordato che circa un milione fra Ouighours, Kazaki ed altre minoranze musulmane sono detenute in campi di educazione politica, secondo responsabili americani ed esperti delle Nazioni Unite. Il governo afferma che questi campi sono dei centri di formazione professionale concepiti per eliminare l’estremismo dalla regione.

 

(*)

Fonte: Up’ Magazine

Autore: Alexandre Aget

Data: 6 Marzo 2019

Traduzione dal francese a cura di: Gian Franco Spotti

 

29 Comments

  • Pablo 6 Maggio 2020

    Due cose:
    – Reale, realistico o estrapolato?
    – “numerique” andrebbe tradotto con “digitale”. “Numerico” rende male l’idea, in italiano.

    • Michele 2 Giugno 2020

      Veramente la traduzione “numerico” è corretta ed è anche l’unica appropriata.
      “Digitale” è un pessimo anglicismo (dall’inglese “digital”) che stravolge il senso della parola italiana. Infatti in italiano “digitale” è dal latino “digitalis,e” che deriva da “digitus,i” (dito), e che quindi indica ciò che riguarda le dita o è fatto con le dita. Basta pensare alle “impronte digitali” o alla parola correlata “digitare” (anche lei derivata da digitus) per rendersene conto. L’inglese “digital” deriva anch’esso dalla stessa parola latina, ma in inglese “digit” invece che indicare il dito, ha cambiato significato per diventare sinonimo di numero (d’altronde si conta con le dita, no?), per cui “digital” vuol dire che opera coi numeri, ovvero “numerico”.
      L’ignoranza di chi ha per primo pensato di tradurre il termine semplicemente “orecchiandolo” e la pigrizia hanno poi fatto il danno. Sono sempre più convinto che chi usa anglicismi non abbia idea di che cosa abbia in mano, altrimenti saprebbe trovare un nome corretto.
      In francese, non a caso, dicono “numerique”, ma lì sono molto più attenti a queste cose (e l’Academie de France periodicamente ricorda a tutti come si chiamano correttamente le cose, inventando, se necessario, neologismi linguisticamente corretti).
      Ricordo da bambino quando avevano iniziato a difondersi i primi apparecchi pubblicizzati come “digitali” (un “calcolatore digitle”), ero convinto che fossero chiamati così perché avevano tutti una specie di tastiera che, appunto, si usava con le dita. Impiegai anni per rendermi conto, una volta cresciuto, che le dita non c’entrano nulla.

      • Roberto 5 Giugno 2020

        Concordo.
        Tuttavia la traduzione traduzione più appropriata dell’inglese ‘digit’ è ‘cifra’ e non ‘numero’.

  • Grammar Nazi 9 Maggio 2020

    Se scrivete un’altra volta SCANNERIZZANO vengo li e vi rompo il computer.
    Perlomeno voi “Giornalisti” usate l’italiano corretto.
    SCANSIONANO, buon Dio, Scansionano.
    Il verbo è SCANSIONARE!!!

    • Ereticamente 9 Maggio 2020

      Va bene!

      Ma anche tu con i verbi non sei messo bene.

      • Lupo nella Notte 25 Maggio 2020

        Mi unisco “dispettosamente” anch’io agli appunti di traduzione 🙂 : il primo significato del francese “confiance” – analogamente a quanto accade in inglese con “confidence” – è “fiducia”, e in tal modo andava tradotto nella frase usata come slogan orwelliano dal governo cinese; tradurre “confidenza” nella frase in questione è privo di senso.

        • Ereticamente 26 Maggio 2020

          fatto!

    • Ilario 10 Maggio 2020

      http://www.treccani.it/vocabolario/scannerizzare/

      Per la Treccani il verbo “scannerizzare” esiste … anche per il vocabolario di Italiano Garzanti 2009, p. 2237.

      • Lupo nella Notte 25 Maggio 2020

        La Treccani ha smesso purtroppo da tempo di costituire un argine alla decadenza linguistica – che non è altro che uno degl’innumerevoli aspetti constatabili in ogni àmbito – e si è adattata a seguire l’andazzo generale. Ciò non toglie che per chi abbia un po’ a cuore la salute dell’idioma unitario obbrobrî come “scannerizzare” o “esternalizzare”, e altre “perle” del genere discese direttamente dalla degradazione anglotecnoaziendalistica che l’intera Nazione ha subíto – e piú di altre, visto che in Francia e in Spagna le lingue nazionali offrono assai maggior resistenza della nostra – siano quanto di piú deprimente ed evitabile vi possa essere, al punto da poter giustificare reazione “göbbelsiane” come quella del simpatico Grammatico Nazista… 🙂

    • raphael choplin 26 Giugno 2020

      tanto, tra poco, lo dovrai dire in cinese!

      • Lupo nella Notte 11 Luglio 2020

        Non è una questione di Cina, Russia o USA. Il Globalismo apolide che governa il mondo odierno prescinde dalle singole nazionalità, peraltro sempre piú dilavate e sbiadite, e tende compattamente verso un analogo risciacquamento (in)culturale delle menti di tutti i sudditi, a qualunque etnia essi appartengano. Un mondo di omologati è il piú governabile di tutti, e sebbene sembrino sul punto di riuscirvi, la ruota invertirà il senso di marcia prima di completare il giro…

  • Gian 20 Maggio 2020

    In Italia dubito che questo possa essere realizzato.
    Un pò per via del fatto che gli Italiani sono tendenzialmente resistenti a imposizioni di questo tipo, un pò perché chi le dovesse mettere in pratica lo farebbe nella solita maniera pasticciona, come si suol dire “all’italiana”…

    Non mi preoccupa, noi italiani non ci facciamo controllare così…

    • Lupo nella Notte 25 Maggio 2020

      Come no!, si è visto da quando è iniziata questa pazzia collettiva della cosiddetta Covid-19 quanto gl’italiani siano refrattarî a certe imposizioni… ora tutti girano con la mascherina, anche se si trovano da soli in macchina, o peggio, addirittura all’aperto, sebbene non ne sia fatto obbligo nel pur liberticida decreto legge ar-contiano. È bastato mettergli paura con l’inverosimile storiella d’un mostriciattolo invisibile, onnipresente, onnisciente e onnipotente, che non si berrebbero nemmeno i bambinetti dell’asilo, perché si dimostrassero le pavide PECORE che sono. Basta far leva sulla paura, e gli esseri umanoidi in generale – e gl’itali(di)oti in particolare – si faranno fare QUALSIASI COSA. Non invidio il suo ottimismo, avrà di che amaramente ricredersi.

      • Michele Marziliano 25 Maggio 2020

        Perfetta sintesi. È proprio così! L’Italia non è Cina, ma tra tutti i paesi occidentali direi che ha il popolo di più ebeti e plagiabili al mondo.

        • Lupo nella Notte 26 Maggio 2020

          Già’, sarebbe auspicabile che siti come Ereticamente potessero svolgere un ruolo fattivamente aggregatore per chi, come noi pochi, è immune all’ipnosi di massa che ha sedato il resto della moltitudine zombificata, in modo da non esser piú monadi isolate e impossibilitate a comunicare fra loro perché prive di canali di contatto. Sarebbe vitale potersi scambiare informazioni, idee e progetti volte a concepire iniziative di pacifica disubbidienza civile alle assurde imposizioni in atto. Per quanto mi riguarda, autorizzo la redazione di Ereticamente a fornire il mio indirizzo e-mail a quei lettori del sito che ne facessero richiesta. In un periodo tanto critico è importante “fare rete”.

          • Ereticamente 26 Maggio 2020

            Va bene! Grazie

          • Walter 14 Giugno 2020

            Oggi quella tua speranza…..di potersi scambiare informazioni, idee e progetti volte a concepire iniziative di pacifica disubbidienza civile alle assurde imposizioni in atto c’è e si può chiamare R2020…..l’unico possibile incontro a Roma di persone che hanno lo.stesso intento…il 30.giugno (gia soldout) e il 1 luglio….ti consiglio di vedere di cosa si tratta se non hai avuto ancora informazioni…
            Un saluto … walter

      • Gian 4 Giugno 2020

        Caro Lupo, purtroppo anche io se da una parte sono ottimista riguardo allo spirito anarcoide del popolo italiano, dall’altra parte ho visto scene di incredibile sottomissione a regole assurde mischiate probabilmente a una miscela di paure personali e di condizionamenti mediatici.

        A oggi continuo a vedere atteggiamenti completamente paranoici tipo la gente che da sola in macchina o da sola a piedi in mezzo alla campagna gira “mascherinata”. Nel contempo ho visto durante la “grande clausura” tanta gente che se n’è bellamente fregata, tra cui me stesso. Anche se è vero che la mia situazione durante la “clausura“ è stata particolare poichè ho condotto la stessa vita di sempre. Ho lavorato (lavoro nella logistica alimentare), come sempre, ho fatto gli stessi percorsi, ho portato a spasso i miei cani, sono stato fermato durante il ritorno dal lavoro dalla GdF e ignorato dai CC mentre portavo i cani.
        Quindi ovviamente ho vissuto questo periodo in maniera più “spensierata”…

        Bisogna però anche dire che comunque, almeno nel paese in cui abito, l’atmosfera post-atomica da deserto urbano era totale. Io non ho mai portato mascherina, se non dove era obbligatorio tipo andare a far la spesa, ma anche di sera ho visto gente fobica nel parco da soli con cane e mascherina, qualcuno anche con i guanti…
        La cosa peggiore che ho visto però è che i più “ligi al dovere” (oltre agli anziani che magari qualche valido motivo l’avevano) sono stati proprio i più giovani. Tutti regolarmente mascherinati e a distanza. La generazione di mezzo quella più insofferente…

        Parlando con i colleghi, italiani o stranieri indifferentemente, tutti sono convinti che ci abbiano presi per i fondelli alla grande…

        • Lupo nella Notte 11 Luglio 2020

          Proprio cosí, e quel che è piú grave e che tuttora, per la gran parte della massa acefala, le cose continuano ad andare in tal modo. Naturalmente poi, ora che è imminente la scadenza dello “stato d’emergenza”, è già pronto il pretesto per poterlo prorogare fino alla fine dell’anno (per il momento, poi ne troveranno un altro): i bengalesi che sono ritornati dal loro Paese, starebbero diffondendo il virus, perché hanno tenuto comportamenti “a rischio”. Nonostante le (mezze) smentite ufficiali di facciata la proroga è CERTA. Cosí gestiscono il “bestiame umano”, dividendolo col metodo piú vecchio del mondo. Ci saranno quindi probabilmente aggressioni ai danni della comunità bengalese (che infatti già le paventa), elevata a novello capro espiatorio. Altrimenti verrebbe a cadere tutto il castello di carte che hanno edificato finora con tanta ammirevole solerzia. Non si mette a soqquadro il mondo intero perché tutto finisca in una bolla di sapone. Stavolta il mummiesco inquilino del Colle non si opporrà alla “richiesta” di proroga del presidente (Ar)Conte.

  • Lupo nella Notte 26 Maggio 2020

    Grazie a voi!

  • Gian 15 Giugno 2020

    E’ il solito vecchio tema: il coltello non e’ buono o cattivo, dipende dall’uso che se ne fa… il coltello e’ UTILE.

    Come l’A.I., come la videosorveglianza innovativa, come i big data, etc.
    tutti strumenti necessari per lo sviluppo delle nostre Smart City, all’interno di regole e ruoli stabiliti.

    il controllo sociale asfissiante lo esercitava anche la Stasi nel dopoguerra, solo gli strumenti erano diversi.

    • Lupo nella Notte 11 Luglio 2020

      Su questo dissento (sebbene in ritardo): nella tecnologia digitale è insito un qualcosa di estremamente deleterio per la facoltà cognitiva umana, intimamente legata alla sua stessa “binarietà” che ne caratterizza la sostanza ultima. Finché la tecnologia è stata analogica – vi sono esempî mirabili di tale tipo di tecnica fin dalla macchina di Anticitera, proseguiti poi durante tutto il medioevo fino sostanzialmente alla fine della Seconda Guerra Mondiale – essa era ancora affine al pensiero umano, basato appunto sull’analogia, sul “come se”, sulla similitudine e l’imitazione, come anche quello magico o cosiddetto “primitivo” – mentre nei “primitivi” se ne ha semmai un vestigio. Con l’evitabilissimo ma purtroppo non evitato affermarsi della tecnologia digitale, invece, la riproducibilità, l’esattezza, l’identità hanno preso il posto della somiglianza, producendo di fatto un pensiero a sua volta bidimensionale da cui sono escluse tutte le sfumature intermedie: 0 o 1. Il risultato è questa civiltà sempre piú digitalizzata e quuindi robotizzata, dove l’uguaglianza è l’ideale massimo quanto illusorio, eppure perseguito come in un cupio dissolvi, in una conseguente disumanizzazione sempre piú pronunciata che sta per toccare il suo punto piú basso.

      La tecnologia digitale non è quindi come un coltello, ma semmai come la radioattività: il semplice maneggiarla è già contaminante.

  • Gio 16 Giugno 2020

    A parte che la traduzione di Grammar Nazi non è grammatico nazista ma nazista della granmatica (tanto ci si sta a fare simpaticamente le pulci) l’articolo è molto più che inquietante e porta a considerare altre domande sulla diffusione dei dati personali in rete, della geolocalizzazione e del tracciamento delle auto e dell’abuso possibile dei sistemi di riconoscimento facciale sui telefonini che stanno sostituendo le impronte digitali e che sono simpatici gadget se non servono a creare un immenso database (archivio) a nostra insaputa. Il sospetto c’era anche sui giochini per trasformare la nostra faccia invecchiandola.

    • Lupo nella Notte 11 Luglio 2020

      “Grammatico nazista” voleva cogliere spiritosamente l’essenza delle “hitleriane” affermazioni dell’utente in questione, senza pretendere di dare una traduzione letterale. Comunque l’appunto ci può stare.

  • Lupo nella Notte 11 Luglio 2020

    @Walter:

    Sí, sapevo di quell’iniziativa, ma venendo dallo “humus” pentastalliere non mi ispirava – né tantomeno lo fa ora, dopo che ne ho saputo di piú – nulla di buono. Mi è bastato vedere sulla loro pagina facebook questa “perla” comunicativa costituita dall’incipit di un loro post:

    “Car* tutt*”. Capisce perché? Forse la cosa ha bisogno di una spiegazione: essendo il “mo vi mento” della Cunial intriso di quell’ideologia genderista che i pentastallieri presenti e passati condividono di fatto con il sinistrume globalista, e di cui in fondo fanno parte a pieno titolo sia pur con accenti differenti, essi si sentono in dovere di emendare la grammatica italiana perché evidentemente “sessista” e distiminatoria, in perfetto stile “boldrinistico”. Da simile pattume ideologico non può sicuramente venire nulla di valido, non essendo tale “mo vi mento” che l’ennesimo specchietto per le allodole. Spero se ne sia reso conto anche lei, se malauguratamente dovesse esservi andato.

    Saluti

  • Lupo nella Notte 11 Luglio 2020

    Errata corrige: naturalmente era “discriminatoria”

  • Roberto Gallo 11 Luglio 2020

    Sono stato molte volte in Cina e ho non solo constatato il sistema di controllo affidato alla tecnologia ma anche, per esempio, la ronda che, nelle citta’ minori, viene svolta dagli stessi cittadini durante la notte. Ne deriva che l'”essere sorvegliati” fa parte dell’ “essere” cinese e si fonda su una diversa Storia di un popolo che non ha mai conosciuto i due lati della relazione Liberta’-Sudditanza ma solo uno dei due, e solo in termini quantitativi. La questione del controllo, in Cina, quindi non rappresenta un “problema” in termini – teorici – occidentali. (HK richiederebbe un’analisi diversa e approfondita) Scrivo “teorici” perche’, meno apertamente, gia’ da noi il controllo sociale e’ fortemente esercitato, tutt’altro che teoricamente. Non esiste un credito sociale “alla cinese” ma basta non pagare un contenzioso con Equitalia e subito la banca sospende una relazione o nega un mutuo; e la situazione peggiorera’. Il Covidiotismo dimostrato largamente dagli Italiani in questi mesi fa si che si arrivera’ ben presto allo Stato orwelliano, attraverso la farsa della paura della Morte e della azione salvifica di Big Pharma e di coloro che ci governano. I medici hanno la principale responsabilita’ ma, tranne alcuni, sono tutti giudiziosamente allineati (come ho constatato con molti amici medici). Certamente la soluzione, nella Storia, non e’ mai stata la penna e nemmeno, oggi, la tastiera. Ai giovani e’ stato insegnato che la liberta’ e’ quella di Shengen e cio’ zuzzurellare per l’Europa senza mostrare il passaporto…la testa e’ gia’ stata infarcita di nullismo corroborato dai programmi Erasmus. Si sveglieranno presto con gli effetti – disastrosi – del multiculturalismo del kebab alla pizzaiola

  • Maurizio 8 Ottobre 2020

    Ma dov’è la vera libertà? In Cina dove sei costretto a rinunciare a buona parte della privacy o in USA dove non puoi frequentare alcune zone perchè ti rapinano/sparano o in Italia dove i concorsi/appalti sono spesso truccati e la giustizia è un labirinto che dura anni. Oggi girando per Bologna ho incontrato almeno 10 persone che mi hanno chiesto l’elemosina, è vero che qui non esiste uno stato che lì controlla come in Cina, ma sono veramente liberi? O è solo la ricchezza che ci rende particolarmente liberi ovunque?

  • upa 8 Ottobre 2020

    Se il controllo serve a far rispettare leggi intelligenti..lo vedo come un spada di Banzo provvidenziale a correggere andazzi poco salutari o nocivi per la collettività..
    Se invece ciò da rispettare è qualche fobia o interesse molto particolare del politico di turno..allora è uno strumento di coercizione più efficiente dei soliti..
    L’ubbidienza può essere una virtù o un vizio..dipende a cosa o a chi ubbidiamo..
    Il condannare la Cina per misure efficienti di controllo dei furbetti o dei furboni..è solo propaganda di chi vuol..sia furbetto che furbone..continuare a farsi i fatti propri in barba alle conseguenze collettive..
    Gli onesti rivoluzionari cosa hanno da temere..?
    Di non avere la testa fracassata perché sanzionati prima..?
    Chi è in odio al sistema fa una brutta fine in Cina che da noi..mentre alla massa vengono date norme inapplicabili..per rendere tutti colpevoli..e indebolirli..strategia questa operata dalle grandi religioni..per renderci peccatori a prescindere..quindi ben oliata nei secoli..
    La libertà non c’è in Cina e neppure da noi..
    ma noi in propaganda siamo imbattibili..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *