Quello dei presunti successi del nostro governo in campo economico, sembra essere il nuovo tormentone estivo. Mentre i dati di Istat, Eurobanca e compagnia bella, per il nostro paese, descrivono una situazione tutt’altro che rosea, il nostro paese sembra esser stato investito da una folata di euforia. Per quest’ultimo semestre, il Pil del nostro paese è il più basso dell’Eurozona, mentre tra le assolate strade delle nostre città, è un desolante susseguirsi di serrande chiuse e saracinesche abbassate per chiusura attività.
A tutto questo, si aggiunge il continuo altalenarsi di bollettini epidemiologici, a volte intonati al più fausto ottimismo, a volte, invece, impostati al più cieco allarmismo. Il tutto, condito da ridicole sfilate di uomini in divisa sulle spiagge e da una perenne indecisione sull’apertura dell’anno scolastico, mentre proseguono ininterrotti gli sbarchi di centinaia di “migrantes” clandestini (tra cui molti positivi…) che poi, se la danno dai centri di prima assistenza, facendo perdere le loro tracce sul territorio nazionale. Ma il nostro esecutivo è lì a magnificare gli “splendidi” risultati ottenuti in sede europea, con il cosiddetto “Recovery Fund”.
Per esser, una volta di più, chiari. L’Europa ci ha concesso sui 200 e passa miliardi di Euro, di cui 80 a fondo perduto ed il resto in prestito a tasso “agevolato”. Ora, non dovrebbe neanche esserci bisogno di dire che, per far ripartire e far ricuperare all’economia di un paese come il nostro, di miliardi di euro a fondo perduto, ce ne vorrebbero almeno 7/800, accompagnati da un periodo di 7/8 mesi, di esenzione dai tributi per tutti, a cui dovrebbe far seguito un regime fiscale, impostato su una tassazione molto bassa (flat tax…). Il governo giallo-rosso sembra, però, aver preso tutt’altra via.
Ai toni trionfalistici seguono fatti di ben altro tipo. Puntuali come sempre, sono arrivate le varie scadenze fiscali. Le casse integrazioni sono arrivate per pochi, e spesso, in cospicuo ritardo. Senza poi contare che, i soldi con tanta solerte generosità, elargiti da Bruxelles, arriveranno solamente nel 2021. Ad onor del vero, il problema qui non è l’Europa e la sua miope inconsistenza, morale, spirituale e politica, ma il nostro sistema.
Di fronte agli atteggiamenti da duri e puri di certe nazioni europee come Olanda, Austria, Svezia, Polonia e via dicendo, il governo di un paese che contribuisce all’Unione con più di 150 miliardi di Euro l’anno, (in questo secondo solo alla Germania), avrebbe preso e sarebbe uscito sbattendo la porta in faccia a questi signori, trascinandosi appresso Spagna, Portogallo, Grecia e chissà quanti altri ancora, determinando giuoco forza un vero e proprio sconvolgimento negli equilibri di cartapesta dell’euro-palude.
Di fronte all’emergenza del profilarsi di una pandemia, il governo di un paese avrebbe saputo agire con tempestività, giuocando d’anticipo, attraverso la distribuzione di dispositivi sanitari e conducendo test di massa, senza per questo arrivare a limitare le libertà economiche e personali dei cittadini, in un modo così rilevante. Ma, ancora una volta, da noi si è voluto seguire l’andazzo generale, chiaramente imitando gli esempi più deleteri. Nel limitare le libertà dei cittadini e nella nobile arte della coercizione, siamo stati secondi solo alla beneamata Cina capital-comunista. Mentre, quanto a deprimere e mettere in seria difficoltà l’economia del nostro paese, siamo stati e, ad ora, siamo imbattibili.
Festeggiano, certo. Ma chi? Non certo chi ha dovuto chiudere la propria attività, i disoccupati o coloro che hanno perduto i propri cari, senza neanche la consolazione di un ultimo saluto, perché detenuti in alienanti strutture ospedaliere. A festeggiare sono i big delle industrie farmaceutiche che, sotto l’alto patronato di Bill Gates e delle sue amorevoli sovvenzioni, potranno immettere sul mercato vaccini anti-Covid di dubbia efficacia e provenienza. A festeggiare, sono tutti quei fondi sovrani e quelle grandi trust di capitali che ora, potranno venire “a far la spesa” di aziende e patrimoni, qui in Italia.
Non senza considerare che, il nostro è il secondo paese al mondo per risparmio pro capite ed una cosa del genere, non può che ingenerare gli appetiti e le invidie di chi, invece vorrebbe far liquidizzare in fondi e titoli azionari, queste masse di denaro. “At last but not least”, a festeggiare sono, naturalmente, anche le mafie nostrane e straniere. La massiccia chiusura di esercizi commerciali ed attività produttive, permette di rilevare tali attività a fini di riciclaggio, dando ai vari sodalizi criminali l’occasione giusta per metter radici nel circuito produttivo sano di un paese.
Ma, a festeggiare più di tutti, è il procrastinarsi della dittatura dell’usura di chi, cioè, con l’occasione del virus può finalmente e senza più freni, senza ulteriori e fastidiose opposizioni, può ora imporre il proprio modus agendi a livello globale. Ogni aspetto della nostra vita, potrà esser sottoposto alla legge di una inestricabile e totale mercificazione. Ogni cosa un prezzo, al quale bisognerà aggiungere un sovrapprezzo, un plus valore che, a sua volta ingenererà un ulteriore plus valore e così via, all’infinito.
In un mondo totalmente sterilizzato, interconnesso e privatizzato, avverrà la tanto auspicata mutazione antropogenica: l’individuo dovrà farsi pagatore totale, animato dall’unico scopo di pagare per ogni aspetto, anche il più infimo della propria esistenza, visto che qualunque altra velleità, sarà stata annullata dalla paura della contaminazione e dal luccichio della società dei consumi. L’ “Homo Pagans” è alle porte e spinge per entrare con prepotenza sul proscenio della Storia.
Un esito deludente, rispetto a quanto preconizzato tra la metà del 19° e gli inizi del 20° secolo da quelle Avanguardie, il cui sogno di un Futuro “altro”, è andato invece arenandosi nella palude della passiva rassegnazione e dell’accettazione di un modello disumano ed alienante.
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