8 Ottobre 2024
Politicamente corretto

La fraudolenta prassi del “politically correct”, ovvero il triplice ricatto nei confronti dei nativi italiani

di Renato Comini

Questa mia riflessione, che ora mi accingo a verbalizzare per iscritto, costituisce il seguito, ideale ed ideologico, della precedente riflessione, sempre vergata di mio pugno, intitolata “Il politically correct come elemento di inibizione e di controllo politico – Note in margine ad un articolo del Prof. Fabio Calabrese”, apparsa sulla Rivista trimestrale “La Civetta”[1]. In quel documento, io cercavo di dimostrare, partendo, appunto dal precedente documento citato nel titolo ed apparso sul sito web “Ereticamente”[2], come il cosiddetto “politically correct”, oggi purtroppo così in voga negli ambienti farisei legati alla cattosinistra, non proceda affatto da considerazioni spiritualistiche di carattere umanitario, ma unicamente ed esclusivamente da squallidi e criminali interessi legati al business, alle leggi di mercato ed all’ingordigia dei grandi plutocrati multinazionali per i sordidi accumuli di guadagni e di ricchezze. In chiusura del documento, io affermavo che le motivazioni spiritualistiche ed umanitarie, ossessivamente propagandate e propalate, con le quali si vogliono ammantare tali squallide e losche manovre, costituiscono degli ottimi specchietti per gli allocchi e per chi vuole credere, a tutti i costi, alle favolette buoniste annichilenti e rincretinenti, peraltro continuamente e clamorosamente smentite dagli sviluppi delle realtà contingenti che tutti abbiamo sotto gli occhi, di evidentissima ed immediata constatazione. Sì, sono proprio gli sviluppi cronologici della realtà oggettiva che stanno svelando, nella loro progressione, il nudo scheletro delle diaboliche trame sovversive che si stanno costituendo e concretizzando contro il popolo italiano, sempre in omaggio al delinquenziale progetto dell’esimio (si fa per dire) signor von Coudenhove-Kalergi (altro figuro da me citato nel mio precedente articolo). Questi ultimi sviluppi cronologici mostrano, in modo apodittico ed apocalittico, un solo fenomeno: quello della sistematica invasione, quello del sistematico e feroce assalto alle città italiane, ai territori italiani da parte di questa turpe maramaglia allogena e straniera, quella che la propaganda cattosinistrata definisce come “poveri migranti”, solo dedita a sfruttare crudelmente le nostre risorse, ad insozzare ed a rendere invivibili le nostre un tempo meravigliose città (ora continuamente lordate da orde di questi sinistri individui), a succhiare il sangue agli italiani onesti (che, secondo i graziosi voleri dei nostri governanti, tutto debbono sopportare, sotto l’accusa, falsa e strumentale, di razzismo), a violentare le nostre donne, le nostre genti, la nostra cultura, i nostri più puri sentimenti (in nome di un cosiddetto “multiculturalismo” che in pratica si traduce in un vero e proprio razzismo contro gli italiani, in quanto esso si risolve in un rapporto fortemente asimmetrico ove, invariabilmente, gli italiani hanno tutto da perdere e questi invasori stranieri tutto da guadagnare) ed ai tentativi continuamente reiterati di sottomissione nei nostri confronti (in pratica noi dobbiamo diventare stranieri in casa nostra, integrarci noi a questi malintenzionati invasori e mantenere economicamente questi stessi fannulloni che se ne stanno beatamente a pancia all’aria, naturalmente a nostre spese, dalla mattina alla sera ed anche oltre: a questo proposito appaiono risibili, patetici e puerili i tentativi, posti in essere dalle varie Amministrazioni degli Enti Locali, volti all’istruzione, all’addestramento ed all’inserimento lavorativo di tali individui, i quali, francamente, non si vede il motivo per cui essi dovrebbero lavorare, visto che vengono mantenuti “gratis et amore Dei”). Ora, attribuire questa gravissima (per noi italiani) situazione al caso oppure a fumose dietrologie pseudo- sociologiche, ossessivamente propagandate dai sapientoni sedicenti intellettuali di sinistra, risulta francamente e massimamente ridicolo e grottesco: allora, evidentemente, bisogna ricorrere ad un’altra spiegazione, più autentica, più inquietante e meno “politically correct”. Il fatto che ci si trovi ormai di fronte ad una vera e propria invasione costituisce un fenomeno talmente conclamato e di una così schiacciante evidenza che solo i più ostinati nella malafede possono ormai negare questa affermazione! Allora il passo logico successivo consiste in una semplice domanda: “Cui prodest?”, ossia “A chi giova?” Non certo agli italiani onesti lavoratori, che subiscono quotidianamente la pressione di cotanta massa multietnica, con tutti i soprusi e le angherie che essi debbono continuamente subire senza neppure avere il diritto di protestare, pena la strumentale e falsa accusa di razzismo, mentre il vero razzismo, ripeto, è esattamente quello che si rivolge contro di loro! Ecco allora che, a questo punto, si può benissimo introdurre la tematica accennata nel titolo del presente documento: ossia quella del TRIPLICE RICATTO nei confronti degli italiani giusti ed onesti. RICATTO sì, ma perché “triplice”? Perché esso investe TRE dimensioni, ossia la dimensione ECONOMICA, la dimensione IDEOLOGICA, la dimensione POLITICA. Procediamo senz’altro con il necessario chiarimento dei tre concetti.

I – RICATTO ECONOMICO: questo tipo di operazione si traduce in un abbassamento dei salari, nel blocco dei medesimi (si pensi, ad esempio, ai Contratti per il Pubblico Impiego, ormai bloccati da più di cinque anni, pur in presenza dell’aumento dei prezzi e del caro-vita che si è nel frattempo verificato). Inoltre: si è registrato un netto diradamento e peggioramento dei servizi sociali nei confronti dei nativi italiani, sempre con la stessa scusa, ossia “non ci sono più i soldi” e questa mancanza di denaro non si spiega, dal momento che siamo letteralmente massacrati dalle tasse: nell’ambito dell’Unione Europea, l’Italia è lo Stato con la pressione fiscale più elevata. Ma allora come mai per gli invasori allogeni i soldi si trovino sempre e comunque? A tal proposito basta citare un documento fra i tantissimi resi pubblici: un articolo recentemente apparso sul quotidiano “Il Giornale”, intitolato “Mantova, soldi per i profughi: 4,3 milioni di euro alle coop”[3] . L’articolo in parola costituisce un significativo esempio che descrive molto bene il fenomeno delle cosiddette “ONLUS”, ossia di quelle Associazioni che rientrano o che dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) rientrare nella casistica prevista dall’Art. 10 del Dlgs. 460/1997, sottoposte ad un agevolato e favorevole regime fiscale: quante, fra le citate ONLUS presentano le caratteristiche previste dalla legislazione? Quanti, fra i membri del personale impiegato, agiscono effettivamente a titolo di volontariato assolutamente gratuito e disinteressato, e quanti, invece, vengono regolarmente e profumatamente retribuiti? Quante, fra le stesse ONLUS, svolgono realmente il servizio dichiarato, e quante, al contrario, potrebbero essere dichiarate come “enti inutili”, buone solo per le varie clientele politiche e partitocratiche, se non come utili paraventi per il mascheramento e la “ripulitura” di fondi “neri” ed illegali? Le necessarie operazioni di controllo, vengono effettivamente eseguite dagli enti preposti? Io sono perfettamente cosciente che queste mie domande, se opportunamente approfondite nelle sedi appropriate, scoperchierebbero un colossale “Vaso di Pandora”, ma queste sono le domande che ognuno si può porre, le domande del “lettore operaio”, per dirla con Berthold Brecht. Ma tutto ciò non basta: infatti un altro aspetto del “ricatto economico” potrebbe benissimo investire la sfera sindacale. Gli imprenditori industriali, titolari di aziende, potrebbero preferire l’assunzione di mano d’opera straniera, sottopagata e poco sindacalizzata, al fine di ricattare salarialmente e sindacalmente i lavoratori nativi italiani: tale ipotesi non mi sembra fantaeconomia oppure fantapolitica, in quanto essa avviene già nella realtà quotidiana!

II – RICATTO IDEOLOGICO: questo secondo tipo di operazione chiama immediatamente e direttamente in causa ciò che si potrebbe altrimenti definire come “ricatto emozionale” oppure “ricatto sentimentale”. A tal proposito occorre avere sempre ben presente la tabella delle dieci regole per il controllo sociale, elaborate dal filosofo e teorico della comunicazione Noam Chomsky[4], da me già richiamate nel mio precedente e citato articolo[5]. In particolare la strategia N. 6 (“Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione”) e la strategia N. 9 (“Rafforzare l’auto-colpevolezza”) sembrano attagliarsi ed adattarsi particolarmente a questo secondo tipo di operazione. Qui i possibili fenomeni esemplificativi da addurre si sprecano. Basti pensare alla piattezza monocorde degli organi di informazione e dei vari mass-media non appena viene toccato il tema dell’immigrazione (che sarebbe più esatta definire “invasione”, visti i connotati che il fenomeno sta assumendo): tutti gli invasori debbono essere definiti come “poveri disperati” ed “in cerca di un futuro”, secondo la stantìa ed ossessiva vulgata cattosinistrata, e qualsiasi altra definizione suscita immediatamente reazioni scomposte ed isteriche, con furiose sceneggiate sicuramente più pertinenti ad una qualsiasi corsia di una clinica psichiatrica che non in un normale e civile confronto dialettico. A ciò si aggiunge l’immancabile altrettanto monocorde pianto greco, o piagnisteo, di matrice clericale: tutti questi soggetti, però, pretendono di imporre puntualmente la loro visione, la loro ideologia, attraverso la sistematica criminalizzazione di ogni pensiero divergente dal loro. Sarebbe pertanto utile richiamare alla memoria le parole che l’Arcivescovo emerito di Bologna, Card. Giacomo Biffi, ebbe a pronunciare alcuni anni orsono: “Ci sono momenti in cui bisogna sapersi sottrarre alla mentalità dominante ed accingersi con pazienza, magari nell’ilarità generale, alla costruzione di un’arca in mezzo ad una grande pianura. C’è la prepotenza dei pochi e c’è la prepotenza dei molti. C’è la prepotenza dell’autorità e c’è la prepotenza della folla. C’è la prepotenza dell’ordine costituito nell’ingiustizia e c’è la prepotenza del disordine inflitto al di là di ogni ragione. E, sottile ed impietosa c’è la prepotenza di chi, con le condanne silenziose ed immotivate, con gli atteggiamenti di sufficienza, con le definizioni senza appello, tenta di imporre agli altri le mode dell’intelletto e dello spirito. Di fronte a tutte le prepotenze, il NO mantenuto fino alla fine è impresa difficile e non può essere che dono – da implorare – della grazia di Dio”[6]. Se si pensa che il documento appena citato risale all’ormai remoto 1976, allora la riflessione acquisisce immediatamente una dimensione storica assai rilevante. A questa riflessione se ne potrebbe affiancare un’altra, molto meno “filosofica”: siamo sicuri che tutti i “migranti” (gli invasori) siano poi così “disperati”? I viaggi di traversata hanno costi molto elevati: quindi se gli invasori possono disporre di tutto quel denaro, vuol dire che essi non sono poi così “poveri e disperati”! Senza aggiungere, poi, che nei Paesi del cosiddetto Terzo Mondo, quelle cifre di denaro consentirebbero a chiunque una vita più che dignitosa, per non dire agiata. Infine il ricatto ideologico investe categorie più propriamente filosofiche come il concetto dell’identità culturale, della valorizzazione delle culture locali, tutti concetti che suscitano ugualmente le reazioni scomposte ed isteriche di cui poco sopra, utili alla censura delle posizioni “non-allineate” al pensiero unico dominante.

III – RICATTO POLITICO: questo terzo ed ultimo tipo di operazione è quello che si collega più direttamente alla domanda che io ponevo all’inizio del presente articolo: “Cui prodest irruptio?”, ossia “A chi giova l’invasione?” La risposta risulta semplice e complessa allo stesso momento. Semplice, in quanto richiama essa richiama alla memoria l’ormai noto piano di von Coudenhove-Kalergi, esposto nel suo volume “Praktischer Idealismus” edito nel 1925, del quale io ho già scritto in precedenza[7].

Complessa, in quanto essa richiama una pluralità di attori sociali e di interessi economici, sociali e politici, non ultimo, anzi prioritario, quello connesso alla possibile (e probabilmente già avvenuta) infiltrazione, nel territorio nazionale, di elementi legati al terrorismo internazionale dell’ISIS e della Jihad islamica (fenomeni che, farisaicamente, vengono continuamente, come in un “mantra”, addebitati ad una infima minoranza, riproponendo stancamente la favola dell’”islam moderato”) . Però, accanto alle motivazioni di carattere squisitamente economico, relative agli enormi interessi finanziari in ballo (si parla di cifre, in Euro, a nove zeri), interessi curati dalle plutocrazie multinazionali per la costituzione del Mercato Unico Globale[8], può essere introdotto anche un discorso di “rapporto di forze”, in senso squisitamente numerico. Ovvero: ormai risulta ampiamente evidente e risaputo che la massa degli invasori allogeni arriva in Italia nutrendo sentimenti di forte ostilità, di rabbia, di rivalsa e di autentico e feroce odio nei confronti dei nativi italiani. Allora, quale miglior occasione e opportunità ad usare questa massa allogena contro i nativi italiani, anche al fine di poter controllare e reprimere tempestivamente qualsiasi forma di protesta organizzata contro lo schifoso regime purtroppo imperante in Italia, da parte degli italiani stessi? In tal modo le giuste proteste e rimostranze dei nativi italiani verrebbero subito prontamente represse e soffocate a tutto vantaggio del regime e dei politicanti al potere. Questo discorso, che potrebbe sembrare fantasioso, od addirittura fantascientifico, può benissimo accordarsi ad uno degli ultimi articoli, pubblicati da Massimo, sul suo Blog “BlacKnights”[9], nel quale viene ribadita la necessità ed il diritto dell’autodifesa, vista che lo Stato italiano ha ormai rinunciato a proteggere, a difendere ed a tutelare i nativi italiani ed i loro giusti e sacrosanti interessi, derivati dalla loro cittadinanza e dal loro lavoro onesto e spesso mal retribuito. E, forse, è questo il sincero invito che potrebbe essere sottoscritto alla fine di questo mio documento: un invito ai nativi italiani a riscoprire la solidarietà innanzitutto “inter nos”, a riscoprire l’immenso valore della nostra civiltà, a difendere le nostre radici identitarie, a coagulare le nostre proteste attorno a valori forti e condivisi, a riappropriarci finalmente dei nostri spazi territoriali per la legalità, per la civile convivenza, per il futuro nostro e delle nostre successive generazioni.

Soprattutto, prendiamo intera coscienza di questa semplice verità: il “politically correct” non è altro che un colossale “business” economico ed il RICATTO, ad esso strettamente e costituzionalmente connesso, nella triplice forma che ho qui esposto, giova agli enormi interessi dei poteri forti delle plutocrazie multinazionali ed anche ai politicanti nostrani, appartenenti alla nota area politica della sinistra, che, in combutta con i clericali, vogliono imporci un modello unico di pensiero, vogliono derubarci della nostra identità ed appropriarsi dei nostri destini, relegandoci come reietti e come stranieri nella nostra stessa casa, nella nostra terra, nella nostra Patria.

Mantova, 21 aprile 2015

[1]Si veda la Rivista in parola, Anno III, N. 9, Dicembre 2014, pagg.5-6-7

[2]Si veda il sito www.Ereticamente – “Puntare in alto” di Fabio Calabrese, pubblicato in data 15 settembre 2014

[3]Si veda l’articolo citato, a firma di Andrea Indini, pubblicato su “Il Giornale” del 13/04/2015.

[4]Si veda il sito www.disinformazione.it – “Noam Chomsky ha elaborato la lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i media”.

[5]Si veda la nota N.1 del presente documento.

[6]Fonte: Opuscolo “Quaresima: momento di ascolto”, a cura di Mani Tese, Sede Regionale Lombarda, 1976.

[7]Si veda sempre la nota N. 1 del presente documento.

[8]Ulteriore richiamo alla nota N. 1.

[9]Si veda l’articolo “Impariamo e prepariamo a difenderci” sul blog “blacknights1.blogspot.it” del 20/04/2015.

2 Comments

  • Andres Marzio Molise 22 Luglio 2015

    TUTTI TRAVIS BICKLE!

    Avete presente l’umore di Travis Bickle? quel tassista con le palle piene e fumanti… Io ho vissuto a Londra, come molti, non New York ma Londra si, quasi un anno…ah vidi anche Amsterdam. Ho visto cosa sia lo schifo della societa multietnica, s’era nel 1995.

    Bene, un giovane europeo, un uomo che si trova in quelle societa’ anglosassoni vive nel ghiaccio sociale, nella feccia, in un tessuto slegatissimo, con tante razze emarginate, piu disadattate di quei coglioni dei cessi sociali, negri che delinquono e spadroneggiano al loro solito, stranieri mal digeriti e incazzati, altissimo tasso di microcriminalita’…un uomo europeo che si trova in quelle societa’ ne soffre, la ingoia e la ricaca quella feccia, ma non sa perche. Ha sempre vissuto li, e’ nato in quella merda, pensa che la vita sia quella.

    ARRICCHIMENTO DEL DIO ECONOMIA E DEI SUOI SGHERRI
    IMPOVERIMENTO CULTURALE, SOCIALE, TOTALE

    NOI sappiamo oggi invece perche quelle societa’ sono un tale schifo, e NOI lo sappiamo perche veniamo dritti dritti da una societa’ sana, NOI stiamo vedendo cambiare l’Italia sotto i nostri occhi; basta ascoltare i telegiornali, aprire la finestra, o fare una passeggiata serale, se ti va bene. Ecco perche NOI abbiamo delle responsabilita’ in piu rispetto alle generazioni di domani. La qualita’ della vita non si e’ arricchita si e’ impoverita quindi non si capisce di quale arricchimento parlano, si spera non si riferiscano a quello della civilta’. Mento, si sa benissimo quale sia l’arricchimento che sta a cuore a certi pezzi di sterco.

    Ma per NOI italiani non v’e’ solo l’aspetto della “convivenza” e della qualita’ della vita, esiste anche un aspetto emotivo del loro “arricchimento” (Travis Bickle c’era nato in quella merda): quella sofferenza nell’animo che ogni cittadino normale sente piu o meno inconsciamente dovuta al sentirsi tradito dal suo genitore, da chi lo governa, e gabbato (“mondo a colori”, “camminanti”, “poveri rifugiati”?) ed anche disprezzato, discriminato, o ingabbiato e bastonato quando mostra apertamente il suo forte disagio. Il popolo e’ come un bimbo che necessita di punti di riferimento e l’italiano non ne ha piu ne a livello culturale, visto che gli stessi che gli impongono oggi i “nuovi italiani” gia da decenni provvedono alla sistematica distruzione della sua cultura tradizionale, ne appunto a livello emotivo. Abbandonato a se stesso com’e’ da una classe dirigente criminale sotto tutti gli aspetti, anche e sopratutto quelli morali. Cosi facendo si distacca dalla societa’ il cittadino da un lato, e la si riempie di gente estranea gia bella che distaccata dall’altro; la si distrugge sotto l’aspetto dell’unita’ culturale, del senso di appartenenza, dell’ordine interno, e si da luogo a una melma nella quale “nessun” singolo sara’ mai felice di vivere, nessun singolo si sentira’ mai arricchito. Ci prendono per il culo.

    NE’ ILOTI NE’ ITALIOTI

    Ecco perche alcuni (pochi) di NOI si ribellano. E NOI pochi o fossimo anche pochissimi abbiamo pero’ il dovere di non dialogare piu’, di non ascoltare nemmeno per un secondo le voci di certi pvogvessisisti, di questi malati mentali, o di negre cicciottelle che hanno svoltato la vita adirittura a pontificare in parlamento, o di moltissimi connazionali rimbambiti e infami. NOI dobbiamo solo c o m b a t t e r l i. CRIMINALI! CRIMINALI! INFAMI! questo sono tutti! e quando cio fosse dovuto a una loro ingenuita’ questo non bastera’ mai a giustificarli! Il peggior difetto di un uomo quello piu dannoso per lui e per gli altri non e’ altro che la sua stupidita’. Gli “estranei” invece e in special modo quelli negativi, slavi, maomettani, latinos eccetera, b a s t o n a r l i li si deve, raddrizzarli se non si puo scacciarli e spezzarli se si ribellano, cosi come gli spartani periodicamente, durante la krypteia, raddrizzavano gli iloti che erano pur un maggior numero di loro.

    (KRYPTEIA SPARTANA https://it.wikipedia.org/wiki/Crypteia)

  • Andres Marzio Molise 22 Luglio 2015

    TUTTI TRAVIS BICKLE!

    Avete presente l’umore di Travis Bickle? quel tassista con le palle piene e fumanti… Io ho vissuto a Londra, come molti, non New York ma Londra si, quasi un anno…ah vidi anche Amsterdam. Ho visto cosa sia lo schifo della societa multietnica, s’era nel 1995.

    Bene, un giovane europeo, un uomo che si trova in quelle societa’ anglosassoni vive nel ghiaccio sociale, nella feccia, in un tessuto slegatissimo, con tante razze emarginate, piu disadattate di quei coglioni dei cessi sociali, negri che delinquono e spadroneggiano al loro solito, stranieri mal digeriti e incazzati, altissimo tasso di microcriminalita’…un uomo europeo che si trova in quelle societa’ ne soffre, la ingoia e la ricaca quella feccia, ma non sa perche. Ha sempre vissuto li, e’ nato in quella merda, pensa che la vita sia quella.

    ARRICCHIMENTO DEL DIO ECONOMIA E DEI SUOI SGHERRI
    IMPOVERIMENTO CULTURALE, SOCIALE, TOTALE

    NOI sappiamo oggi invece perche quelle societa’ sono un tale schifo, e NOI lo sappiamo perche veniamo dritti dritti da una societa’ sana, NOI stiamo vedendo cambiare l’Italia sotto i nostri occhi; basta ascoltare i telegiornali, aprire la finestra, o fare una passeggiata serale, se ti va bene. Ecco perche NOI abbiamo delle responsabilita’ in piu rispetto alle generazioni di domani. La qualita’ della vita non si e’ arricchita si e’ impoverita quindi non si capisce di quale arricchimento parlano, si spera non si riferiscano a quello della civilta’. Mento, si sa benissimo quale sia l’arricchimento che sta a cuore a certi pezzi di sterco.

    Ma per NOI italiani non v’e’ solo l’aspetto della “convivenza” e della qualita’ della vita, esiste anche un aspetto emotivo del loro “arricchimento” (Travis Bickle c’era nato in quella merda): quella sofferenza nell’animo che ogni cittadino normale sente piu o meno inconsciamente dovuta al sentirsi tradito dal suo genitore, da chi lo governa, e gabbato (“mondo a colori”, “camminanti”, “poveri rifugiati”?) ed anche disprezzato, discriminato, o ingabbiato e bastonato quando mostra apertamente il suo forte disagio. Il popolo e’ come un bimbo che necessita di punti di riferimento e l’italiano non ne ha piu ne a livello culturale, visto che gli stessi che gli impongono oggi i “nuovi italiani” gia da decenni provvedono alla sistematica distruzione della sua cultura tradizionale, ne appunto a livello emotivo. Abbandonato a se stesso com’e’ da una classe dirigente criminale sotto tutti gli aspetti, anche e sopratutto quelli morali. Cosi facendo si distacca dalla societa’ il cittadino da un lato, e la si riempie di gente estranea gia bella che distaccata dall’altro; la si distrugge sotto l’aspetto dell’unita’ culturale, del senso di appartenenza, dell’ordine interno, e si da luogo a una melma nella quale “nessun” singolo sara’ mai felice di vivere, nessun singolo si sentira’ mai arricchito. Ci prendono per il culo.

    NE’ ILOTI NE’ ITALIOTI

    Ecco perche alcuni (pochi) di NOI si ribellano. E NOI pochi o fossimo anche pochissimi abbiamo pero’ il dovere di non dialogare piu’, di non ascoltare nemmeno per un secondo le voci di certi pvogvessisisti, di questi malati mentali, o di negre cicciottelle che hanno svoltato la vita adirittura a pontificare in parlamento, o di moltissimi connazionali rimbambiti e infami. NOI dobbiamo solo c o m b a t t e r l i. CRIMINALI! CRIMINALI! INFAMI! questo sono tutti! e quando cio fosse dovuto a una loro ingenuita’ questo non bastera’ mai a giustificarli! Il peggior difetto di un uomo quello piu dannoso per lui e per gli altri non e’ altro che la sua stupidita’. Gli “estranei” invece e in special modo quelli negativi, slavi, maomettani, latinos eccetera, b a s t o n a r l i li si deve, raddrizzarli se non si puo scacciarli e spezzarli se si ribellano, cosi come gli spartani periodicamente, durante la krypteia, raddrizzavano gli iloti che erano pur un maggior numero di loro.

    (KRYPTEIA SPARTANA https://it.wikipedia.org/wiki/Crypteia)

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