di Stefano Sogari
La questione della Massoneria è ancora oggi un argomento di discussione appassionante e controverso nella cosiddetta “area” sia essa vista come contenitore d’organizzazioni militanti attivistiche sia come militanza metapolitica e tradizionalista. Ma cosa è la Massoneria veramente? Se ne parla spesso e volentieri, ma possiamo dire bene che oggi se ne discute più per i suoi aspetti noti e manifesti che in quelli tradizionali e metastorici. Senza voler mettere la parola fine all’argomento, ma anzi mettendo un inizio ad una feconda discussione chi scrive è da sempre stato incuriosito dal fatto che in varie occasioni si cozza spesso e volentieri con data organizzazione e non solo a livello discorsivo e polemistico. E’ noto difatti che tra i molti autori di cui si fa egida il Tradizionalismo è Renè Guenòn che ebbe contatti più che frequenti con la Massoneria conoscendone bene riti e iniziazioni, scrivendo su sue riviste nella permanenza in Egitto ma anche non risparmiandone critiche dure per le sue degenerazioni; è un fatto che n’ebbe a che fare.
Lo stesso si può dire di Evola che non fu mai massone ma che ebbe contatti con Arturo Reghini che massone era, ma si può continuare con l’autore controrivoluzionario favorito dagli ambienti cattolici integrali: Joseph De Maistre il quale fu, molti lo ignorano, massone membro prima della Rivoluzione francese della “Loggia di S.Giovanni di Scozia del Contratto Sociale”. Ma vi troviamo anche Kerenyi, il filologo ungherese affiliato alla Massoneria in Svizzera e anche e soprattutto uno scrittore ammirato dai fautori della mistica tedesca del romanticismo vale a dire Goethe. Su De Maistre sappiamo che invitò ad aderire il Pontefice alla Santa Alleanza del legittimismo antinapoleonico senza però avere risultati poiché il Pontefice Pio VII sapeva che l’ideale religioso cui faceva appello De Maistre era diversamente inteso dai cattolici, ciò nondimeno De Maistre è tutt’ora quotato come un politico della Controrivoluzione antigiacobina.
Ma il problema è che se facciamo appello ai nomi illustri in Massoneria non si ricava molto a livello di comprensione del fenomeno, perché l’essenzialità della Massoneria sta proprio in questo, nella sua proteiforme natura in cui convivono tutte le anime distinte e separate in vita quotidiana ma unite nello spirito “trasversale” dei ricostruttori del Tempio di Salomone come essi appellano di essere. Vediamo difatti nomi disparati e difformi certamente notando un’affinità con eventi che hanno fatto la storia: da Edoardo VII a Giorgio Washington, a Churchill, a Edwin Aldrin, secondo uomo a mettere piede sulla Luna; oggi di fatto le grandi istituzioni sono intrise di Massoneria nei simboli, basti vedere il Dollaro e il Palazzo di Vetro dell’ONU o il Campidoglio americano.
Ma allora cosa è la Massoneria e cosa fa di essa una presenza inquietante e occulta nelle cosiddette democrazie occidentali, così come essa si fa viva quando si parla di argomenti tradizionali e religiosi, fino all’evidenza di essere gestiti da massoni molti punti vendita di testi di interesse tradizionalista? Intanto sappiamo che il mito fondatore della Massoneria è il Tempio di Salomone o meglio il Tempio che il sovrano illuminato e saggio voleva far edificare a gloria del Creatore e del suo Ordine Superiore, cui le costruzioni terrene specie quelle sacre dovrebbero assomigliare.
L’incarico venne dato al Maestro costruttore Hiram che aveva in sé la conoscenza dei segreti per la costruzione perfetta del Tempio: chiaro è che egli aveva bisogno di maestranze e si servì di un numero immane di operai nel numero di decine di migliaia; essi però non potevano sapere i segreti delle costruzioni destinati ai “superiori” e siccome erano troppi da gestire per uno solo, Hiram divise quindi in “gradi” le maestranze: apprendisti, compagni e maestri con delle parole d’ordine per identificarli. La cupidigia umana o la sete di conoscere di tre cattivi compagni fece in modo da far insorgere l’insano proposito di sapere le parole d’ordine da Hiram per avere il segreto della costruzione o per, tesi più “laicale”, avere la possibilità guadagnare di più ascendendo di categoria. Sta di fatto che i compagni tesero un agguato al Gran Maestro del Tempio, il quale si rifiutò di dire le parole di identificazione e vene ucciso colpito dagli strumenti di lavoro. Alla gola lo colpì il primo con una riga di ferro, al cuore il secondo con una squadra e il terzo in mezzo alla fronte con un martello da lavoro; il Maestro Hiram cercò di fuggire ma alla porta d’Oriente del tempio in costruzione cadde a terra e morì. La sequenza di colpi non fu casuale ma aveva un significato preciso: la gola è il centro della parola, il cuore dove si formano gli affetti o anche le visioni sul piano sottile e la fronte rappresenta il pensiero; i cattivi compagni simboleggiano le forze spirituali controiniziatiche, ma anche le tentazioni che sono in agguato a chi cerca la conoscenza, vale a dire la retorica vuota delle belle parole, il celarsi dietro a insane passioni o il farsi prendere la mente da aride speculazioni. Gli strumenti della Grande Opera sono serviti a costruire intagliando la pietra grezza per fare dei mattoni ben squadrati e levigati, ma sono anche serviti a uccidere e quindi ad un fine distruttivo nelle mani sbagliate; la leggenda prosegue con il racconto del Re Salomone che fa cercare il maestro che è stato sepolto sotto terra dai cattivi compagni. Il corpo viene trovato in un punto dove la terra è mossa vicino ad un alberello di acacia, che è un albero simbolico nella Massoneria e che ha un significato simile alla Palma cristiana. Il corpo viene dissotterrato e gli vengono tributati grandi funerali, per cercare gli assassini si fanno sfilare i Maestri in abito da lavoro, vale a dire il Grembiale e i guanti bianchi che non tradiscono macchie di sangue e quindi rivelano la purezza e la innocenza dei costruttori. Da quel momento il Tempio è incompiuto, e, infatti, come continua il racconto, la pioggia invase l’edificio poiché la parte superiore mancava lasciando scoperto l’interno dove cadeva l’acqua: i massoni dicono che da quel momento “piove dentro il Tempio” e quindi i Maestri si sparpagliano per il mondo cercando di carpire il segreto del defunto Hiram al fine di riprendere la Grande Opera e terminare il Tempio in onore all’Eterno di cui bisogna onorarne la creazione dell’Universo con il lavoro operativo di costruzione continua secondo i criteri segreti ed iniziatici, che rivelano in ogni tempio costruito il Tempio originario. Non per nulla essi onorano il GADU cioè il Grande Architetto Dell’Universo.
La Massoneria ha quindi origini molto elevate e si identificherà con la tradizione iniziatica dei costruttori di cattedrali in cui linee architettoniche rivelano messaggi esoterici ignoti ai non iniziati e quindi ai popolani di allora; in specifico si sa anche che queste fratellanze di costruttori massoni tenevano a sé i segreti del mestiere anche a coloro che lavoravano insieme a loro essendo magari non più che semplici manovali. Essendo “maestri” di costruzione consapevoli, facevano essi risalire le loro origini ai mitici collegia fabrorum di romana memoria se non ai costruttori di piramidi e templi egizi. Da qui un rito molto particolare e ricco di gradi (sarebbero 90) quale è il Rito di Mizraim e Menphis, dedito alla ricerca esoterica in separazione dai vari capitolati massonici più inclini alle cose materiali. Alcuni mescolerebbero la origine massonica con quella posteriore in verità e non precisamente assimilabile ad essa delle Gilde e ai Compagnonaggi di origine francese e tedesca anch’essi costruttori ma di più popolare estrazione e anzi originati dalla riottosità dei lavoratori di murature a sottostare alla disciplina e alle imposizioni dei Maestri di costruzione delle botteghe più grandi e ricche. Ci sono quindi profonde differenze tra i due soggetti, poiché seppur originati nel lavoro di costruzione l’uno è decisamente intriso di significati esoterici e nascosti, mentre l’altro, al contrario, porta una libertà di azione senza essere sottoposto ad alcuna regola che non sia una regola lavorativa di corporazione.
Ma non si può negare che ci sono stati massoni compagnoni e che parte della simbologia del compagnonaggio si assomiglia con quella
Qui probabilmente abbiamo la radice esoterica che porterà alla connessione indubitabile dei framassoni con il mondo rivoluzionario e razionalista e con una visione divina teista e scientista, a questo punto però abbiamo una mutazione dei compiti della Massoneria esoterica e iniziatica e un avvicinamento sempre più forte della istituzione massonica ai fenomeni del mondo moderno che conosciamo, cioè il razionalismo, lo scientismo, il dualismo dialettico e dubbioso, la visione del mondo come una imperfezione da correggere con un mondo nuovo e diverso che dovrà ricalcare la volontà incompiuta del Re Salomone e del suo Tempio, non più visto come Tempio celeste ma come edificio terrestre in una cosmogonia tellurica seppur divinizzata anche in modo superstizioso: abbiamo quindi una inversione dei significati e quindi la Massoneria modernista.
Pare opportuno ricordare, però, che non è possibile fare delle connessioni estremamente sicure tra la Rivoluzione Francese e la Massoneria, poiché, nonostante la tesi del Gesuita Barruel, sulla direzione degli “amici massoni di Voltaire”, quest’ultimo si affiliò solo ad un mese dalla sua morte; abbiamo una fascia di rivoluzionari quali Desmoulins, Marat, Lafayette, nei ranghi delle Logge ma dei legittimisti monarchici anch’essi massoni, ricordiamo anzi che già in tempi non sospetti la Massoneria era proliferante a tutti i livelli nella Corte regia francese anche tra le nobildonne, tanto è vero che la stesa Maria Antonietta disse “Tutti ne fanno parte” nel 1781 compreso il marito come anche i precedenti re. Sappiamo con certezza che in Francia la massoneria ebbe una aderenza di ecclesiastici tutt’altro che limitata dai curati di campagna a gerarchie ecclesiastiche; infatti nella Grande Loggia di Francia non si metteva in discussione né la religione, ritenuta sacra, né il Re. Sin dal periodo di Benedetto XIV la bolla papale antimassonica che si aggiunse alla famosa IN Eminenti di Clemente XII, fu ignorata dal clero francese che continuò a associarsi alle Loggie tranne i gesuiti da cui scaturirono i fieri avversari della Massoneria. Sintomatico sarà l’accanimento del Terrore rivoluzionario contro i massoni sospettati di tramare nell’ombra delle conventicole occulte per danneggiare lo Stato rivoluzionario, quindi non è possibile associare tout court la Massoneria alla Rivoluzione né tanto meno al Giacobinismo che però usò simbologie di tipo massonico, quando innalzava alberi in onore della Dea ragione, divinificando la Razionalità come luce del genere umano rischiarante le tenebre.
Insomma, se non è una connessione organizzativa diretta, abbiamo una cultura massonica prevalente nella società del tempo in Francia, tanto è vero che non c’era bisogno di organizzatori fisici, perché la semina dei massoni aveva probabilmente fatto germogliare bene certe idee di cui la Massoneria fu probabilmente un vettore più che un artefice. Parliamo quindi di un clima culturale della Massoneria che subì in quei tempi delle trasformazioni interne notevoli, difatti la prima rivoluzione fu nelle Logge, dove il sangue reale e nobile si mescolava con il sangue borghese e con il popolo di diversa estrazione, lì le assemblee discutevano idee liberali e riformatrici e lì magari si diffondevano le novità della recente rivoluzione inglese poiché, non dimentichiamolo, il tunnel della Manica allora era la Gran Loggia di Londra da cui affluivano molte correnti politiche e culturali. Una curiosità è che il famoso rito scozzese antico e accettato è una filiazione dello Stuardismo cattolico riparato in Francia dopo le repressioni di Cromwell anticattoliche e antiscozzesi: fu lì che germinò la massoneria cattolica a differenza della massoneria inglese protestante, nata nel 1717 in una riunione di liberi muratori in birreria, 60 anni dopo la decapitazione di Giacomo Stuart ordinata da Cromwell nel 1649. La vedova di Giacomo fu accolta da Luigi XIV a Saint Germain en Laye dove affluì la nobiltà scozzese e irlandese; ecco perché le scomuniche antimassoniche furono viste più come una ragion di stato del Papato contro gli Inglesi che una condanna alla Massoneria nel suo insieme.
Quindi abbiamo la massoneria inglese ubbidiente a Londra e quella scozzese autonoma, entrambe nel corso del XVII secolo si diffusero in Francia tantissimo tanto da far dire ad un ufficiale di polizia francese indagante il fenomeno: “Qui non si parla d’altro che dei progressi fatti dall’ordine dei framassoni (da Free masons in inglese), tutti grandi personaggi e gente comune si fanno iniziare, è un vero e proprio furore” sta a significare che siamo in presenza di un qualcosa di ben oltre che una stretta élite di persone eccentriche. Quindi le ragioni di questa distorsione di significati che i Tradizionalisti rilevano e questa immissione di concetti terrestri in ricerche di tipo spirituale viene da fattori differenti che non una semplice ideologizzazione politica e una infatuazione liberale riformatrice e laicale.
Abbiamo in aiuto Renè Guenòn che parla di degenerazione nella Massoneria informandoci che il rito scozzese in varie zone non opera più la invocazione di ritorno all’autorità sacrale e imperiale parlando egli di dimenticanza dell’origine reclamata dagli aderenti allo scozzesimo di essere i seguaci dell’idea imperiale colpita dal Papato sin dall’epoca dei Templari, quindi aggiunge che nella massoneria moderna vi è ignoranza di significati e quindi degenerazione agli alti gradi. Essi quindi reclamano origini ben diverse da quelle praticate nella vita concreta, essendo i gradi dello scozzesismo legati alla Aquila Imperiale e alla categoria di Kadosh, che vuol dire consacrato. Si parla di radici lontane giungendo fino a Dante e al progetto di restaurazione imperiale aggiungendo una complessa simbologia ermetica e simbolica legata ai tre elementi dello zolfo, del mercurio e del sale che comporrebbero il grado di Principe di Mercy o Scozzese Trinitario, come si dice nello studio di Guenòn su Dante.
Gli elementi sono quelli della Grande opera che i sapienti avrebbero come obiettivo di realizzare con la sapienza acquisita, ma allora dobbiamo supporre che vi è stata una degenerazione di simbologie non più comprese ma anzi parodisticamente continuate sotto mentite spoglie, se non dietro ingannevoli controiniziazioni vedenti un ideale materialistico e idolatrico di imperio delle passioni umane più telluriche. Infatti, i massoni richiamano alla memoria la Tradizione esoterica e iniziatica dai Templari ai Rosacroce, come si riporta nel lavoro di “Templari e Rosacroce” (edito dalla Athanor) fino ai costruttori di cattedrali, ma in realtà sarebbe una parentela vantata ma non dimostrata di cui si sono presi dei simboli divenuti simboli di potere oramai capovolti per una Opera ben diversa da quella degli antichi maestri.
Questa, infatti, sarebbe una possibile spiegazione per far comprendere la deviazione modernista che la Massoneria inglese e anche scozzese ha portato in seno alle società tradizionali di cui ha oggettivamente contribuito alla fine. Il centro originario dei massoni inglesi, nati nel 1717 con la gran Loggia di Londra, sarebbe diverso dalle nobili parentele e quindi porta ad una materializzazione degli ideali spirituali, materializzazione che, difatti, conduce agli aspetti esoterici ma decisamente controiniziatici dei moderni centri di potere economico e civile intrisi di simbologie massoniche. La controiniziazione è quindi una iniziazione che porta però non ad una elevazione spirituale, ma ad una caduta verso il Regno della materia, verso il Lucifero sepolto al centro della terra, che darebbe, però, una spinta alla risalita spirituale dell’adepto, che, invece, di rifuggire il Principe del Male vi si aggrappa come Dante per risalire al di là di esso spuntando nel secondo livello di purificazione purgatoriale; abbiamo qui una sorta di faustiana resurrezione alla luce percorrendo la scala delle tenebre.
Questa interpretazione data già da Eliphas Levi nei suoi scritti storici sui Dogmi e Rituali della Alta magia diviene la ispirazione del rito scozzese di Charleston, come recepito da Albert Pike nel 1871, in un contesto però di presa in contropiede del Dogma che Dante vorrebbe superare arrampicandosi sul pelo della Bestia per risalire e non per scendere agli Inferi. Quindi la radice del grosso rischio corso dai massoni è questa: la volontà di fare da sé la religione e la spiritualità, prendendo anche da ciò che sembrerebbe negativo, ma che in realtà è solo strumento di lavoro rovesciando consapevolmente i simboli e i dogmi stessi come Dante che, secondo i massoni, avrebbe ribaltato la morale e le regole imposte dal clericalismo papale, innescando un processo di elevazione spirituale e sapienziale, usando la scala dell’opposto speculare e oscuro. Qui vi sono già elementi che potrebbero far pensare ad una inversione tradizionale e controiniziatica, se non semplicemente utilitaristica della ricerca tradizionale e spirituale.
Il mondo delle forze è uno strumento usato a piacere dalla persona che ne farebbe ciò che si vuole e che può padroneggiare anche ciò che di più oscuro e tellurico esista; in questo si aggiunge che la perdita di una senso tradizionale gerarchico, portando a perdere anche il riferimento dei primi iniziati alla ricostruzione dell’Impero Sacro Romano per un altro tipo di impero. L’ascesi muratoria, di cui si parla (Hiram Agosto 2001) da più parti nella Massoneria, diviene una operatività materialistica senza scopi profondi che non l’individualismo e la costruzione della Nuova Babele, dove tutta l’umanità viene a diventare parte della Massoneria adorante il Nuovo Tempio di Salomone, da costruire in terra ex novo e non dentro di noi stessi o nel mondo spirituale.
Questo tempio diviene, poi, il simbolo della Reductio ad Unum della umanità (E Pluribus Unum) che, imperfetta e infaustamente ottenebrata dai pregiudizi e dalla ignoranza deve essere ricondotta alla Verità rivelata dai nuovi santoni laici senza religione e senza credo, a questo punto troviamo la connessione con le utopie razionalistiche post rivoluzionarie di una élite di perfetti che deve condurre il popolo in una nuova strada di prosperità e di emancipazione morale dalle catene dell’oscurantismo. Abbiamo le radici di una certa cultura liberale illuminata o liberalsocialista, confinante in settori di azionismo bancario molto inclini alle superstizioni e alle frequentazioni esoteriche, come Blondet fa sapere in diverse occasioni, in occasione anche della morte di Cuccia.
Sarebbe questo il motivo del perché i regimi fascisti hanno sempre perseguito la Massoneria, perché la setta in cui si discute di spirito ma in realtà si domina la materia, diviene così ostacolo per la concordia delle parti sociali inquadrate in un “organon” e non più in una caotica dialettica di interessi. La “Secta” invece né è la negazione e perciò si inalbera contro la solare romanità dell’essere e dello Stato organico, alieno da oscure mestazioni. Si dovrebbe parlare, quindi, non tanto di una Massoneria deviata quanto di una deviazione nella Massoneria che, se ha avuto delle nobili origini ne ha ben sepolto le testimonianze diventando tutt’uno con fermenti insani quali il laicismo, il feroce disprezzo per le masse da educare e da dirigere e l’attitudine a non volere una entità tradizionale in sintesi con la autorità pontificale e religiosa, preferendo la sovversione politica anziché la lotta spirituale alle mancanze delle istituzioni ecclesiali. Si giunge alla Loggia dei sublimi maestri perfetti di Buonarroti, in cui si vagheggia un Italia dominata da iniziati che devono condurre il popolo italiano fuori dalla Tradizione popolare e religiosa dei padri per un regressus ad puerum di dimensioni nazionali, il tutto in virtù però degli ordini impartiti dagli iniziati di Londra e Parigi, avvezzi al colonialismo mercantile più che alla edificazione di templi a forma di Borse Valori.
Ecco quindi, che la spiritualità e la Tradizione non entrano più e si confondono le acque con la politica spicciola e le jacquerie da caffè mondano, il mondo sempre odiato dai cultori della Ricerca vera che prediligono invece la solarità della discussione aperta e franca, il libero confronto ma senza rinchiudersi in anfratti, e l’umiltà di chi come prima cosa sa di non sapere, come Socrate ci lascia detto. Ecco quindi che la degenerazione avanza nell’Ottocento fino al Novecento dove, come ricorda Kremmerz nel suo “Mondo Secreto” di pochi anni prima, la Massoneria diventa una riunione di verbosi personaggi che si addobbano le sedi con orpelli a loro incomprensibili per coprire altri tipi di interessi che non la vera sapienza mercuriale degli Ermetisti.
Questo non toglie che qualche soggetto in buona fede si degni di fare studi approfonditi su argomenti tradizionali come di sicuro si nota sulle riviste massoniche di fattura “colta”, né toglie che alcuni ambienti non siano necessariamente infettati dalle attitudini libero-muratorie, ma è un fatto che l’origine di quella fratellanza e le finalità dei costruttori di cattedrali, oggi, sono oramai un vacuo ricordo intristito di simbologia vetusta.
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