Formato: brossura cm 15×21; Pagine: 456
Casa Editrice ESTER | maggio 2018
Prezzo: € 24,00 – Collana Altra Conoscenza
Descrizione: Dialogo fiosofio condotto secondo la prassi accademica, il De natura deorum, composto negli anni del ritiro dalla vita pubblica, si confiura come una vera e propria summa del pensiero di Cicerone, sia sul piano fiosofio sia su quello religioso, andando a costituire così un testo di estrema importanza per tutti coloro che intendono avvicinarsi allo studio della religione romana. L’opera, di cui si fornisce in questo volume una traduzione integrale in lingua italiana corredata di introduzione e note di commento, si articola in tre libri, scritti a partire dalla fie dell’estate del 45 a.C., dedicati a Marco Giunio Bruto, ognuno dei quali dedicato all’esposizione critica di ciascuna dottrina fiosofia rappresentata da tre interlocutori: l’epicureo Velleio, lo stoico Balbo e l’accademico Cotta.
Autore: MARCO TULLIO CICERONE (106-43 a.C.), nativo di Arpino, di famiglia equestre, studiò a Roma diritto e giurisprudenza, fiosofi in Grecia e in Asia minore. Attivo nella vita pubblica dello Stato (fu questore, edile, pretore e console), fu grande oratore e fiosofo. La sua produzione letteraria superstite vanta oltre cinquanta orazioni, un fitissimo epistolario e numerosi trattati a carattere fiosofio, politico e retorico,
tra cui ricordiamo a titolo esemplifiativo le celebri Verrine e Catilinarie, e i trattati De republica e De officiis.
tra cui ricordiamo a titolo esemplifiativo le celebri Verrine e Catilinarie, e i trattati De republica e De officiis.
Traduzione, introduzione e note: ANDREA ROSSI (1992) è laureato in Filologia e Storia dell’antichità presso l’Università di Pisa. I suoi interessi sono rivolti all’età tardo-antica, con particolare riguardo alla letteratura fiosofia e patristica e alla poesia cristiana; al momento si occupa delle Omelie Varie di Basilio di Cesarea (delle quali sta allestendo una traduzione con commento per la Collana dei Testi Patristici, ed. Città Nuova) e della poesia di Gregorio Nazianzeno.
Su idea e suggerimento di Luca Valentini