7 Ottobre 2024
Società

La perenne lotta antifascista – Claudio Antonelli

Populismo e sovranismo si espandono a macchia d’olio. Il fenomeno è inquietante. Neppure i popoli nordici, un tempo modello di virtù, ne sono immuni. In Italia, i benpensanti della Sinistra denunciano allarmati il riapparire dell’idra fascista. A molti Matteo Salvini appare come un novello Mussolini. Non ha detto: “Molti nemici, molto onore”? Il suo voler difendere a tutti i costi i confini non è un’inquietante manifestazione di nazionalismo e di razzismo? E questo Trump non è in fondo anche lui fascista?  Fascista americano, beninteso.

Le paure sono tante. Ma c’è chi vigila. E noi gli siamo grati. A vigilare sono i saggi della Sinistra, xenofili e antipopulisti, i quali ravvedutisi dell’abbaglio preso con la loro lunga, lubrica fascinazione per le democrazie “popolari” di ieri, sono partiti in guerra contro le democrazie “populiste” di oggi.

Io non credo che basti un saluto alla romana o una frase mussoliniana o il graffito di un simbolo del ventennio per capovolgere in Italia il nostro mondo di valori, e per farci reintegrare come in un film di fantascienza un’epoca morta e sepolta tre quarti di secolo fa. 

Bisognerà anche ammettere che il quadro antifascista è un po’ confuso, dato che lo stile squadrista di un tempo è presente negli stessi antifascisti: i black bloc, gli attivisti dei centri sociali, la miriade di gruppi anarcoidi che inalberano la bandiera rossa e ogni tanto guerreggiano nei centri urbani contro polizia, governo, capitalismo, e contro il fascismo. Torno  a ripetere: oltre a quelli di Casa Pound anche i buonisti o presunti tali presentano spesso tratti fascisti o presunti tali. 

Prendiamo il caso del filosofo Massimo Cacciari che ha chiamato “pezzi di m…” quelli che non condividono la sua passione per i migranti.  Al dittatoriale “me ne frego” era subentrato, ormai da decenni, il democratico “vaff…”. Che aveva finito però, per il suo enorme successo – era sulla bocca di tutti –  con l’inflazionarsi. Ma grazie a Cacciari, rappresentante della classe dei nostri filosofi, l’Italia ha saputo mostrare al mondo di sapersi linguisticamente rinnovare. Ma le male lingue potrebbero insinuare che i suoi “pezzi di m…” progressisti e antipopulisti hanno fatto scacco, sì, al qualunquista “vaffanc…” ma sembrano un po’ riecheggiare il “me ne frego” e “il boia chi molla” di un tempo. Basta con le nostalgie!

No, quel passato non tornerà. Ma occorrerebbe farlo “passare” ossia smettere di parlarne all’infinito. La “nostalgia” e i suoi veleni devono pur aver un limite. 

La tumulazione del “fascistoide” pater familias, la nostra denatalità da record con i cagnolini al posto dei figli, l’amore celebrato nella sua grande varietà e nei suoi più arditi esperimenti, le gay parade, il matrimonio omosessuale, il culto del Diverso, il “gratta e vinci” al posto delle bocce o della partita a carte negli ambienti del dopolavoro di un tempo… questi ed altri sono i chiari segni della nostra avvenuta liberazione dalle catene di un passato oscurantista.

Che mai più  tornerà, anche se lo volessimo.

1 Comment

  • Il Grillo Parlante 7 Ottobre 2024

    “Il suo voler difendere a tutti i costi i confini non è un’inquietante manifestazione di nazionalismo e di razzismo? ”

    Mi perdoni ma questa domanda è la ragione per cui dovrebbero insegnare filosofia a tutti.
    I confini in quanto concetto astratto esistono oppure non esistono.
    Non ci sono “confini un po’ si e un po’ no”.

    Questa fissa di non volere affermare nessun concetto e nessuna “verità” per sostenere la “nuvola probabilistica” per cui tutto è vero e falso quindi tutti sono cittadini e nessuno è cittadino, l’Italia ha dei confini ma nello stesso tempo è infinitamente grande e infinitamente piccola, è un tratto demenziale dei nostri giorni, è “inclusiva” e non “discrimina”.
    Tra l’altro è il frutto di un condizionamento studiato a tavolino perché il “tutto e niente” serve a paralizzare le menti nella impossibilità di decidere e quindi di determinarsi.

    Non è questione di “difendere i confini” ma del fatto che se tutti sono “liberi di migrare” cioè di decidere dove stabilirsi senza rendere conto a nessun altro, ne consegue la fine degli Stati Nazionali e si addiviene alla vecchia idea che l’Italia sia solo una “espressione geografica”. Quindi lo “italiano” diventa qualcuno che incidentalmente e temporaneamente vive in questa regione e non ci sono altre implicazioni. In quanto residente, sarà soggetto alle norme locali e alle norme “federali”, intese come quell’idea confusa di “diritto sovranazionale” ma non sarà più “cittadino” di niente, sarà un “essere umano”. Tra l’altro potrebbe anche esistere il caso in cui l’Italia non appartenga agli Italiani, gli sia solo data in uso, per cui per essere “italiano” uno debba pagare un abbonamento.

    Questa cosa ha tante implicazioni ma ne cito una. Chiamare in causa la Costituzione non ha più senso, cosi come non ha senso che lo Stato imponga delle tasse. Cancelliamo la entità Nazione e la entità Stato e facciamo tutti riferimento a qualcosa che sta sopra o sta fuori, qualsiasi cosa sia. Sbrighiamoci però perché se io non riconosco più la mia “cittadinanza” con tutti i diritti e i doveri conseguenti, quando mi vogliono imporre qualcosa sarò portato prima ad ignorare l’imposizione e poi a ribellarmi. Uno vale uno e uno vale tutti.

    Salvini e i “Sovranisti” non offrono nessuna resistenza e non sono una alternativa. Sono solo uno spettacolo, come Aldo, Giovanni e Giacomo. Prima di obbligarci ad essere “Cittadini del Mondo” hanno fatto in modo da fabbricare generazioni di ignoranti, di scemi e di pazzi che, come ho detto, non hanno la capacità di autodeterminarsi, hanno la capacità di andare verso quello che li fa godere e scappare da quello che li fa soffrire, come i vermi. La gente che ascolta Salvini pensa solo alle rate del mutuo e non c’è altro oltre quello orizzonte.

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