10 Ottobre 2024
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La ricerca del Divino – Luigi Angelino

Quando parliamo di “religione”, ci riferiamo solitamente ad un insieme di esperienze, di dottrine e di riti che riguardano la parte spirituale dell’essere umano, sia come individuo, sia come soggetto inserito nell’ambito della comunità di appartenenza. E’ necessario, tuttavia, avere ben chiaro che è impossibile definire il concetto di religione dal punto di vista astratto, se non in relazione ad un contesto storico e culturale ben determinato che tenga conto di elementi psicologici, antropologici e sociologici contingenti. Le credenze religiose sono state presenti nell’animo umano fin dagli albori della civiltà, scaturite da un anelito spontaneo verso una dimensione soprannaturale. Le primitive forme di pensiero religioso si svilupparono nella forma dei “miti”, allo scopo di spiegare e di ordinare i fenomeni naturali e poi, con l’evolversi della riflessione razionale, si trasformarono in sistemi sempre più articolati, differenziandosi nelle varie regioni geografiche del mondo, ma mostrando archetipi comuni come, ad esempo, si possono individuare nelle innegabili analogie che presentano i protagonisti della mitologia ellenica e di quella norrena.

In particolare, nell’area mediterranea la filosofia greca raggiunse un’organicità epistemologica, così marcata e profonda, da influenzare l’intera cultura occidentale successiva, creando i presupposti di base per la dirompente rivoluzione scientifica che sarebbe avvenuta soltanto in età moderna.  Nello stesso tempo, nell’area medio-orientale, si fece strada l’idea dell’esistenza di un’unica divinità creatrice del mondo, un concetto molto diverso dal “motore immobile” di Aristotele. Gli Ebrei che, nel corso di alcuni secoli di graduale evoluzione intellettuale passarono dalla monolatrìa (adorazione di un solo dio) al monoteismo (convinzione dell’esistenza di un solo Dio), risentirono dell’influenza del dualismo iranico e del misticismo egizio, demonizzando nel contempo le divinità dei popoli nemici.

All’apice della potenza politica della Roma imperiale ed a conclusione del processo culturale di “ellenizzazione” dell’intero bacino mediterraneo, nella stessa area geografica dove si era consolidato l’ideale monoteista, fiorì una nuova dottrina, all’inizio considerata una semplice variante settaria del Giudaismo, ma da esso abilmente affrancata, grazie alla significativa e rivoluzionaria elaborazione teologica di Paolo di Tarso che la estese a “tutti i gentili” e la rese compatibile, sotto certi profili, con la filosofia greca. Il Cristianesimo, per la sua originalità e per l’intrinseca paradossalità delle sue idee, riuscì a diffondersi e a capovolgere i valori della società romana, assimilando alcune forme dei culti pagani pre-esistenti, fino a diventare strumento di potere nei secoli del Medioevo, non così oscuri, come vuole la storiogafia illuminista. Le raffigurazioni artistiche e le elaborazioni letterarie fiorite nel tardo Medioevo e nell’epoca dell’Umanesimo e del Rinascimento ci dimostrano l’evidente e palpabile continuità che lega la tradizione classica a quella cristiana.

La globalizzazione delle informazioni nell’epoca contemporanea e l’interesse crescente per le culture e le religioni di tutto il mondo hanno favorito lo studio e le analisi comparate delle diverse credenze, attribuendo dignità accademica alla disciplina della “scienza delle religioni”, sull’onda del grande sviluppo di tutte le applicazioni in campo sociale decollate a partire dalla seconda metà del diciannovesimo secolo.

Il mio nuovo libro, “La ricerca del divino”, è una raccolta di saggi, suddivisa in tre parti, cominciando da una serie di otto elaborati riguardanti alcuni Misteri Antichi (prima parte), si focalizzerà poi su otto Misteri del Cristianesimo (seconda parte) e terminerà con otto Luoghi misteriosi, terreni ed ultraterreni (terza parte).

Si tratta di una raccolta antologica di ricerche che spero possa suscitare interesse per ulteriori approfondimenti più specifici, a seconda della propensione e della sensibilità di ciascuno.  La scelta del numero “8” nella suddivisione delle tre parti non è casuale. Sono particolarmente legato a questo numero, come simbolo dell’infinito e dell’unione tra il mondo sensibile e quello spirituale, nonché come indicatore dell’incommensurabile e dell’indefinibile.

Luigi Angelino

Per ordinare il testo:

LA RICERCA DEL DIVINO | CTL Editore (ctleditorelivorno.it)

 

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