Due secoli e mezzo fa, la mattina del 1° novembre 1755, giorno di Ognissanti, un sisma di almeno 8,5 gradi della scala Richter con epicentro nell’Oceano Atlantico ad una decina di chilometri da Lisbona, provocò come conseguenza anche un riflusso delle acque che lasciò a secco le navi del porto ed una successiva gigantesca ondata – oggi si direbbe uno tsunami: terremoto e maremoto distrussero la capitale portoghese causando la morte di 60-90 mila persone. Fu un evento, che per la sua terribile e inaspettata potenza si ripercosse su tutti i paesi africani ed europei di fronte all’oceano provocando altre decine di migliaia di morti. L’evento ebbe un impatto emotivo enorme sulla società del tempo e tra l’altro innescò un ampio dibattito teologico (il sisma era avvenuto il giorno di Ognissanti) e filosofico che vide coinvolte personalità come Voltaire, Rousseau e Kant. Naturalmente ci fu chi interpretò l’immane disastro come una “punizione divina”, mentre i due pensatori francesi polemizzarono fra loro su ottimismo e pessimismo con rispettivamente Poema sul disastro di Lisbona e Lettera a Voltaire sul disastro di Lisbona. I loro testi sono stati riuniti in Sulla catastrofe (Bruno Mondadori, 2004) da Andrea Tagliapietra che vi ha aggiunto un importantissimo scritto del giovane Kant, Sulle cause dei terremoti, che poi gli è servito come base “ideologica” per impostare un veramente aureo libretto sull’immaginario catastrofico contemporaneo, Icone della fine (Il Mulino, 2010).
Kant era del parere che là dove la ragione non riusciva a darsi una spiegazione logica dei fatti drammatici, là dove la mente si affacciava sgomenta su un abisso di terrore e distruzione annichilendosi (“La paura toglie agli uomini la capacità di riflettere” scriveva), allora di fronte a questo Nulla interveniva, a supplire la sua carenza, a riempire il Vuoto, l’Immaginazione, la Fantasia che non ha regole né limiti di alcun tipo, creando spiegazioni e giustificazioni di tutti i generi nel tentativo di “capire”. Poiché una spiegazione ci deve pur essere, l’Immaginazione prosegue su un terreno che la Ragione non può, non è capace di battere.
Eco dunque che il caso si ripresenta con il terremoto dei giorni scorsi che ha sconvolto l’alto Lazio e le basse Marche con paesi rasi al suolo e trecento mori. Non è il primo né sarà l’ultimo cui assisteremo in Italia, ma come non mai ha sollecitato l’immaginazione (che supplisce alla ragione impotente) in buona o male fede, grazie anche alla Rete, che all’epoca di Kant non esisteva, il ricettacolo di tutti gli idioti ed i provocatori dell’universo mondo.
Anche nel nostro caso ci sono stati i sostenitori della “punizione divina, ma – ecco l’aspetto nuovo – variabile a seconda delle professioni di fede. Per i fondamentalisti cattolici è la punizione per aver istituzionalizzato i matrimoni omosessuali; per i musulmani radicali la punizione per non esserci noi convertiti all’Islam; e infine ecco una singolare variante: una tizia che partecipa ad una trasmissione-simbolo della imbecillità umana, Il Grande Fratello, agit-prop vegana, se ne è uscita con il karma di Amatrice: è stata colpita dal terremoto per aver ideato la famosa pasta all’amatriciana, quella per cui si usa il guanciale (o, in seconda battuta, la pancetta)! Morte giusta, quindi, per chi uccide gli animali…
I motivi per cui una divinità ce la dovrebbe avere con noi sono molti e disparati, ma non ci si accorge che così dicendo ci si pone sullo stesso piano dei malfamati pagani, degli aborriti politeisti che avevano rappresentato le Potenze della Natura con i volti degli dèi superni e inferi che governano i singoli elementi, e dimenticandoci che un Dio unico, supremo e assoluto, ha ben altro cui pensare ed occuparsi che non i movimenti tettonici della Terra e le sue conseguenze sugli abitanti di questo granello di polvere nell’universo. Altrimenti sarebbe impegnato a fare miracoli che sospendono, annullano o modificano le leggi fisiche ogni secondo… Miracoli che, peraltro, così come le magie, esistono e sono documentati.
Ma non è finita qui. L’Immaginazione che cerca di spiegare l’inspiegabile di fronte al quale la Ragione si arrende, ha oggi anche radici pseudoscientifiche che fanno appello all’animo complottista dei decerebrati navigatori di internet affamati di bufale. Questa volta non si è parlato, come per il sisma de L’Aquila, delle emissioni di gas radon che segnalerebbero l’imminenza dei terremoti dato che non ci sono state scosse di preavvertimento, ma di peggio: addirittura di terremoti indotti e controllati nell’ambito di una nuova “guerra fredda” tra Russia e Stati Uniti per l’egemonia dell’Europa e dell’Italia in particolare, vaso di coccio tra vasi di ferro. Insomma, una specie di avvertimento al governo Renzi! Come possano essere provocati terremoti artificiali a distanza e non operando in loco (ormai si sa che la faglia che lo ha prodotto è partita dal Monte Vettpre nei Sibillini) non si spiega né si spiega, ma importante è lanciare un dubbio e l’ipotesi che non ci troviamo di fronte ad un disastro naturale, ma un disastro provocato a distanza con incredibili strumenti e tecnologie ignote appannaggio di chissà quali nazioni o servizi supersegreti… Pane per i denti della tribù paranoide e schizofrenica che alimenta il fronte complottista planetario.
L’immaginazione si tecnicizza per cercare di dare una spiegazione che alla fin fine è peggiore della realtà. Ed è quella che né la divinità né una scienza malevola possono aver influenza diretta, per attuarli o impedirli, su fatti naturali che seguono l’ineluttabilità delle leggi fisiche terrestri e cosmiche che l’uomo, pur nella sua arroganza di aver capito e interpretato tutto, non può impedire (al massimo prevenire se non fosse così sciocco). E se questi disastri hanno effetti moltiplicati dalla nostra insipienza, imprevidenza, speculazione, allora tanto peggio per noi. Non ce la dobbiamo prendere né con Dio, né con Allah, né con il Karma, né chiederci perché è stato permesso tutto questo. Son eventi sempre accaduti e che sempre accadranno. Tocca solo a noi avere la forza e il coraggio di resistervi, senza pensare ad un dio buono e compassionevole improvvisamente diventato malvagio e vendicativo.
Del resto, come ci ha insegnato proprio il recente terremoto, la vita e la morte, la sopravvivenza o meno dei singoli sono appese a mere coincidenze, casualità, scelte anche personali di cui non si possono prevedere le conseguenze: ad Amatrice tre ragazzini usciti di notte alla ricerche di alcuni micetti in un giardino si sono salvati; l’uomo che aveva perso le chiavi di casa e vi è rientrato da una finestra con una scala, no…
E se si fossero comportati al contrario? Chi si dovrebbe ringraziare o maledire?
Gianfranco de Turris