9 Ottobre 2024
Attualità Politica

La “TRANSIZIONE ECOLOGICA”: il “VECCHIO” mantra della fallimentare ideologia grillina – Daniele Trabucco

Uno degli aspetti decisivi per sostenere il Governo guidato dal prof. Mario Draghi e sul quale é avvenuta l’ennesima capriola degli esponenti del Movimento 5 Stelle (tranne con Fratelli d’Italia si sono alleati con tutti) é stata la proposta (pare accolta) di istituire un apposito Ministero della Transizione ecologica. Se da un lato, sul punto, sará necessario intervenire con un decreto-legge, dall’altro la mediocre classe politica, che andrà a formare l’ammucchiata sia alla Camera dei Deputati, sia al Senato della Repubblica (i 209 miliardi di euro, in caso di approvazione del Piano di ripartenza e resilienza, sono succulenti per tutti.

Non importa se questo si tradurrà in ulteriore debito pubblico, con Patto di stabilità sospeso ma non “cancellato”, in quanto ora la parola d’ordine é “Prima l’Europa”), dimentica che, presso l’attuale Ministero della Tutela dell’Ambiente, del Territorio e del Mare, esiste giá un Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi. Serve davvero un Dicastero di questo tipo? O si tratta di un escamotage per far digerire alla “base” grillina la probabile bocciatura della discutibile riforma dell’istituto della prescrizione contenuta nel decreto “mille proroghe” pronto per la conversione in legge formale da parte del Parlamento?

Se il tema ambientale é cosí decisivo per i pentastellati, come mai, essendo al Governo dal giugno 2018, non hanno insistito sulla riconversione dell’area dell’ex Ilva a Taranto? Perché hanno dato il via libera al Tap in Puglia? Per non parlare della battaglia perduta sulla Tav Torino-Lione. Opere importanti sotto il profilo industriale e infrastrutturale, ma che tengono in poco conto la “rivoluzione green” (espressione priva di contenuti, ma che fa tendenza) sbandierata prima in campagna elettorale e oggi da Grillo per rendere digeribile il “matrimonio forzato” con Berlusconi e Salvini. Purtroppo, non basta un nome o un titolo per svolgere un’ attività politica seria in questo ambito.

Il primo grande errore di Forza Italia e Lega, partiti di maggioranza, sarà proprio lasciare il binomio ambiente/sviluppo economico a grillini e/o sinistra i quali, é già accaduto in passato, lo utilizzeranno per finalitá meramente ideologiche e politiche da anni ’60. E Draghi, che intende portare da 70 a 90/95 miliardi di euro la somma disponibile per questo settore, lo lascerà nelle mani del Movimento 5 Stelle? Riprendendo la lezione di Roger Scruton (1944-2020), noto filosofo britannico ed esponente del conservatorismo tradizionalista, non c’é bisogno di un ambientalismo globale, ma, viceversa, locale, identitario, inserito in una logica di coordinamento e non di contrapposizione con il tessuto imprenditoriale. Al fine di poter realizzare questo obiettivo, é indispensabile una politica nuova, ma soprattutto credibile e coerente.

Prof. Daniele Trabucco (Costituzionalista)

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