“Opinione? Ciò è remoto dal perfetto. Visione, è questa del perfetto”
(Canone Buddhista)
Cos’è la Visione se non il fine ed il significato, la vita medesima del visionario? E che cos’è il visionario se non colui che vede poiché non guarda, e vede il contenuto a cui colui che guarda mai giungerà? Ecco il pensiero vedente! Tale è la Visione vivente (1) che è vivere ciò che non è “oggetto” di conoscenza ma Conoscenza di se stessa: la Visione non è altro che la Visione di sé medesima! Alla stessa viene donata e dedicata la vita, il cuore e lo Spirito, poiché la Visione è, infine, il Demone, è Colui che indica la Via, è Colui che squarcia le nubi del tempo e dello spazio, facendo apparire agli occhi della Mente il Cielo, gli Dei, le Età dello Spirito del Mondo, il Tutto che è Uno ed è il Circolo dei Circoli, come Hegel definisce l’Assoluto.
Questa vuole essere una magica ed incantevole premessa, tale da affascinare l’Animo di chi, leggendo, eroticamente possa essere attratto dalla potenza evocatrice delle Parole che sono Simboli e dei Simboli che sono Realtà, come insegna Jacob Boehme, quando, da immenso visionario quale è, trasferisce, attraverso lo scritto, nell’Animo di colui che è capace di entrare nella Visione, essendo Visione, le Immagini, i Segni, i Simboli che sono il linguaggio eterno dell’Animo poiché è Eros che unisce e fa dei Due l’Uno poiché gli stessi sono simili. La Visione non è muta, essa parla e parla il Linguaggio degli Dei che è criptico e profetico (che etimologicamente vuol significare: Logos a favore del Fas che è l’Ordine, la Parola Divina…!), Linguaggio criptico poiché Eraclito insegna che “Phýsis krýptestai philei” = “la Natura ama nascondersi” e che “il Signore che è a Delfi non dice ma accenna…” e ciò per la semplice ragione che la Visione vede e parla dell’Invisibile, di Colui che “si nasconde”, anzi “ama” nascondersi, quasi “giocando” e “sfidando” questo Dio mortale che è l’uomo, affinché si desti e veda! La Visione è vidyā, è Veda, è Edda, è video-videre ed è Idea, da id, radice del verbo greco orào, che significa vedere; nel mondo indoeuropeo, quindi Vedere è Sapere che è Essere, e siamo tornati all’Inizio da cui non ci siamo mai mossi se non nella Visione medesima, ma essa è il Circolo dei Circoli, e mentre si chiude il primo entriamo nel successivo, essendo la fine dell’uno l’inizio dell’altro, non in senso temporale ma in senso spirituale cioè logico (nel significato hegeliano del termine: eterno!), atteso il fatto che la Visione, come insegna Platone ( Lettera VII, 341 c4-d2) si eventua nell’exphàines = Istante che non è in nessun tempo ed in nessun luogo e, come fiamma nell’Istante si accende e da sé si alimenta e si diffonde.
Ed è la Visione dell’Intero che è il Circolo dei Circoli ed è il Vero (dicono Platone ed Hegel…!) che manifesta e rivela il contenuto della Coscienza, delle Civiltà, del Mondo, che sono le Età dell’uomo, del giorno, dell’anno e della stessa Età Oscura e di tutti i “momenti” o Circoli spiraliformi, ascendenti o discendenti, che essa contiene ed è, quale Athanòr dei Numi – Astri – Metalli in corrispondenza magica tra loro. La Scienza dell’Io quale Rito filosofico interiore (2), come contrazione, coagula, inspirazione, discesa centripeta (che vuole e cerca il Centro) verso il Fondo dell’Animo e l’Oscurità dell’Antro, nella Visione, è la dimensione massima, tanto sottile che è invisibile, è la punta della piramide; sui lati della stessa può manifestarsi la riapparizione del Sacro in altri Circoli, che sono le differenti Civiltà della stessa Età Oscura e sono kathècon, nel tempo, che ne hanno trattenuto o rallentato la Caduta, tale riapparizione (che tra l’altro è la riscoperta post-moderna della Verità della Tradizione Classica…) è, nella Visione, il Medesimo, però nella dimensione altra della stessa piramide, della ricerca di una Identità perduta o di un Io primordiale che sia fondamento della coagulazione identitaria e sovrana (o sovranista, per usare il lessico attuale…) che è sempre egemonica (da eghemonikòn) e quindi libera, poiché il Ritorno del Sé in Sé, tanto a livello microcosmico che macrocosmico (leggi Individuale e Comunitario) è la medesima contrazione-coagula, è il movimento di difesa o rivoluzionario-conservatore del proprio Essere profondo nei confronti della dilatazione-solve che è il mondialismo neoliberista, nel quale ed a causa del suo esoterico satanismo che odia la Vita, tutte le Identità e quindi le Forme, le Idee sono di-ssolte in un solve planetario: la natura della Scienza dell’Io, quale Atto magico di resurrezione del Sè, è pertanto la medesima poiché la Visione è la stessa Età dello Spirito, che è la presente, come ulteriore e forse ultimo Kathècon, prima di giungere al Fondo dell’Animo e dell’uomo e del Mondo per poi risalire nell’altro Ciclo. La Visione non si impara né si insegna, se non si scruta, con coraggio e pathos, nell’amor proprio cercando di uccidere l’amor proprio cioè l’identificazione con la psiche, con il sentimento (che Hegel definisce bestiale) con l’Io ed il suo “Mondo” di inter-esse, di progetti e proposizioni, giudizi ed ambizioni, volontà e desideri (de-sideri = allontanarsi dai sidera cioè dall’Ordine stellare del Cosmo…) affinché eliminato l’amor proprio, anzi constatatane l’inesistenza da sempre, si giunga, dopo essersi àphele pànta = spogliato di tutto (Plotino), al Fondo che è il Se pro-fondo, la dimensione demonica che noi trascendentalmente abbiamo scelto prima della nascita, equivalendo ciò, esotericamente, all’immagine del Demone avuto in sorte, atteso che, nello Spirito, la “scelta” e la “necessità” sono il Medesimo, come è in ogni dimensione metafisica, in quanto il Divino è “libero” di essere ciò che è, per Anànke, ab aeterno. Pertanto la Visione è conquista, è Cerca, è Libertà ma è anche ed insieme Necessità, poiché noi per essenza siamo divini anche se non lo sappiamo e quindi non lo siamo: conoscere è essere il conosciuto, amare è essere l’amato, vedere è essere il veduto: essere Uno!
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Lo Spirito del Mondo, cavalcando sullo stesso, sta inaugurando una nuova ed antica Età di cui la Visione ci indica i bagliori della sua Alba, questa, nel XX secolo, è stata annunciata più di una volta, tanto da spiriti quanto da movimenti apicali, ed è stata lungamente preparata, vissuta ed esperita; poi quella Alba è coincisa quasi con un subitaneo, sanguigno e sanguinoso Tramonto, ma il suo Annuncio resta lapidario e profetico dell’Età incipiente: “Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente…”, affermò il Duce il 10 giugno 1940, dichiarando guerra alla Francia e all’Inghilterra; appaiono evidenti i profondi significati contenuti nell’allocuzione: le “democrazie plutocratiche” sono il globalismo capitalista dell’Occidente (e la nuova Età sta inaugurando la fine epocale dell’Occidente…!) ed il suo rapace dominio sui Popoli schiavizzati nonché la natura “reazionaria” di tale sistema antiumano e quindi antidivino, atteso che reagisce rabbiosamente alla epocale Rivoluzione dei Popoli Europei; Rivoluzione che ha indicato e manifestato quel revolvere cioè quel movimento rotatorio volto, come quello dei pianeti e quindi Divino, verso l’Origine, il Centro, l’Identità, la Sovranità, la Libertà e, quindi, lo Spirito: ed è stata l’ultima planetaria barriera, Limes, immane guerra del Sangue contro l’Oro, onde tentare di inaugurare la nuova Età dello Spirito, in una nuova Atene ed in una nuova Roma.
Se la Visione è il Circolo dei Circoli ciò vuol significare, pertanto, che la stessa non è “qualcosa” di non manifesto, di non visibile negli eventi umani; tutt’altro! La Visione, come abbiamo affermato, è il vedere e quindi il conoscere il contenuto, l’essenza, i significati, il senso complesso e diversificato dell’Intero che è il Vero; e ciò vuol dire che quella che noi definiamo Età Oscura è sempre organismo vivente, ancorché orientato verso il Basso e quindi verso la dimensione subumana della Vita, però nello stesso, proprio perché vivente, può emergere, in guisa misteriosa, lo Spirito eroico delle Origini che è il ciclico rinnovarsi della Guerra mitica dell’Eroe contro la Donna ed il Titano e questi sono i Circoli nel Circolo, e sono il Ciclo ellenico-romano, quello del cosiddetto evo medio e l’ultimo, quello della epocale Rivoluzione tradizionale europea. Della stessa è forse inconsapevole richiamo ed evocazione, l’attuale continentale rifiuto da parte dei popoli europei del dominio delle oligarchie neoliberiste nonché l’invocazione rivoluzionaria di una “democrazia illiberale”, che, ictu oculi, è la negazione radicale di quelle “democrazie plutocratiche…”.
Noi, infatti, stiamo entrando o siamo già entrati, in un’altra nuova Età dello Spirito, che ha e manifesta la stessa natura delle precedenti poiché appare come una planetaria Rivolta del sistema immunitario dei Viventi tutti: umani, animali, piante, mari e monti e terre emerse, quindi del Vivente unitario, contro le Tenebre della Morte cioè dell’oscurità umida della Fine di un Mondo, non del Mondo; è quasi una reazione irrazionale, istintiva, molto poco pensata, e ciò dà proprio l’idea della “ultima ratio” della stessa, quasi un tentativo, forse l’ultimo, di evocare tutte le forze della Vita, le più elementari, nella stessa guisa in cui nell’uomo, nel momento del massimo pericolo, tutte le energie vitali dell’organismo accorrono alla Cittadella del Cuore quasi come genetica e geniale necessità divina della conservazione della Vita medesima.
“La nottola di Minerva s’invola al crepuscolo” insegna Hegel ed è quanto lo stesso Aristotele (Metafisica, XII, 8, 1074a, 38-b 14) afferma a proposito del Sapere assoluto che si conquista alla fine di un ciclo di Civiltà: la Conoscenza suprema coincide, quindi, con l’avanzare delle Tenebre, la Scienza dell’Io è lo scendere nel fondo dell’Anima (Evola), è il Conoscere-Anamnesi (Erinnerung, la chiama Hegel…) Se stessi, proprio nel dominio dell’oscurità che già annuncia l’Aurora di una nuova e, forse, ciclica Alba ed è il senso, esotericamente teofanico, dell’Ultima Età: anche se nel movimento cosmico a spirale la fase del dominio della Diade conduce il Cosmo lontano dal Divino, gli Dei sono sempre presenti; l’Uno, nonostante sia stato dimenticato dal Nous quale Anima del Mondo, torna sempre e di nuovo a guidare l’Universo, conservandone l’immortalità (Platone, Politico, 269 C; 270 A; 273 D) (3).
Note:
1 – H. CORBIN, L’Iran e la filosofia, Napoli 1992, vedi Cap. IV, interamente dedicato al grande teosofo platonico Yahia Sohravardi.
2 – G. CASALINO, Hegel, Evola e la conoscenza del Divino. Studi sulla teosofia platonico-ermetica, Genova 2018, pp. 99 ss..
3 – K. GAISER, La metafisica della storia in Platone, Milano 1988, pp. 49 ss..
Giandomenico Casalino
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