Non v’è dubbio che la cosiddetta “ricerca della felicità”, condizione psichica così unanimemente ambita, non dia in genere i risultati sperati. Quanta felicità affligge la maggioranza delle persone! Questo grave problema sociale dipende dal fatto che tale ricerca è condotta quasi sempre secondo criteri irrazionali. Alla fine, la felicità diventa un’araba fenice, un enigma insolubile. È stato invece dimostrato che un semplice schema è sufficiente per mostrare le dinamiche che ne stanno alla base e per trarne un’opportuna metodologia di comportamento.
Al fine di razionalizzare la ricerca della felicità (più precisamente detta Percorso Intenzionale di Progettazione Psico-Operazionale, o PIPP), il MES (Ministero di Efficienza e Salute) di concerto col MIDI (Ministero dell’Istruzione e della Didattica Inclusiva) e con il contributo della più avanzata scienza psicologica ha recentemente diffuso alcune linee guida ad uso di Educatori e Operatori Didattici (EOD) per l’insegnamento dei Piani di Esperienza Formativa (PEF) nelle scuole di vario ordine e grado. Nulla osta però che tali linee guida e i loro intenti programmatici, tesi alla creazione di una società più felice, siano fruiti anche da soggetti extra-scolastici.
Lo scopo di questo breve scritto è appunto quello di sottoporre all’attenzione di ognuno la prospettiva teorico-pratica contenuta nel testo ministeriale, estrapolandone e sintetizzandone i punti salienti. Dobbiamo infatti, come prima cosa, partire da due punti posti a una certa distanza tra loro (trattandosi di uno spazio immaginario non serve specificare la distanza):
Il punto A rappresenta la situazione tipica dell’uomo comune, caratterizzata dalla Assenza dei Requisiti Esistenziali di Soddisfazione (ARES) e quindi da tensioni e malesseri di varia intensità, più specificamente da Oscillazioni Negative Variabili (ONV) dei tre seguenti stati d’animo (notoriamente stressogeni):
1) ansia
2) frustrazione
3) collera
Il punto B rappresenta al contrario una condizione di Benessere (Presenza di Requisiti Esistenziali di Soddisfazione, o PRES) legata al possesso di alcuni beni desiderati. Esempi tipici di B sono le cosiddette Super Satisfying Significant and Sensitive Situations (altrimenti dette SSSSS):
1) salute
2) soldi
3) sesso
4) sicurezza
5) status sociale
Alcuni aggiungono altre S (sapere, saggezza, salvezza dell’anima) che, pur nel rispetto delle personali convinzioni, possiamo considerare obiettivi voluttuari e opzionali. Neppure si può ignorare che, in particolari situazioni, B potrebbe coincidere con la mera sopravvivenza. Ma in teoria esistono variabili infinite di B. In pratica si tratta di riconoscere la presenza di un determinato desiderio e di un determinato oggetto (Obiettivo Specifico Mirato, OSM) virtualmente in grado di soddisfarlo, producendo la sospirata distensione interiore.
N.B.: vengono esclusi qui i casi in cui la felicità dipende da circostanze totalmente indipendenti dalla volontà, in cui perciò non si configura una reale ricerca ma un’attesa passiva. Esempio: Jack pensa che sarebbe felice se la squadra di calcio di cui è tifoso vincesse il campionato. Si prescinde anche da quei casi in cui la felicità è legata a speranze impossibili. Esempio: Jim pensa che sarebbe felice se gli ricrescessero i capelli. Un caso a parte rappresentano i casi in cui B implica azioni non consentite dalla legge. Esempio: John pensa che sarebbe felice se potesse ammazzare Bill. L’autore del presente articolo non intende incoraggiare comportamenti illeciti e non si assume responsabilità per le conseguenze di tali atti in sede civile o penale.
Chiarito questo, si tratta semplicemente di tirare una linea che unisca A e B, ovvero di tracciare una via che consenta all’uomo (u) di spostarsi da un punto all’altro, e quindi di raggiungere il proprio OSM, appagando così il proprio desiderio.
La misura in cui il tragitto tra A e B riguardi esclusivamente u – il singolo individuo – oppure coinvolga altri soggetti, ne determina il carattere più o meno egoistico o altruistico, individuale o sociale. Non è detto che AB sia una linea retta. È più probabile anzi che, data la natura dell’uomo, il suo percorso sia serpeggiante, curvilineo, ondivago e ricco di arabeschi.
o che proceda zigzagando e compiendo numerose deviazioni, rinculi e regressioni
In ogni caso, lo schema testé esposto sembra indicare che prima o poi u arriverà alla meta agognata. Bisogna tuttavia tener conto del fatto che la linea AB può intersecarsi con altre linee che rappresentano, per così dire, degli sbarramenti ossia ostacoli e difficoltà (Fattori Emergenti di Resistenza, FER, che qui indicheremo con D). Poco importa che sia un’inibizione psichica, una circostanza avversa, una legge dello stato o la volontà di qualcun altro che si oppone alla nostra. Del pari, ha scarsa rilevanza qui il fatto che D possa essere puramente immaginario, dato che la stessa cosa potremmo dire di A e di B. A noi interessa la concreta esperienza vissuta, e il vissuto di u è di trovarsi di fronte una o più barriere che si frappongono tra lui e il bene desiderato.
In tal caso u può comportarsi in tre modi distinti:
- a) Può rassegnarsi, cioè fermarsi o tornare indietro (fase orale-depressiva*)
*: (u tende a ‘oralizzare’, cioè parla sempre di ‘D’, lamentandosi, commiserandosi o accusando qualcuno. Spesso può fingere che B non lo interessi).
- b) Può studiare il modo di aggirare l’ostacolo (fase anale-razionale**)
**: (u ‘analizza’ metodicamente ‘D’, pensa a lungo sul da farsi, elabora sistemi di pensiero e di condotta anche molto complessi, e spesso non ricorda più cos’era ‘B’).
- c) Può scontrarsi con l’ostacolo e cercare di abbatterlo (fase fallico-aggressiva***)
***: (u affronta di petto D, cerca di eliminarlo con la violenza, a rischio di ‘falli’ e ‘fallimenti’ che, invece che a B, lo possono portare ad avere conseguenze penose o anche penali – vedi sopra).
Il caso più comune è senz’altro il secondo (b). La decisione di superare metodicamente la difficoltà (D), implica che u trovi a tal fine strumenti idonei e qualcuno che gli insegni come usarli. A questo punto divengono perciò fondamentali due fattori: 1) una Unità di Apprendimento Specifico (UDS), ossia ciò che possiamo genericamente chiamare una Tecnica (qui la indicheremo come T!) e 2) un Operatore Didattico Disciplinare (ODD), vale a dire un Maestro ( qui rappresentato da M!). Questi due elementi, decisivi nell’attuazione del piano b, possono ovviamente mutare in relazione alla natura dell’OSM e delle difficoltà emergenti (D).
Se ad esempio il nostro Obiettivo Specifico Mirato (B) è la salute (cioè la prima s), il Fattore Emergente di Resistenza (D) potrà essere una grave artrosi, un tumore o una qualunque altra patologia che provochi una condizione di ARES (vedi sopra). In tal caso T! sarà una terapia idonea e M! un buon medico. Se il nostro OSM sono i soldi, T! potrà consistere nel cercare un buon lavoro o nel giocare al Lotto. Se B è legato a fantasie sessuali, T! sarà far la corte a una/o ragazza/o, appoggiandosi eventualmente come M! a qualche amico/a più esperto/a. Se invece cerchiamo la salvezza dell’anima, potremo usare come T! lo yoga, lo zen, i culti egiziani, lo shintoismo ecc. e un guru tibetano, uno psicanalista ecc. potranno essere M!. Gli esempi potrebbero continuare ma, quale che sia lo scopo (?) la sostanza non cambia.
In genere si possono trovare T! e M! in un libro, e oggi anche sul Web. Senza dubbio oggi abbondano i manuali e gli ‘esperti’ che insegnano a esser felici. Questo vale per ogni tipo di problema, piccolo o grande, materiale o spirituale. È opportuno tuttavia mettere in guardia contro questa manualistica, questa proliferazione di teorie e di tecniche quasi sempre prive di una base razionale.
In ogni caso, come la via verso B, anche il percorso di u verso T! e M! può essere contorto e ostacolato. A quel punto, u potrà rinunciare (vedi sopra) oppure cercare nuove Unità di Apprendimento e nuovi Operatori Didattici (t!, m!) ossia nuovi strumenti per superare le nuove difficoltà (d). Questo però lo porterà a imbattersi in nuove contrarietà, nuovi ostacoli (δ) ecc..
Il dover affrontare Fattori Emergenti di Resistenza sempre nuovi e inattesi può ovviamente scoraggiare u. Ma, se questi resiste alla tentazione di arrendersi e si impegna a fondo nella ricerca, nulla a priori impedisce che, seppur lentamente e a fatica, con il supporto di Operatori Didattici provvisti delle idonee competenze specifiche, u possa un giorno raggiungere B o qualcosa che gli somiglia. In caso contrario potrà sempre ripiegare su qualcos’altro (Oggetto Secondario Sostitutivo, OSS, che qui diremo C), forse meno desiderabile, meno soddisfacente, ma più accessibile.
Ora, qualcuno potrebbe pensare che una volta raggiunto B e soddisfatto il desiderio (B) l’esistenza si svuoti e perda senso, non essendoci più nulla per cui impegnarsi e lottare. Fortunatamente, anche nell’ipotesi che si possa raggiungere B, questo determinerebbe in breve tempo un nuovo stato di insoddisfazione e tensione (A’), creando un nuovo obiettivo (B’) opportunamente differito nel futuro.
È chiaro che anche raggiungere B’ comporterebbe il riproporsi di questa fondamentale dinamica, secondo una legge psichica che possiamo definire Frustrazione Esistenziale Inalienabile (FEI) e che trova felice espressione nel detto popolare: “l’uomo non è mai contento”. In altre parole, il Bene eccede sempre la natura umana (u < B). Il possesso di B’ determinerebbe quindi A’’ e B’’, poi A’’’ e B’’’ ad infinitum. Il carattere inestinguibile del desiderio, e con ciò della frustrazione, permette a u di riprendere ogni volta la sua ricerca e di tener vivo il senso della sua vita.
Infine, bisognerà anche tener conto dell’importanza – a volte decisiva per la felicità di u – di alcune variabili incognite e imprevedibili (x). Quindi, se consideriamo l’esperienza umana nella prospettiva del comune anelito verso una condizione di benessere, potremmo esprimerne il senso e l’operatività fondamentale con una semplice formula:
Concludendo, il merito indiscutibile del documento ministeriale è a mio parere quello di aver contribuito a un significativo progresso nella comprensione dell’uomo e dei suoi bisogni psico-sociali, illustrando in modo chiaro e definitivo il carattere scientifico di quel fenomeno spesso oscuro che chiamiamo volgarmente ‘felicità’. In tal modo vengono eliminati presunti misteri, si mette fine alle vane speculazioni e si fornisce una razionale linea di condotta all’uomo moderno, liberandolo dall’angoscia, dal senso di inutilità e di insensatezza che così spesso lo affligge, ponendo le basi per una società migliore.
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