23 Giugno 2024
Psicologia

L’ABC della felicità

Non v’è dubbio che la cosiddetta “ricerca della felicità”, condizione psichica così unanimemente ambita, non dia in genere i risultati sperati. Quanta felicità affligge la maggioranza delle persone! Questo grave problema sociale dipende dal fatto che tale ricerca è condotta quasi sempre secondo criteri irrazionali. Alla fine, la felicità diventa un’araba fenice, un enigma insolubile. È stato invece dimostrato che un semplice schema è sufficiente per mostrare le dinamiche che ne stanno alla base e per trarne un’opportuna metodologia di comportamento.

Al fine di razionalizzare la ricerca della felicità (più precisamente detta Percorso Intenzionale di Progettazione Psico-Operazionale, o PIPP), il MES (Ministero di Efficienza e Salute) di concerto col MIDI (Ministero dell’Istruzione e della Didattica Inclusiva) e con il contributo della più avanzata scienza psicologica ha recentemente diffuso alcune linee guida ad uso di Educatori e Operatori Didattici (EOD) per l’insegnamento dei Piani di Esperienza Formativa (PEF) nelle scuole di vario ordine e grado. Nulla osta però che tali linee guida e i loro intenti programmatici, tesi alla creazione di una società più felice, siano fruiti anche da soggetti extra-scolastici.

Lo scopo di questo breve scritto è appunto quello di sottoporre all’attenzione di ognuno la prospettiva teorico-pratica contenuta nel testo ministeriale, estrapolandone e sintetizzandone i punti salienti. Dobbiamo infatti, come prima cosa, partire da due punti posti a una certa distanza tra loro (trattandosi di uno spazio immaginario non serve specificare la distanza):

Il punto A rappresenta la situazione tipica dell’uomo comune, caratterizzata dalla Assenza dei Requisiti Esistenziali di Soddisfazione (ARES) e quindi da tensioni e malesseri di varia intensità, più specificamente da Oscillazioni Negative Variabili (ONV) dei tre seguenti stati d’animo (notoriamente stressogeni):

1) ansia

2) frustrazione

3) collera

Il punto B rappresenta al contrario una condizione di Benessere (Presenza di Requisiti Esistenziali di Soddisfazione,  o PRES) legata al possesso di alcuni beni desiderati. Esempi tipici di B sono le cosiddette Super Satisfying Significant and Sensitive Situations (altrimenti dette SSSSS):

1) salute

2) soldi

3) sesso

4) sicurezza

5) status sociale

Alcuni aggiungono altre S (sapere, saggezza, salvezza dell’anima) che, pur nel rispetto delle personali convinzioni, possiamo considerare obiettivi voluttuari e opzionali. Neppure si può ignorare che, in particolari situazioni, B potrebbe coincidere con la mera sopravvivenza. Ma in teoria esistono variabili infinite di B. In pratica si tratta di riconoscere la presenza di un determinato desiderio e di un determinato oggetto (Obiettivo Specifico Mirato, OSM) virtualmente in grado di soddisfarlo, producendo la sospirata distensione interiore.

N.B.: vengono esclusi qui i casi in cui la felicità dipende da circostanze totalmente indipendenti dalla volontà, in cui perciò non si configura una reale ricerca ma un’attesa passiva. Esempio: Jack pensa che sarebbe felice se la squadra di calcio di cui è tifoso vincesse il campionato.  Si prescinde anche da quei casi in cui la felicità è legata a speranze impossibili. Esempio: Jim pensa che sarebbe felice se gli ricrescessero i capelli. Un caso a parte rappresentano i casi in cui B implica azioni non consentite dalla legge. Esempio: John pensa che sarebbe felice se potesse ammazzare Bill. L’autore del presente articolo non intende incoraggiare comportamenti illeciti e non si assume responsabilità per le conseguenze di tali atti in sede civile o penale.

Chiarito questo, si tratta semplicemente di tirare una linea che unisca A e B, ovvero di tracciare una via che consenta all’uomo (u) di spostarsi da un punto all’altro, e quindi di raggiungere il proprio OSM, appagando così il proprio desiderio.

La misura in cui il tragitto tra A e B riguardi esclusivamente u – il singolo individuo – oppure coinvolga altri soggetti, ne determina il carattere più o meno egoistico o altruistico, individuale o sociale. Non è detto che AB sia una linea retta. È più probabile anzi che, data la natura dell’uomo, il suo percorso sia serpeggiante, curvilineo, ondivago e ricco di arabeschi.

o che proceda zigzagando e compiendo numerose deviazioni, rinculi e regressioni

In ogni caso, lo schema testé esposto sembra indicare che prima o poi u arriverà alla meta agognata. Bisogna tuttavia tener conto del fatto che la linea AB può intersecarsi con altre linee che rappresentano, per così dire, degli sbarramenti ossia ostacoli e difficoltà (Fattori Emergenti di Resistenza, FER, che qui indicheremo con D). Poco importa che sia un’inibizione psichica, una circostanza avversa, una legge dello stato o la volontà di qualcun altro che si oppone alla nostra. Del pari, ha scarsa rilevanza qui il fatto che D possa essere puramente immaginario, dato che la stessa cosa potremmo dire di A e di B. A noi interessa la concreta esperienza vissuta, e il vissuto di u è di trovarsi di fronte una o più barriere che si frappongono tra lui e il bene desiderato.

In tal caso u può comportarsi in tre modi distinti:

 

  1. a) Può rassegnarsi, cioè fermarsi o tornare indietro (fase orale-depressiva*)

*: (u tende a ‘oralizzare’, cioè parla sempre di ‘D’, lamentandosi, commiserandosi o accusando qualcuno. Spesso può fingere che B non lo interessi).

  1. b) Può studiare il modo di aggirare l’ostacolo (fase anale-razionale**)

**: (uanalizza’  metodicamente ‘D’, pensa a lungo sul da farsi, elabora sistemi di pensiero e di condotta anche molto complessi, e spesso non ricorda più cos’era ‘B’).

 

  1. c) Può scontrarsi con l’ostacolo e cercare di abbatterlo (fase fallico-aggressiva***)

***: (u affronta di petto D, cerca di eliminarlo con la violenza, a rischio di ‘falli’ e ‘fallimenti’ che, invece che a B, lo possono portare ad avere conseguenze penose o anche penali – vedi sopra).

Il caso più comune è senz’altro il secondo (b). La decisione di superare metodicamente la difficoltà (D), implica che u trovi a tal fine strumenti idonei e qualcuno che gli insegni come usarli. A questo punto divengono perciò fondamentali due fattori: 1) una Unità di Apprendimento Specifico (UDS), ossia ciò che possiamo genericamente chiamare una Tecnica (qui la indicheremo come T!) e 2) un Operatore Didattico Disciplinare (ODD), vale a dire un Maestro ( qui rappresentato da M!). Questi due elementi, decisivi nell’attuazione del piano b, possono ovviamente mutare in relazione alla natura dell’OSM e delle difficoltà emergenti (D).

Se ad esempio il nostro Obiettivo Specifico Mirato (B) è la salute (cioè la prima s), il Fattore Emergente di Resistenza (D) potrà essere una grave artrosi, un tumore o una qualunque altra patologia che provochi una condizione di ARES (vedi sopra). In tal caso T! sarà una terapia idonea e M! un buon medico. Se il nostro OSM sono i soldi, T! potrà consistere nel cercare un buon lavoro o nel giocare al Lotto. Se B è legato a fantasie sessuali, T! sarà far la corte a una/o ragazza/o, appoggiandosi eventualmente come M! a qualche amico/a più esperto/a. Se invece cerchiamo la salvezza dell’anima, potremo usare come T! lo yoga, lo zen, i culti egiziani, lo shintoismo ecc. e un guru tibetano, uno psicanalista ecc. potranno essere M!. Gli esempi potrebbero continuare ma, quale che sia lo scopo (?) la sostanza non cambia.

In genere si possono trovare T! e M!  in un libro, e oggi anche sul Web. Senza dubbio oggi abbondano i manuali e gli ‘esperti’ che insegnano a esser felici. Questo vale per ogni tipo di problema, piccolo o grande, materiale o spirituale. È opportuno tuttavia mettere in guardia contro questa manualistica, questa proliferazione di teorie e di tecniche quasi sempre prive di una base razionale.

In ogni caso, come la via verso B, anche il percorso di u verso T! e M! può essere contorto e ostacolato. A quel punto, u potrà rinunciare (vedi sopra) oppure cercare nuove Unità di Apprendimento e nuovi Operatori Didattici (t!, m!) ossia nuovi strumenti per superare le nuove difficoltà (d). Questo però lo porterà a imbattersi in nuove contrarietà, nuovi ostacoli (δ) ecc..

Il dover affrontare Fattori Emergenti di Resistenza sempre nuovi e inattesi può ovviamente scoraggiare u. Ma, se questi resiste alla tentazione di arrendersi e si impegna a fondo nella ricerca, nulla a priori impedisce che, seppur lentamente e a fatica, con il supporto di Operatori Didattici provvisti delle idonee competenze specifiche,  u possa un giorno raggiungere B o qualcosa che gli somiglia. In caso contrario potrà sempre ripiegare su qualcos’altro (Oggetto Secondario Sostitutivo, OSS, che qui diremo C), forse meno desiderabile, meno soddisfacente, ma più accessibile.

Ora, qualcuno potrebbe pensare che una volta raggiunto B e soddisfatto il desiderio (B) l’esistenza si svuoti e perda senso, non essendoci più nulla per cui impegnarsi e lottare. Fortunatamente, anche nell’ipotesi che si possa raggiungere B, questo determinerebbe in breve tempo un nuovo stato di insoddisfazione e tensione (A’), creando un nuovo obiettivo (B’) opportunamente differito nel futuro.

È chiaro che anche raggiungere B’ comporterebbe il riproporsi di questa fondamentale dinamica, secondo una legge psichica che possiamo definire Frustrazione Esistenziale Inalienabile (FEI) e che trova felice espressione nel detto popolare: “l’uomo non è mai contento”. In altre parole, il Bene eccede sempre la natura umana (u < B). Il possesso di B’ determinerebbe quindi A’’ e B’’, poi A’’’ e B’’’ ad infinitum. Il carattere inestinguibile del desiderio, e con ciò della frustrazione, permette a u di riprendere ogni volta la sua ricerca e di tener vivo il senso della sua vita.

Infine, bisognerà anche tener conto dell’importanza – a volte decisiva per la felicità di u – di alcune variabili incognite e imprevedibili (x). Quindi, se consideriamo l’esperienza umana nella prospettiva del comune anelito verso una condizione di benessere, potremmo esprimerne il senso e l’operatività fondamentale con una semplice formula:

 

Concludendo, il merito indiscutibile del documento ministeriale è a mio parere quello di aver contribuito a un significativo progresso nella comprensione dell’uomo e dei suoi bisogni psico-sociali, illustrando in modo chiaro e definitivo il carattere scientifico di quel fenomeno spesso oscuro che chiamiamo volgarmente ‘felicità’. In tal modo vengono eliminati presunti misteri, si mette fine alle vane speculazioni e si fornisce una razionale linea di condotta all’uomo moderno, liberandolo dall’angoscia, dal senso di inutilità e di insensatezza che così spesso lo affligge, ponendo le basi per una società migliore.

35 Comments

  • O.M. 22 Maggio 2024

    Nell’articolo è detto che “non serve specificare la distanza” tra A e B. Ma nel testo ministeriale si legge invece che “i due punti si trovano a eguale distanza l’uno dall’altro”. Questa precisazione mi sembra essenziale per la comprensione del problema.

  • C.P. 22 Maggio 2024

    Ah, ecco.

    • O.M. 22 Maggio 2024

      I nostri burocrati sono sempre molto precisi.

  • C.P. 22 Maggio 2024

    Non li meritiamo.

    • O.M. 22 Maggio 2024

      Verissimo.
      Si veda, ad esempio, il progetto finanziato dal Ministero della Salute: “L’educazione alla sessualità estensiva” (CSE – Comprehensive Sexuality Education), che “promuove una visione positiva della sessualità e incoraggia la riflessione e il pensiero critico, per compiere scelte informate e libere sulla sessualità e nelle relazioni, facilitando l’inclusività e valorizzando le diversità”.
      Lavorano per la nostra felicità. Felicità Inclusiva e Rispettosa delle Diversità Estensive (FIRDE).
      Basterebbe seguire le linee programmatiche.

  • Oreste 22 Maggio 2024

    Il testo originale è disponibile sul sito di entrambi i ministeri? Sarei interessato.

    • O.M. 22 Maggio 2024

      “Linee di indirizzo nella progettazione di interventi di educazione alla felicità” (LIPIEF). Si può comodamente trovare sui siti governativi.

  • Oreste 22 Maggio 2024

    La ringrazio.

  • Serenella 22 Maggio 2024

    Per O.M.
    Mi scusi, ma Lei per caso è il Prof. Orazio M. dell’Istituto Superiore Inclusivo di Tipignano? I miei tre gemell* hanno studiato lì. Felicissimi.

    • Serenella 22 Maggio 2024

      Felicissim* (mi correggo, devo farci ancora l’abitudine. Io sono di un’altra generazione, purtroppo, ma sto imparando).

    • O.M. 22 Maggio 2024

      Mi dispiace molto ma purtroppo mi chiamo O. Comunque mi rallegro con Lei. Tre gemell* felici (o felicissim*) è quasi un record. Immagino sia frutto di un PEF (piano di esperienza formativa) improntato all’inclusività.

      • O.M. 22 Maggio 2024

        I miei hanno avuto 5 figl* e li hanno chiamati A., E., I., O., U., per evitare discriminazioni sessiste. Però non abbiamo studiato a Tipignano. Purtroppo.

  • Serenella 22 Maggio 2024

    Sì, sì, è merito di quel PEF! (Tipignano è una vera eccellenza nazionale per i programmi e i piani proposti).
    P.S. I Suoi genitori avevano capito i tempi, che bravi. Mio marito e io avevamo scelto nomi tradizionali (siamo un po’ignoranti), ma loro (lor*) se li sono cambiati a 18 anni. Che emozione. Tanto intelligent* e felic*.

  • Gaio e Diletta 22 Maggio 2024

    Confermiamo il grande valore di Tipignano.

  • Gaio e Diletta 22 Maggio 2024

    Addendum.
    Siamo genitori 1 e 2 o 2 e 1. Dipende dalle ore del giorno.

  • Mari* 23 Maggio 2024

    Al Signor* O. M.: maggior precisione di linguaggio, per favore. “Li hanno chiamati” va corretto in “l* hanno chiamat*”.
    A Gaio e Diletta: encomiabile l’alternanza di pari e dispari, per non creare nuove forme di discriminazione. Però, non sarebbe meglio Gai* e Dilett*?
    A Serenell*: complimenti per la scelta della scuola (ma attenzione al nome!).

  • Gaio e Diletta 23 Maggio 2024

    A Mari*
    Siamo intercambiabili anche nel nome. Abbiamo preferito la fluidità dell’uso all’asterisco. Ce lo giochiamo a dadi al mattino: chi vince sceglie il nome della giornata.

    • Gaio e Diletta 23 Maggio 2024

      Correzione: INTERSCAMBIABILi

  • Serenella 23 Maggio 2024

    Rispondo anch’io a Mari*: uso il nome completo per questioni di opportunità. Ci tengo ai soldi e finché il vecchio non tira le cuoia devo attenermi alla tradizione. Ha mal digerito le scelte dei gemell* (nipot*)…se lo provoco lascia tutto alla badante. Penso che Lei intendesse questo. Oppure il fatto che sono omonima della ex first rettilessa? Questo è triste, lo so.

  • Gaio e Diletta 23 Maggio 2024

    Addendum.
    Sebbene interscambiabili, potremmo sembrare comunque binari. Assolutamente no: ogni 29 febbraio siamo “Gadi” o “Diga” (dipende dalla temperatura esterna) con l’aggiunta di altri elementi. Fusione illuminata d’immenso.

  • Mari* 23 Maggio 2024

    A Ga** e Di**: eccellente, mi compiaccio! Ci fossero più coppie come la vostra vivremmo in un mondo migliore.
    A Serenell*: comprendo benissimo il Suo problema e condivido i Suoi scrupoli (i soldi sono una delle principali fonti di felicità). E per il nome non si preoccupi. Del resto, anch’io, come può vedere…

  • Serenella 23 Maggio 2024

    Eh, proprio questi nomi dovevano darci…

  • Oreste 23 Maggio 2024

    Ma perché dare i nomi, poi? Tradizione assurda e discriminante.

    • Mari* 23 Maggio 2024

      Sì, sarebbero molto meglio dei numeri o delle sigle, come le targhe delle automobili. Inoltre, si eviterebbero i casi di omonimia.
      (Il mio commento era finito da un’altra parte, non so perché).

      • Oreste 23 Maggio 2024

        Boicottano, sono argomenti tabù per molti. Il boicottaggio precede la censura.
        Tornando al tema, numeri e sigle perfetti. In aree a bassa densità di popolazione -in età da S.C.C. (Servizio Caronte Cappato) – sufficiente “Ehi, tu” (“tu” di cortesia, eventualmente per situazioni ufficiali). Pochi costi, massima resa, agevole per over con scarsa memoria.

  • Oreste 23 Maggio 2024

    Ovviamente si passerebbe da sigla/targa a “Ehi (tu)” con semplice cancellazione del codice assegnato al momento dell’estrazione (la chiamano ancora “nascita”) non appena il soggetto manifestasse difficoltà a ricordarlo (seguirebbe entro i tempi previsti S.C.C.nazionale).

    • Oreste 23 Maggio 2024

      L’omonimia in questo caso non costituirebbe un problema, non avendo i soggetti (in scadenza) funzione sociale.

      • Mari* 23 Maggio 2024

        Tutte proposte interessanti. Se ne può discutere. Io però andrei più alla radice. Innanzitutto i nuovi cittadini andrebbero prodotti mediante procedure tecnologiche e ingegneria genetica (è assurdo che nel XXI secolo si continuino ad usare prassi procreative primitive e irrazionali). Una volta prodott* e siglat* andrebbero assegnat* ai NERC (nuclei educativi responsabili conviventi, formati da una o più persone). Resta da vedere se i NERC si debbano formare per libera associazione o se sia più sicuro designarli in base a valutazioni psico-sociali decise dagli specifici Enti preposti.

        • C.P. 23 Maggio 2024

          Infatti, bisogna andare alla radice. Fortunatamente, almeno nel campo della produzione, si stanno facendo progressi. E in un certo senso anche la siglatura è stata testata di recente. Dobbiamo essere fiduciosi.

  • F.C. 23 Maggio 2024

    Mi scusi, Oreste, ma a che serve? Chip sigla/targa sotto la pianta del piede e via. Identificazione sicura anche in caso di obnubilamento. E ottimo per leggere il codice dopo S.C.C. con soggetto orizzontale.

    • Mari* 23 Maggio 2024

      Nella bozza ministeriale (in via di approvazione) non si parla di S.C.C. ma di CIP (congedo illimitato perpetuo, da non confondere col chip). Sembra però che nel nuovo emendamento sarà integrato col CIPI (congedo illimitato perpetuo indotto, cioè deciso dallo Stato per ragioni di opportunità psico-socio-economica o per razionalizzare i dati demografici e gli oneri previdenziali). Speriamo. C’è sempre chi fa resistenza al progresso.

      • F.C. 23 Maggio 2024

        Boh, qua in paese si parla del Servizio. Probabilmente è privato, su territorio nazionale ma privato. Il suo furgoncino lo si vede. C’è anche il logo.

        • C.P. 23 Maggio 2024

          Sì, è privato. Nell’attesa del CIPI, tuttavia, è efficientissimo, sebbene non sia chiaro chi lo contatti e segnali i soggetti. Il logo è quello con la pianta che ringrazia per il concime. Ben fatto, in un’ottica green.

  • Elia 23 Maggio 2024

    Nel testo ministeriale è trattato ampiamente il tema della “educazione alla felicità mediante l’affettività sessuale inclusiva e non-discriminante” (progetto EFASIND). Lì si precisa che, ai fini del raggiungimento di una piena felicità, l’OEM (oggetto erotico mirato) come pure la Libera Identità Sessuale (LIS) non devono essere soggetti ad alcun pregiudizio di tipo psico-sociale o culturale (o FRE, fattore di resistenza esclusiva). Di questo però nell’articolo non vedo menzione. Biasimevole dimenticanza o censura intenzionale?

    • Oreste 23 Maggio 2024

      Mani legate.

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