Riacquisire consapevolezza (…come nel 1914)
In un mio precedente breve articolo (*), mi avvicinavo, solo di sfuggita, al problema che tratterò, sempre sinteticamente, invece, in questo. Ma nel presente, “l’altrimenti inaffrontabile”, declinato sia in chiave nazionale che internazionale, il già detto si unirà, ancora più pericolosamente, al “Riacquisire consapevolezza (…come nel 1914)”, per necessità logica.
“L’altrimenti inaffrontabile” va, almeno stoicamente, compreso fino in fondo. E’ penoso ripercorrere tutte le ragioni spirituali, storiche, politiche e sociali, per le quali siamo quasi inevitabilmente condannati “entro questo occidente”. Le abbiamo, già stringatissimamente, elencate. A tal punto ci troviamo, in Europa, con una situazione bloccata, ove l’unico reagente praticabile, piaccia o non piaccia, con molti motivi di verità per ogni possibile riserva mentale, è quello dei populismi montanti… Ovviamente usiamo il termine populismi, anch’esso per approssimazione, essendo all’interno dei movimenti più o meno antagonisti di tal fatta, molte serissime motivazioni degne della più alta considerazione e comunque di un profondo rispetto. Ma il termine “altrimenti” è dirimente al proposito. Altrimenti significa, che fuori da questa opzione, anche se obtorto collo, ogni altra visione, ipotesi, strategia e sforzo, sono quasi sicuramente destinati al fallimento. Infatti la pesanteur, è una formidabile manifestazione tamasica che irride ogn’irrisione incapacitante e mortifica ogni pur nobilitante eroismo, se non esercitati lungo le emergenze ed evenienze (diremmo le faglie delle placche tettoniche d’espansione) che si manifestano (e si manifesteranno sempre più) nella struttura medesima della pesanteur, al massimo della sua esplicazione, proprio per la legge universale d’azione e reazione, ove l’intelligenza raffinata ci serve ormai soltanto per tagliare grosso, e possibilmente lontano da noi, il marcio e la falsificazione che s’impongono imperterriti…
Potremmo dire che i segni dei tempi ultimissimi si squadernano a noi, proprio adesso, ancor più con la faccia paludatamente flaccida e grassa di preti traboccanti di democrazia postconciliare più che di tristezze esicaste, o con l’applauso facile del diffusissimo pecorume che ospita nella propria circolazione venosa in sé la miglior acqua riscaldata dalle caldaie globaliste piuttosto che l’acre sangue che, a tratti, pur s’affaccia, tra orchestrate strida e finte meraviglie…
Allora, ritornando all’inaffrontabile, è chiaro che ci rivolgiamo, quasi in un ultimo appello, a chi una volta si sarebbe definito amante dell’indipendenza e della sovranità. Capisca che esiste una sola strada percorribile, anche se dura e priva comunque d’idilliaco orizzonte, ed è quella di favorire, con ogni mezzo, che sempre più lupi s’affianchino ai branchi di pecore e sostituiscano, mano a mano, quando e come possibile, i cani da padrone della razza bastarda. Questo vale sul piano locale, nazionale ed internazionale.
Altra cosa non è questo, quindi, dal riacquisire consapevolezza (…similmente al 1914). Come allora alcune menti sottili e cuori forti, compresero che si trattava di rovesciare completamente un paradigma, (che era il loro stesso spirito e la loro stessa carne – infatti erano i migliori – sia tra i pro che tra gli anti) e che l’unica possibilità di bloccare la pesanteur e di sua futura inversione, era lo stesso scatenamento della guerra affinché tutte le poste, pur pericolosissimamente, potessero essere messe nuovamente in gioco, così noi ora dobbiamo comprendere che il tanto peggio per loro, può essere il tanto meglio per noi, non certo a breve, che sacrificheremmo probabilmente tutti i nostri piccoli o grandi privilegi e tutti i nostri affetti più cari… ma certamente alla distanza… banalmente, di necessità virtù.
Questo processo spirituale e mentale, deve insinuarsi in noi velocemente come un potente vincetossico (…milkweed the sustenance as to enter the arcanum...), capace, brano a brano, smorfia a smorfia ed urlo ad urlo, di controbattere il pecorume belante e le false ipostasi dei falsi riconvertiti ad un virilismo straccione, ché, ai panzuti bombardieri della domenica intimamente preferiamo sempre chi sappia vedere oltre le maschere antiidee distribuite a iosa… Siamo per quelli che seriamente perseguano una strategia euroasiatista, l’unica che ci può garantire qualche speranza oltre l’illusione. Non ci si inganni comunque, che riacquisire consapevolezza, sia un concedere diritto di parola ad ogni volgarità imbecille, ad ogni isterismo maldestramente orchestrato, ad ogni lato imbelle, (rileggiamoci le spietate ma lucide analisi, dei pochi interventisti, agli inizi…), soprattutto se incongrua rispetto all’inversione assoluta da compiere, il nostro nemico principale risultando ormai chi non appresta munizioni mentali contro le multinazionali della truffa mediatica e della governance burocratico-affarista. I nemici dichiarati sono evidenti. I nemici subdoli sono molto più pericolosi e vanno stanati progressivamente dalle loro cavernicchie anarcoidi o dalle loro cattedrali nel deserto…
(*) Dictum sapienti sat est… valga una breve citazione: “…Se ne vedono indiscutibilmente i segni, soprattutto in Europa, ove tutto è nato per la prima volta e tutto per la prima volta è finito e rinasce geneticamente ed ove i così tanto odiati e bistrattati populismi, ognuno con il proprio pesante sacco nero di rimosso, sollevano caoticamente e di necessità irrazionalmente, un carico altrimenti inaffrontabile… A noi spetta quindi saper vedere e saper attendere, sapere riprendere e saper innovare, certi della nostra fragilità e della nostra immensa responsabilità, soprattutto verso l’“altrimenti inaffrontabile”… Questo vale sia sul piano nazionale che su quello internazionale. …”