7 Ottobre 2024
Medicina Tradizionale Tradizione

L’Arte Farmaceutica nella Magna Grecia – Recensione a cura di Viviana Donato

Per rintracciare le origini dell’attuale arte farmaceutica occidentale, dovremo compiere un viaggio molto lungo attraverso i secoli e le civiltà che si sono susseguite nel grembo del Mediterraneo, laddove l’uomo, spinto dalla necessità, ha ricercato nella Natura i rimedi per poter allievare le sofferenze, sia fisiche che spirituali, della malattia, e laddove essa è ancora fortemente permeata da quell’influenza magico-religiosa e alchemica, che peraltro ritroviamo in tutte le antiche medicine tradizionali. E proprio la Magna Grecia, come vedremo attraverso lo splendido viaggio che gli autori ci propongono, ha rappresentato quell’Athanor nel quale medicina, botanica, filosofia, magia e alchimia si mescolano, ribollono e distillano quella che sarà un’arte che, dapprima attraverso l’Urbe, in seguito si diffonderà per il mondo intero.

Il viaggio inizia dalla mitica fondazione di Taranto nel 706 a.C. ad opera di un gruppo di giovani Spartani, figli illegittimi dell’aristocrazia di Sparta a cui non si vollero riconoscere i diritti civili e, per tale motivo, dopo un tentativo di rivolta di questi, venne dato loro l’incarico di fondare una nuova colonia. Dopo un lungo e travagliato viaggio, raggiunsero Taras, l’odierna Taranto, e respinta la popolazione autoctona, gli Japigi, qui si stabilirono. Taranto divenne una delle più importanti e influenti città della Magna Grecia, e nel periodo di massimo fervore ed espansione delle concezioni medico-filosofiche, fu sede di una scuola medica di matrice pitagorica. In questa città si praticò il culto di Asclepio sino ad un’epoca molto tarda,

Donato 2la divinità guaritrice per eccellenza, “colui che guarisce gli Dei immortali”, come venne definito. Qui fiorirono alcune delle menti che diedero un notevole contributo allo sviluppo dell’arte medica, come Archita, pitagorico e amico di Platone, che non fu medico ma matematico e studioso di biologia, zoologia, botanica, si interessò all’igiene culinaria e alla composizione ed alla cottura dei cibi nonché alla loro azione terapeutica; anche Icco, pur non essendo medico ma atleta e allenatore, si occupò della dieta, scrisse di biologia e di botanica e fu considerato uno degli esponenti di rilievo della scuola medica tarantina; Eraclide da Taranto, medico e fondatore della farmacologia sperimentale, la sua opera divenne una fonte dalla quale attinse la Materia Medica dell’epoca.

Lasciata Taranto, il nostro viaggio prosegue in compagnia dei grandi terapeuti del mondo antico, di quelli che vengono considerati i “padri” della medicina e della farmaceutica contemporanee, ovvero Ippocrate, Plinio il Vecchio, Dioscoride e Galeno. In particolare con il medico di Coo, Ippocrate, la medicina abbandona definitivamente la sua componente magica, filosofica e religiosa, per assumere i connotati prettamente scientifici di quella moderna, infatti egli rifacendosi alle conoscenze mediche delle scuole precedenti, fonda lo studio sistematico della cosiddetta medicina clinica. A Plinio, Dioscoride e Galeno è dovuto l’elenco con le proprietà, le definizioni e le citazioni botaniche e farmaceutiche delle piante officinali in uso presso i Greci, in un capitolo dedicato alla Materia Medica vera e propria, ricco di esempi dei medicamenti più usati all’epoca e delle loro preparazioni a base di erbe, minerali e sostanze di derivazione animale, insieme a ricette, trattamenti e consigli.

Segue poi un interessante excursus sulle varie tipologie di vini medicamentosi, sui loro metodi di preparazione e di somministrazione e sulle patologie per le quali venivano utilizzati. Una particolare menzione merita inoltre lo splendido corredo fotografico che orna, come un prezioso gioiello, questo elegante volume.

 

 

L’Arte Farmaceutica nella Magna Grecia

di F. Pierri Pepe, A. Tuzzi, L. Pierri

Casa Libraria Edit@ di Taranto

(www.edizioni-edita.it)

 

 

 

 

 

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