
b) Siluro radioguidato
Il primo esperimento di siluri radioguidati fu effettuato nel 1932 nel lago di Bracciano.
Nei primi del 1942 a Pola fu testato in configurazione praticamente definitiva:
1) una boa galleggiante (vedi foto) conteneva il ricevitore – sistemazione atta a migliorare la ricezione del segnale –
2) una sostanza verde, fluorescente, consentiva di seguire il siluro consentendone una migliore direzione d’attacco (configurazione diurna), mentre per l’attacco notturno entrava in funzione un faretto luminoso.
3) il rateo di acquisizione del bersaglio andava da un minimo di 400 mt. a 5 km.
1a Nota polemica
Dieci anni per realizzare un prototipo operativo e decidere di… non usarlo.
Quando gli americani entrarono in possesso del progetto, lo considerarono all’avanguardia.
c) Motobomba F.F.F (Freri, Fiore, Filpa)
Presentate già nel 1935. armi da 360 kg, sganciabili tra i 4 e i 5 mila metri con paracadute che si apriva a 130 m di quota. Poi, a circa un metro di profondità, cominciava a fare movimenti ‘a spirale’ per almeno 30 minuti a 15-20 kmh. Dopo 50 minuti si autodistruggeva. Aveva 90 kg di esplosivo, poi aumentati a 120, un motore da 3,5 hp e batterie a secco; a ben vedere si trattava di un connubio fra una bomba ed un siluro. Lanciate in presenza di un forte assembramento di navi nei porti o di fronte ad un convoglio se non addirittura al centro del medesimo (operazione molto rischiosa per il forte sbarramento antiaereo), ottenevano effetti devastanti vuoi per l’impatto contro nave vuoi per lo scompaginamento del convoglio.
Le bombe si “autoguidavano” sul bersaglio


2a Nota polemica
Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un’arma all’avanguardia e anche in questo caso non incontrò molto favore negli alti comandi che ne ordinarono solo 500 pezzi. Lo scarso (nullo) entusiasmo dimostrato conseguì risultati di pari entità.
I tedeschi compresero al volo il valore dell’arma e ne ordinarono 2000 esemplari che furono efficacemente usati negli attacchi contro Tripoli 19-20 marzo 1943 con 72 ordigni, il 26-27 dello stesso mese con 32 ordigni, quindi 70 il 13-14 aprile dello stesso anno, due giorni dopo (15-16 aprile) 33 su Bona.
Il risultato più eclatante fu ottenuto il 2 dicembre contro il porto di Bari con l’affondamento di 17 navi per un totale di 69340 tn. compresa la SS John Harvey carica di bombe all’yprite – omaggio dei liberatori americani. Questi ultimi classificarono il bombardamento di Bari come la “Seconda Pearl Harbor”. I morti civili italiani non furono mai definitivamente conteggiati stante il tasso di mortalità protrattosi per molti anni dopo la fine del conflitto.
Brevi considerazioni
Mi rendo conto che, riesumare o disquisire su quanto riportato in queste due parti, possa essere noioso e poco accattivante; materia fredda, scarna, poco adatta ad approfondimenti. Ho raccolto, selezionato, confrontato spezzoni di dati sparsi in mille rivoli, mai esaustivi, mai contestualizzati. Dati riportati in trafiletti e, soprattutto, volutamente non evidenziati – in Italia, differente la situazione se si esplorano siti inglesi e americani
Tal che, se mi è concesso, desidero difendere quanto riportato; non per la materia in se quanto per i coinvolgimenti storico-politici che comporta.
Mettendo insieme gli eventi politici del ’43 con queste poche immagini, si può comprendere che la fine dell’Italia veniva da lontano. I legami sottesi evidenziano una spirale infame e vergognosa che invischia la casa reale, la grande imprenditoria (FIAT docet) e gli alti comandi, ossia tutti gli attori che per la loro funzione erano preposti in primis alla salvaguardia e all’onore del nostro Paese.
Con la pazienza, vostra per leggermi e mia per lavorarci, cercherò di sviluppare ulteriormente la materia; inoltrandomi, agli dei piacendo, nei meandri degli eventi storici e militari.
Gianfranco Bilancini
Fonti
Il Regio Esercito alla vigilia dell’8 settembre
Storia del XX° secolo
Storia del Novecento
Storia Militare
Rivista Militare
Wikipedia, siti inglesi, tedeschi, russi e americani.
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