Questo mio intervento trova la sua sollecitazione o ispirazione in due articoli che recentemente ho avuto modo di leggere, uno del caro amico Gianfranco De Turris su questa Rivista e l’altro di Marcello Veneziani apparso sul suo blog, aventi ambedue per oggetto l’ennesima, ma necessaria, denuncia della perdurante latitanza della cosiddetta “cultura di Destra”. Entro immediatamente in media
E parlo, a ragion veduta, di ideologia e non di cultura poiché, mentre la prima è parola moderna (guarda caso…!) nata nell’epoca dell’Illuminismo, la seconda è antica ed il suo significato coincide con le parole Culto e Coltivazione, cioè con realtà umane concrete e viventi. Diamo per acquisito, quindi che la Cultura non può che essere di “Destra”, in quanto fatto dello Spirito, come dimostrano tanto il fenomeno della Rivoluzione Conservatrice tedesca tra le due guerre, quanto il fatto storico emblematico che nel Novecento, le più grandi menti ed i più eccelsi spiriti, siano stati culturalmente presenti nell’area della Destra nonché politicamente attivi, se pur con elevato senso critico, presso i regimi nazionalsocialista e fascista (Heidegger, Junger, Evola, Marinetti, Pound, Gentile, Knut Hamsun, per citare i più rilevanti) apparendo tutta la cultura europea e non solo (vedi l’indiana Savitri Devi) letteralmente affascinata ed attratta da quello straordinario fenomeno epocale che è stato il Fascismo europeo, come lo ha magistralmente definito il nostro indimenticabile Adriano Romualdi.
Se tutto questo è vero e se è vero che dagli anni Novanta in poi del secolo scorso è calata la notte più buia su tutto un mondo politico e culturale che si riconosce in quella Visione, pur con tanti distinguo e ciò proprio a causa del fatto spirituale che è una Visione o Intuizione e non una Ideologia (intelligenti pauca…!); ciò è semplicemente accaduto come effetto di un’altra e ancora più feroce accelerazione, quale è stata la fine dei cosiddetti “socialismi reali”, verso la compiuta e definitiva mondializzazione della sinistra modernità e del suo principale strumento di dominio economico-finanziario che è il flagello neoliberista, mediante tanto la cancellazione del concetto stesso di organismo politico identitario (vedi operazione “mani pulite”) quanto con la contestuale introduzione, tra canti e balli, del sistema elettorale maggioritario, avente come unico fine la completa americanizzazione delle coscienze e tutto ciò in “strana” coincidenza con l’inizio della svendita del patrimonio industriale pubblico italiano a favore dei grandi gruppi privati speculatori anglo-americani (vedi fatto storico del “Britannia” nel 1992, contemporaneo all’operazione “mani pulite”…!) il tutto in nome delle nuove parole magiche quali: liberalizzazioni e privatizzazioni che altro non si sarebbero in seguito rivelate che il preludio all’attuale potere assoluto mondiale di circa 500 onnipotenti strutture finanziarie multinazionali, nell’ambito della presente globalizzazione dei mercati, delle merci, del denaro virtuale e degli schiavi reali! Questa autentica compiutezza della modernità in quanto tirannia mondiale dell’ideologia del denaro, del profitto, del lusso e della ricchezza, costituendo i contenuti di un autentico pensiero unico, che ovviamente esclude ogni altro pensiero (quanto aveva ragione Werner Sombart… !) di cui è portatrice, religiosamente vessillifera, una ristretta casta di dominatori del pianeta, è giunta alla fine … della “Repubblica di Weimar”!
Cosa significa questa espressione, che a qualcuno potrà sembrare quantomeno estemporanea? Una sola verità: i tempi attuali, e ancor di più quelli prossimi, segnano, in guisa marcata, la fine della modernità e l’ingresso nell’era che si suol definire postmodernità, e ciò ha il volto chiaro ed inequivocabilmente loquace della catastrofe irreversibile del progetto globalizzatore che (e noi soltanto lo sappiamo…!) è solo uno strumento economico-finanziario esclusivamente finalizzato alla realizzazione dell’antica Idea mondialista che è di natura esotericamente metafisico-religiosa. Quando faccio riferimento alla “fine del sistema di Weimar”, indico il paradigma di un satanico disegno che giunse in Germania quasi ai livelli dissolutori dell’uomo e della sua vita ai quali l’epoca presente si sta avviando, con l’aggiunta dell’attuale ampliamento planetario di quel disegno medesimo: e qui il discorso non è e non deve essere solo di natura politica o economica-finanziaria ma è anche, e forse soprattutto, di natura spirituale, etico-esistenziale ed ambientale, poiché il processo dissolutore è giunto a flagellare nel profondo l’animo dell’uomo, generando nello stesso angoscia, paura, tristezza, disperazione e rabbia profonda, quali sentimenti che sorgono, pulsano e tumultuano quando il solve mondialista di ogni e qualsivoglia coagula che è identità, sovranità, cultura, tradizione, religione, radicamento comunitario e legame salvifico con il cordone ombelicale di quello che è la propria Madre Terra, scopre il suo vero volto che è quello di un sistema per uccidere i popoli! A questo punto deve divenire evidente il senso del titolo dato al presente scritto: noi stiamo vivendo l’epoca della avanzata necrosi di questa satanica struttura planetaria (non si dimentichino mai, di Guenon, il concetto della contro-tradizione e l’immagine dei “santi di Satana”!), che, proprio come accadde alla fine di Weimar e per le medesime ragioni, che sono sempre la tracotanza del Potere plutocratico e il suo effettuale disprezzo per l’uomo, ha generato e sta diffondendo una catena reattiva molto forte e radicata, particolarmente in Occidente, da parte dei Popoli che, dinanzi al processo dello scioglimento (solve) che è la morte della Forma, dell’Idea, dell’Essenza, dell’Identità che è sovrana e quindi dell’Io sono quale massimo principio metafisico dello Spirito (vedi il significato autentico del Roveto Ardente…!), rispondono con una specie di “Rivolta contro il mondo moderno” a livello esteso e diffuso in tutto l’Occidente, invocando, reclamando e disperatamente cercando il coagula salvifico di tutto quello che hanno perduto e cioè che gli è stato strappato, appellandosi a Valori, Idee, Dottrine e sentimenti che appartengono, anzi sono l’Architrave su cui poggia tutto il Tempio della cultura di Destra, che è la Visione spirituale del mondo! Ma tutto ciò, i Popoli e coloro i quali si pongono alla loro guida, non lo sanno cioè non ne hanno alcuna consapevolezza!
Ecco l’atroce frutto del deserto che è stato creato dal crollo del Muro di Berlino in poi: il tempo ed il sistema come pianificazione del progetto hanno provveduto ad instillare lentamente ma pervicacemente nell’animo dei Popoli, e particolarmente in quello degli italiani, l’Oblio di ogni visione o cultura che potesse essere anche in potenza pericolosa per tale progetto e nessuno, se non poche eccezioni, ha opposto resistenza, anche perché si era già provveduto, dopo Fiuggi, alla cancellazione totale di ogni vitalità che fosse opponente, inabissandosi tutti, pertanto, con odiosa stupidità, nella nebbiosa palude del conformismo dominante, in nome dei “fronti contrapposti” e della diluizione (solve) di ogni identità in un personalismo americanizzante ed idiota, all’inseguimento della cosiddetta “società civile”. Il tempo odierno è caratterizzato, pertanto, da questo terribile paradosso: mentre sino alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, il mondo che si ispirava alla nostra Visione della vita pur essendo certamente una minoranza, la stessa era però comunque consapevole, determinata e dotata di sufficienti ed a tratti eccezionali conoscenze mentre i popoli di tutto l’Occidente erano invece estranei o comunque ostili alle nostre Idee; ora la situazione è letteralmente invertita, in quanto quegli stessi Popoli, in guisa aperta e, per il sistema, oltremodo scandalosa e pericolosa, invocano e reclamano, in nome degli attuali sovranismi e populismi, Idee e Valori tipici della Destra radicale, quali la Sovranità nazionale, la volontà popolare, la più alta giustizia sociale, la liberazione dell’economia dalla schiavitù dell’usura e dal potere immenso delle multinazionali, la cancellazione del libero scambismo e la difesa delle frontiere dello Stato (con la sentita necessità, anche se non espressa in sistema, della mutazione dello stesso in una forma imperiale continentale, in un inconsapevole riferimento al concetto schmittiano del grossraum) nella restaurazione dell’antico principio del Politico che governa e programma l’Economico, quindi in quell’insieme di ossimori o coniugazione degli inconiugabili di cui è intrisa tutta la nostra Visione del mondo; ma, ecco il tragico paradosso, noi qui non ci siamo! A guidare o a tentare di governare quest’immenso “corpo psichico” che sta terremotando l’Occidente, vi sono personaggi assolutamente inconsapevoli del complesso valoriale e ideale di cui sono, nonostante tutto, vettori.
I Trump, i Boris Johnson, i Salvini e tutti gli altri componenti dei movimenti sovranisti e populisti che si moltiplicano e si animano in tutta l’Europa, non immaginano nemmeno quale varco immenso la catastrofe globalista abbia aperto negli animi dei Popoli, liberando le forze sottili che sono le sole potentemente attive e radicalmente distruttrici di questo nefasto sistema; e chi se non noi, che non siamo stupidamente materialisti, può parlare di “forze sottili”! Infatti le uniche realtà politico-culturali, in senso profondo, che hanno piena e totale consapevolezza di tutto ciò, siamo proprio noi, come minoranze attive in un arcipelago di giornali, riviste, associazioni culturali, librerie ed editori, e coloro che sanno e ci conoscono meglio di quanto noi stessi possiamo mai giungere a conoscerci, e sono i vertici dell’intellighenzia mondialista, padroni di gran parte del sistema informativo e formativo, tra testate giornalistiche, reti televisive, cattedre universitarie e catene editoriali; essi, attraverso tali strutture, non fanno che strillare quotidianamente, contro il “pericolo” sovranista e populista, avviando così il collaudatissimo processo di demonizzazione di questo “corpo psichico” e dell’incardinamento dell’odio pervicace nei suoi confronti.
Rebus sic stantibus, qual’ è il nostro compito? Ritengo che debba essere innanzitutto quello di conservare il nostro immenso patrimonio storico-culturale, curandone l’aggiornamento lessicale ed approfondendo le varie tematiche e campi del sapere tradizionale, ognuno secondo le proprie equazioni personali (e questa Rivista, dal mio punto di vista, credo che svolga più che egregiamente e con onore questa missione…!) e altresì cercare e tentare, in ogni guisa, di far prendere consapevolezza a coloro i quali si riconoscono nei dirompenti messaggi e nelle inaudite parole nazionalpopuliste, dell’autentica natura di tale Discorso, della sua Origine e della immensa capacità liberatoria sia spirituale che nazionale quanto sociale (e questo è l’autentico esoterismo platonico e romano dello Spirito, aperto ed attivo nella cordialità e nella realizzazione dell’autentico bene per il Popolo) di cui lo stesso sia dotato: in una parola, mutatis mutandis, si tratta dello stesso compito, della medesima opera che svolsero Evola, Heidegger, Pound, Gentile e tanti altri grandi spiriti, nei confronti del Fascismo quale fenomeno europeo, non senza difficoltà, incomprensioni e fallimenti ma con forte e serena convinzione di essere ciò che non si vuole e non si può non essere!
Giandomenico Casalino
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