sere plausibile considerare particolarmente vicine a quelle originarie altre popolazioni che invece per Cavalli Sforza sono solo il prodotto di un incrocio.
one non troppo pronunciata.
ine mista quali gli indo-melanidi del Deccan, mentre è stato avvicinato a forme “pre-europidi” (analoghe a quelle che, ad esempio, nel nostro continente sarebbero rappresentate dai Lapponi e da altri Uralici) il popolo dei Toda, dell’India sud-occidentale.
pponendo anzi antichi rapporti oltre che con le forme europoidi, anche con quelle australoidi. In effetti il reperto di Punin è stato avvicinato a questi ultimi, come anche, da alcuni studiosi, la popolazione dei Fuegidi, per i quali si è ritenuto di intravedere una traccia australoide anche a livello linguistico (ed avvicinando ai Fuegidi stessi i ritrovamenti di Lagoa Santa). Biasutti invece ha preferito inquadrare le caratteristiche chiaramente a-mongoliche dei Fuegidi piuttosto in un quadro europoide, rilevando comunque come la particolare posizione meridionale e di nicchia di questa popolazione ne indichi chiaramente la più alta antichità di occupazione del continente americano. I Nativi più arcaici vengono da Biasutti collegati anch’essi ai Pre-Europidi già menzionati (ai quali avvicina il ritrovamento europeo di Combe-Capelle), mentre Facchini definisce “amuriano” il tipo, caucasoide arcaico, che avrebbe rappresentato un’importante componente di base degli amerindi; invece l’influenza più marcatamente mongoloide sarebbe ravvisabile in reperti – come quelli del Minnesota, di San Diego, o di Tepexpan in Messico – riconducibili ad un arrivo più recente e datati circa 10.000 anni fa. Di età similare, ma privo delle più recenti caratteristiche mongoloidi, è l’uomo di Kennewick, un esemplare che arriva ad un’altezza di circa 180 cm, di cui sono stati messe in rilievo le caratteristiche genericamente caucasoidi ed il cui cranio non ricadrebbe nel range di variazione degli indiano-americani moderni ma piuttosto in quello di polinesiani, asiatici meridionali ed Ainu del Giappone. Anche se piuttosto recente (9.000 anni al radiocarbonio), sarebbe tuttavia collegabile alla primissima migrazione dalla Beringia, ed i tratti caucasoidi starebbero a confermare la forte somiglianza morfologica tra Europei e Siberiani nel Paleolitico Superiore, più che un arrivo diretto dall’Europa occidentale per via nordatlantica. Una via che invece potrebbe essere stata seguita da quei gruppi che avrebbero portato in America un elemento più prettamente cromagnoide, e testimoniata dalle forti similitudini morfologiche di vari utensili presenti nella cultura americana Clovis con quelli del Solutreano europeo di circa 19.000 anni fa (argomento sul quale vi sarà modo di tornare in futuro).
dai Lapponi ai Mediterranei di vario tipo – sarebbe riconducibile più o meno direttamente alla linea paleolitica dei Combe-Capelle, a fianco di quella Cro-Magnon, relativamente più recente.
Bibliografia consultata per il presente articolo:
bsp; Luigi Luca Cavalli Sforza – Geni, popoli e lingue – Adelphi – 1996
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