L’immigrazione in Italia è cominciata come una bufala.
Ci dicevano che il fenomeno era epocale, che non poteva essere fermato ma solo controllato. Non si poteva impedire a masse africane giovani, esuberanti e in continua espansione di approdare in un’Italia pigra, pingue e in crisi demografica. Questi nuovi italiani sarebbero stati il futuro, sarebbero stati loro che col loro lavoro avrebbero risanato le casse dello Stato, pagato le nostre pensioni e salvata l’economia del Paese. Inoltre, ci spiegavano che erano arrivi praticamente a costo zero, perché quei miseri 35 euro che costava il loro mantenimento giornaliero erano forniti dall’Europa che avrebbe dovuto provvedere ad accogliere anche le eccedenze dei flussi, perché tutti quei migranti erano solo in transito ma, in realtà, avrebbero voluto spingersi a nord per cercare lavoro e ricongiungersi con parenti e amici. S’è poi visto come sono andate le cose e come l’Europa abbia chiuso tutte le frontiere di terra, lasciando che il nostro Paese si trasformasse in un gigantesco campo profughi, accollandocene anche i costi.
L’immigrazione in Italia è continuata come una truffa.
Il 3 ottobre 2013, dopo il naufragio a poche miglia dal porto di Lampedusa di un’imbarcazione libica che provocò 366 morti e circa 20 dispersi, il governo italiano, guidato dal presidente del Consiglio Enrico Letta con Angelino Alfano agli Esteri, decise di rafforzare il dispositivo nazionale per il pattugliamento del Canale di Sicilia autorizzando l’operazione “Mare Nostrum”, la cui finalità era di prestare soccorso ai migranti prima che potessero ripetersi altri tragici eventi nel Mediterraneo. Dall’inizio dell’operazione Mare Nostrum, invece, il numero di persone annegate durante l’attraversamento del Mediterraneo è aumentato e, contemporaneamente, sono aumentati gli sbarchi e l’invasione di clandestini che quell’anno hanno portato in Italia circa 166.700 stranieri. Il Ministero degli Esteri inglese è stato il più esplicito nel considerare Mare Nostrum, un “pull-factor” (fattore di spinta) per i flussi migratori verso l’Europa. Nell’agosto del 2014, dopo che Mare Nostrum ci era costata 9milioni di euro al mese per 12 mesi, il commissario europeo per gli affari interni Cecilia Malmström dichiarò che l’operazione sarebbe stata sostituita dal programma europeo “Triton”, curato dall’agenzia europea Frontex e, successivamente, la UE ha rinnovato tali interventi fino ad approdare all’odierna operazione Sophia.
Frontex dovrebbe aiutare i paesi dell’UE e i paesi associati alla zona Schengen a gestire le loro frontiere esterne, fornendo assistenza tecnica e know how, ma non ha mai operato per una limitazione degli sbarchi né ha mai effettuato controlli sulla legalità dell’attività svolta dalle navi di organizzazioni private operanti nel Mediterraneo. Di conseguenza, nell’opera di “taxi del mare” si sono impegnate particolarmente le molte Ong che, approfittando della colpevole tolleranza dell’autorità italiana, si spingevano in accordo con gli stessi scafisti all’interno delle acque territoriali libiche a raccogliere i clandestini provenienti dall’Africa, giustificando tale comportamento illegale con presunte ragioni di carattere umanitario. Inoltre, dall’avvento di Triton, tutte le unità navali che partecipavano all’operazione, sotto il comando di Roma, sono state autorizzate dal governo Renzi, in cambio di sovvenzioni economiche, a sbarcare sul territorio italiano. In quegli anni, ci hanno bombardato di propaganda immigrazionista, raccontandoci che era nostro dovere salvare vite umane e riempirci di profughi che fuggivano da guerre e persecuzioni d’ogni genere. Ci hanno narrato che l’accoglienza era un dovere e che l’integrazione sarebbe stata facile e indolore se avessimo sparso in ogni comune un certo numero di immigrati, senza timore che fra questi potessero infiltrarsi terroristi o foreign fighters.
Abbiamo scoperto, invece, che l’immigrazione era soprattutto un business, un affare per cooperative e mafie, che si arricchivano con questo traffico più che con la droga. Abbiamo scoperto che non c’erano profughi che fuggivano da guerre, ma frotte di giovani africani che aspiravano solo alle comodità e ai consumi dell’Europa, che venivano accolti e mantenuti in alberghi e, inoltre, pretendevano cellulari gratis, wi.fi e internet, paghe e pasti etnici, il tutto a spese degli italiani e alla faccia dei milioni di poveri, disoccupati e pensionati italiani ridotti alla fame. Abbiamo scoperto che questi clandestini, pur non avendo alcun diritto a restare in Italia, non venivano rimpatriati e finivano in mezzo alla strada, a mendicare, a molestare, a sporcare, a delinquere e a spacciare impunemente. Abbiamo scoperto che tutti questi irregolari costavano ogni anno allo Stato almeno 5 miliardi di euro, che avrebbero potuto più opportunamente essere utilizzati in molteplici interventi sociali a favore degli italiani. Abbiamo scoperto che queste centinaia di migliaia di clandestini sparpagliati nel Paese costituivano un pericolo.
E così l’immigrazione in Italia s’è rivelata essere un crimine.
In un Paese provato dalla crisi, con migliaia di aziende fallite e altre che delocalizzano, con milioni di disoccupati e licenziati, l’arrivo di manodopera a buon mercato ha rappresentato una manna per imprenditori senza scrupoli e un attentato alla vita e all’impiego di tanti lavoratori italiani. Già questo si configurava come un atto criminale verso milioni di italiani, ma non paghi di questo misfatto, dopo averci riempito di irregolari, i progressisti hanno tentato addirittura di imporci lo ius soli, per portare a compimento il progetto folle e scellerato dello stravolgimento completo della nostra identità. Invece di tutelare la comunità nazionale, i suoi principi e la sua cultura, i democratici hanno proceduto ove possibile allo smantellamento delle nostre tradizioni e alla negazione dei nostri costumi per “non offendere” le altre culture, cioè gli estranei insediatisi nelle nostre città e nei nostri quartieri. Quegli stessi estranei che pretendono i sussidi, le case, l’assistenza e quant’altro è di spettanza del popolo italiano, che l’ha ottenuto a prezzo di enormi sacrifici. Il crimine più spregevole verso l’integrità della nostra stirpe e verso il futuro della Nazione s’è consumato all’ombra delle farneticazioni antirazziste e xenofile della sinistra radicale, intellettuale e mondialista che vorrebbe rinunciare alla nostra sovranità nazionale e nel contempo accogliere più africani prefigurando e desiderando il meticciato universale. Ma non solo. La follia progressista ha consentito lo stanziamento di migliaia di clandestini in zone divenute poco alla volta off limits per gli italiani, divenute centri di illegalità, centri di indottrinamento integralista e di radicalismo terrorista. La convivenza nei quartieri degradati s’è trasformata in un incubo per milioni di italiani abbandonati dallo Stato in ostaggio dei delinquenti stranieri. Centinaia di episodi di così detta microcriminalità hanno investito la nostra società, accompagnati anche da una serie di veri e propri delitti commessi da immigrati irregolari e culminati, ultimamente, nell’atroce vicenda di Macerata, con l’uccisione e lo scempio del corpo di una giovane italiana a opera di nigeriani privi di permesso di soggiorno. Ultimamente, dopo tanti proclami anestetizzanti, abbiamo scoperto di trovarci anche nell’occhio del ciclone del terrorismo islamista, con la presenza di scuole coraniche integraliste, di centrali terroristiche con ramificazioni sul territorio e di immigrati, anche di seconda generazione, che si preparavano a operare attentati a Roma, a Udine e nel resto del Paese. Il terrorismo islamista, connesso all’immigrazione irregolare e tante volte negato, s’è così palesato in tutta la sua subdola ed effettiva pericolosità.
Hanno tentato fino all’ultimo di farci credere che l’immigrazione fosse un evento incontrollabile, inarrestabile, ineluttabile, un destino al quale dovevamo rassegnarci, una circostanza con la quale avremmo dovuto convivere volenti o nolenti. Sappiamo, invece, che la cooperazione coi Paesi africani, una politica di aiuti internazionali mirata alla reciprocità, la fornitura di mezzi di controllo e di contrasto degli scafisti e delle partenze dei clandestini, il blocco navale delle acque territoriali dei Paesi di provenienza con i respingimenti in mare e il sequestro delle navi delle Ong che operano illegalmente, sono tutti fattori che possono stroncare queste migrazioni e l’arrivo di migliaia di irregolari e provvedere al loro rimpatrio.
Sappiamo che la volontà politica è alla base del nostro destino e della possibilità di indirizzare gli eventi in un determinato senso. I progressisti della sinistra radicale sono stati stracciati nelle urne dal giudizio del popolo, che ha decisamente espresso la sua volontà di una totale inversione di rotta. Una qualsiasi maggioranza che voglia contraddire le politiche sin qui adottate dovrà, pertanto, escludere qualunque collaborazione con le sinistre responsabili del degrado del Paese e affossate dagli italiani.
Ora pretendiamo che questo cambiamento abbia inizio e alle parole seguano i fatti. Chi volesse annacquare e tradire quella volontà chiaramente espressa dovrà trovare la più ampia e ferma opposizione. Nessun compromesso al ribasso può essere tollerato, in nome di nessun pretestuoso interesse alla stabilità o vincolo europeo o altro, altrimenti meglio tornare al voto.
Enrico Marino
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