A quanto pare non esistono solo i “terrapiattisti”, coloro che credono appunto la Terra piatta nonostante tutte le prove concrete in contrario, ma coloro che rifiutano la totale realtà di questo mondo che a loro evidentemente non piace anche per motivi politici e ideologici e che per giustificare questo atteggiamento in fondo schizofrenico affermano che la Terra tutta vive da un po’ in un tempo parallelo, in uno dei tanti universi possibili, si può aggiungere, prevista dalla Teoria quantistica e popolarizzati dalla fantascienza: a seconda dell’incontro/scontro degli atomi si generano realtà sempre diverse come in fondo diceva già anche Lucrezio nel suo De rerum natura..
Tutto questo sarebbe avvenuto a partire dal novembre 2016 allorché una sfortunata donnola aveva cercato di oltrepassare la recinzione di una sottostazione dello LHC (Large Hadron Collider) del Cern di Ginevra ed è stata fulminata da una scarica da 18.000 volt (il corpo dell’animale è esposto al Museo di Storia Naturale di Rotterdam). Il che ci avrebbe sbalzati in un universo parallelo in cui, appunto tra le tante cose è avvenuta la Brexit con il referendum del 26 giugno e Trump è il presidente USA con le elezioni dell’8 novembre.
Poiché sono eventi del tutto inaccettabili per il modo di pensare di moltissime persone, anche se minoritarie, è meglio giustificarli con un fatto abnorme al di fuori della nostra possibilità di impedirlo: che a causa dell’infausta sorte di una donnola il mondo è stato scaraventato in un universo parallelo. Che gli esperimenti sulle particelle subatomiche (con ad esempio la prova della realtà del “bosone di Higgs”) effettuati nei laboratori del Cern siano stati accusati di molti misfatti è noto, tanto è vero che un violento dibattito è nato – se ne poteva dubitare? – in rete. Come scrivono Paolo Benanti e Sebastiano Maffettone sul Corriere della Sera del 16 dicembre 2022, è quello che i sociologi chiamano Effetto Mandela, cioè da chi a tutti i costi, anche contro prove evidenti, affermava che il leader africano fosse morto in prigione mentre non era affatto vero. Nel nostro caso un rifiuto della realtà in toto, complessiva, che deve avere una spiegazione purchessia, anche irrazionale come quella della povera donnola fulminata. Sembra una applicazione a livello generale di quel “tanto peggio per la realtà” (se non è conforme a quanto penso, alla mia visione del mondo) tipico di una mentalità assolutista filosofica (Hegel) o ideologica (Marx) e di conseguenza dei regimi dittatoriali.
C’è chi ha paura della realtà che lo circonda e non esce da casa per affrontarla (in Giappone si chiamano Hikikomori), ma sono dei singoli, mentre la massa cerca una spiegazione e dibatte su Internet. Si capisce allora come possano nascere delle sette pseudospiritualiste guidate da un guru che magari si ritirano sui monti o nel deserto, magari in attesa di una catastrofe che distrugga il mondo che li impaurisce e che rifiutano.
Nel nostro piccolo abbiamo la conferma di chi non è capace di accettare la realtà delle ultime elezioni e sostanzialmente la rigetta, non la ritiene valida e quindi non riesce ad adattarsi ad essa, non trova vie d’uscita ideologiche alternative, è insomma spaesato in una situazione politica incomprensibile per loro abituati da (quasi) sempre a occupare indisturbati il potere. Uno shock imprevisto e inaspettato per uscire dal quale ci vorrebbero quelle sedute di autoanalisi collettive tanto care agli psichiatri progressisti d’antan. Realtà che muterà però soltanto se gli avversari compiranno errori fatali…
Gianfranco de Turris
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