Quando meno te l’aspetti, la Storia (che è una persona per bene, quando non è sostituita dalla sua controfigura, la propaganda, che è un pò come paragonare una mamma di casa ad una sciacquetta da quattro soldi), ti sbatte in faccia la verità, e la riprova che tutto quanto era ed è pensato e creduto corre nel fiume del divenire umano.
Oggi è morta questa Europa.
Era nata con speranze e fatiche. Era nata con visioni di largo respiro, nel tentativo di dare una risposta agli enormi problemi, veri, taciuti ma presenti, ineliminabili, che la Seconda Guerra Mondiale aveva evidenziato nel modo più brutale e più reale che mai.
E’ stato il tentativo che le democrazie avevano posto in essere nell’illusione di accantonare, di rendere inoffensivo il bisogno, la natura stessa che era nata nel Centro Europa: creare una sola, vera Fortezza Europa, erede di tremila anni di crescita tumultuosa.
Alcuni dicono, in gran parte a ragione, che la Germania sta continuando a combattere una Guerra egemonica iniziata nel 1914. Oggi, anzi, meglio, per ora, con mezzi finanziari e non con le armi (come se in fondo ci fosse una grande differenza! Le armi sono solo più spicce e chiarificatrici. Ma lo scopo finale ed il risultato è lo stesso, sempre. E non è detto che le armi siano meno terribili dell’annientamento spirituale in atto).
L’Europa non poteva che finire come sta finendo: non per colpa della Germania, e neppure della Francia ed in parte dell’Italia. Semplicemente sono venuti al pettine i peccati originali, le malformazioni genetiche che furono imposte all’Europa in fasce: strapotere dei poteri finanziari, politica asservita agli interessi economici, mancanza di una meta Sociale, Politica, Unitaria, che aggregasse tutti i Popoli, che oltrepassasse i tentacolari interessi di parte, che fosse libera dai voleri degli gnomi dalle orecchie lunghe, dai nasi grifagni, dalle mani adunche.
Questa Europa è purtroppo cresciuta – male – nel segno di un centinaio di “famiglie” notabili, di un centinaio di gruppi settari, di un centinaio di finanziarie spesso “off shore”. Manca totalmente una Politica Interna comune, non esiste una Politica Estera coesa ed unitaria, lo Stato Sociale Europeo è una chimera… In parole chiare, l’Europa come sognata e sbandierata non esiste. (Addirittura la sua Banca Centrale, la BCE, non è degli Stati, ma è una Banca privata. Pazzia allo stato terminale).
A questo aggiungete un’ingerenza yankee tanto più invasiva quanto più scricchiola il potere che vogliono mantenere, sia con la potenza militare, sia con l’indubbia capacità organizzativa (sono tra i migliori al mondo, in questo settore, subito dopo i Tedeschi ed i Giapponesi), sia con l’imposizione della loro economia.
L’Europa ne ha risentito. E, alla lunga, sono affiorati i veri aneliti, la vera polluzione che neppure settanta anni di martellante pubblicità, anche subliminale, sono riusciti a debellare.
Per caso la Francia, quella che inventò lo Stato Moderno, se ne è uscita candidamente in un impeto di orgoglio, forse inconscio, nazionale, a dire che alle regole di questa Europa lei non ci sta. Sincerità coraggiosa, non importa da che motivazione prodotta. Subito l’Italia, più bizantina che mai, ha detto che sta con la Francia, anche se rispetta (solo nelle intenzioni, sia ben chiaro), le regole. Presentando immediatamente però una richiesta di proroga: sto in classe ma faccio lo stesso ricreazione.
In parole povere: questa Europa è a pezzi, con la Francia che non gioca più, l’Italia che, come si diceva una volta, “fa flanella”, l’Inghilterra che fa l’Inghilterra, cioè sta per conto suo a grattarsi le problematiche interne (Scozia, Galles ed Irlanda del Nord: il fatto è che i perfidi albionici vorrebbero avere ancora l’Impero e non si rassegnano a non averlo più. E’ rimasta solo la City, con la finanza “creativa”), la Spagna che si lecca le ferite, per non parlare della Grecia e del Portogallo…
La Storia ha presentato il conto: ragazzi in classe, la merenda è finita!
La Germania infine continua la sua strada, ripeto, cominciata nel 1914. La lotta fra industria chimica Tedesca ed industria siderurgica Nord Americana. Cambiano i tempi e le modalità, ma la Nato (ormai il braccio armato degli SUA) che bombarda la Serbia è l’ammissione che anche gli yankee, pur essendo yankee, riescono a capire che il vero loro avversario è l’Europa che sta rinascendo sulle ceneri dell’aborto finanziario-capitalistico che fu tentato di spacciare per Europa. In più i Russi, liberati dal viscido, putrefatto comunismo, hanno trovato un Leader, il Vladimiro, che non le manda a dire e che ha tolto la ruggine dai missili. Ed in più si è avvicinato alla Germania, unico interlocutore possibile. Incubo per i Nord Americani.
Questa è l’Europa che sta nascendo.
Fanno pena quelli che inveiscono contro la Cancelliera Tedesca, come se fosse colpa della Angela se sta crollando il fasullo castello di carta che le democrazie hanno costruito dal dopo guerra. Costruzione senza fondamenta, sull’acqua putrida e stagnante del capitalismo, con le fondamenta marce di “democrazia”, senza meta, senza animo, senza forza, senza volontà. La Cancelliera ha due strade davanti a sé, ora: tentare di continuare sul ghiaccio del fallimento epocale, o compiere il suo destino storico. Che è la creazione della Fortezza Europa: possibilmente condivisa.
Un po’, se mi passate il paragone, come fece Roma: annetteva e faceva “Civis Romanus” ogni uomo di ogni Popolo (e non era proprio il caso di offendere, attaccare, colpire un Cittadino Romano. Arrivavano le Legioni a far tabula rasa). E’ durata undici/dodici secoli, per la cronaca.
Il destino dell’Europa è di unirsi, dall’Atlantico agli Urali. E’ il compito che i Tedeschi si sono caricati sulle spalle.
Ci riusciranno.
Ed allora: viva l’Europa!
Fabrizio Belloni
Cell 348 31 61 598
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